Dott.ssa Alessandra Ledda - Psicologa

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Psicologa Clinica,
Psicotraumatologa,
Psicoterapeuta CBT in formazione
Mi trovate a Bosa (OR) e online 🌻
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Spesso si sente parlare degli psicologi e del distacco a cui vengono formati. Un distacco professionale, che talvolta sp...
01/07/2025

Spesso si sente parlare degli psicologi e del distacco a cui vengono formati. Un distacco professionale, che talvolta spaventa chi vorrebbe iniziare un percorso ma non sa bene cosa aspettarsi. Freddezza, forse? Indifferenza?

Penso che distacco sia un termine non del tutto appropriato. È vero che veniamo "addestrati" a non lasciarci coinvolgere troppo dalle storie che sentiamo, a non farle diventare nostre, ma si tratta di un concetto ben lontano dalla freddezza a cui viene spesso paragonato.

La figura dello psicologo nasce per accogliere, ascoltare, sostenere. Come potrebbe farlo in modo freddo? Evidentemente, non è questo il significato di quel distacco. Quella è la parte che gestiamo noi professionisti, nel backoffice (o a volte anche insieme alla persona, se è il caso), ed è volta a raggiungere degli obiettivi terapeutici fondamentali. Se non ci fosse quel distacco, che ci permette di avere la visione appropriata per mettere in pratica tutte le tecniche terapeutiche adatte al caso, quale sarebbe la differenza tra una chiacchierata con un amico ed un colloquio psicologico?

Distacco, però, non significa lontananza. La prima cosa che vi invito a valutare, quando vi sedete di fronte ad uno psicologo, è osservare come vi sentite. Come il vostro corpo e la vostra mente si sentono nello stare lì, in uno spazio fatto apposta per loro. Dovreste sentire una sensazione positiva, dovreste sentirvi accolti (anche se portate tematiche pesanti, o forse soprattutto in quel caso). Se sentite questo, siete nel posto giusto 🌻

🌻♥️
21/06/2025

🌻♥️

Un termine gettonato in psicologia è sicuramente "accettazione".Purtroppo, è uno di quei casi in cui le parole rendono b...
11/06/2025

Un termine gettonato in psicologia è sicuramente "accettazione".

Purtroppo, è uno di quei casi in cui le parole rendono bene in inglese, ma la traduzione italiana non è adeguata. Nella nostra lingua, infatti, il verbo accettare rimanda alla passività, al fatto di doverci far andare bene qualcosa che in realtà non vorremmo.

Un modo più adeguato per passare il concetto è quello di "disponibilità": l'idea è quella di essere disponibili a sperimentare una determinata condizione, un'emozione, un pensiero. Essere disposti a "stare con". Non equivale al fatto che quella cosa ci piaccia, equivale a dire "ok, sei qui anche se non vorrei. Non ti posso eliminare, non ha senso lottare con te..sono disponibile a sentirti dentro di me, a stare con te, anche se non mi piaci". Non c'è passività in questo, c'è una possibilità di scelta.

È un po' come quando, da piccoli, gli adulti ci obbligavano ad uscire portandoci dietro un fratellino o un cuginetto più piccoli. Provare a discutere era inutile, sarebbe comunque dovuto ve**re con noi...a quel punto cosa aveva più senso? Continuare a lottare, rinunciare all'uscita o essere disposti ad avere la sua compagnia, per quanto non ci piacesse?

Proviamoci anche con le nostre emozioni e storie di vita. Chissà, magari scopriremo che, almeno alcune, non sono così male 🌻

Cose da ricordare:"Va bene concederti del tempo per imparare. L'obiettivo è il viaggio, un viaggio verso una vita piena ...
15/05/2025

Cose da ricordare:

"Va bene concederti del tempo per imparare. L'obiettivo è il viaggio, un viaggio verso una vita piena e ricca, una vita vissuta con significato." 🌻

Per tutte le volte che vorremmo essere già arrivati, per riconnetterci al perché stiamo facendo un determinato sforzo. Forse l'obiettivo non è essere perfetti, l'obiettivo è rendere questo viaggio qualcosa di prezioso 🌻

"Piccoli passi con il 100% di disponibilità sono molto meglio che farsi ve**re i capelli bianchi con passi più grandi." ...
05/05/2025

"Piccoli passi con il 100% di disponibilità sono molto meglio che farsi ve**re i capelli bianchi con passi più grandi." 🌻

Il primo passo di ogni terapia è accettare che ci vorrà del tempo. Tanto o poco, dipende da molte cose. In ogni caso non si otterrà subito ciò che si desidera. Anzi, a volte ciò che desideriamo cambia in corso d'opera, di pari passo con la nostra consapevolezza.

Invece che concentrarci sul risultato finale, proviamo a tenerlo a mente mentre ci focalizziamo sul prossimo gradino. Un gradino che sappiamo essere percorribile con le risorse che abbiamo oggi, mentre lavoriamo per svilupparne di nuove.

Fidiamoci del processo, anche quando può sembrare troppo lento 🌻

"Si trae maggiore beneficio dal focalizzarsi sul processo di vivere, piuttosto che sul risultato di azioni particolari" ...
17/04/2025

"Si trae maggiore beneficio dal focalizzarsi sul processo di vivere, piuttosto che sul risultato di azioni particolari" 🌻

Per tutte le volte che fissiamo degli obiettivi con rigidità...e ci perdiamo nel momento in cui non riusciamo a raggiungerli. Proviamo invece a stabilire una direzione di valore e, giorno dopo giorno, a muoverci verso di essa. Spesso il processo è più importante del risultato 🌻

Buona giornata, aspettando un po' di sole anche mentre piove a dirotto 🌞

Da piccola facevo un "gioco": ogni volta che mi sentivo in ansia e non capivo perché facevo una lista mentale dei "temi"...
07/04/2025

Da piccola facevo un "gioco": ogni volta che mi sentivo in ansia e non capivo perché facevo una lista mentale dei "temi" (pensieri, situazioni...) che in quel periodo avevo in ballo e osservavo le reazioni del mio corpo. Alla fine, riuscivo quasi sempre a beccare il pensiero che aveva suscitato l'ansia, perché al solo ripensarci notavo il cuore ba***re più forte, la sensazione di peso sul petto...

Inconsapevolmente, mettevo in atto quello che poi è diventato il mio lavoro, quello che cerco di "insegnare" agli altri: il modo in cui ci sentiamo dipende da quello che pensiamo, da come interpretiamo, per esempio, una situazione.

Una delle prime attività che facciamo in terapia cognitivo - comportamentale è proprio questa: attraverso un esercizio (chiamato ABC) impariamo a fare più attenzione ai nostri pensieri e a collegarli a sensazioni corporee, situazioni, emozioni e comportamenti.
Non è sempre facile e a volte non si riesce a capire veramente tutto, ma è questione di allenamento e pian piano essere consapevoli di noi stessi diventa più immediato🌻

Arriva il giorno, dopo mesi di fatica, in cui cambia qualcosa. Qualcosa che ad alcuni potrebbe sembrare niente, ma che p...
23/03/2025

Arriva il giorno, dopo mesi di fatica, in cui cambia qualcosa. Qualcosa che ad alcuni potrebbe sembrare niente, ma che per le due persone sedute in quella stanza, paziente e terapeuta, è fondamentale.

Quando dopo mesi di buio, alla domanda "come è andata la settimana?" ti sei già corazzata, pronta e lavorare su cose negative e ad avere un po' di magone dopo...
..e invece ti senti dire "dai, tutto sommato è andata bene", e ti ritrovi a sorridere, esce spontaneo un "che bello sentirtelo dire!" 🌻

E non perché non sia successo niente di negativo. Come in tutte le settimane di un qualsiasi essere umano sulla terra, ovviamente le cose negative ci sono state. Ma come è bello vedere che queste cose non hanno trasformato la settimana in una tragedia? Vedere che finalmente la persona riesce a spostare il suo sguardo anche su cose belle (che ci sono, sempre, per quanto piccole)...

Penso sia per questi momenti che vale la pena di passare in mezzo a tutto il brutto 🌻

Buona domenica 🌻

Ci avete mai pensato al fatto che, per affrontare qualcosa, è necessario passarci in mezzo?È un concetto difficile da co...
19/03/2025

Ci avete mai pensato al fatto che, per affrontare qualcosa, è necessario passarci in mezzo?

È un concetto difficile da comprendere: "ho già sofferto tanto, perché non posso semplicemente andare oltre e dimenticare?"
La mia risposta è che...non lo so! "Semplicemente", il nostro cervello funziona così. Affinché si possa andare oltre è fondamentale guardare in faccia gli eventi e i pensieri e le emozioni che questi ci hanno trasmesso.
Ovviamente, un lavoro ben fatto prevede che questo guardare in faccia non sia casuale. Alzi, è importante che avvenga in modo protetto e gentile, così che la nostra mente arrivi a sviluppare nuove prospettive, nuovi pensieri e nuove emozioni, più consapevoli e meno traumatici.

Quindi si, è spaventoso...ma ha un senso.
Penso che il primo passo, però, sia accettare che la nostra mente funziona così. Che le cose non sono sempre facili e che, anche se non vorremmo più pensarci, è necessario fare i conti con ciò che ci ha devastato...con la consapevolezza che ce la possiamo fare 🌻

Capita, in terapia, di sperimentare emozioni spiacevoli: pazienti e terapeuti si ritrovano a provare ansia, noia, frustr...
24/02/2025

Capita, in terapia, di sperimentare emozioni spiacevoli: pazienti e terapeuti si ritrovano a provare ansia, noia, frustrazione, fastidio...non solo verso la situazione di cui si sta parlando, ma a volte anche verso l'altro.

Ebbene sì, anche il terapeuta può sperimentare emozioni spiacevoli nei confronti dei pazienti, spesso (ma non per forza) seguite da ansia e sensi di colpa legati al pensiero "non dovrei provare queste cose, i miei pazienti dovrebbero starmi sempre simpatici, dovrei sempre stare bene nell' interazione con loro..se provo queste cose allora non sono il professionista giusto per questa persona..." e via dicendo.

E se vi dicessi che questo può essere un indizio su come proseguire il lavoro?
Si, perché la relazione terapeutica è un esempio di relazione sociale tra esseri umani. E così come nelle relazioni quotidiane capita di provare emozioni spiacevoli nei confronti dell'altro, capiterà anche in terapia, non importa se siamo pazienti o terapeuti...siamo umani!
Osservare cosa ci succede durante la relazione con l'altro, anche in colloquio, ci dà importanti informazioni sui nostri pensieri e bisogni in ogni momento.

Ovviamente non basta "solo" osservarci. Per quanto difficile, e vi assicuro che lo è anche per noi terapeuti, lo step successivo potrebbe essere quello di parlare di quello che sta succedendo. Non necessariamente con l'obiettivo di cambiare le cose, ma con l'idea di riconoscere ("ok, è arrivata questa emozione") e accogliere ("vorrei non provarla, ma so che non è un problema, quindi sono disponibile a viverla finché non verrà sostituita dalla prossima emozione") anche quelle emozioni che si, sono spiacevoli, ma hanno un senso e un'utilità in quel momento.

Questa è una delle tante cose che i nostri docenti ci insegnano a parole, ma che credo si capiscano solo quando accadono veramente in seduta. Occasioni preziose per constatare che, per quanto spiacevole, nessuna emozione, se gestita adeguatamente, può rappresentare uno stop della relazione (terapeutica e non), anzi, può essere il modo per rafforzarla 🌻

Un post al volo per ricordarvi (e ricordarmi) che tutte le volte in cui sentiamo di non riuscire a stare dietro a tutto ...
12/02/2025

Un post al volo per ricordarvi (e ricordarmi) che tutte le volte in cui sentiamo di non riuscire a stare dietro a tutto forse non stiamo guardando le cose dalla giusta prospettiva. In una società che ci spinge a correre e a performare sempre, fermiamoci a guardare quante cose stiamo facendo, al posto di vedere sempre quelle che mancano. Correre è diventata la nostra normalità. Fermarsi e staccare un attimo la spina è qualcosa che a volte ci vergogniamo anche solo a pensare...ma chi l'ha deciso che dev'essere questa la normalità? Dovremmo ascoltare più noi stessi e il nostro ritmo, personalissimo tra l'altro, per capire dove siamo e cosa ci serve. A volte, del tempo in cui semplicemente "stare" è qualcosa che ci salva.

Si, perché a volte riempire tutto lo spazio può essere più dannoso che lasciare qualche buco libero 🌻

Ho un'idea precisa del perché la Psicoterapia funzioni.All'interno di un percorso si impara, piano piano, a dare il gius...
27/01/2025

Ho un'idea precisa del perché la Psicoterapia funzioni.
All'interno di un percorso si impara, piano piano, a dare il giusto spazio a tutte quelle emozioni che da tempo urlavano per farsi sentire.
Non si tratta di zittirle, come tanti pensano, ma anzi di dedicarci attenzione, tempo, pazienza.
Non è facile, ma quando riusciamo a farlo, ognuno con i propri tempi, iniziamo a notare il cambiamento: parti di sé che non urlano più, non ne hanno più bisogno. Si limitano a parlare con un tono di voce normale, certe del fatto che verranno prese in considerazione comunque.

Questo è, niente più, niente meno. Un viaggio alla scoperta di parti di sé trascurate, forse da sempre 🌻

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