
16/05/2022
Già Aristotele nel IV secolo a.C. ha affermato la tendenza dell’essere umano alla socialità. Siamo per natura portati a stare in contatto con l’altro, che addirittura è parte essenziale del definirsi della nostra identità.
L’emergenza sanitaria in corso a causa della diffusione del contagio del Coronavirus sta toccando numerosi aspetti della nostra quotidianità, e tra gli altri c’è la socialità.
Se in passato si credeva che il cervello fosse prevalentemente razionale e logico, da qualche anno a questa parte la ricerca nell’ambito delle neuroscienze e della psicologia ha confermato che l’essere umano è un animale sociale, e che il nostro comportamento e la nostra identità sono strettamente costruiti sul rapporto con l’altro. Addirittura, la la ricerca è arrivata alla conclusione che lo sviluppo cerebrale che ci ha trasformati da primati a uomini non sia solo la conseguenza del miglioramento dei processi di ragionamento, ma più che esso sia avvenuto seguendo il filo del gioco sociale: il nostro cervello è cresciuto sulla base della necessità di comprendere, interpretare e prevedere come si sarebbero comportati i nostri simili.
In adolescenza il ruolo della socialità è ancora più importante perché interviene la costruzione della propria identità. Per questi motivi un adolescente che ha ansie sociali e difficoltà di socializzazione può sviluppare nel tempo una forte sofferenza e compromettere il suo naturale sviluppo psicologico ed emotivo.