Prof. Cesare Faldini, Chirurgo Ortopedico

Prof. Cesare Faldini, Chirurgo Ortopedico Direttore Clinica Ortopedia 1, Istituto Ortopedico Rizzoli, Università di Bologna.

Domenica 24 Agosto ore 9.15 Rai1 Check UP Ospite di Luana Ravegnini per parlare di postura. Ho accettato con grande onor...
24/08/2025

Domenica 24 Agosto ore 9.15 Rai1 Check UP
Ospite di Luana Ravegnini per parlare di postura.

Ho accettato con grande onore la possibilità di parlare di postura a check-up, Rai 1 ospite di Luana Ravegnini. Il modo in cui stiamo in piedi e manteniamo allineata la colonna vertebrale è in gran parte controllabile dalla nostra volontà e dalla postura.

Mantenere la propria colonna in un corretto equilibrio funzionale significa non portarla in sovraccarico né stando in piedi, tantomeno nella posizione seduta nelle lunghe ore di lavoro in ufficio.

L’assetto della colonna vertebrale vista di profilo, con tre curve fisiologiche, che si chiamano lordosi a livello cervicale e lombare e cifosi a livello toracico è uno dei settori più affascinanti della chirurgia vertebrale.

Qual è il limite tra la normalità, dove inizia la patologia? È possibile oggi correggere i difetti di allineamento con un approccio riabilitativo basato sul rinforzo muscolare? Quando questo non è sufficiente, è possibile operare?

Questa intervista ha permesso di parlare anche di una delle procedure più complesse della chirurgia vertebrale, che sviluppata all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna è stata premiata… Il nostro premio numero 24 sui 30 che ci hanno assegnato negli Stati Uniti all’American Academy!

A più tardi, Rai1 Check Up, domenica 24 Agosto ore 9.15

Cesare Faldini
Direttore Dipartimento Patologie Complesse
Direttore Clinica Ortopedica 1
Istituto Ortopedico Rizzoli - Università di Bologna

DOMENICA 17 agosto Rai1 Check Up! Ci vediamo domani, Domenica 17 Agosto ore  #9.15 su Rai1, ospite di Luana Ravegnini. U...
16/08/2025

DOMENICA 17 agosto Rai1 Check Up!

Ci vediamo domani, Domenica 17 Agosto ore #9.15 su Rai1, ospite di Luana Ravegnini. Ultima puntata di Check Up prima della pausa estiva. Parleremo di postura. La colonna vertebrale vista di fronte normalmente è dritta. Vista di lato invece deve avere delle curve fisiologiche: cifosi toracica, lordosi cervicale e lombare. Dunque questi termini non descrivono patologie, ma la normalità. Il probema nasce dal fatto che cifosi e lordosi possono essere in parte regolate dall’azione
muscolare. La postura quindi assume un ruolo fondamentale, perché permette di passare dalla cifosi all’ipercifosi e dalla lordosi all’iperlordosi. Situazioni che espongono al sovraccarico funzionale quindi alla comparsa del dolore. Se mantenute a lungo possono anche promuovere la degenerazione artrosica precoce. Come prevenire il sovraccarico funzionale? Domani ne parleremo in studio con Luana Ravegnini: molti rimedi possono essere gestiti autonomamente e se attuati con costanza possono mantenere alla larga dal …. chirurgo vertebrale! A domani, Rai1 Check up!
IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli

La protesi nella lussazione congenita dell’anca di quarto grado per via anteriore. E’ l’ultimo dei premi che abbiamo pre...
09/08/2025

La protesi nella lussazione congenita dell’anca di quarto grado per via anteriore.

E’ l’ultimo dei premi che abbiamo preso all’American Academy of Orthopaedic Surgeons ed anche il più suggestivo. Cosa vuol dire anca lussata? La testa del femore invece di articolarsi nella cavità del bacino, detta acetabolo è fuoriuscita a causa della displasia. Questo evento è un vero disastro dal punto di vista anatomico perché avviene nel bambino, alterando completamente la crescita del bacino e del femore.

Camminando la testa del femore risale anche di 7-8 cm dietro l’ala iliaca generando una grave zoppia. Ippocrate la conosceva già: scrisse “lussazione della prima infanzia”. Considerata incurabile fino all’800, dava origine agli “sciancati”, termine dispregiativo dei pazienti che si muovevano massimo qualche passo con l’andatura anserina. Impossibile aprire le gambe, parto naturale precluso.

L’anca lussata è stata la prima grande sfida dell’Istituto Rizzoli dalla sua fondazione: noi siamo partiti dagli studi anatomici di Vittorio Putti, assistito da un certo Giulio Faldini (mio nonno) che descrissero i primi approcci anteriori.

La protesi, in situazioni tanto complesse è ancora oggi una sfida perché manca la cavità acetabolare dove fissare il cotile ed il femore è piccolo e risalito, tanto che le forme più gravi sono ancora considerate non protesizzabili. L’idea è stata utilizzare l’approccio mini invasivo anteriore, allargato: per eseguire nello stesso tempo chirurgico 3 differenti procedure: recuperare la testa del femore risalita, applicare il cotile nella sua posizione originale ed accorciare il femore (osteotomia derotativa in accorciamento) per ridurre l’anca.

Lo studio all’Istituto di Anatomia dell’Università di Bologna con la prof. Manzoli e la pianificazione in 3D eseguita con il Laboratorio del Rizzoli in diretto dall’ing. Alberto Leardini ci hanno permesso di raggiungere un risultato, premiato negli Stati Uniti dalla prestigiosa American Academy of Orthopaedic Surgeons: l’innovazione figlia della tradizione dell’Istituto più antico del mondo occidentale: il Rizzoli di Bologna. Il premio numero 30 che ci ha reso il gruppo più premiato al mondo.


Prof. Cesare Faldini
Direttore Dipartimento Patologie Complesse
Direttore Clinica Ortopedica 1
Istituto Ortopedico Rizzoli – Università di Bologna

# IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli

Diciassette centimetri di femore lasciati sull’asfalto: una sfida anche per la chirurgia ortopedica ricostruttiva più ev...
06/08/2025

Diciassette centimetri di femore lasciati sull’asfalto: una sfida anche per la chirurgia ortopedica ricostruttiva più evoluta.

Cosa c’è dietro questa soluzione chirurgica? C’è un paziente molto coraggioso che ha affrontato oltre 2 anni di cure: la sua storia è sul Resto del Carlino di ieri. Dal punto di vista chirurgico una strada quasi impercorribile che nasce dalla tradizione dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, da anni di ricerca di laboratorio, dalla competenza chirurgia allenata agli interventi ultra-complessi ed infine (perché serve sempre) anche ad un pizzico di fortuna.

Il primo problema si chiama “politrauma”: in medicina uno più uno fa tre. I danni si sommano creando le “condizioni critiche”: di fratture, molte, si può anche morire. Quindi gioco di squadra con gli anestesisti-rianimatori. Alcune amputazioni nascono dal dover “ridurre il danno” globale. Non è stato questo il caso: al paziente siamo riusciti a ricostruire gomiti, polsi, ginocchio e caviglia. Il femore ed i suoi 17 cm mancanti ancora non toccati.

Dietro mesi di ricovero a letto senza poter usare entrambe le braccia c’è un’assistenza pesantissima per gli infermieri e gli OSS. Grandissimi professionisti che con pazienti così arrivano a fine turno cotti. Capo reparto medico e capo sala della Clinica uno sono in realtà cape: Laura Ramponi e Rossana Genco.

Si arriva così al femore da ricostruire: nessuna strada è certa: la complicanza di qualunque strategia porta sempre li: all’amputazione. Servono non meno di 6-8 mesi di “riposo biologico”, dove la coscia senza osso deve rinforzare da sola le difese immunitarie. Ce la farà? Una prima scommessa.

Si esegue un primo intervento di “camera sterile” con spaziatore in cemento. Seconda scommessa con altri mesi di attesa, grazie alle cure antibiotiche capitanate dalla UO Malattie Infettive del Policlinico SOrsola diretto dal Prof. Pier Luigi Viale e la sua “longa manu”: Eleonora Zamparini.

Si arriva al dunque: la ricostruzione: serve il femore di un donatore: robusto, giovane e ricco di corticale. Quel femore è frutto di un’altra tragedia irreparabile: la morte cerebrale che fa scattare un’auto nella notte: cuore reni e fegato all’unità di coordinamento trapianti, le ossa alla banca dell’osso del Rizzoli diretta da Dante Dallari.

Enrico, te la senti: domani è un lancio senza paracadute di emergenza infezione, rigetto tissutale e perderemo tutto …. ? So già tutto, ditemi dove devo firmare!

In sala tutto fila liscio: c’è abitudine a gestire la complessità: gli infermieri del nostro blocco sono in grado di tirar fuori qualunque strumento in tempo reale. Controllo radiografico? Fin qui tutto bene. Ora bisogna aspettare, l’osso nuovo deve adattarsi.

Le cellule ossee devono “invadere” il trapianto. Un processo lento, protetto da una robusta placca in titanio. Le difese immunitarie devono “proteggere”. Un mese, due mesi. Fin qui tutto bene.

Sei mesi: si vede “il callo osseo”: la natura ha fatto il suo ponte. Enrico, ci siamo, è il momento del carico. Proviamo? Prometti che terrai un bastone di sicurezza? Sarò il Dr.House dell’Ospedale di Livorno!

Cesare Faldini
Direttore Dipartimento Patologie Complesse
Direttore Clinica Ortopedica 1
Istituto Ortopedico Rizzoli - Università di Bologna

Il mio commento sulla maturità l’ha letta un sacco di gente… tutti sanno che mi hanno rimandato in latino! Erano esattam...
26/07/2025

Il mio commento sulla maturità l’ha letta un sacco di gente… tutti sanno che mi hanno rimandato in latino! Erano esattamente 40 anni fa, quando ho iniziato a portare gli occhiali. Da allora non ho mai cambiato modello. Gli occhiali con la montatura nera. Mai traditi.

Sono cominciati così: leggero astigmatismo. Mia mamma, porta la ricetta da una amica che aveva un’ottica. Cesare! Ti ho comprato gli occhiali, vai a farti prendere le misure così li montano.

In quell’anno come ero? Andavo male a scuola, iniziato a suonare la tromba. Pomeriggio a lavorare, dopo l’incidente non avevo nessuna capacità di concentrarmi e memorizzare. Ero guasto, lo sapevo ed ero molto frustrato. Ah, c’erano i paninari e io non li capivo… i loro vestiti…Era l’anno che ascoltare un disco era un’esperienza attesa.

Entro in negozio, 100 occhiali in vetrina. Eccoli, i tuoi: mamma li ha scelti:tartaruga chiara. Me li mette, mi guardo allo specchio: stanghetta d’oro. Sorrido. Chiedo: scusa quanto costano? Mamma ha scelto fra i più cari: 120. Centoventi?! Non hai qualcosa di più economico? Così apre il cassetto dei cimeli. Roba fuori moda di vent’anni. Estrae, montatura nera. E’ lei! Prima ed unica estratta. Quanto questa? La montatura nera non la vuole più nessuno.

Te la regalo! non vale nulla. Con i denari compro quattro dischi. All’epoca 30 l’uno. Astor Piazzolla, tango hora cero. Nella mia top ten. Rientro col tesoro. Mia mamma li nota. Dischi? Chi ti ha dato i soldi, hai fatto una rapina? Li ho comprati con il resto degli occhiali! Che orrore! Ma che hai fatto! Fammi vedere! Sono bruttissimi…. poi …. in linea di principio non si usano i soldi della salute per comprare i dischi! Sciagurato! Voglio vedere se trovi la ragazza con quegli occhiali… ti stanno malissimo!

Sono iniziati così gli occhiali con la montatura nera. Per orgoglio. Ovviamente aveva ragione mamma. Mi prendevano tutti in giro, per la ragazza ci vollero ancora 2 anni. Decisi di non tradirli mai. C’è voluto Depp per spiegare quanto sono belli? Oggi sono stato dall’ottico: faccio mo***re gli ultimi comprati da Moscot senza marchio. Avrò gli occhiali nuovi, ed ancora una volta come accade da 40 anni nessuno se ne accorgerà.

Il mio commento sulla maturità l’ha letta un sacco di gente… tutti sanno che mi hanno rimandato in latino! Erano esattam...
26/07/2025

Il mio commento sulla maturità l’ha letta un sacco di gente… tutti sanno che mi hanno rimandato in latino! Erano esattamente 40 anni fa, quando ho iniziato a portare gli occhiali. Da allora non ho mai cambiato modello. Gli occhiali con la montatura nera. Mai traditi. Sono cominciati così: leggero astigmatismo.  Mia mamma, porta la ricetta da una amica che aveva un’ottica. Cesare! Ti ho comprato gli occhiali, vai a farti prendere le misure così li montano. In quell’anno come ero? Andavo male a scuola, iniziato a suonare la tromba. Pomeriggio a lavorare, dopo l’incidente non avevo nessuna capacità di concentrarmi e memorizzare. Ero guasto, lo sapevo ed ero molto frustrato. Ah, c’erano i paninari e io non li capivo… i loro vestiti…Era l’anno che ascoltare un disco era un’esperienza attesa. Entro in negozio, 100 occhiali in vetrina. Eccoli, i tuoi: mamma li ha scelti:tartaruga chiara. Me li mette, mi guardo allo specchio: stanghetta d’oro. Sorrido. Chiedo: scusa quanto costano? Mamma ha scelto fra i più cari: 120. Centoventi?! Non hai qualcosa di più economico? Così apre il cassetto dei cimeli. Roba fuori moda di vent’anni. Estrae, montatura nera. E’ lei! Prima ed unica estratta. Quanto questa? La montatura nera non la vuole più nessuno. Te la regalo! non vale nulla. Con i denari compro quattro dischi. All’epoca 30 l’uno. Astor Piazzolla, tango hora cero. Nella mia top ten. Rientro col tesoro. Mia mamma li nota. Dischi? Chi ti ha dato i soldi, hai fatto una rapina? Li ho comprati con il resto degli occhiali! Che orrore! Ma che hai fatto! Fammi vedere! Sono bruttissimi…. poi …. in linea di principio non si usano i soldi della salute per comprare i dischi! Sciagurato! Voglio vedere se trovi la ragazza con quegli occhiali… ti stanno malissimo! Sono iniziati così gli occhiali con la montatura nera. Per orgoglio. Ovviamente aveva ragione mamma. Mi prendevano tutti in giro, per la ragazza ci vollero ancora 2 anni.  Decisi di non tradirli mai. C’è voluto Depp per spiegare quanto sono belli? Oggi sono stato dall’ottico: faccio mo***re gli ultimi comprati da Moscot senza marchio. Avrò gli occhiali nuovi, ed ancora una volta come accade da 40 anni nessuno se ne accorgerà.

18/07/2025

Ogni settimana ne racconterò uno, dei 30 premi American Academy of Orthopaedic Surgeons. Parto dall’ultimo che fonde tradizione, ricerca ed innovazione: la storia di Muna e le sue anche impossibili: lussazione congenita al 4 stadio, giunta in Italia per essere operata all’Istituto Ortopedico Rizzoli di protesi all’anca bilaterale con tecnica anteriore. L’animazione dell’intervento spiega come siamo riusciti a ricostruire l’articolazione e portare questa giovane ragazza a camminare finalmente senza più zoppicare. Il video originale è oggi incluso nella Orthpaedic Video Library AAOS e contribuisce a formare i chirurghi americani che vogliano approfondire la tecnica a bikini nella sua variante più complessa ed affascinante.

Indirizzo

Clinica Ortopedica 1, Istituto Ortopedio Rizzoli, Via Pupilli 1
Bologna
40136

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