30/07/2024
ESTATE: PAUSE E SEPARAZIONI
Nel lavoro psicoterapeutico il periodo estivo coincide spesso con la sospensione della .
Per Freud la separazione riattiverebbe la rappresentazione della prima originaria separazione dal corpo della madre. L’angoscia provata sarebbe quindi quella del passaggio da uno spazio noto e sicuro a uno spazio invece ignoto da esplorare con cui potenzialmente familiarizzare e da abitare.
Ogni separazione, al contempo, sarebbe perciò, in realtà, anche una potenziale occasione per una nuova nascita psichica dovuta alla necessità di riordinare gli stimoli provenienti dal transitare in uno spazio nuovo e sconosciuto.
E’ ormai riconosciuto come la “pausa psicoterapeutica” possa essere un’occasione importantissima per la terapia, tanto per il paziente che per il .
Innanzitutto permette di testare la tenuta della relazione terapeutica, così come i risultati raggiunti in quanto la terapia è un processo che continua a lavorare anche durante la pausa dalle sedute dentro il paziente e dentro il terapeuta.
In queste circostanze possono emergere nel paziente intuizioni, comportamenti inediti, emozioni nuove, così come la possibilità di compiere un bilancio dei miglioramenti ottenuti con la terapia e di misurare con chiarezza la distanza dai sintomi e dalla sofferenza che lo hanno portato a chiedere aiuto.
Tutto questo per alcuni costituirà una nuova base per proseguire il lavoro psicoterapeutico, altri, che hanno tratto il massimo dalle sedute, potranno immaginare la fine della psicoterapia nell’arco di altri pochi incontri, per altri ancora, invece, potrebbe favorire l’emergere di nuove aspettative e obiettivi da concordare con il terapeuta e da trattare in terapia per la propria personale.