Salviamo la Costituzione

Salviamo la Costituzione No alla riforma costituzionale Renzi-Boschi Salviamo la Costituzione - Comitato bergamasco per il No al Referendum Costituzionale sulla Legge Renzi Boschi.

03/06/2025
30/05/2025

Tutti amiamo il Tricolore, simbolo della nostra Italia. Ma siete sicuri di conoscere la sua vera storia? Circola una leggenda affascinante: tre studenti, una soffitta, e la nascita della nostra bandiera. Romantico, vero? Eppure, la storia ufficiale ci porta altrove... siete pronti a scoprire dove e come nacque davvero?

Preparatevi a una sorpresa: non fu Roma la culla del nostro vessillo, ma Reggio Emilia! Proprio in questa città emiliana, il 7 gennaio 1797, i colori bianco, rosso e verde furono scelti per la prima volta. Un momento storico, deciso non in una soffitta segreta, ma in un contesto ben più formale.

Infatti, la nascita del Tricolore fu un atto politico solenne, avvenuto durante il Congresso della Repubblica Cispadana, che riuniva i rappresentanti di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara. Furono loro a proclamare questi colori come simbolo della neonata repubblica. Una scelta precisa, documentata, che segnò l'inizio di un lungo cammino.

Quindi, la prossima volta che i vostri occhi si poseranno sul Tricolore, ricordate la sua vera genesi: non una leggenda sussurrata, ma una decisione storica presa nel cuore dell'Emilia. Una storia di volontà collettiva che merita di essere conosciuta.

21/04/2025

Danilo Dolci, Una rivoluzione nonviolenta. La vita e l’opera di un uomo di pace (Altreconomia, 2024)

Domenica 27 aprile, ore 11.00
L’autore GIUSEPPE BARONE in dialogo con GERARDO MELCHIONDA, coordinamento di Libera Bergamo

Presso: Sala Lettura – Area Narrativa – Fiera dei Librai Bergamo

L’evento si inserisce nell’ambito di Eirenefest, il Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza. Nato a Roma nel 2022 come evento nazionale, negli anni successivi è stato affiancato da una rete di edizioni locali. Quest’anno si tiene il primo EireneFest a Bergamo. Vuole essere un’occasione preziosa di approfondimento, confronto, creazione di relazioni tra le persone e le realtà sociali.

Organizzato con Fiera dei Librai Bergamo

Per maggior dettagli: https://www.laportabergamo.it/eirenefest/

30/03/2025

Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo.

dal diario di Anne Frank

18/03/2025

Trieste: una piccola città sul mare che ha cambiato il corso della letteratura mondiale.

Negli angoli di questa affascinante città di confine, James Joyce passeggiava mentre componeva parti del suo capolavoro "Ulisse". L'aria salmastra del porto si mescolava con le idee rivoluzionarie che avrebbero trasformato per sempre il romanzo moderno.

Nello stesso periodo, Italo Svevo, commerciante triestino e scrittore, prendeva lezioni di inglese proprio da Joyce. Chi l'avrebbe mai detto che da questo incontro nascesse un'amicizia che avrebbe influenzato entrambi? Joyce aiutò a far conoscere l'opera di Svevo al mondo, mentre la vita quotidiana triestina si infiltrava nelle pagine di entrambi.

Trieste era un crocevia unico di culture - italiana, austriaca, slava - che creava un ambiente perfetto per la sperimentazione letteraria. Questo miscuglio culturale ha nutrito alcuni dei testi più innovativi del secolo scorso.

Le tracce di questo straordinario periodo culturale sono ancora visibili a Trieste, aspettando solo di essere riscoperte.

18/03/2025

🏰Imponente Castello di Miramare ( Trieste) con vista dall'alto 🇮🇹

📸 FOTO Valentina Irrera

14/03/2025

"Non a caso l'italiano è una delle più belle e affascinanti lingue del mondo. Bisogna sapere, prima di tutto, che un tempo in Europa c'era una confusione assordante di innumerevoli dialetti derivati dal latino che, a poco a poco, attraverso i secoli, si sono organizzati in diverse lingue - francese, portoghese, spagnolo, italiano. In Francia, in Portogallo e in Spagna c'è stata un'evoluzione organica: il dialetto della città più importante è diventato la lingua dell'intero Paese. Quello che noi oggi chiamiamo francese deriva dal dialetto parigino medievale. Il portoghese è il dialetto di Lisbona. Lo spagnolo è essenzialmente madrileno. È la vittoria delle capitali.
Per l'Italia è andata diversamente. La differenza principale sta nel fatto che per un lunghissimo periodo l'Italia non è stata un Paese unito...
Non c'è da meravigliarsi, allora, che per secoli gli italiani abbiano scritto e parlato in dialetti tanto diversi da risultare reciprocamente incomprensibili....Nel XVI secolo, alcuni letterati italiani si sono riuniti e hanno deciso che era un'assurdità...Così questi intellettuali, con un procedimento che non ha eguali in Europa, hanno scelto il migliore tra tutti i dialetti locali e l'hanno eletto a lingua ufficiale. Per trovare il più bel dialetto d'Italia, sono dovuti tornare indietro di duecento anni, fino alla Firenze del XIV secolo. È stato deciso che da quel momento in avanti la vera lingua italiana sarebbe stata quella di Dante Alighieri...Dante...si era rivolto alla strada, aveva scelto il fiorentino parlato nel quotidiano...
L'italiano che parliamo oggi è, essenzialmente, il dantesco. Nessuna lingua europea ha un’ascendenza altrettanto nobile. E forse nessuna lingua più di questo italiano fiorentino del XIV secolo è mai stata concepita in una forma così adatta a esprimere le emozioni umane né arricchita dai contributi di un poeta tanto geniale....L’ultimo verso della Divina Commedia, in cui Dante descrive la visione di Dio stesso, è la rappresentazione di un sentimento comprensibile da chiunque abbia familiarità con il cosiddetto italiano moderno. Dante scrive che Dio non è soltanto una fulgida luce ma è anche, soprattutto, l’amor che move il sole e l’altre stelle..."
-- Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama, 2006

14/03/2025

Giosuè: “Perché i cani e gli ebrei non possono entrare babbo?”

Guido: “Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Eh, ognuno fa quello che gli pare Giosuè, eh. Là c'è un negozio, là, c'è un ferramenta no, loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh... e coso là, c'è un farmacista no: ieri ero con un mio amico, un cinese che c'ha un canguro, dico: "Si può entrare?", lui dice: "No, qui i cinesi e i canguri non ce li vogliamo". Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire oh?!”

Giosuè: “Ma noi in libreria facciamo entrare tutti.”

Guido: “No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?”

Giosuè: “I ragni. E a te?”

Guido: “A me...i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: "Vietato l'ingresso ai ragni e ai visigoti". Oh! E mi hanno rotto le scatole ‘sti visigoti, basta eh!”

30/01/2025

In occasione dell'anniversario della nascita dell'indimenticabile Giorgio Gaber desidero ricordarlo con questa sua stupenda poesia

UNO SPAZIO VUOTO CHE VA ANCORA POPOLATO

Un uomo affascinato
da uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato da corpi e da anime gioiose
che sanno entrare di slancio
nel cuore delle cose.
Popolato di fervore
e di gente innamorata
ma che crede all’amore
come una cosa concreta.
Popolato da un uomo
che ha scelto il suo cammino
senza gesti clamorosi
per sentirsi qualcuno.
Popolato da chi vive
senza alcuna ipocrisia
col rispetto di se stesso
e della propria pulizia.
Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato da un uomo talmente vero
che non ha la presunzione
di abbracciare il mondo intero.
Popolato da chi crede
nell’individualismo
ma combatte con forza
qualsiasi forma di egoismo.
Popolato da chi odia il potere
e i suoi eccessi
ma che apprezza
un potere esercitato su se stessi.
Popolato da chi ignora
il passato e il futuro
e che inizia la sua storia
dal punto zero
Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato da chi é certo
che la donna e l’uomo
siano il grande motore
del cammino umano.
Popolato da un bisogno
che diventa l’espressione
di un gran senso religioso
ma non di religione.
Popolato da chi crede
in una fede sconosciuta
dov’é la morte che scompare
quando appare la vita.
Popolato da un uomo
cui non basta il crocefisso
ma che cerca di trovare
un Dio dentro se stesso.

Giorgio Gaber

dal web

30/01/2025

Bellissimo e terribile, il documentario "No other land" sulla demolizione dei villaggi palestinesi in Cisgiordania merita il premio Oscar a cui è candidato. La luce negli occhi dei suoi due autori e protagonisti, il palestinese Basel Adra e l'israeliano Yuval Abraham, è così potente da riuscire a trasmetterci ancora speranza

30/01/2025

«Chi sono io? Spesso mi dicono
che esco dalla mia cella
disteso, lieto e risoluto
come un signore dal suo castello.
Chi sono io? Spesso mi dicono
che parlo alle guardie
con libertà, affabilità e chiarezza
come spettasse a me di comandare.
Chi sono io? Anche mi dicono
che sopporto i giorni del dolore
imperturbabile, sorridente e fiero
come chi è avvezzo alla vittoria.
Sono io veramente ciò che gli altri dicono di me?
O sono soltanto quale io mi conosco?
Inquieto, pieno di nostalgia, malato come uc***lo in gabbia,
bramoso di aria come mi strangolassero alla gola,
affamato di colori, di fiori, di voci d'uccelli,
assetato di parole buone, di compagnia
tremante di collera davanti all'arbitrio e all'offesa più meschina,
agitato per l'attesa di grandi cose,
preoccupato e impotente per l'amico infinitamente lontano,
stanco e vuoto nel pregare, nel pensare, nel creare,
spossato e pronto a prendere congedo da ogni cosa?
Chi sono io?
Oggi sono uno, domani un altro?
Sono tutt'e due insieme? Davanti agli uomini un simulatore
e davanti a me uno spregevole vigliacco?
Chi sono io? Questo porre domande da soli è derisione.
Chiunque io sia, tu mi conosci, o Dio, io sono tuo!»

Dietrich Bonhoeffer

30/01/2025

O voi che sapete
sapevate che la fame fa luccicare gli occhi
che la sete li offusca

O voi che sapete
sapevate che si può vedere sua madre morta
e restare senza lacrime

O voi che sapete
sapevate che al mattino si vuole morire
che alla sera si ha paura

O voi che sapete
sapevate che un giorno è più di un anno
un minuto più di una vita

O voi che sapete
sapevate che le gambe sono più vulnerabili degli occhi
i nervi più duri delle ossa
il cuore più solido dell’acciaio

sapevate che le pietre del camino non piangono
che c’è una sola parola per lo spavento
una sola parola per l’angoscia

sapevate che la sofferenza non ha limiti
l’orrore non ha frontiere

Lo sapevate
voi che sapete

(Charlotte Delbo, Nessuno di noi ritornerà)

Charlotte Delbo è una potessa e drammaturga francese, deportata nel 1943 ad Auschwitz e poi a Ravensbruck. Sopravvissuta, scrisse manoscritti e opere teatrali.

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