
25/03/2021
Molte persone la usano abitualmente, altre la conoscono poco: vorrei parlarvi dell'Echinacea, una pianta apprezzata per le sue qualità immunostimolanti e non solo. Leggete, se vi va!
ECHINACEA – Echinacea Angustifolia L., Pallida o Purpurea.
Linneo denominò questo genere come Rudbeckia, in omaggio a O. Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. Il genere fu poi rinominato da Moench, nel 1794, come Echinacea (dal greco "echinos", riccio). Secondo alcuni, il riferimento al riccio è dovuto alla struttura dei semi: essi possiedono, alla loro sommità, un margine con quattro denti appuntiti; secondo altri, per le brattee pungenti del capolino.
Questa pianta proviene dalle grandi praterie del Nord America dove viene chiamata "Elk Root", ovvero radice dell’alce perché la leggenda narra che gli Indiani d’America abbiano scoperto le proprietà dell’Echinacea osservando gli alci. Questi, se malati o deperiti, erano soliti ruminare i fiori della pianta. L’uso dell’Echinacea in Europa è da datarsi al XVIII secolo mentre i Nativi Americani la conoscevano da più tempo e la apprezzavano per le sue proprietà officinali; il suo uso era così diffuso che veniva addirittura ritenuta, una pianta sacra. Dalle varie documentazioni, arrivate sino ai giorni nostri, emerge che ben quattordici tribù di pellerossa utilizzavano l’Echinacea, della qualità "angustifolia", a scopi officinali. Gli sciamani la usavano per alleviare il dolore di molti tipi di ferite, contro i morsi di insetti e di serpenti velenosi: facevano masticare le sue foglie e le sue radici a chi era stato morso, poi eliminavano il veleno dal corpo del malcapitato facendo delle piccole incisioni sulla pelle e, infine, applicavano una purea di foglie e radici di Echinacea fresca sui tagli. In questo modo, secondo le loro tradizioni, i sintomi dell’avvelenamento sparivano in due, massimo tre giorni. Ma gli sciamani la utilizzavano anche per preparare collutori contro il mal di denti e infusi antinfluenzali.
Non essendo una pianta di origine europea l’uso dell’Echinacea venne scoperto dagli europei quando i “coloni bianchi” iniziarono ad impiegarla come rimedio popolare. Nel 1870 il dottor H.C.F. Meyer la usò come ingrediente principale per un preparato chiamato “Mayer’s Blood Purifier”, che sembrò efficace per la purificazione del sangue. In Europa venne riconosciuta ufficialmente come “pianta officinale” solo nel 1916.
L’Echinacea venne importata nel continente europeo, dalla terra di origine, un’ampia zona dalle Montagne Rocciose al Golfo del Messico. e, nel corso del tempo, venne ibridata. Ai giorni nostri, si presenta come una pianta ornamentale di carattere erbaceo, dalla maestosa e lunga fioritura. Resiste bene sia alle alte che alle basse temperature, con foglie lisce, a forma di lancia, e fiori di notevole dimensione, di forma simile alle margherite e, a seconda del tipo di Echinacea, di color porpora con l’interno giallo o di colore dal bianco al rosso, con l’interno marrone, giallo o arancione.
I tipi conosciuti di Echinacea sono la Pallida, l'Angustifolia e la Purpurea. Il tipo di Echinacea più usato in America era la Angustifolia; la Purpurea era già nota, e utilizzata con analoghe indicazioni della Angustifolia, che comunque sostituiva egregiamente. Le due specie, Angustifolia e Pallida, sono state per lungo tempo confuse: la tintura madre è preparata dalla pianta fresca e si ottiene sia dalla Angustifolia che dalla Purpurea. Per un migliore utilizzo delle Echinacea, alcuni suggeriscono di utilizzare o la pianta fresca, o una combinazione di radici foglie e fiori.
L’Echinacea agisce come immunostimolante: infatti è in grado di stimolare e rafforzare le difese dell’organismo nei confronti dei sintomi influenzali e febbrili, con interessamento delle vie respiratorie superiori ed è importante anche perché lo stimola alla produzione di globuli bianchi. Si può usare anche esternamente, sotto forma di pomata, per alleviare il disagio di infiammazioni cutanee e in caso di piccole problematiche della pelle per cui si renda necessario stimolare la rigenerazione tissutale. Può essere impiegata sia come prevenzione che come ausilio ai farmaci nel caso di patologie conclamate.
Il principio attivo principale è l’echinacoside, un glicoside con blanda azione antibiotica; a ciò si aggiungono anche oli essenziali, inulina, betaina, resine e una serie intera di altre sostanze, per cui l’Echinacea si contraddistingue come “fitocomplesso” per la complessità e variabilità della sua azione di sostegno.
Nel linguaggio dei fiori e delle piante, dato l’utilizzo che gli indiani d’America ne facevano, simboleggia la forza e la salute.
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