Oliviero Donà - Psicologo

Oliviero Donà - Psicologo Mi chiamo Oliviero Donà, sono uno Psicologo e Psicoterapeuta in formazione. Oltre alla pratica cli

23/07/2025

### CONGRESSO NAZIONALE SIPI
Specchi deformanti: le narrazioni del Sé, degli altri, del mondo

24-26 OTTOBRE 2025
Parma

Ci troviamo di fronte a linee di tendenza che modificano, forse erodendo, sia le convinzioni sui principi della convivenza sia le sicurezze di molte aree professionali, incluse le nostre. Gli urti di cui
risentono le nostre certezze non vanno certo demonizzati, ma capiti, spiegati e compresi.
Il tema del Congresso, “Specchi deformanti: le narrazioni del Sé, degli Altri, del Mondo”, offre l’opportunità di costruire uno
scenario ampio che può contenere questioni di ordine teorico, di metodologia, di psicopatologia clinica e di dinamiche sociali. Non mancheranno disamine attente sull’impatto che i prodotti della
tecnologia esercitano sulle nostre percezioni della realtà, sulle abitudini personali, sui modi di stare in relazione e sulle procedure lavorative.

Per il programma completo e informazioni
https://cdn.prod.website-files.com/639ac9495d394f6706ded699/6870c1baf01c2d68b7b8d24e_specchi-deformanti%20PROGRAMMA_DEF.pdf

Per informazioni
sipi.adler1969@gmail.com

18/07/2025

Delle Artiterapie e dei Mondi Analogici - 40
INTERVENTI IN TERZA ETÀ

Negli interventi rivolti alla terza età, il focus è in genere la valorizzazione del passato. La progettualità – a mano a mano che l’età avanza – è sempre meno possibile o comunque verosimile, e il benessere dell’individuo risiede più nell’osservare con benevolenza il proprio percorso di vita.
E questo risulta più agevole, anche più spontaneo, attraverso stimoli non verbali e artistici che immediatamente riportano a momenti emotivi significativi, intensi, riattualizzandoli e facendo sentire la persona ravvivata da un passato di cui non c’era più percezione consapevole.
Brani musicali, attività corporee che appartengono alla propria storia, gesti quotidiani riproposti in modo alternativo e creativo, rendono lo stare insieme agli altri coetanei un’esperienza piena di un senso, dal significato addirittura nuovo. Come quello di essere un gruppo sociale al di fuori della cerchia familiare, forse per la prima volta nella propria vita.

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16/07/2025

L'AMORE, I SUOI DINTORNI, LE SUE PATOLOGIE

11/07/2025

TERAPIA DELLA COPPIA - 27
SULLA DIPENDENZA AFFETTIVA

“E' più facile appoggiarsi a un altro che stare in piedi da solo”. Jack London

Volendo presentare un profilo del dipendente affettivo, potremmo indicare innanzitutto un vissuto infantile di invisibilità, una malnutrizione emotiva. L’effetto sarà innanzitutto la permanenza dello stato di bisogno dell’altro, poiché l’ambiente non è in grado di rispondere ai bisogni fondamentali del piccolo bambino, con una derivata sofferenza devastante fino ad una condizione, intollerabile, di prossimità alla morte. IL tema della morte è peraltro molto presente nel soggetto Dipendente. Si aggiunge una prepotente fame d’amore, che spinge a riempire il vuoto provocato dalla mancanza, per cui la relazione viene ricercata con urgenza compulsiva  io non desidero l’altro, bensì mi devasto se non c’è. Sempre nella prima infanzia, si assiste a bambini “adultizzati”, molto iperattivi rispetto al mondo esterno, ma molto ipoattivi rispetto al proprio mondo interno che non viene riconosciuto (“non so chi sono”), e si blocca lo sviluppo dell’identità personale. L’amore va guadagnato: come? Con sottomissione e accondiscendenza. E si aggiunge un deficit autoregolativo, per cui l’Altro da sé diventa l’oggetto esterno utile a regolare gli stati emotivi difficili da gestire; non solo, l’Altro è anche il perno della propria autostima.
Tutto questo si ripropone nelle dinamiche di coppia. Entrambi i partner hanno un bisogno esasperato l’uno dell’’altro, entrambi bloccati emotivamente all’interno delle loro fragilità. Ne emergono coppie colluse e anche regressive, in cui vengono ben presto messi in atto comportamenti reciprocamente distruttivi.
Nella situazione dei due partner co-dipendenti, entrambi diranno: “Ti amo perché hai bisogno di me” e si ripeteranno gli schemi infantili, per cui uno dei due avrà comportamenti “adultizzati”, lancerà la sfida narcisistica “Io riuscirò a guarirti” e sposterà la propria regolazione emotiva sull’altro. A sua volta il secondo partner avrà invece atteggiamenti infantili, si deresponsabilizzerà nella relazione facendosi accudire e delegherà all’altro la regolazione emotiva. Il patto iniziale però ad un certo punto crollerà e così il primo non riuscirà a far guarire l’altro (e d’altra parte la guarigione attiva la paura dell’abbandono) e il secondo diventerà ambivalente, vivendo il partner sia come salvatore che come carnefice. Si finisce in una bolla asfittica in cui la coppia sta molto male e si percepisce senza futuro.
Nella situazione invece in cui riconosciamo un partner dipendente e uno contro-dipendente, il primo manifesta il suo bisogno di relazione e reagisce dando ammirazione e adorazione, mentre il secondo esporrà la sua falsa autosufficienza affettiva, misconoscendo il proprio bisogno affettivo. Per il primo, tollerando comportamenti svalutanti e distruttivi, il patto nocivo è: “io ti raggiungerò e riuscirò a scongelarti”, , mentre per il secondo è:” io farò in modo che tu continui ad ammirarmi e che tu non te ne vada. Dunque: “Io ti salverò e tu mi adorerai”.
Nell’intervento terapeutico, si potrebbe pensare ad un iniziale percorso di terapia di coppia che aiuti i partner a riconoscere le illusioni di cui sono vittime, ad evidenziare le varie resistenze di ciascuno, a mostrare i vari bisogni affettivi di entrambi, ad approfondire su distanza (vissuta come abbandono) e vicinanza (percepita come invasione) e infine a raggiungere la consapevolezza di un’immaturità emotiva di entrambi che arriva da lontano.
Passo successivo, sarà consigliare ad entrambi percorsi individuali che approfondiscano il bagaglio affettivo e la regolazione emotiva, poiché questi aspetti immaturi rendono impossibile il legame di coppia; sarà fondamentale attivare e rinforzare il sentimento sociale e la capacità empatica.
Infine, qualora il legame sia rimasto valido, si può pensare a riprendere la terapia di coppia al fine di aiutare la ricomposizione di una relazione sana e più funzionale.

09/07/2025

OPEN DAY 2025

🔴 Gli open day si prendono una meritata pausa estiva, ma li ritroverete da settembre!!
Ci sono ancora molte giornate e tante possibilità di iscrizione per i prossimi mesi, ma ricordiamo che si possono prenotare anche momenti privati.
Se siete curiosi di conoscere la nostra Scuola, i nostri docenti e di ascoltare una lezione insieme agli allievi della Scuola allora iscrivetevi!
📌 Per conoscere giorni e orari, e per le iscrizioni, andare su www.scuolasaiga.it
Vi aspettiamo!

Seguiteci ed iscrivetevi sul sito www.scuolasaiga.it
oppure scrivete a edallagrana@saiga.it



07/07/2025

“Non c’è tenerezza che non nasca dall’interiorità, dalla soggettività” esordisce Borgna nel 2022, in “Tenerezza”.

“Non è facile definirla, sconfina nella gentilezza, nella delicatezza, nella timidezza, nella dolcezza, nella mitezza, e anche nella fragilità, e ha qualcosa in comune con le une e con le altre”. Non c’è lavoro “psi” che possa fare a meno di questa emozione: la tenerezza e la gentilezza sono sorelle ci spiega lo psichiatra, ma la prima “ci fa uscire dai confini del nostro io, della nostra soggettività e ci fa partecipare alla interiorità degli altri da noi”, ascoltando le richieste di aiuto che giungono non solo dalle parole, ma anche dai silenzi, dai volti, dagli sguardi dei nostri pazienti. Immedesimandoci nell’altro potremmo dire, nella sua interiorità.
L’Autore sostiene che la tenerezza si differenzi dalla gentilezza poiché si intreccia col linguaggio del corpo, esprimendosi nella carezza. Nel linguaggio delle parole invece, le parole tenere sono quelle che giungono alle labbra “essendo passate prima dal cuore”, sono parole che curano, che fanno del bene, che creano fiducia e speranza.

Queste parole riecheggiano in noi, essendo la tenerezza per gli adleriani “non soltanto” una emozione, ma innanzitutto un bisogno primario, identificato sin dagli albori della produzione teorica di Alfred Adler come elemento essenziale per la crescita psicologica e lo sviluppo relazionale dell’individuo.
E’ attraverso le cure di un altro capace di carezze e di un pensiero sintonizzato, che “passi prima dal cuore”, che il bambino può fertilizzare e costruire le basi del suo sentimento sociale e dell’empatia.
E’ attraverso le cure di un terapeuta capace di attingere alla propria interiorità e offrire al paziente uno sguardo attento, gentile e tenero che il paziente potrà sentirsi “accarezzato” e curato nelle proprie sofferenze.

04/07/2025

NEUROPLASTICITA' E STRATEGIE DI RECOVERY NEL TRATTAMENTO DEL TRAUMA - 45

La neuroplasticità — “la straordinaria capacità del cervello di modificare la propria struttura e funzione in risposta all’esperienza” — costituisce oggi un principio fondativo per gli approcci integrati alla cura del trauma.
Le sue implicazioni cliniche sono molteplici:
1. Ridefinizione della prognosi: la neuroplasticità “sovverte l’obsoleta convinzione che il cervello adulto sia statico e irreparabile”, offrendo una cornice di speranza e possibilità di
trasformazione anche dopo traumi gravi e sintomi persistenti.
2. Modello bottom-up/top-down: consente di “informare la progettazione e la sequenza degli interventi”, articolando strategie bottom-up (sensorimotorie e corporee) e top-down (cognitive), in un percorso di ricostruzione dell’integrazione tra sistemi sensoriali, cognitivi ed emotivi.
3. Trattamenti personalizzati e sequenziati: il potenziale plastico richiede interventi “adattati ai bisogni e alla readiness del paziente”, privilegiando in alcune fasi l’accesso somatico per poi
integrare livelli più complessi di elaborazione cognitiva.
4. Ruolo della relazione e del contesto: la neuroplasticità “è potenziata da ambienti relazionali sicuri”, dove il senso di appartenenza, la condivisione e la ritualità collettiva supportano la costruzione di nuove reti neurali orientate alla fiducia e alla connessione.
In sintesi: la neuroplasticità ridefinisce la recovery post-traumatica come “un processo dinamico e
fondato sulla speranza”, capace di guidare interventi clinici individualizzati, integrati e neuro
sintonici. Una visione che restituisce dignità e prospettiva sia al paziente che al lavoro terapeutico.

Liberamente tratto e tradotto da : Lanius, R. A., Harricharan, S., Kearney, B. E., & Pandev-Girard,
B. (2025). Sensory pathways to healing from trauma: Harnessing the brain’s capacity for change
(Foreword by D. J. Siegel). The Guilford Press.

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02/07/2025

INTERVENTI PER LA PREVENZUINE DEL SUICIDIO E IL TRATTAMENTO DEL LUTTO SUICIDARIO
La suicidarietà rappresenta uno dei temi che maggiormente impegnano i professionisti della Salute Mentale, per le difficoltà di inquadramento diagnostico, di valutazione ed intercettazione del rischio, nonché per le sue implicazioni etiche.
Il Seminario propone uno spazio di riflessione su questo tema, con una focalizzazione sugli interventi di prevenzione e sulle peculiarità dell’aiuto psicologico finalizzato alla presa in carico dei survivors.

Per informazioni e iscrizioni:
https://www.saiga.it/corsi/interventi-per-la-prevenzione-del-suicidio-e-il-trattamento-del-lutto-suicidario

Per informazioni edallagrana@saiga.it

30/06/2025

Se la psicoterapia è relazione tutto quello che avviene nella stanza della terapia è frutto dello scambio intersoggettivo, e quindi intercorporeo, tra due esseri umani, due unità mente e corpo che interagiscono, comunicano, sentono e si modificano, insieme. Non c'è gesto, frase, intervento tecnico che entri in modo impersonale, che sia disgiunto dal mondo psichico e corporeo del mittente così come del ricevente. Qualsiasi cosa accada nella terapia "cade" all'interno del legame di attaccamento che si instaura tra terapeuta e paziente e che diventa la cornice in cui il sentire individuale assume significato.
È per questo che non si può pensare di fare psicoterapia senza "mettercisi dentro" come terapeuti, senza cioè pensarsi come portatori di una storia di attaccamento, di difese, di meccanismi compensatori, di ferite e di cicatrici che danzano con quelle del paziente in un passo a due in cui non sarà solo la nostra competenza tecnica a promuovere un cambiamento ma anche la nostra umanità.

25/06/2025

OPEN DAY 2025

🔴 Continuano a riscuotere grande successo i nostri Open Day!!
E con questi anche le richieste di colloqui informativi e di idoneità...

Ci sono ancora molte giornate e tante possibilità di iscrizione per i prossimi mesi, ma si possono anche prenotare momenti privati.

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20/06/2025

TERAPIA DELLA COPPIA - 26
SULLA DIPENDENZA AFFETTIVA

La Dipendenza Affettiva si comprende meglio se analizziamo anche le dimensioni relazionali che caratterizzano questo disagio. Le scelte relazionali delle persone affettivamente dipendenti vertono in particolare su due tipi di partner predisposti a colludere con i meccanismi del Love Addicted.
Un primo tipo di partner corrisponde al profilo di una persona a propria volta dipendente, portatore di profonde carenze affettive, che funge da attrattiva per il dipendente affettivo che si illude di poterlo salvare attraverso la dedizione totale, garantendosi in tal modo la ricompensa di non ve**re abbandonato. Entrambi dipendenti, insieme costruiscono un rapporto di CO-DIPENDENZA. Si tratta di un legame patologico sorretto da una premessa fallimentare che nel tempo renderà la relazione bloccante nello sviluppo dell’identità di entrambi. D’altronde, nessuno dei due può cambiare, altrimenti viene rotto il contratto implicito iniziale di incontro.
Una seconda tipologia di partner con la quale frequentemente chi soffre di Dipendenza Affettiva si trova ad intrecciare un legame, presenta invece caratteristiche “apparentemente” antitetiche al dipendente, presentandosi come una persona autosufficiente e indipendente a livello emotivo. Il fascino sprigionato da questo individuo, che “sembra” bastare a sé stesso, colpisce profondamente il dipendente che vede in lui tutto ciò che egli non possiede. Tale ammirazione lo spingerà a porsi in una posizione di adorazione e di sottomissione iniziando una sfida senza fine per riuscire a conquistare, sempre attraverso la totale devozione, l’amore di un soggetto che in realtà nasconde una profonda incapacità, quella di donare amore. Si instaura in tal caso di un rapporto tra Dipendente Affettivo e Contro Dipendente.
C’è un dibattito riguardo alla dipendenza affettiva per capire se si può identificare una vera e propria patologia, una sorta di dipendenza comportamentale come la dipendenza da uso di sostanze oppure se debba essere fatta rientrare all’interno del disturbo di personalità dipendente. Se si osservano i criteri per la dipendenza da sostanze del DSM V e si ipotizzano dei criteri analoghi si comprende come il dibattito sul costrutto della dipendenza affettiva sia aperto.
Criteri ipotizzati:
1. Bisogno di aumentare la quantità del comportamento per ottenere l'effetto emotivo desiderato (tolleranza);
2. Sindrome da astinenza in assenza della persona amata, con sofferenza significativa e bisogno compulsivo dell'altro; 3. Coinvolgimento nella relazione per un periodo più lungo rispetto a quanto la persona prevede;
4. Desiderio persistente o sforzi infruttuosi per ridurre o controllare la relazione;
5. Grande quantità di tempo investita nella relazione (nella realtà o nel pensiero;
6. Prosecuzione nella relazione nonostante i problemi da questa derivati;
7. Interruzione o riduzione di importanti attività sociali, professionali o ricreative
Rispetto al disturbo dipendente di personalità, “nella dipendenza affettiva riscontriamo:
a. una percezione di sé come individuo autonomo e capace a provvedere a se stesso nei vari aspetti concreti della vita;
b. gli elementi di dipendenza non caratterizzano il funzionamento del soggetto, anzi, talora sembrano in netto contrasto con la struttura di personalità;
c. c’è bisogno di contatto affettivo, ma l’esigenza di essere “accuditi” non è in primo piano;
d. l’esordio può avve**re a qualsiasi età;
e. le capacità di gestione delle differenti aree di vita, quantomeno prima dello sviluppo della dipendenza affettiva sono normali, talora ottimali;
f. la dipendenza è esclusivamente sentimentale, e talora solo con uno specifico partner (si può osservare una vera e propria fissazione sul partner o su un ex-partner)”. (Laura Piccinini – UniUrbino)

18/06/2025

CORSO: DIPENDENZA AFFETTIVA E AGGRESSIVITÀ NELLE RELAZIONI

Il corso intende approfondire il tema del maltrattamento e della violenza nelle relazioni intrafamiliari, a partire dalla comprensione e valutazione delle dinamiche di dipendenza affettiva nei
diversi quadri di organizzazione della personalità.
Viene proposto, anche attraverso alcune esemplificazioni cliniche, un approfondimento della psicopatologia della vittima di violenza e dell'abusante, al fine di una corretta impostazione degli interventi psicoterapeutici per le vittime di abuso e violenza, nonché per il paziente maltrattante.

Per informazioni e iscrizioni:
https://www.saiga.it/.../mente-algoritmica-e-mente-umana...
Per informazioni edallagrana@saiga.it

Indirizzo

Via Enzo Verrando, 10
Bordighera
18012

Telefono

+393332687785

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