Prof. Cesare Faldini, Chirurgo Ortopedico

Prof. Cesare Faldini, Chirurgo Ortopedico Direttore Clinica Ortopedia 1, Istituto Ortopedico Rizzoli, Università di Bologna.

Diciassette centimetri di femore lasciati sull’asfalto: una sfida anche per la chirurgia ortopedica ricostruttiva più ev...
06/08/2025

Diciassette centimetri di femore lasciati sull’asfalto: una sfida anche per la chirurgia ortopedica ricostruttiva più evoluta.

Cosa c’è dietro questa soluzione chirurgica? C’è un paziente molto coraggioso che ha affrontato oltre 2 anni di cure: la sua storia è sul Resto del Carlino di ieri. Dal punto di vista chirurgico una strada quasi impercorribile che nasce dalla tradizione dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, da anni di ricerca di laboratorio, dalla competenza chirurgia allenata agli interventi ultra-complessi ed infine (perché serve sempre) anche ad un pizzico di fortuna.

Il primo problema si chiama “politrauma”: in medicina uno più uno fa tre. I danni si sommano creando le “condizioni critiche”: di fratture, molte, si può anche morire. Quindi gioco di squadra con gli anestesisti-rianimatori. Alcune amputazioni nascono dal dover “ridurre il danno” globale. Non è stato questo il caso: al paziente siamo riusciti a ricostruire gomiti, polsi, ginocchio e caviglia. Il femore ed i suoi 17 cm mancanti ancora non toccati.

Dietro mesi di ricovero a letto senza poter usare entrambe le braccia c’è un’assistenza pesantissima per gli infermieri e gli OSS. Grandissimi professionisti che con pazienti così arrivano a fine turno cotti. Capo reparto medico e capo sala della Clinica uno sono in realtà cape: Laura Ramponi e Rossana Genco.

Si arriva così al femore da ricostruire: nessuna strada è certa: la complicanza di qualunque strategia porta sempre li: all’amputazione. Servono non meno di 6-8 mesi di “riposo biologico”, dove la coscia senza osso deve rinforzare da sola le difese immunitarie. Ce la farà? Una prima scommessa.

Si esegue un primo intervento di “camera sterile” con spaziatore in cemento. Seconda scommessa con altri mesi di attesa, grazie alle cure antibiotiche capitanate dalla UO Malattie Infettive del Policlinico SOrsola diretto dal Prof. Pier Luigi Viale e la sua “longa manu”: Eleonora Zamparini.

Si arriva al dunque: la ricostruzione: serve il femore di un donatore: robusto, giovane e ricco di corticale. Quel femore è frutto di un’altra tragedia irreparabile: la morte cerebrale che fa scattare un’auto nella notte: cuore reni e fegato all’unità di coordinamento trapianti, le ossa alla banca dell’osso del Rizzoli diretta da Dante Dallari.

Enrico, te la senti: domani è un lancio senza paracadute di emergenza infezione, rigetto tissutale e perderemo tutto …. ? So già tutto, ditemi dove devo firmare!

In sala tutto fila liscio: c’è abitudine a gestire la complessità: gli infermieri del nostro blocco sono in grado di tirar fuori qualunque strumento in tempo reale. Controllo radiografico? Fin qui tutto bene. Ora bisogna aspettare, l’osso nuovo deve adattarsi.

Le cellule ossee devono “invadere” il trapianto. Un processo lento, protetto da una robusta placca in titanio. Le difese immunitarie devono “proteggere”. Un mese, due mesi. Fin qui tutto bene.

Sei mesi: si vede “il callo osseo”: la natura ha fatto il suo ponte. Enrico, ci siamo, è il momento del carico. Proviamo? Prometti che terrai un bastone di sicurezza? Sarò il Dr.House dell’Ospedale di Livorno!

Cesare Faldini
Direttore Dipartimento Patologie Complesse
Direttore Clinica Ortopedica 1
Istituto Ortopedico Rizzoli - Università di Bologna

Il mio commento sulla maturità l’ha letta un sacco di gente… tutti sanno che mi hanno rimandato in latino! Erano esattam...
26/07/2025

Il mio commento sulla maturità l’ha letta un sacco di gente… tutti sanno che mi hanno rimandato in latino! Erano esattamente 40 anni fa, quando ho iniziato a portare gli occhiali. Da allora non ho mai cambiato modello. Gli occhiali con la montatura nera. Mai traditi.

Sono cominciati così: leggero astigmatismo. Mia mamma, porta la ricetta da una amica che aveva un’ottica. Cesare! Ti ho comprato gli occhiali, vai a farti prendere le misure così li montano.

In quell’anno come ero? Andavo male a scuola, iniziato a suonare la tromba. Pomeriggio a lavorare, dopo l’incidente non avevo nessuna capacità di concentrarmi e memorizzare. Ero guasto, lo sapevo ed ero molto frustrato. Ah, c’erano i paninari e io non li capivo… i loro vestiti…Era l’anno che ascoltare un disco era un’esperienza attesa.

Entro in negozio, 100 occhiali in vetrina. Eccoli, i tuoi: mamma li ha scelti:tartaruga chiara. Me li mette, mi guardo allo specchio: stanghetta d’oro. Sorrido. Chiedo: scusa quanto costano? Mamma ha scelto fra i più cari: 120. Centoventi?! Non hai qualcosa di più economico? Così apre il cassetto dei cimeli. Roba fuori moda di vent’anni. Estrae, montatura nera. E’ lei! Prima ed unica estratta. Quanto questa? La montatura nera non la vuole più nessuno.

Te la regalo! non vale nulla. Con i denari compro quattro dischi. All’epoca 30 l’uno. Astor Piazzolla, tango hora cero. Nella mia top ten. Rientro col tesoro. Mia mamma li nota. Dischi? Chi ti ha dato i soldi, hai fatto una rapina? Li ho comprati con il resto degli occhiali! Che orrore! Ma che hai fatto! Fammi vedere! Sono bruttissimi…. poi …. in linea di principio non si usano i soldi della salute per comprare i dischi! Sciagurato! Voglio vedere se trovi la ragazza con quegli occhiali… ti stanno malissimo!

Sono iniziati così gli occhiali con la montatura nera. Per orgoglio. Ovviamente aveva ragione mamma. Mi prendevano tutti in giro, per la ragazza ci vollero ancora 2 anni. Decisi di non tradirli mai. C’è voluto Depp per spiegare quanto sono belli? Oggi sono stato dall’ottico: faccio mo***re gli ultimi comprati da Moscot senza marchio. Avrò gli occhiali nuovi, ed ancora una volta come accade da 40 anni nessuno se ne accorgerà.

Il mio commento sulla maturità l’ha letta un sacco di gente… tutti sanno che mi hanno rimandato in latino! Erano esattam...
26/07/2025

Il mio commento sulla maturità l’ha letta un sacco di gente… tutti sanno che mi hanno rimandato in latino! Erano esattamente 40 anni fa, quando ho iniziato a portare gli occhiali. Da allora non ho mai cambiato modello. Gli occhiali con la montatura nera. Mai traditi. Sono cominciati così: leggero astigmatismo.  Mia mamma, porta la ricetta da una amica che aveva un’ottica. Cesare! Ti ho comprato gli occhiali, vai a farti prendere le misure così li montano. In quell’anno come ero? Andavo male a scuola, iniziato a suonare la tromba. Pomeriggio a lavorare, dopo l’incidente non avevo nessuna capacità di concentrarmi e memorizzare. Ero guasto, lo sapevo ed ero molto frustrato. Ah, c’erano i paninari e io non li capivo… i loro vestiti…Era l’anno che ascoltare un disco era un’esperienza attesa. Entro in negozio, 100 occhiali in vetrina. Eccoli, i tuoi: mamma li ha scelti:tartaruga chiara. Me li mette, mi guardo allo specchio: stanghetta d’oro. Sorrido. Chiedo: scusa quanto costano? Mamma ha scelto fra i più cari: 120. Centoventi?! Non hai qualcosa di più economico? Così apre il cassetto dei cimeli. Roba fuori moda di vent’anni. Estrae, montatura nera. E’ lei! Prima ed unica estratta. Quanto questa? La montatura nera non la vuole più nessuno. Te la regalo! non vale nulla. Con i denari compro quattro dischi. All’epoca 30 l’uno. Astor Piazzolla, tango hora cero. Nella mia top ten. Rientro col tesoro. Mia mamma li nota. Dischi? Chi ti ha dato i soldi, hai fatto una rapina? Li ho comprati con il resto degli occhiali! Che orrore! Ma che hai fatto! Fammi vedere! Sono bruttissimi…. poi …. in linea di principio non si usano i soldi della salute per comprare i dischi! Sciagurato! Voglio vedere se trovi la ragazza con quegli occhiali… ti stanno malissimo! Sono iniziati così gli occhiali con la montatura nera. Per orgoglio. Ovviamente aveva ragione mamma. Mi prendevano tutti in giro, per la ragazza ci vollero ancora 2 anni.  Decisi di non tradirli mai. C’è voluto Depp per spiegare quanto sono belli? Oggi sono stato dall’ottico: faccio mo***re gli ultimi comprati da Moscot senza marchio. Avrò gli occhiali nuovi, ed ancora una volta come accade da 40 anni nessuno se ne accorgerà.

18/07/2025

Ogni settimana ne racconterò uno, dei 30 premi American Academy of Orthopaedic Surgeons. Parto dall’ultimo che fonde tradizione, ricerca ed innovazione: la storia di Muna e le sue anche impossibili: lussazione congenita al 4 stadio, giunta in Italia per essere operata all’Istituto Ortopedico Rizzoli di protesi all’anca bilaterale con tecnica anteriore. L’animazione dell’intervento spiega come siamo riusciti a ricostruire l’articolazione e portare questa giovane ragazza a camminare finalmente senza più zoppicare. Il video originale è oggi incluso nella Orthpaedic Video Library AAOS e contribuisce a formare i chirurghi americani che vogliano approfondire la tecnica a bikini nella sua variante più complessa ed affascinante.

18/07/2025

Una metodologia innovativa per trattare le lesioni osteocondrali della caviglia grazie alla stretta integrazione tra le competenze chirurgiche della Clinica ...

La tecnica a bikini nella protesi d’anca, una innovazione nata grazie alla tradizione all’Istituto  Ortopedico Rizzoli.i...
14/07/2025

La tecnica a bikini nella protesi d’anca, una innovazione nata grazie alla tradizione all’Istituto Ortopedico Rizzoli.

il grande Vittorio Putti, direttore del Rizzoli tra gli anni 20 e il 1940, nello studiare la displasia congenita dell’anca descrisse un accesso anteriore in grado di raggiungere l’articolazione senza staccare nessun muscolo.

Naturalmente le protesi non erano ancora state inventate, ma l’esperienza che ha maturato ed i lavori che ha scritto ci hanno permesso di aggiornare con rispetto ed intelligenza i suoi insegnamenti.

Così è nato l’intervento a bikini, un accesso anteriore coperto dagli slip, che permette di raggiungere l’articolazione dell’anca senza staccare nessun muscolo. Al di là del vantaggio estetico un recupero funzionale molto precoce. Il video di questo intervento, premiato all’American Academy of Orthopaedic Surgeons, è stato inserito nella biblioteca online di aggiornamento dei chirurghi americani. 

 È un grande traguardo per la scuola ortopedica italiana poter dare un contributo di formazione anche oltre oceano.
Grazie alla dottoressa Angelica Amodei per questa bellissima intervista che spiega il ruolo della ricerca e dell’innovazione all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

12/07/2025

Volontariato e continuità di Orthopaedics ONLUS. Da ormai 20 anni, il nostro gruppo formato da ortopedici, anestesisti, inferimieri, fisioterapisti e tecnici...

L’esame di maturità.Cari ragazzi: io il mio esame di maturità lo ricordo ancora. Estate ‘90, un sacco di capelli, liceo ...
10/07/2025

L’esame di maturità.

Cari ragazzi: io il mio esame di maturità lo ricordo ancora. Estate ‘90, un sacco di capelli, liceo Scientifico Dini di Pisa, cui devo moltissimo, perché la preparazione superiore è stata la solida base su cui ho costruito tutto. Entrai bambino, uscii adulto. La buona scuola non ti insegna le materie: per quelle c’è la vita. Impari ad affrontare i problemi: perché ogni singola materia, al liceo è una montagna da scalare: senza salita però, senza difficoltà, senza sentirsi un po’ soli davanti all’ostacolo e senza la paura di non farcela la scuola perde gran parte del suo significato formativo, perché il mondo degli adulti, quello dopo è fatto così. Ci sono salite, difficoltà ed ostacoli, tanti. L’esame si chiama di maturità. Essere maturi non significa prendere buoni voti, ma saper reagire alla vita ed agli ostacoli: dopo, nel mondo del lavoro, nessuno vi farà lo sconto.
In prima liceo fui rimandato in latino. I cartelli appesi all’ingresso, la calca per leggere un cinque marcato in rosso: l’umiliazione di rincasare con la prima grande sconfitta della vita e le sue conseguenze: vacanze saltate. Il goffo tentativo di auto assoluzione: liceo durissimo. Mio padre: quanti rimandati? La metà. L’anno prossimo cerca di essere nella metà dei meno somari. L’ostacolo superato da altri e non da me una grande lezione, più del latino. Gli anni successivi andò meglio, mai bene. La scuola mi ha messo davanti ai miei limiti, insegnandomi ad accettare l’insuccesso. Soffrire per non essere all’altezza senza mollare. A lungo non lo sono stato, lottando fino in quinta senza mai perdere l’anno. Ai mie professori, devo tutto. La maturità si faceva con commissione esterna: docenti in trasferta leggevano il tuo scritto e ti interrogavano all’orale: la prova non ripetibile, la finale di tennis, se sbagli, fuori! La sana paura che fa crescere. Non rinunciate a quella paura, battetevi con coraggio, ragazzi! Rischierete, è vero, di perdere, ma non lasciate il campo senza aver giocato: perché la maturità è la prova più simile alla vita. Richiede di accettare un risultato che non dipende dai vostri professori, ma solo da voi.

Cari ragazzi: io il mio esame di maturità lo ricordo ancora. Estate ‘90, un sacco di capelli, liceo Scientifico Dini di ...
10/07/2025

Cari ragazzi: io il mio esame di maturità lo ricordo ancora. Estate ‘90, un sacco di capelli, liceo Scientifico Dini di Pisa, cui devo moltissimo, perché la preparazione superiore è stata la solida base su cui ho costruito tutto. Entrai bambino, uscii adulto. La buona scuola non ti insegna le materie: per quelle c’è la vita. Impari ad affrontare i problemi: perché ogni singola materia, al liceo è una montagna da scalare: senza salita però, senza difficoltà, senza sentirsi un po’ soli davanti all’ostacolo e senza la paura di non farcela la scuola perde gran parte del suo significato formativo, perché il mondo degli adulti, quello dopo è fatto così. Ci sono salite, difficoltà ed ostacoli, tanti. L’esame si chiama di maturità. Essere maturi non significa prendere buoni voti, ma saper reagire alla vita ed agli ostacoli: dopo, nel mondo del lavoro, nessuno vi farà lo sconto.
In prima liceo fui rimandato in latino. I cartelli appesi all’ingresso, la calca per leggere un cinque marcato in rosso: l’umiliazione di rincasare con la prima grande sconfitta della vita e le sue conseguenze: vacanze saltate. Il goffo tentativo di auto assoluzione: liceo durissimo. Mio padre: quanti rimandati? La metà. L’anno prossimo cerca di essere nella metà dei meno somari. L’ostacolo superato da altri e non da me una grande lezione, più del latino. Gli anni successivi andò meglio, mai bene. La scuola mi ha messo davanti ai miei limiti, insegnandomi ad accettare l’insuccesso. Soffrire per non essere all’altezza senza mollare. A lungo non lo sono stato, lottando fino in quinta senza mai perdere l’anno. Ai mie professori, devo tutto. La maturità si faceva con commissione esterna: docenti in trasferta leggevano il tuo scritto e ti interrogavano all’orale: la prova non ripetibile, la finale di tennis, se sbagli, fuori! La sana paura che fa crescere. Non rinunciate a quella paura, battetevi con coraggio, ragazzi! Rischierete, è vero, di perdere, ma non lasciate il campo senza aver giocato: perché la maturità è la prova più simile alla vita. Richiede di accettare un risultato che non dipende dai vostri professori, ma solo da voi.

09/07/2025

la necrosi della testa del femore è una delle cause più frequenti di artrosi dell’anca in età giovane. È sempre necessaria la protesi? Se la diagnosi è precoce e la testa non si è collassata, è possibile agire con una tecnica di medicina rigenerativa, che attraverso un piccolo foro permette di rimuovere le cellule in necrosi ed applicare un trapianto osseo arricchito con cellule staminali del paziente. È una tecnica innovativa e promettente, che permette di conservare l’articolazione originale, sviluppata nel Centro di Ricerca dell’Istituto ortopedico Rizzoli nell’ambito della medicina rigenerativa presso i laboratori di ricerca diretti dalla Dottoressa Milena Fini: un esempio di traslazione dell’innovazione di laboratorio che arriva in sala operatoria. Un grazie speciale al centro di ricerca Codivilla-Putti dell’Istituto ortopedico Rizzoli! Il video didattico che insegna la tecnica con i riusultati dello studio clinico è stato presentato nel 2024 all’American Academy Of Orthopaedic Surgeons ed è stato premiato come miglior contributo. Prof. Cesare FaldiniDirettore Clinica Ortopedica 1Direttore Dipartimento Patologie ComplesseIstituto Ortopedico Rizzoli - Università di Bologna

Oggi per noi di Ortopedici.org / Orthopaedics onlus è una giornata da ricordare: grazie al contatto attivato dal Dott. M...
13/02/2025

Oggi per noi di Ortopedici.org / Orthopaedics onlus è una giornata da ricordare: grazie al contatto attivato dal Dott. Matteo Biagini di AIOP Emilia Romagna è arrivata una sostanziosa donazione da parte di Villa Erbosa: l’ing. Elena Bottinelli ha identificato molte attrezzature perfettamente funzionanti obsolete in un contesto di alta tecnologia come quello di Villa Erbosa, ma assolutamente preziose nei paesi in via di sviluppo. Da domenica cominceranno nel
nostro magazzino le operazioni di imballaggio per spedire tutto quanto prima. La nostra prossima spedizione sarà inizio giugno e non vediamo l’ora di lavorare meglio grazie a ciò che abbiamo ricevuto. La nostra OrtopediciOrg, non ha la forza di acquistare materiale così costoso. Grazie quindi a Matteo Biagini e a Elena Bottinelli, vi siamo riconoscenti per la vostra grande
sensibilità ed attenzione!
Cesare Faldini
Presidente OrtopediciOrg

AIOP Emilia Romagna è orgogliosa di sostenere progetti di come quello che da oltre vent'anni porta avanti in il prof. Prof. Cesare Faldini, Chirurgo Ortopedico, con il supporto di una di anestesisti, medici e altri professionisti sanitari.

Ringraziamo Villa Erbosa Gruppo San Donato nella persona dell'Amministratore delegato Ing. Elena Bottinelli per questo gesto così generoso, auspicando nel tempo il raggiungimento di nuove donazioni a beneficio di chi purtroppo non può permettersi cure e assistenza.
Una missione speciale a cura di Ortopedici.org / Orthopaedics onlus

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Indirizzo

Clinica Ortopedica 1, Istituto Ortopedio Rizzoli, Via Pupilli 1
Bologna
40136

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