Ascolto attivo del Cittadino

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"L'importanza dell'esempio genitoriale per i figliParliamo di quanto l'esempio dei genitori oggi possa influenzare il co...
21/11/2025

"L'importanza dell'esempio genitoriale per i figli
Parliamo di quanto l'esempio dei genitori oggi possa influenzare il comportamento dei figli adolescenti di domani. I bambini sono come libri bianchi da scrivere e assorbono costantemente informazioni attraverso i sensi.
I figli osservano attentamente i genitori, anche quando sono distratti. Se i genitori sono costantemente connessi ai dispositivi tecnologici, questo diventerà il principale oggetto del desiderio per i figli.
È importante che i genitori siano presenti fisicamente e mentalmente quando sono con i figli, senza distrazioni tecnologiche".
Vi auguro un buon fine settimana.
Se desiderate chiedere un appuntamento chiamate il numero 331 506 2538 oppure scrivetemi una mail a rossetti.cinz@gmail.com
Pedagogista psicosociale e Counselor
Dott.ssa Cinzia Rossetti

“Il gioco cambia quando: Ti rendi conto che attrai ciò che sei,non ciò che desideri. Impari ad assumerti la responsabi...
18/11/2025

“Il gioco cambia quando:
 Ti rendi conto che attrai ciò che sei,
non ciò che desideri.
 Impari ad assumerti la responsabilità
della tua felicità.
 Smetti di essere vittima delle circostanze
e diventi il capitano della nave nella tua vita.
 Ti rendi conto che se non piaci a qualcuno,
non è un tuo problema, è il suo.
Lo stai semplicemente aiutando a vedere
i suoi demoni in te, dandogli così la possibilità
di capirlo per poter risolvere.
 Impari a sorridere ad ogni situazione e
ad avere fiducia nel tuo Sé superiore.
 Inizi a vivere con un cuore aperto,
con gratitudine, con impazienza ed
entusiasmo per tutto ciò che è
e per tutto ciò che verrà.
 Ti rendi conto che sei tu a stabilire le regole.
 Capisci che la vita e le situazioni sono neutrali
e il significato che attribuisci loro
determinerà la tua esperienza con esse.
 Ti rendi conto del tuo vero valore e
smetti di rimpicciolirti per adattarti a luoghi
che ormai hai superato da tempo.
 Smetti di competere perché sai che
non c'è competizione.
Le differenze tra noi sono ciò che
ci rende preziosi e unici.
 Inizi a rispondere "Sì" alla vita
senza paura e dubbio, ma con fede e impazienza.
 Impari ad amarti così tanto
da non permettere
a niente e a nessuno di disturbare
la tua pace interiore.
 Perdoni”.
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Pedagogista psicosociale e Counselor
Dott.ssa Cinzia Rossetti

Ascoltare non ha lo stesso significato del verbo “udire”, cioè percepire, prestare attenzione a voci, suoni e rumori. As...
09/11/2025

Ascoltare non ha lo stesso significato del verbo “udire”, cioè percepire, prestare attenzione a voci, suoni e rumori.
Ascoltare si riferisce al cuore, cioè al centro della persona.
La parola italiana “ascoltare” è stata formata dal greco “akouein”, la cui radice ha dato origine a due parole italiane: ascoltare e accogliere.
”Ascoltare”, cioè rivolgermi verso colui che mi parla, protendermi verso di lui, orientare la lunghezza d'onda, togliere l'ostacolo, che può essere il pregiudizio, la fretta o il mio io.
La seconda è “accogliere”, cioè fare spazio dentro di me, nel cuore più che nella testa.
In questo doppio atteggiamento avviene l'ascolto nella verità.
E' chiaro che questo esige un'educazione permanente, un cammino.
L'ascolto si elabora nella povertà, cioè nel riconoscere il proprio limite.
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Pedagogista psicosociale e Counselor
Dott.ssa Cinzia Rossetti

Che fatica la fatica! Come aiutare i nostri figli ad accettarla.É davvero così negativa la fatica? Qual è il suo real...
07/11/2025

Che fatica la fatica! Come aiutare i nostri figli ad accettarla.
É davvero così negativa la fatica?
Qual è il suo reale valore e come possiamo aiutare i nostri bambini e bambine ad accettarla serenamente.
Perché la fatica è necessaria all’apprendimento e allo sviluppo.
Diciamolo pure: a nessuno piace la fatica!
L’essere umano rifiuta, per natura, ciò che è faticoso e proprio per questo alla fatica sono generalmente associati stati d’animo prevalentemente negativi: stress, tristezza, dolore, ansia…
Tutti faremmo volentieri a meno della fatica, ma se ciò accadesse significherebbe probabilmente che l’evoluzione dell’uomo sarebbe prossima alla fine, sapete perché?
L’azione di evolvere, di imparare qualcosa e/o di potenziare delle abilità contempla infatti una certa dose di fatica di cui è impossibile fare a meno, ma che al tempo stesso potremmo stentare ad accettare.
Per noi adulti è facile comprenderne la causa: grazie alla tecnologia e alle varie comodità, ci siamo infatti abituati ad ottenere tutto molto velocemente e con il minimo sforzo e, se da un lato non si può non essere grati al progresso per questo, dall’ altro siamo forse caduti nel tranello di credere che della fatica si spossa fare a meno, diventandone così sempre meno tolleranti.
Non riuscire a tollerare la fatica può giocare un brutto scherzo al senso di auto efficacia personale, alla motivazione e alla crescita stessa.
Benché si possa facilmente comprendere che la fatica sia una componente necessaria del percorso di apprendimento, quando a farne i conti sono i nostri figli e figlie si può attivare in noi genitori uno stato di allerta capace persino di farci dubitare del loro impegno, delle loro capacità, della loro motivazione e della qualità dei nostri interventi educativi.
Poiché strettamente personali, possono essere molteplici i motivi che attivano nel genitore uno stato di allarme di fronte alle fatiche del proprio figlio, figlia rischiando di indurre anche questi ultimi a credere che la fatica non sia “normale”, a spaventarsi di fronte alle sfide scolastiche o più in generale della crescita. Cosa fare quindi per aiutarli a guardare alla fatica con occhi benevoli?
Ecco tre considerazioni da non dimenticare per comprendere l’importanza della fatica.
1. La fatica è normale in qualunque periodo di crescita e all’interno di qualunque processo di apprendimento: per imparare qualcosa di nuovo serve un certo sforzo.
2. La fatica attribuisce valore a ciò che viene fatto e agisce positivamente sull’autostima. (“Io sono stato capace di …”, “Prima non ero capace, ma poi ho imparato…”)
3. La fatica è necessaria per il raggiungimento di un obiettivo e capire questo allontana i bambini e le bambine dall’idea di “fortuna scolastica” permettendo di maturare invece il concetto di “responsabilità scolastica” (“Per ottenere un buon risultato nella verifica ciò che devo fare è impegnarmi nello studio. Dipende solo da me”).
4. Quanta fatica serve per imparare qualcosa?
5. È impossibile quantificare la dose di fatica necessaria all’apprendimento, perché la percezione della fatica è assolutamente soggettiva. Ciò che è bene ricordare è però che la fatica è una sensazione passeggera: diminuisce di intensità mano a mano che la competenza in oggetto viene appresa e interiorizzata.
6. Vi ricordate quando avete imparato a guidare? Quanta fatica percepivate all’inizio? E ora invece?
7. Nelle situazioni in cui il processo di apprendimento dei nostri figli e figlie viene, al contrario, compromesso in modo costante dalla
8. fatica è bene confrontarsi con gli insegnanti per indagare le possibili cause: nei casi di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) la fatica è un importante campanello d’allarme!
9. Dare il giusto valore alla fatica è oggi più che mai davvero impegnativo, ma riuscire a farlo può aiutare i bambini e le bambine a vivere ancor più serenamente il percorso scolastico ad ogni livello ed età.
10. Murakami Haruki, nel suo libro L’arte di correre ha scritto! Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica, riusciamo a provare, almeno per un instante, la sensazione autentica di vivere. Raggiungiamo la consapevolezza che la qualità del vivere non si trova in valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell”azione stessa, vi scorre dentro.”
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Buon fine settimana
Pedagogista psicosociale e Counselor
Dott.ssa Cinzia Rossetti

La solitudine non è la mancanza di persone con cui parlare, mangiare, passeggiare o fare l’amore.Quella si chiama Carenz...
31/10/2025

La solitudine non è la mancanza di persone con cui parlare, mangiare, passeggiare o fare l’amore.
Quella si chiama Carenza….
La solitudine non è ciò che sentiamo per l’assenza di coloro che amiamo, e che non torneranno.
Quella si chiama Malinconia.
La solitudine non è il ritiro volontario che le persone, a volte, impongono a se stesse nel tentativo di ricostruire i propri pensieri.
Quello si chiama Equilibrio.
La solitudine non è il claustro involontario che il destino ci infligge
affinché possiamo riappropriarci della nostra vita.
Quello si chiama Principio di natura.
La solitudine non è il vuoto intorno a noi.
Quella si chiama Circostanza.
La solitudine è molto più di questo.
La solitudine è ciò che arriva quando smarriamo noi stessi
e girovaghiamo invano alla ricerca di quella che una volta
è stata la nostra anima.
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Buon fine settimana
Pedagogista psicosociale e Counselor
Dott.ssa Cinzia Rossetti

Ho imparato che la vita non chiede il permessoquando decide di cambiarti. Ti strappa via l'equilibrio, ti lascia li, in ...
24/10/2025

Ho imparato che la vita non chiede il permesso
quando decide di cambiarti.
Ti strappa via l'equilibrio, ti lascia li, in mezzo alla tempesta,
senza una bussola.
Ho dovuto capire come si fa a rimanere in piedi quando la terra sotto di te trema e non smette mai.
Come si fa a mettere un piede davanti all'altro, anche se ogni passo sembra portarti più lontano da ciò che eri.
Ho imparato a respirare lentamente, a raccogliere ogni frammento di me stesso quando tutto sembrava spezzato.
Ho scoperto che il dolore ha una voce, ma anche il silenzio sa urlare.
E in quei momenti, ho dovuto ascoltare.
Ricordare è un coltello a doppia lama. Ti salva e ti uccide.
Ti riporta indietro, ma ti spinge avanti, perché anche nel buio più profondo c'è sempre un punto di luce …
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Buon fine settimana
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Dott.ssa Cinzia Rossetti

"Il dolore si tramanda in famigliadi generazione in generazione, finché non arriva qualcuno che ha il coraggio di sentir...
21/10/2025

"Il dolore si tramanda in famiglia
di generazione in generazione, finché non arriva qualcuno che ha il coraggio di sentirlo fino in fondo.
Per molti di noi il vero trauma generazionale è l'evitamento.
Veniamo da famiglie che si comportano come se non fosse mai successo nulla.
Da genitori che facevano finta di nulla, come se certe parole non fossero mai state dette, come se certi gesti non fossero mai accaduti.
Ma prima o poi nasce un bambino il cui compito è sentire tutto.
Sono loro i nati con il dono del sentire.
Nati per vedere ciò che gli altri hanno ignorato.
Per dare voce a un dolore che non è solo loro, ma che aspetta da generazioni di essere ascoltato.
E chi nasce con questo dono lo sa: non si può guarire un dolore
che ci si rifiuta di sentire.
Significa restare con quello che c'è,
anche quando non ha un nome preciso.
Lasciare che la rabbia, la
tristezza e la paura si mostrino, invece di nasconderle ancora.
È doloroso, ma poi qualcosa cambia.
Perché è proprio lì che inizia la guarigione:
dal momento in cui smetti di fuggire da te."
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Buona serata
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Dott.ssa Cinzia Rossetti

"Perdonare le persone in silenzio e scegliere di non parlare mai più con loro non è né rabbia né rancore.È un modo per p...
10/10/2025

"Perdonare le persone in silenzio e scegliere di non parlare mai più con loro non è né rabbia né rancore.
È un modo per proteggersi.
È accettare di lasciar andare ciò che appartiene al passato, senza riaprire la porta a una nuova sofferenza.
Perdonare non significa dimenticare…
Significa scegliere la pace per sé stessi.
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Buon fine settimana
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Dott.ssa Cinzia Rossetti

Molte donne e molti adolescenti mi dicono di sentirsi soli e io li capisco, perché ci si può sentire soli anche in mezzo...
05/10/2025

Molte donne e molti adolescenti mi dicono di sentirsi soli e io li capisco, perché ci si può sentire soli anche in mezzo a tante persone.
E' un sentirsi soli "dentro":
Non ascoltati, non compresi, non incoraggiati,
persino non accettati.
E più passa il tempo e più questo senso di solitudine peggiora.
Così è facile perdere la voglia di esprimersi e di far valere i propri bisogni.
Si smette di provarci!
E ci si illude che, tanto, prima o poi le cose cambieranno.
Non è così.
Le cose non cambiano da sole, così come i problemi non si risolvono da soli col passare del tempo.
Quindi cosa fare?
Sicuramente scegliere chi può ascoltarci, senza giudicarci.
Chi può sostenerci, senza cadere nel
"Se fossi al posto tuo farei...".
Chi può mostrarci più vie per uscire dal nostro sentirci soli, lasciandoci la libertà di scegliere quella migliore per noi.
Chi non ci vuole dipendenti ed eternamente grati, ma indipendenti e liberi.
E chi può essere tutto questo, se non un professionista?
Perciò, non aspettare.
Non rimandare ulteriormente.
Comincia a fare una telefonata...
Io sono qui, vicino a te con lo Sportello Ascolto attivo del Cittadino
a Botticino Sera in Via Carini n°19 presso la Sala Comunale e a Botticino Mattina in Piazza Aldo Moro n° 2 presso Sala Colonne.
Per un appuntamento chiama il numero 331 506 2538 oppure scrivi una mail a rossetti.cinz@gmail.com
Buona serata
Dott.ssa Cinzia Rossetti


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"Ascoltare è un’arte complessa. Non si ascolta, semplicemente facendo silenzio. Si ascolta mantenendo lo sguardo vivo e ...
03/10/2025

"Ascoltare è un’arte complessa.
Non si ascolta, semplicemente facendo silenzio.
Si ascolta mantenendo lo sguardo vivo e presente di fronte all’altro che parla.
Si ascolta, allontanando da sé qualsiasi fonte di distrazione (lo smartphone in primo luogo).
Si ascolta, percependosi profondamente disponibili verso il bisogno che l’altro ci sta comunicando.
Chi si sente ascoltato, vive quell’ascolto come un beneficio così potente, da sentirsene trasformato Ascoltare, comporta accogliere l’altro.
Ascoltare è faticoso perché, mentre stiamo davanti a chi ci parla, in realtà gli dobbiamo stare sia a fianco (io sono con te) che dietro (so stare nell’ombra, ora l’unica cosa che conta sei tu, non io).
In questo tempo complesso il problema è che tutti chiedono di essere ascoltati.
C’è un’incredibile penuria di ascoltatori.
Tanti urlano. Tanti stanno in silenzio. Così pochi ascoltano".
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Dott.ssa Cinzia Rossetti

L'ascolto delle emozioni è un lavoro essenzialee costante per il raggiungimento e mantenimentodel proprio benessere.È un...
24/09/2025

L'ascolto delle emozioni è un lavoro essenziale
e costante per il raggiungimento e mantenimento
del proprio benessere.
È un duro lavoro ma soddisfacente.
Le emozioni sono degli indicatori che segnalano la qualità e l'intensità di quello che stai vivendo.
Non sono giudicabili,
poiché esse richiedono il loro riconoscimento per quello che sono.
Non sono la nostra reale Identità, ma soltanto la forma espressiva dell'anima attraverso un corpo.
Sono compagne di viaggio... e tutte concorrono
alla conquista dei luoghi di pace interiore!
Vi auguro una buona serata
Dott.ssa Cinzia Rossetti
Ascolto attivo del Cittadino

"Scelgo di vivere per scelta, e non per caso.Scelgo di fare dei cambiamenti, anzichè avere delle scuse.Scelgo di essere ...
15/09/2025

"Scelgo di vivere per scelta, e non per caso.
Scelgo di fare dei cambiamenti, anzichè avere delle scuse.
Scelgo di essere motivato, non manipolato.
Scelgo di essere utile, non usato.
Scelgo l’autostima, non l’autocommiserazione.
Scelgo di eccellere, non di competere.
Scelgo di ascoltare la voce interiore, e non l’opinione casuale della gente, anche perché il viaggio è lungo e tortuoso!!!!!"

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Buon inizio settimana
Pedagogista psicosociale e Counselor
Dott.ssa Cinzia Rossetti

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