Alessandra De Pascali - Psicologa

Alessandra De Pascali - Psicologa Psicoterapeuta

Psicologa scolastica e di comunità
Valutazione e Trattamento Neuropsicologici dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento
Esperta processi di apprendimento
Tutor Bes/Dsa/Laboratorio specialistico d'apprendimento
Formazione insegnanti/Prevenzione Burn-out
Consulenze psicologiche famiglie
Progetti scuola

20/05/2025

Costruire un giocattolo insieme: quando le mani parlano prima delle parole

In psicoterapia infantile, costruire un giocattolo insieme a un bambino non è solo un’attività creativa: è un ponte tra il mondo interno e quello esterno, tra emozioni confuse e parole ancora troppo difficili da trovare.

Pensate, ad esempio, a un burattino: nasce da mani piccole e incerte, prende forma tra colori, stoffe e fili e poi, quasi all’improvviso, prende anche una voce. Una voce che può raccontare, arrabbiarsi, ridere, piangere. Una voce che spesso riesce a dire quello che il bambino non sa ancora dire di sé.

Anche a casa, costruire insieme un burattino, una bambola o un mostriciattolo buffo può diventare un momento prezioso per conoscersi meglio. È un gesto semplice, ma potente: un gioco che cura, un dialogo che nasce senza forzature.

Perché, prima di tutto, i bambini parlano con le mani. E ascoltarli significa anche saper giocare.

04/05/2025

🌙 Disturbi del sonno nei bambini: cosa ci raccontano?

Il sonno, per i bambini, non è solo una questione di orari o routine. È un'esperienza emotiva profonda, che cambia aspetto a seconda dell’età e delle fasi di sviluppo.

Lasciarsi andare al sonno significa fidarsi, abbandonarsi a qualcosa di sconosciuto. E per farlo, serve sentirsi al sicuro. Quando si vivono relazioni incerte, quando si percepiscono tensioni, distanze, o instabilità attorno, ci si può sentire smarriti e restare svegli.

Dentro di noi portiamo “oggetti interni” – immagini mentali delle persone che ci fanno sentire amati, protetti, sicuri. Nei bambini, questi oggetti sono spesso i genitori. Se questi legami interni sono fragili o vissuti come poco affidabili, anche il sonno può diventare una sfida.

Parlare di disturbi del sonno, allora, è anche parlare di relazioni. Di ciò che accade dentro, non solo fuori.

Ogni risveglio notturno, ogni difficoltà ad addormentarsi, può essere una richiesta silenziosa di vicinanza, di contenimento, di presenza.

Accogliere questi segnali con ascolto e delicatezza è il primo passo per aiutare i bambini a trovare pace… anche nel buio.

29/04/2025

Lealtà verso i bambini: una presenza che struttura lo spazio e il tempo”

Essere adulti significativi nella vita di un bambino non è un ruolo qualsiasi. Significa assumersi una responsabilità profonda: quella di essere leali.
Non nel senso morale del termine, ma nel senso psichico. Essere leali vuol dire non tradire emotivamente il bambino, non deluderlo con assenze improvvise, incoerenze, frasi dette e poi ritirate, promesse spezzate.

Questa lealtà è un atto silenzioso ma potentissimo. È ciò che struttura sicurezza interna, che permette al bambino di costruire fiducia nel mondo e negli altri.
È sapere che l’adulto ci sarà anche domani, che non cambierà versione ogni volta che cambia il vento, che sarà ancora lì quando il bambino sarà in crisi o in colpa o difficile da sopportare.

Ora, immaginiamo per un attimo un bambino con ADHD.
Un bambino che vive il tempo come interrotto, come un flusso senza direzione, che fatica a prevedere, a ricordare, a organizzarsi.
Un bambino che percepisce lo spazio come sfuggente, pieno di stimoli, di rumore, di caos.
Un bambino che spesso riceve, da parte degli adulti, messaggi contraddittori: prima accolto, poi escluso; prima compreso, poi punito; prima contenuto, poi lasciato solo.

Per lui – e non solo per lui – la lealtà dell’adulto è un’àncora.

In termini psicoanalitici, lo spazio psichico del bambino si organizza a partire dalla prevedibilità della presenza dell’altro.
Il tempo interno – quello che permette di aspettare, di ricordare, di dare senso – si costruisce sulla base di esperienze ripetute di coerenza e affidabilità.

Quando l’adulto è leale, il bambino con ADHD può iniziare a fidarsi anche del proprio tempo interno, a contenere l’impulso, a orientarsi nel mondo.
Non perché viene corretto o punito, ma perché finalmente c’è un ritmo esterno che lo tiene. Una relazione che non si rompe. Una promessa che non si spezza.

La lealtà non è un dono: è una scelta quotidiana.

23/04/2025

Separazione e individuazione

“Mamma, vado!” …e poi torna a cercarti.

È così che funziona la separazione-individuazione: un continuo andare e tornare.
Ogni bambino, nel suo tempo, esplora, si allontana, dice “no”, cerca sé stesso, ma lo fa sempre sapendo che può tornare.

Separarsi non significa rompere, ma crescere.
E per farlo ha bisogno di una base sicura: qualcuno che resti, che accolga anche i piccoli distacchi, senza paura.

Siamo pronti ad accogliere anche quei “no”?
Perché spesso, dentro a un “non voglio”, c’è il seme dell’autonomia.

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