
31/07/2024
(✏️ Guendalina Galdi) «Potevano sembrarvi due atlete sulla pedana, in realtà eravamo in tre. Io, la mia avversaria e il mio bambino che sta per nascere». Nada Hafez ha gareggiato incinta di 7 mesi e ha vinto il suo primo incontro di sciabola contro la numero 7 del mondo, la statunitense Elizabeth Tartakovsky. Il mondo dello sport, ma anche più nello specifico quello dei Giochi, non è avaro di atlete-mamme, ma di «quasi-mamme» in gara non se ne vedono così tante. Ricordiamo la malese Nur Suryani nel 2012, prima tiratrice locale con carabina da 10 metri, che alzò un polverone di polemiche al quale replicò con la sua testardaggine («Sono io la madre, so cosa posso fare») e dolcezza («Parlerò con la bimba nel pancione e le dirò di non spaventarsi del rumore. Mamma spara solo qualche colpo e poi torna a casa»). E poi la cestista francese Valeriane Ayayi Vukosavljevic che a Tokyo ha vinto il bronzo riuscendo a tenere segreta la gravidanza perché «non volevo condizionare la mia squadra e le avversarie, e poi dal punto di vista medico tutto è stato gestito al meglio».
Ora dunque tra le future mamme della storia olimpica c'è anche l'egiziana Hafez che ha vinto al primo turno e poi è stata eliminata agli ottavi al Grand Palais per mano della coreana Jeon Hayoung ma nulla cancella l'emozione di quella prima vittoria «di coppia». 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere