04/03/2025
Oggi vorrei farvi scoprire un piccolo gioiello nascosto: un testo di Oliver Jeffers che, usando una metafora presa dal mondo degli uccelli, parla di noi. E cerca di rispondere a una delle domande più antiche di tutte: cosa stiamo cercando?
La risposta è fulminante. Otto parole. Riuscireste voi a dire in otto parole cosa cerchiamo, tutti?
Jeffers qui ci riesce: un nido, uno stormo, una posizione, una direzione.
Un nido: un luogo che ci contenga senza stringerci, che ci faccia sentire al sicuro senza chiuderci dentro. Un nido è casa, è ritorno, è il punto da cui partire senza paura di non essere più accolti.
Uno stormo: perché nessuno vola da solo. Anche chi dice di non avere bisogno di nessuno, in fondo, cerca occhi in cui specchiarsi, voci che diano eco o contrappunto ai propri pensieri, un passo accanto al proprio. Qualcuno che condivide con te il vento e l’orizzonte.
Una posizione: perché non basta esserci, bisogna trovare il proprio posto. Sapere di avere un senso nel disegno delle cose, capire dove ci incastriamo, in che direzione si piegano le nostre radici.
Una direzione: sapere dove stai andando. Voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha.
Ascoltate il suono di quelle otto parole.
Sembra casuale, non lo è: nido e stormo, posizione e direzione, sono termini contrapposti, e invece in questo testo suonano simili, e vicini. Come a dire che a volte lo stormo è un nido, e la direzione, una posizione.
Questa poesia è un promemoria: le differenze, i confini, le bandiere, le credenze, sono soltanto strati superficiali.
Se scavi abbastanza, trovi l’umanità. La stessa ovunque, la stessa da sempre.
Quando scavi
abbastanza a fondo,
cercando il perché che sta dietro
il perché,
abbastanza volte,
giungi ad una verità, al cuore della questione:
che tutti
non importa da dove vengano,
o cosa credano,
vogliono soltanto le stesse cose.
Un nido,
Uno stormo,
Una posizione,
Una direzione.”
- Oliver Jeffers