24/08/2025
C’è una frase bellissima che dice:
il dolore non arriva
quando una persona importante ci lascia,
ma qualche giorno dopo,
quando il cuore si accorge che non c’è più.
I primi giorni sei sospeso.
Le voci, i volti, le carte da firmare
ti tengono lontano dal precipizio.
È come se la vita avesse costruito un muro,
una difesa temporanea.
E tu quasi ci credi:
che non sia finita davvero,
che sia soltanto una pausa.
Ma poi arriva il momento in cui il cuore si sveglia.
E allora è un crollo improvviso,
un buco che si spalanca e ti inghiotte.
Ti accorgi che non torna più.
Non è un viaggio.
Non è un intervallo.
È la fine di un mondo.
Ed è lì che cominciano a bruciare dentro
tutte le frasi che avevi sottovalutato.
“Ti vengo a prendere io, non preoccuparti.”
“Vai piano.”
“Ti ho messo il caffè in frigo.”
“Fammi uno squillo quando arrivi.”
“Buonanotte. A domani.”
Sembravano niente,
e invece erano tutto.
Erano il modo in cui ti dicevano:
sei la mia vita.
E tu non lo sapevi.
Erano il loro “ti amo” nascosto
nella premura di un gesto,
nella preghiera di una frase detta cento volte.
Non erano soltanto parole:
erano le fondamenta della casa,
il pane sulla tavola,
la luce che ti proteggeva nel buio.
Adesso che non ci sono più,
le senti rimbombare nelle stanze vuote.
Ti mancano come aria nei polmoni,
ti mancano come manca il cuore quando non batte.
Ti manca persino il rimprovero,
il “copriti” che sembrava fastidio,
e invece era scudo.
Così il dolore arriva a ondate,
e non c’è tregua.
Ti fa piangere e sorridere nello stesso istante,
perché rivedi la loro cura,
e capisci che quella cura era amore allo stato puro.
E ti chiedi come hai fatto a non accorgertene prima,
a non chiamarlo con il suo vero nome.
E adesso lo sai:
la vita di prima non c’è più.
Si è spenta insieme a quella voce.
Si è frantumata con quelle mani.
E non si ricostruisce uguale.
Non tornerà mai uguale.
E allora non resta che rinascere.
Piano, storti, con mille cadute.
Rinascere con la pelle diversa,
ricostruire con mani tremanti
una vita nuova, che porta le cicatrici della vecchia,
ma che non smette di provarci.
Perché non si torna indietro.
Si ricomincia.
Andrew Faber