Dott. Nicola Zullo

Dott. Nicola Zullo neurochirurgo libero professionista dedicato alla cura delle malattie della colonna vertebrale e del sistema nervoso

A breve inizierò una nuova collaborazione con il centro poliambulatoriale Diagnosis Service di Cosenza; avrò l’opportuni...
11/06/2025

A breve inizierò una nuova collaborazione con il centro poliambulatoriale Diagnosis Service di Cosenza; avrò l’opportunità di mettere a disposizione dei pazienti calabresi il bagaglio ventennale di esperienza in chirurgia vertebrale grazie all’ospitalità e all’intraprendenza della dottoressa Caterina Iorio. Il centro nasce con la volontà di riunire specialisti di eccellenza in vari campi della medicina e della chirurgia, provenienti da tutta Italia, per offrire consulenze di elevato livello alla popolazione.
Ringrazio la dottoressa Iorio per avermi dato l’opportunità di partecipare al progetto.

Diagnosis Service è un Centro Polispecialistico d'eccellenza che offre visite e servizi con i migliori nel campo medico.

MIELOPATIA SPONDILOGENA CERVICALEPer mielopatia si intende una sofferenza del midollo spinale con conseguente sviluppo p...
17/03/2024

MIELOPATIA SPONDILOGENA CERVICALE
Per mielopatia si intende una sofferenza del midollo spinale con conseguente sviluppo progressivo di deficit neurologici, caratterizzati da disturbi sia di tipo sensitivo che motorio che possono interessare sia le braccia che le gambe. Nel caso della mielopatia spondilogena questo malfunzionamento del midollo spinale è causato dalla compressione da parte di speroni ossei che si formano sui margini delle vertebre cervicali per fenomeni legati al l’artrosi, che altro non sono se non le manifestazioni di invecchiamento della colonna. La mielopatia è una malattia che può arrivare ad essere grave ed invalidante se lasciata agire indisturbata nel tempo, causando una paralisi progressiva si 4 arti che solitamente si manifesta da principio con difficoltà nei movimenti fini e di precisione delle dita delle mani, sensazione di rigidità e legnosità degli arti inferiori con compromissione sempre più evidente della deambulazione, ed alterazioni della sensibilità ai 4 arti. La diagnosi si affida principalmente alla risonanza magnetica, che mette in evidenza il quadro di artrosi, la compressione del midollo spinale e l’eventuale presenza di alterazione di segnale al suo interno, espressione di un danno ischemico. La Tac può essere utile ad integrare i dati di risonanza per meglio evidenziare gli osteofiti, cioè gli speroni ossei che provocano la compressione del midollo. Per esplorare la funzione sensitiva e motoria del midollo e valutarne il grado di compromissione vengono effettuati i potenziali evocati sensitivi e motori, la cui alterazione è espressione di malfunzionamento.
La terapia della mielopatia non prevede alternative sicuramente efficaci alla chirurgia. Si può curare l’aspetto riabilitativo per migliorare le performances motorie dei pazienti ed aiutarli a mantenere l’autonomia nel camminare e nelle attività quotidiane. Talvolta si applicano protocolli farmacologici a base di cortisone e antinfiammatori, ma solitamente con risultati parziali e temporanei. Quando la malattia inizia a manifestarsi con disturbi neurologici viene posta l’indicazione chirurgica, che consiste nella decompressione del midollo spinale con un approccio anteriore in cui si rimuovono le fonti di compressione.
Questa decompressione può essere ottenuta tramite lo svuotamento di singoli dischi frapposti fra una vertebra e l’altra o rimuovendo uno o più corpi vertebrali (corpectomia). Lo scopo principale dell’intervento è quello di arrestare la progressione ed il peggioramento della malattia, mentre una percentuale significativa di pazienti sperimenta un miglioramento dei disturbi accusati prima dell’intervento.
Le immagini si riferiscono ad una radiografia di controllo di un paziente sottoposto a corpectomia cervicale e ricostruzione con sostituto di corpo in titanio e placca anteriore

chirurgia complessa della colonna lombare: una soluzione impegnativa per il paziente ed il chirurgo.Con il progressivo i...
29/03/2023

chirurgia complessa della colonna lombare: una soluzione impegnativa per il paziente ed il chirurgo.
Con il progressivo invecchiamento della popolazione sempre più spesso negli ambulatori dei chirurghi vertebrali giungono pazienti con sintomi cronici di lombosciatalgia che si sono dimostrati resistenti alle terapie ed ai trattamenti conservativi di primo e di secondo livello, intendendo per trattamenti di secondo livello le terapie che si effettuano presso gli ambulatori di terapia antalgica.
In un buon numero di casi questi pazienti presentano quadri strumentali di grave compromissione strutturale della colonna lombare, causati dai fenomeni artrosici di invecchiamento ed usura degli elementi costitutivi della colonna stessa.  Come conseguenza diretta la colonna spesso perde la sua normale e fisiologica curvatura, sviluppando una deformità nota come scoliosi o cifo-scoliosi. In questi casi lo scopo dell’intervento chirurgico è duplice: liberare i nervi intrappolati all’interno della colonna lombare e ripristinare il più possibile la sua fisiologica curvatura. Per ottenere questo, e necessario utilizzare dispositivi protesici che danno supporto alla colonna e la mantengono nella posizione ideale, il più vicino possibile ai parametri di normalità calcolati per ogni singolo paziente. Questo tipo di interventi differiscono dalle procedure chirurgiche di routine sia per durata, essendo nettamente più lunghi rispetto a questi ultimi, sia per l’aumento del rischio di complicanze, commisurato alla notevole difficoltà tecnica. Per la buona riuscita dell’intervento è necessaria una accurata pianificazione pre operatoria dell’intervento, una attenta valutazione dello stato clinico del paziente  ed un’approfondita discussione sui rischi e sui benefici della procedura, per fornire al paziente tutti gli elementi necessari ad una decisione consapevole.

Le tecniche di chirurgia vertebrale mini invasiva possono essere un valido aiuto per trattare alcune patologie che in pr...
04/11/2022

Le tecniche di chirurgia vertebrale mini invasiva possono essere un valido aiuto per trattare alcune patologie che in precedenza venivano affrontate con approcci tradizionali. Le procedure mini invasive hanno il pregio di avere un minor impatto sui tessuti, in particolare sui muscoli, che costituiscono un sostengo fondamentale per la colonna. Una patologia in cui le tecniche mini invasive hanno avuto un impatto notevole è la frattura vertebrale, laddove per una serie di motivi non si possa ricorrere alla vertebroplastica. In questo caso la paziente con frattura post traumatica di D12 aveva tentato un approccio conservativo con busto ortopedico senza risolvere il dolore dovendo ricorrere ad una terapia cronica con oppiacei. La vertebra inoltre si è deformata con il tempo accentuando la curva cifotica della colonna. Per il trattamento è stato scelto un approccio mini invasivo con viti percutanee sopra e sotto la frattura e viti corte sulla vertebra fratturata, posizionate con l’ausilio del navigatore spinale, che consente una notevole precisione anche quando lo spazio a disposizione delle viti è esiguo. Da ultimo sono state cementate le viti di ancoraggio su T11 ed L1 per conferire maggiore resistenza al carico e ridurre il rischio di fallimento. La paziente è stata dimessa in terza giornata senza complicanze, e sta seguendo un programma di svezzamento dai farmaci.

Tra le tecniche cosiddette “mini-invasive” una delle più promettenti ed efficaci è rappresentata dall’utilizzo delle vit...
03/08/2022

Tra le tecniche cosiddette “mini-invasive” una delle più promettenti ed efficaci è rappresentata dall’utilizzo delle viti peduncolari divergenti o CBTS (cortical bone trajectory screws). Queste differiscono dalle classiche viti peduncolari in titanio per il loro percorso, sostanzialmente inverso rispetto a quelle tradizionali. Le viti divergenti presentano un punto di ingresso molto più prossimo alla linea mediana, pertanto possono essere alloggiate con ferite chirurgiche molto piccole e con uno scollamento della muscolatura molto limitato. Hanno inoltre il pregio di intercettare nel loro tragitto la parte più compatta dell’osso, la cosiddetta corticale, in ben tre punti diversi, pertanto si prestano ad essere usate anche nei pazienti anziani con scarsa qualità dell’osso per osteoporosi. Il decorso post operatorio solitamente è più rapido e meno gravoso per il paziente rispetto a quello degli interventi di stabilizzazione con viti classiche, il dolore è più facile da controllare e la ripresa più spedita. La tecnica chirurgica prevede una pianificazione pre operatoria del tragitto mediante una tac con ricostruzione 3d e la monitorizzazione con una sonda ellettromiografica per minimizzare il rischio di mal posizionamento. Alla casa di cura città di Bra l’intervento viene condotto con l’ausilio del navigatore spinale, una sorta di GPS che guida le mani del chirurgo consentendogli di alloggiare le viti con precisione millimetrica evitando errori di traiettoria. Questa tecnica rende inutile il ricorso al planning pre operatorio e alla monitorizzazione elettromiografica, accelerando i tempi di esecuzione dell’intervento. Su questa variazione di tecnica stiamo conducendo da circa un anno uno studio prospettico per valutarne l’impatto sul paziente.

Da alcuni anni è ormai nota l’importanza di ridare una curvatura il più possibile fisiologica a livello della colonna lo...
24/04/2022

Da alcuni anni è ormai nota l’importanza di ridare una curvatura il più possibile fisiologica a livello della colonna lombare. Questa curvatura, nota come lordosi, si può ormai calcolare nei suoi valori teorici con molta precisione, consentendo di ottenere dei valori a cui il chirurgo deve guardare per avvicinarsi ad essi, per ottenere un buon risultato nel miglioramento dei sintomi e nella durata delle protesi a medio e lungo termine. La nostra equipe ha sviluppato diverse strategie all’avanguardia per guadagnare la lordosi anche in situazioni in cui questa era andata perduta e non è stata sufficientemente corretta con interventi precedenti. Una di queste tecniche, molto potente, è la ACR, sigla anglosassone che significa resezione della colonna anteriore. La tecnica è ad accesso laterale, e prevede di mobilizzare al massimo la colonna tagliando il legamento che decorre anteriormente, noto come legamento longitudinale anteriore. Questa manovra consente di alloggiare delle gabbie al posto del disco che sono in grado di ridare parecchi gradi dì lordosi alla colonna, consentendo di centrare gli obiettivi teorici calcolati nella fase di pianificazione dell’intervento. La tecnica viene al momento utilizzata solo da pochi centri, perché necessita di una esperienza notevole sull’approccio laterale. Per informazioni e approfondimenti contatto diretto tramite mail zullo.niky@gmail.com

Grazie per la pazienza. Stiamo effettuando dei lavori sul sito e ritorneremo a breve.   Iniziate a contattarmi e seguirmi sulla mia pagina Facebook    

Da qualche anno lo sviluppo delle tecniche mini invasive di protesizzazione della colonna hanno portato a ripensare i cl...
10/02/2022

Da qualche anno lo sviluppo delle tecniche mini invasive di protesizzazione della colonna hanno portato a ripensare i classici interventi di artrodesi sviluppati già a partire dalla metà degli anni ‘50 del novecento, privilegiando l’aspetto della salvaguardia dei tessuti, in particolare di quello muscolare che svolge una importante azione stabilizzatrice a livello della colonna. Le viti a decorso divergente, in lingua anglosassone note come cortical bone trajectory screws o cbts, ne sono un chiaro esempio. La traiettoria di queste viti è opposta a quella seguita dalle classiche viti peduncolari, ancora oggi utili in numerose patologie degenerative della colonna, permettendo così una minor esposizione dell’osso e uno scollamento dei muscoli estremamente ridotto. Tuttavia la loro tenuta meccanica è ottima perché fanno presa in tre punti sulla parte più dura e resistente dell’osso, la cosiddetta corticale. Ciò le rende molto utili anche in caso di soggetti anziani con una scarsa qualità dell’osso o in soggetti con osteoporosi. Il risultato è una ferita chirurgica molto piccola, un dolore post chirurgico molto ridotto e più gestibile ed una degenza accorciata rispetto a quella degli interventi con tecnica classica. La nostra equipe utilizza questa tecnica ogni volta che questa sia applicabile al caso specifico da trattare, utilizzando il navigatore spinale per rendere il posizionamento delle viti il più accurato possibile e riducendo drasticamente il rischio di mal posizionamento; spesso come tecnica di protesizzazione del disco viene scelta la tecnica laterale, anch’essa mini invasiva ma notevolmente più vantaggiosa in termini di garanzie di durata a medio lungo termine. Il risultato finale è un impianto molto solido con un trauma chirurgico estremamente contenuto.

12/01/2022

Oggi i chirurghi vertebrali hanno a disposizione tecnologie e materiali che consentono soluzioni raffinate e meno invasive di problemi complessi della colonna, con minor invasività e tempi di recupero più rapidi. In questa paziente, affetta da fratture vertebrali multiple su base osteoporotica che avevano causato un incurvamento del busto e una sintomatologia dolorosa cronica invalidante e refrattaria alle terapie conservative, è stata adottata una tecnica di fissazione dalla nona dorsale alla
quarta lombare, ibrida a cielo aperto + percutanea mini invasiva con cementazione delle viti e vertebroplastica di T11, allo scopo di dare supporto al rachide ed evitate un ulteriore peggioramento della sintomatologia dolorosa.

In particolari situazioni le procedure mini invasive possono sostituire le procedure classiche dì chirurgia strumentata ...
17/10/2021

In particolari situazioni le procedure mini invasive possono sostituire le procedure classiche dì chirurgia strumentata vertebrale ottenendo i medesimi risultati ma con il rispetto dei tessuti molli in particolare dei muscoli e delle fasce muscolari, che una volta guariti potranno continuare ad esercitare la loro funzione contrattile e dì supporto della colonna. Il decorso post operatorio solitamente è più rapido e consente un minor uso dì analgesici per il controllo del dolore.
L’accesso mini invasivo consente dì svuotare completamente il disco, sostituirlo con una gabbietta solitamente in titanio stampato in 3D, in modo da ottenere la fusione delle due vertebre per crescita dì un callo osseo, e inserire le viti dì bloccaggio in titanio passando attraverso il muscolo con la tecnica percutanea del filo guida, il cui inserimento nel nostro team è effettuato con l’ausilio del navigatore spinale, una sorta di gps della colonna. Qui dì seguito un esempio dì intervento mini invasivo sul tratto lombare.

12/06/2021

La tecnologia sta diventando parte integrante ed insostituibile nelle discipline chirurgiche, e la chirurgia spinale non è da meno. Negli ultimi anni l’evoluzione dei materiali ha subito una accelerazione grazie all’introduzione delle stampanti 3D che consentono di produrre elementi protesici più efficienti e spesso adattati alle esigenze del singolo paziente. Ancora più importante è il ruolo assunto dalle tecnologie di immagine, che consentono di ottenere in sala operatoria una ricostruzione volumetrica tridimensionale della colonna vertebrale del paziente che può essere utilizzata per “navigare”, ovvero studiare in tempo la traiettoria ideale per l’impianto delle protesi con una precisione millimetrica evitando le complicanze da mal posizionamento e riducendo i tempi chirurgici, proprio come si farebbe con un navigatore GPS per raggiungere una località non conoscendo il percorso. L’ultima frontiera della tecnologia per immagini è costituita da lenti olografiche che consentono di sovrapporre al paziente un modello tridimensionale della sua stessa colonna ottenuto con Tac o Risonanza Magnetica allo scopo di individuare strutture anatomiche di interesse particolare, come i vasi sanguigni e i nervi, e di studiare traiettorie favorevoli per gli impianti delle protesi.
La nostra equipe è all’avanguardia nell’utilizzo delle nuove tecnologie quali navigazione, robotica e immagini olografiche, grazie anche alla collaborazione con start up che operano nel settore.

Discectomia e foraminotomia endoscopica L4/L5. Da oggi grazie alla tecnica endoscopica, poco invasiva ed estremamente co...
09/12/2020

Discectomia e foraminotomia endoscopica L4/L5. Da oggi grazie alla tecnica endoscopica, poco invasiva ed estremamente conservativa sui tessuti molli quali muscoli e fasce muscolari è possibile candidare alla chirurgia dell’ernia discale e delle stenosi del forame ( restringimento del foro di uscita della radice nervosa) anche pazienti anziani e con pluripatologie che potrebbero controindicare procedure più invasive e complesse. L’intervento può essere condotto sia in anestesia generale che eventualmente in anestesia locale accompagnata da blanda sedazione (sedo-analgesia), e permette di ottenere un decorso post operatorio con rapido recupero e dolore post chirurgico limitato.

La spondilolistesi è una causa frequente di dolore lombare cronico e sciatalgia resistenti ai trattamenti farmacologici ...
04/04/2020

La spondilolistesi è una causa frequente di dolore lombare cronico e sciatalgia resistenti ai trattamenti farmacologici e riabilitativi. Consiste nello scivolamento di una o più vertebre rispetto alle altre, con perdita dei rapporti tra le articolazioni, disallineamento delle vertebre rispetto alla linea ideale che le congiunge e conseguente riduzione di calibro del canale vertebrale che ospita le radici nervose. Il restringimento del canale determinato dallo scivolamento è il responsabile della comparsa dei disturbi di tipo doloroso e delle alterazioni della sensibilità degli arti inferiori, che limitano progressivamente l’autonomia nel camminare. La gestione conservativa della spondilolistesi non è semplice, passa attraverso un trattamento riabilitativo di medio/lungo termine che ha come scopo il rinforzo della muscolatura del tronco e che richiede molta costanza e forza di volontà da parte del paziente; a questo spesso si affianca l’uso di farmaci analgesici ed anti dolorifici, talvolta sotto forma di infiltrazioni nell’ambito di una terapia del dolore integrata.
Nella mia esperienza molte spondilolistesi arrivano a necessitare dell’intervento chirurgico, che ha il duplice scopo di decomprimere le radici nervose ampliando il canale spinale e di impedire lo scivolamento riportando la vertebra scivolata in linea con le altre grazie all’uso di mezzi di sintesi (gabbiette nel disco, viti peduncolari in titanio). L’intervento è a basso rischio di complicanze e ad alta percentuale di successo ( > 95%). La degenza media in un normale decorso postoperatorio è tra i 4 ed i 6 gg, il periodo di convalescenza di un mese durante i quali sono sconsigliati sforzi fisici e sollevamento di pesi ed un successivo ciclo di ginnastica riabilitativa per migliorare la situazione della muscolatura.

Indirizzo

Casa Di Cura Città Di Bra, Via Montenero 1
Bra
12042

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Dott. Nicola Zullo

Salve a tutti

sono il dottor Nicola Zullo, mi sono laureato in medicina e chirurgia nel 1996 presso l’Università degli studi di Torino ed ho conseguito il diploma di specialità in Neurochirurgia nel 2002 presso la scuola di specialità di Torino.

Ho prestato servizio come medico specialista in formazione presso il reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Giovanni Battista di Torino, occupandomi principalmente di problematiche vascolari cerebrali e di tumori cranici. Nel 2003, conseguito il diploma di specialità con il massimo dei voti, ho iniziato la mia carriera presso il reparto di Neurochirurgia dell’ospedale CTO di Torino, dove ho proseguito il mio iter professionale interessandomi principalmente della traumatolgia cranica e spinale e delle malattie vascolari cerebrali. All’inizio del 2004 ho dato vita, insieme ad altri due colleghi provenienti dal CTO di Torino, alla prima Unità Funzionale di Neurochirurgia in ambito privato accreditato in Piemonte, con l’intento di trattare ad alto livello con competenza e professionalità tutte le patologie sia craniche che spinali. L’elevato standard delle dotazioni tecnologiche messe a disposizione dal gruppo privato e le dinamiche snelle di gestione dei pazienti hanno fatto si che l’Unità di Neurochirurgia crescesse fino a diventare punto di riferimento per la patologia neurochirurgica in Piemonte e Valle d’Aosta. A fine 2005 l’equipe di cui facevo parte venne selezionata per creare un servizio di emergenza ed urgenza neurochirurgica nell’ambito dell’ospedale U. Parini di Aosta con la formula della fornitura in outsourcing. L’esperienza, conclusa nel 2013, è stata pionieristica dal punto di vista dell’integrazione tra pubblico e privato ed ha costituto un modello ancora oggi valido e spesso utilizzato. Nel corso degli anni, pur continuando ad occuparmi anche di patologia cranica, il mio interesse si è spostato sulle problematiche inerenti la colonna vertebrale. A questo proposito ho curato l’aspetto della protesica mini-invasiva di colonna, imparando di volta in volta le tecniche più innovative in questo ambito e impiegandole per migliorare costantemente i risultati ottenibili con la chirurgia; nel 2011 fui tra i primi in Italia ad adottare la tecnica di artrodesi con approccio laterale, oggi diventata punto di riferimento per la chirurgica protesica di colonna di alto livello. Dal 2011 in avanti il training in ambito della chirurgia mini-invasiva mi ha permesso di affinare sempre di più tali tecniche, fino a diventare io stesso divulgatore delle medesime in qualità di tutor nell’ambito di programmi di education finalizzati alla formazione di chirurghi spinali. Ho partecipato a numerosi corsi di aggiornamento in Europa e negli Stati Uniti, sia per imparare nuove tecniche sia come Tutor. Dal 2016 svolgo attività libero professionale nell’ambito della chirurgia vertebrale finalizzata al trattamento delle patologie degenerative, malformative, traumatiche e delle deformità della colonna vertebrale. Tale attività si è svolta per conto di numerosi gruppi sanitari privati in Piemonte, Lombardia e Toscana. Attualmente lavoro in qualità di consulente per la chirurgia spinale presso la Casa di Cura Città di Bra, Cuneo, Piemonte.