31/01/2025
Ieri 30 gennaio 1948, 77 anni fa, moriva il ‘Mahatma’ Gandhi (Maha Atman :Grande anima).
E’ considerato il padre della non violenza (Ahimsa) e riconosciuto come pioniere e teorico del ‘satyagraha’ (fermezza nella verità), ovvero la resistenza all’oppressione attraverso la disobbedienza civile di massa.
Nel 1906 organizzò il primo movimento di disobbedienza civile in Sudafrica e tantissimi personaggi rivoluzionari del ‘900 s’ispirarono alle pratiche di questo illustre Santo.
La verità (Satya) e la non violenza (Ahimsa) costituiscono le colonne portanti dell'intero pensiero gandhiano: intrecciate indissolubilmente.
Esse sono state le due vie lungo le quali Gandhi ha cercato di condurre la propria vita e diffondere la sua visione della vita.
"Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne."
Ed infatti troviamo questi due concetti negli Yoga Sutra di Patanjali, testo fondamentale per chi pratica Yoga ma anche per lettori/studiosi spensierati di culture e filosofie non occidentali.
Patanjali indica gli Yama come comportamenti da praticare nella vita e nelle tante relazioni nel mondo :
ahimsā, satya, asteya, bramhachārya, aparigraha.
I primi 2 Yama sono proprio :
Ahiṃsā (non violenza).
Per non violenza s’intende qualsiasi forma di non violenza nei confronti di ogni creatura del pianeta terra.
E’ facile quindi comprendere il perché uno yogin è tendenzialmente vegetariano o utilizza un consumo limitato di carne (ricordiamoci sempre ‘equilibrio’ in base alle situazioni che la vita ci presenta).
La violenza non è solo fisica ma è da intendersi anche verbale e di pensieri (pulizia della mente).
La non violenza anche nei confronti di noi stessi. Non è opportuno pretendere troppo da se stessi in alcuni ambiti della vita dove la società s’impone.
A volte accade anche sul tappetino quando pretendiamo di assumere posture che la nostra fisicità non ci permette, non ci stiamo rispettando e volendo bene.
La parola himsā significa ‘ingiustizia’ o ‘crudeltà’.
L’ahimsā è molto più di non fare violenza, significa anche gentilezza, amicizia, amorevole considerazione per le persone e le cose.
Satya (veridicità, onestà).
Dire il vero, essere veri, trasparenti e onesti nelle azioni e nei pensieri.
Non costruirsi delle maschere per nascondere o modificare il nostro vero sé, rischiando così di vivere la vita di qualcun’ altro.
Essere Veri per far emergere il nostro vero Sé e vivere la nostra vita inseguendo la nostra ‘missione’ in questo mondo (l’ascolto ci indirizza nel comprendere la direzione da perseguire).
Essere veri vuol dire anche essere onesti, onesti nei nostri confronti e con gli altri.
Satya significa sì ‘dire il vero’, ma in alcuni casi la verità non è necessaria se danneggia inutilmente un altro.
Dobbiamo considerare bene cosa diciamo, come lo diciamo e che effetto hanno le nostre parole sugli altri.
Se dire la verità ha conseguenze negative per un’altra persona, è meglio tacere
Proviamo nella nostra quotidianità a mettere in pratica gli insegnamenti pratici (Karma Yoga) del Mahatma Gandhi.
Hari Om
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