Bertozzo Medical

Bertozzo Medical LA BUONA MEDICINA CURA
LA PERSONA NON LA MALATTIA! Ambiti di Attività diagnosi di tutte le patologie Gastroenterologhe

25/06/2024
L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che viene rilasciato nel sangue quando, dopo aver mangiato,  i livelli di g...
29/05/2024

L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che viene rilasciato nel sangue quando, dopo aver mangiato, i livelli di glucosio aumentano. L’insulina aiuta le cellule del corpo ad assorbire il glucosio dal sangue e ne riduce la produzione da parte del fegato, evitando così che i livelli di zucchero nel sangue diventino troppo alti.

Dopo l’ingestione di carboidrati (dolci, pane, pasta, riso, patate, ecc), i livelli di zucchero nel sangue aumentano. Il pancreas rilascia insulina nel sangue, fino a raggiungere le cellule dei diversi tessuti e segnalando alle stesse di prelevare il glucosio circolante, facendo in modo che i livelli ematici di questo zucchero diminuiscano. Tale funzione è particolarmente importante in quanto il glucosio in quantità troppo elevate può avere effetti tossici, provocando gravi danni alle cellule.

L’insulino-resistenza fa sì che le cellule muscolari, adipose ed epatiche non rispondano correttamente alla presenza dell’insulina, con il risultato che la loro capacità di assorbire glucosio dal sangue cala.

Se c’è un’insulino-resistenza le cellule smettono di rispondere all’insulina quando essa arriva in corrispondenza della loro superficie; come risposta il pancreas produce quantità ancora maggiori di insulina, la cui quota nel sangue aumenta ulteriormente portando ad una condizione denominata iperinsulinemia. Ciò aggrava ancora di più la situazione, con il risultato che in poco tempo si assisterà ad un aumento dei livelli sia di insulina sia di zuccheri nel sangue, frutto dell’inefficace tentativo dell’organismo di contenere le quantità circolanti di zuccheri.

Quando la concentrazione di glucosio nei vasi sanguigni supera una certa soglia viene diagnosticato il diabete di tipo 2, una malattia purtroppo sempre più comune (in Italia ne sono affetti più di 3 milioni di persone).

Diversi fattori possono contribuire allo sviluppo di insulino-resistenza, come:

aumentata quantità di grassi circolanti nel sangue, dovuta, spesso a diete ipercaloriche e all’eccesso di tessuto adiposo.
diete ricche di carboidrati, con assunzione di cibo svariate volte nella giornata, a poche ore di distanza tra un’assunzione e l’altra
infiammazione cronica;
sedentarietà, in quanto l’attività fisica tende al contrario ad aumentare la sensibilità delle cellule all’insulina;
alterazioni del microbiota intestinale: nell’intestino vivono miliardi di batteri in perfetto equilibrio tra di loro e con il nostro corpo. Se insorgono peggioramenti del loro ambiente ne possono derivare conseguenze negative per il metabolismo, tra cui anche l’insulino - resistenza;
E’ importante rendersi conto che la condizione di insulino-resistenza può affliggere anche soggetti normopeso o sottopeso.

All’insorgenza, solitamente l’insulino-resistenza non dà sintomi; essi si manifestano in un secondo momento, come conseguenza degli alti livelli di glucosio nel sangue e possono essere: fame, letargia, difficoltà di concentrazione, ipertensione arteriosa, aumento di peso, soprattutto a livello del ventre, trigliceridemia e LDL elevate.
Per diagnosticare l’insulino-resistenza, esistono vari metodi, uno dei più utilizzati è l’HOMA-IR Index , un metodo matematico che si basa sulle concentrazioni di glucosio e insulina a digiuno.

E’ necessario cambiare efficacemente il proprio stile di vita e rivolgersi ad uno specialista con lo scopo di ottenere due importanti risultati:

- prevenzione del diabete
- dimagramento

08/04/2024

Novità: presso Bertozzo Medical e’ disponibile la diagnostica con ecografia dell’addome.

Poco frequentemente i Pazienti sono informati del fatto che l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige garantisca ai cittadini ...
28/02/2024

Poco frequentemente i Pazienti sono informati del fatto che l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige garantisca ai cittadini residenti in Alto Adige un rimborso pari a 50 euro, per quelle branche i cui tempi di prenotazione per visite non urgenti abbiano superato i 60 giorni.

E’ necessario farsi fare un’impegnativa dal proprio medico di medicina generale e presentarla, insieme con la fattura, all’Azienda sanitaria.
Nel link tutte le informazioni per ottenere il rimborso.

Con delibera 450/2014 la Giunta provinciale ha approvato i criteri per i rimborsi relativi all’assistenza specialistica indiretta. Il regolamento prevede che l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige garantisca ai cittadini e alle cittadine un rimborso pari a 50 euro per quelle branche i cui tempi d...

Buone feste!
20/12/2023

Buone feste!

Storia dei probioticiI probiotici hanno accompagnato l’uomo nel corso della storia.Già nell’Antico Testamento (Genesi 18...
06/12/2023

Storia dei probiotici
I probiotici hanno accompagnato l’uomo nel corso della storia.
Già nell’Antico Testamento (Genesi 18:8) si legge che “Abramo doveva la sua longevità al consumo di latte acido”. Nel 76 a.C., lo storico romano Plinio raccomandava il consumo di prodotti lattiero-caseari fermentati (una fonte di probiotici) per trattare alcuni disturbi gastrointestinali.
Secoli dopo, Robert Boyle (1663) prediceva la possibile relazione tra i processi fermentativi e il decorso di alcune malattie, ma dovettero passare altri secoli, grazie agli studi di Louis Pasteur,per avere la conferma di queste analogie. In questo periodo si cominciò a chiarire il ruolo patogeno dei batteri in alcune malattie infettive. Emersero voci che sostenevano che non tutti i batteri fossero dannosi ma che alcuni potessero essere benefici. Nel 1892, il ginecologo tedesco Albert Döderlein descrisse come i batteri della flora vaginale producessero acido lattico che inibiva la crescita di batteri patogeni. I bacilli produttori di acido lattico appartenenti al genere Lactobacillus sono stati infatti definiti “bacilli di Döderlein”.
Alla fine del XIX secolo, si iniziò a studiare la relazione tra la patologia gastrointestinale e il tipo di allattamento dei neonati. La mortalità dei neonati alimentati con formula artificiale, rispetto a quelli allattati al seno dalle madri, era drasticamente più alta, per cui venne avviata una serie di studi per descrivere il microbiota intestinale dei neonati, in base al tipo di alimentazione ricevuta.
Theodor Escherich, nel 1884 sviluppò un nuovo metodo per lo studio microbiologico delle feci dei neonati al fine di comprendere la fisiopatologia di alcuni processi patologici. A lui si deve la scoperta di specie importanti come il Bacterium coli comune (Echerichia coli) e il Bacterium lactis aêrogenes (Klebsiella pneumoniae).
Nel 1899, Henry Tissier, pediatra francese dell’Istituto Pasteur, isolò da un neonato un batterio che presentò come possibile cura per la diarrea e che chiamò “bifidus” per la sua particolare morfologia a “Y”. Il Bacillus bifidus era il microbiota predominante nell’intestino dei neonati sani allattati al seno, che avevano la capacità di rimuovere i batteri putrefattivi che causavano la malattia
Nel 1900, Ernest Moro, discepolo di Escherich, caratterizzò la specie Lactobacillus acidophilus, isolata dalle feci infantili.
Nel 1907, il microbiologo russo Elie Metchnioff, vincitore del premio Nobel, sviluppò una dieta a base di latte fermentato ricco di lattobacilli (la nascita dello yogurt), che riduceva la presenza di batteri produttori di tossine nell’intestino, sostenendo che ritardasse l’invecchiamento umano
Nel 1917, Alfred Nissle isolò un ceppo non patogeno dalle feci di un soldato che non fu contagiato durante un’epidemia di Shigellosi, che fu utilizzato come probiotico per il trattamento di vari disturbi intestinali e che chiamò E. coli Nissle.
La parola probiotico deriva dal greco “pro-vita”: a favore della vita, contro la parola antibiotico “contro la vita”, e fu coniata per la prima volta da Lilly e Stillwell nel 1965.
Questi autori hanno definito i probiotici come “sostanze secrete da un microrganismo che stimolano la crescita di un altro”. Da allora, il termine ha subito numerose revisioni ed estensioni. Forse la definizione più completa e appropriata di probiotico è “una preparato o un prodotto che contiene ceppi vitali di microrganismi in quantità sufficienti da modificare la microflora in un determinato compartimento dell’ospite (per impianto o colonizzazione) e che produce effetti benefici in tale ospite”.
I criteri utilizzati per classificare i microrganismi come probiotici sono i seguenti:
• Devono essere di origine umana.
• Non possono essere patogeni.
• Possibilità di essere trasportati con diversi meccanismi di rilascio.
• Stabilità in acido e bile.
• Adesione al tessuto epiteliale.
• Capacità di persistere nel tratto gastrointestinale.
• Produzione di sostanze antimicrobiche.
• Capacità di modulare la risposta immunitaria.
• Capacità di modulare l’attività metabolica.
I microrganismi probiotici sono tipicamente batteri fermentativi, produttori di acido lattico, anaerobi facoltativi e non mobili, che hanno la capacità di prevalere nel tratto gastrointestinale umano rispetto ad altri batteri potenzialmente patogeni.

03/08/2023

La diarrea “estiva”

Estate, tempo di ferie, riposo, mare e… spesso disturbi dell’evacuazione.
Perché la diarrea è frequente nei mesi estivi?
Cambio dell’alimentazione, virus intestinali, bevande troppo fredde ed altri fattori ancora possono modificare
l’ambiente intestinale fino a causare diarrea.
Rimedi: adottare una alimentazione semplice, senza aromi o spezie, bere liquidi (meglio acqua non gasata) a sufficienza, sospendere l’ assunzione di caffe’ ed alcoolici, queste le prime e più importanti misure da prendere.
Se non sono sufficienti, alcuni probiotici (meglio farsi consigliare dal Medico) possono aiutare.
Quando consultare lo Specialista Gastroenterologo ?
In presenza di altri sintomi, quali : vomito, febbre che persiste per oltre tre giorni, dolore addominale continuo, presenza di sangue visibile nelle feci.
In ogni caso, una persistenza della diarrea è una indicazione ad un consulto con lo Specialista in Gastroenterologia.
Dr. A. Bertozzo

IL GONFIORE ADDOMINALE Il “gonfiore” addominale (ipermeteorismo) è un frequente e fastidioso disturbo che limita la qual...
22/05/2023

IL GONFIORE ADDOMINALE

Il “gonfiore” addominale (ipermeteorismo) è un frequente e fastidioso disturbo che limita la qualità della vita quotidiana.
Puo’ essere isolato od associarsi ad altri sintomi digestivi: alterazione dell’ evacuazione (stitichezza o diarrea), sensazione di “tensione” addominale’ ma anche alterazioni del ritmo cardiaco (sindrome di Roemheld).
Pasti ricchi di grassi, carboidrati, ma anche fibra alimentare in eccesso possono contribuire a questo fastidioso disturbo, così anche ipersensibilità, allergie od intolleranza ad alimenti o additivi alimentari rivestono un importante ruolo causale.
Importante è quindi una valutazione specialistica gastroenterologica, con particolare riguardo alle abitudini alimentari e di vita della persona, ad eventuali terapie assunte, così come patologie presenti.
La terapia si può avvalere di diverse opzioni: modificazioni della dieta, modificazione del microbiota intestinale (l’ insieme dei batteri che popolano il nostro intestino) e l’ uso di sostanze naturale (es.: olio di menta piperita, acido idrossibutirrico, estratti fitoterapici) o di farmaci in grado di modificare la motilità intestinale.
Concludendo, bisogna sempre ascoltare il Paziente, eseguire una visita accurata e percorrere insieme il cammino che porta alla risoluzione di questo fastidioso disturbo

Dr. Andrea Bertozzo

L’importanza dello screening del tumore del colon-rettoIl tumore del colon-retto (CCR) rappresenta circa il 10% di tutti...
13/03/2023

L’importanza dello screening del tumore del colon-retto

Il tumore del colon-retto (CCR) rappresenta circa il 10% di tutti i tumori diagnosticati annualmente nel mondo e occupa il secondo posto per mortalità per tumore nell'uomo e il terzo nella donna.
In Italia è il secondo tra i tumori diagnosticati più frequentemente ed è diffuso soprattutto nella fascia di età tra 50 e i 70 anni.
I principali fattori di rischio per lo sviluppo di tumori del colon-retto sono:
• età avanzata (anche se negli ultimi anni, accanto a una graduale riduzione dell’incidenza generale del cancro del colon-retto, si è assistito a un preoccupante aumento di questo tumore nella sua forma “sporadica”, ovvero non associata a fattori familiari o genetici, nei pazienti più giovani, tradizionalmente considerati a basso rischio per lo sviluppo di questa neoplasia).
• storia familiare (parenti di I grado)
• presenza di malattie infiammatorie croniche dell’intestino
• pregressa asportazione di polipi adenomatoso o di tumore del
colon-retto
• sovrappeso/obesità e scarsa attività fisica
• elevato consumo di carne rossa, insaccati, grassi, soprattutto se di
origine animale, farine e zuccheri raffinati.
• fumo e abuso di alcol
Tuttavia, circa il 25% dei pazienti ha una storia familiare per il tumore del colon-retto, e nel 5% dei casi vi è una riconosciuta predisposizione ereditaria. Questo significa che vi sono dei pazienti che sviluppano un CCR perché portatori di una mutazione genetica.
Grazie al programma di screening attuato nel nostro Paese da circa 20 anni i casi di CCR sono diminuiti del 3-4% nella fascia d’età 50-70 anni; al contrario, nei soggetti più giovani esclusi dallo
screening, l’incidenza è aumentata.
Individuare questi pazienti è molto importante sia per prendere le misure necessarie al trattamento del tumore, sia per prevenire o diagnosticare precocemente con screening, esami diagnostici e test di genetica molecolare, l’insorgenza della stessa malattia anche nei familiari stretti, che potrebbero essere portatori della medesima mutazione.
In generale, per tutti i soggetti a partire dai 50 anni di età è opportuno aderire ad un protocollo di screening. Per coloro che hanno un rischio per familiarità, è preferibile cominciare 5-10 anni prima dell’età in cui al familiare di primo grado è stato diagnosticato un cancro del colon; infine, per coloro che hanno un rischio elevato, ossia i casi di accertata predisposizione genetica (circa 5-10%), lo screening deve essere avviato molto precocemente.
È importante aderire ad un programma di screening perché, se scoperto in una fase iniziale, il CCR può essere curato in modo più efficace e meno invasivo. Questa precocità inoltre permette,
spesso, di individuare le lesioni precancerose (polipi adenomatosi), evitando l’insorgenza del tumore.
Attualmente è possibile eseguire lo screening del tumore del colon-retto anche attraverso test non invasivi che si basano sull’analisi di un campione di feci. Già viene effettuata da tempo la ricerca del sangue occulto nelle feci, un test non invasivo, che
presenta tuttavia una bassa specificità e una non elevata sensibilità.
Diversamente i test genetici ricercano particolari mutazioni presenti nel DNA delle feci.
Come funzionano?
1. Si raccoglie un campione di feci
2. Non è richiesta alcuna preparazione con diete o lassativi
3. Il DNA viene estratto dal campione di feci e sottoposto ad
un’analisi specifica (Multiplex Fluorescent PCR) per rilevare
eventuali anomalie di metilazione a carico di 3 geni marcatori per
il tumore del colon-retto (SDC2, ADHFE1, PPP2R5C).
4. Hanno una sensibilità (capacità del test di individuare
correttamente un’anomalia) che può raggiungere l’88%
5. Hanno una specificità (capacità del test di individuare
correttamente un soggetto sano) del 93%,
6. Sono più sensibili del test FIT (test immunochimico per
la ricerca del sangue occulto nelle feci).

Presso lo studio Bertozzo Medical è possibile effettuare uno screening del tumore del colon-retto, sia mediante colonscopia sia mediante test non invasivi che si basano sull’analisi di un campione
di feci

24/02/2023
04/02/2023

Le molecole della salute​
Dr. Andrea Bertozzo


Indispensabili per il buon funzionamento del nostro organismo sono i grassi polinsaturi essenziali omega-3 con il loro precursore (l’acido alfa-linolenico, ALA) e omega-6, il cui precursore è l’acido linolenico (AL). Sono definiti essenziali perché non possono essere sintetizzati dall’organismo ma devono essere assunti per via alimentare.
C'è un crescente interesse per gli acidi grassi omega-3 nella protezione contro le malattie cardiache fatali e sono noti per i loro effetti antiinfiammatori, che possono essere importanti in queste ed in altre malattie: infatti il ruolo degli acidi grassi omega-3 nella prevenzione del diabete e di alcuni tipi di cancro si sta studiando da molti anni.
Entrambi questi acidi grassi sono necessari per la crescita e la guarigione, ma possono anche essere usati per la produzione di altri acidi grassi. Ad esempio, gli acidi grassi omega-3, l'acido eicosapentaenoico (EPA) e l'acido docosaesaenoico (DHA) possono essere sintetizzati dall'ALA.
Affinchè l'organismo funzioni correttamente, essi devono essere presenti in quantità adeguate poiché «il rapporto omega-6/omega-3 è fondamentale nel controllare la fisiologia “dell'accendimento e dello spegnimento” dell'infiammazione.

Benefici sull’organismo:
1. Sono una fonte energetica (come tutti i grassi) e possiedono la capacità di stimolare la beta-ossidazione dei lipidi a livello di varie tipologie di cellule: quelle del muscolo scheletrico e le cellule cardiache in primis: il cuore infatti, a differenza del muscolo scheletrico che utilizza il glucosio, funziona principalmente a grassi. Oltre ad essere una fonte di energia potenzialmente utilizzabile, sono benefici per il cuore perché hanno la capacità di stimolare l'uso dei grassi da parte del muscolo cardiaco.
2. Abbassano i trigliceridi, infatti vengono utlizzati per il trattamento delle ipertrigliceridemie.
3. Hanno un ruolo importante nel mantenimento delle funzioni cognitive, nel funzionamento dello stesso cervello e nel corretto funzionamento della retina
4. Sono indispensabili per lo sviluppo cerebrale del feto e del bambino, quindi fondamentali durante la gravidanza e l'allattamento.

Fonti di Omega-3:
L’ALA è l'omega-3 più abbondante nei prodotti vegetali, in particolare si trova in:
⇒ semi oleosi, come soia, semi di lino, semi di canapa, noci, mandorle, nocciole ecc.
⇒ oli dei semi oleosi
⇒ ortaggi a foglia verde​

L’EPA e l’DHA sono presenti soprattutto negli alimenti di origine animale, in particolare nei prodotti della pesca come:
⇒ pesce azzurro (ventresca di tonno, acciughe, sgombro, sarde, ricciola ecc.)
⇒ salmone
⇒ trota
⇒ tonno
⇒ alghe marine

Gli alimenti più ricchi di EPA e DHA sono costituiti dagli oli animali ricavati dal fegato dei pesci.

Fonti di Omega-6:
L’acido linoleico (LA) è presente in molti oli vegetali:
⇒ Olio di mais
⇒ Olio di girasole
⇒ Olio di semi di soia

L’acido arachidonico (AA) è presente in:
⇒ Carne
⇒ Uova
⇒ Latticini

Adeguato apporto quotidiano per persone sane di omega-3(EPA e DHA):

Adulti 0,25 - 0,3 g
Neonati 0,1 g
Bambini e adolescenti 0,25 g
Gravidanza e allattamento 0,45 g
Atleti agonisti 1 - 2 g


Il rapporto omega-6/ omega-3 dovrebbe essere di 4:1.

L’apporto quotidiano raccomandato per persone affette da particolari malattie, principalmente cardiache e coronariche aumenta.

Spesso è difficile riuscire a introdurre la necessaria quantità di omega-3 con la sola alimentazione, quindi è necessario assumere degli integratori, ponendo tuttavia attenzione a quali scegliere, verificando sia la qualità del prodotto (che deve essere puro, estratto con modalità rigorose, in mari puliti) sia la percentuale di omega-3 contenuta, che deve essere superiore all’8% di omega-3 (EPA + DHA) nella dieta se tali integratori di omega-3 non vengono associati con il consumo quotidiano di pesce grasso.
Infine è bene ricordare che gli omega-3 fluidificano il sangue: per questo prima di assumerli è bene consultarsi con il proprio medico per escludere che eventuali patologie o problemi di salute di cui si soffre o i farmaci che si assumono, li rendano controindicati.

Fonti bibilografiche: SINU (società italiana nutrizione umana), EFSA regulation - Health claims for EPA and DHA

Indirizzo

Via Fago, 21
Bolzano
39100

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Bertozzo Medical pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi