
01/07/2025
Spesso si sente parlare degli psicologi e del distacco a cui vengono formati. Un distacco professionale, che talvolta spaventa chi vorrebbe iniziare un percorso ma non sa bene cosa aspettarsi. Freddezza, forse? Indifferenza?
Penso che distacco sia un termine non del tutto appropriato. È vero che veniamo "addestrati" a non lasciarci coinvolgere troppo dalle storie che sentiamo, a non farle diventare nostre, ma si tratta di un concetto ben lontano dalla freddezza a cui viene spesso paragonato.
La figura dello psicologo nasce per accogliere, ascoltare, sostenere. Come potrebbe farlo in modo freddo? Evidentemente, non è questo il significato di quel distacco. Quella è la parte che gestiamo noi professionisti, nel backoffice (o a volte anche insieme alla persona, se è il caso), ed è volta a raggiungere degli obiettivi terapeutici fondamentali. Se non ci fosse quel distacco, che ci permette di avere la visione appropriata per mettere in pratica tutte le tecniche terapeutiche adatte al caso, quale sarebbe la differenza tra una chiacchierata con un amico ed un colloquio psicologico?
Distacco, però, non significa lontananza. La prima cosa che vi invito a valutare, quando vi sedete di fronte ad uno psicologo, è osservare come vi sentite. Come il vostro corpo e la vostra mente si sentono nello stare lì, in uno spazio fatto apposta per loro. Dovreste sentire una sensazione positiva, dovreste sentirvi accolti (anche se portate tematiche pesanti, o forse soprattutto in quel caso). Se sentite questo, siete nel posto giusto 🌻