04/05/2025
Un genitore emotivamente maturo:
– Fa sentire il proprio figlio al sicuro, visto e profondamente accolto.
– Si assume la responsabilità dei propri errori e si rende disponibile al confronto e alla crescita. Anche i genitori, infatti, possono sbagliare — e dovrebbero poterlo riconoscere.
– Stabilisce confini sani, offrendo al bambino un senso di stabilità, coerenza e conseguenze comprensibili.
– Cerca la costanza, pur sapendo che la perfezione non è possibile, ma la presenza sì.
– Si prende cura del proprio mondo interiore, imparando a regolare le proprie emozioni e a guarire la propria parte bambina.
– Coltiva l’universo emotivo e immaginativo del figlio — ne ascolta i pensieri, i sogni, le domande, le speranze.
– Sceglie la curiosità al posto del giudizio, l’apertura invece della chiusura.
– Non interviene automaticamente per risolvere tutto al posto del bambino, ma rende chiaro che sarà sempre lì, come guida e sostegno.
– Offre uno spazio sicuro in cui le emozioni forti possono esistere, senza essere zittite o sminuite.
– Risponde con consapevolezza, invece di reagire impulsivamente.
– È radicato nell’Amore, non come sentimento passeggero, ma come scelta continua di presenza e rispetto.
In un mondo che spesso non favorisce la regolazione emotiva, questi genitori rappresentano ancora l’eccezione più che la regola. Ma ogni passo verso questa direzione può contribuire a cambiare il paradigma per le generazioni future.
- Psicoadvisor