Marcello Gianquinto

Marcello Gianquinto Fisioterapista presso lo studio Physis di Viale Sant'Eufemia 58 a Brescia

La cefalea cervicogenica si distingue da altri tipi di cefalea per il fatto che tale disturbo origina da una struttura c...
17/01/2024

La cefalea cervicogenica si distingue da altri tipi di cefalea per il fatto che tale disturbo origina da una struttura cervicale; la struttura coinvolta può essere, per esempio, una articolazione, un disco intervertebrale o un tessuto molle a livello delle prime 3 vertebre cervicali.
I sintomi tipici di cefalea cervicogenica sono caratterizzati da un dolore unilaterale, spesso il dolore ha inizio dal tratto cervicale spostandosi poi anteriormente verso il capo nella zona delle tempie e degli occhi; in alcuni casi può arrivare a coinvolgere la spalla e il braccio.
Talvolta possono essere presenti nausea, fotofobia, fonofobia, senso di instabilità, visione offuscata, difficoltà nella deglutizione ed edema unilaterale soprattutto nell’area perioculare.
I sintomi sono innescati da movimenti del collo, posizioni protratte del capo, posture scomode mantenute o una palpazione provocativa della regione cervicale superiore o occipitale.
Ma quale è il meccanismo che scatena questa reazione?
Il dolore viene riferito alla testa poichè alcune informazioni, in partenza dal rachide cervicale alto, dirette al cervello riguardanti una sofferenza tissutale, passano da un "centro di smistamento" noto come nucleo trigemino cervicale dove convergono anche le informazioni provenienti dal nervo trigemino. Per motivi ancora non del tutto chiari, a causa di questa convergenza, talvolta, al cervello giunge una informazione alterata, come se il problema fosse nella zona di innervazione del nervo trigemino. Come è noto, il nervo trigemino innerva il capo e, nonostante in tale area non saranno presenti disfunzioni, il dolore sarà riferito in questa area di innervazione.
Il problema è risolvibile tramite una diagnosi differenziale per escludere altre tipologie di cefalea, individuando la struttura o l'area cervicale dalla quale si scatena il sintomo e trattandola in modo da risolvere il dolore.

La "sindrome della bandelletta ileotibiale" è una sindrome infiammatoria, data da un sovraccarico, che va a colpire ques...
12/01/2024

La "sindrome della bandelletta ileotibiale" è una sindrome infiammatoria, data da un sovraccarico, che va a colpire questa struttura fasciale che funge inserzione per diversi muscoli dell'anca.
Le persone maggiormente colpite da questo disturbo sono atleti, in modo particolare i runner, ma talvolta colpisce anche chi, svolgendo una vita sedentaria, si appresta ad affrontare una attività motoria al quale non è adeguatamente preparato.
Il dolore è riferito nella parte esterna del ginocchio ma può anche coinvolgere la parte laterale della coscia, dove la bandelletta sale fino al bacino. Il dolore può essere evocato durante la flesso-estensione di ginocchio: per esempio nella corsa e nei salti ma, nei casi nei quali l'infiammazione è maggiore, può essere presente anche durante la semplice deambulazione.
Il problema viene affrontato in primis con una educazione alla gestione del dolore, in secondo luogo con re-training ed esercizio terapeutico finalizzato a riportare le strutture coinvolte alla tolleranza agli stress.
La terapia manuale non propone tecniche particolarmente significative sul trattamento di questo problema che va quindi affrontato "attivamente" da parte del paziente.
E' possibile lavorare su numerosi fattori di rischio in modo da ridurre la possibilità che il problemi si possa ripresentare; in questo caso il paziente deve essere educato nella gestione autonoma della prevenzione.
Il trattamento farmacologico antidolorifico può essere valutato dal medico a seconda dell'intensità del problema e delle necessità, spesso lavorative, del paziente.
Il riposo funzionale prolungato aumenta sensibilmente i tempi di recupero e pone le basi per possibili recidive.
Non esistono evidenze significative su eventuali benefici delle terapie fisiche in questo ambito (TENS, magnetoterapia, ultrasuoni, TECAR ecc...)

19/04/2023
Mai mettere le parole fisioterapista e massaggio nella stessa frase!Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realm...
24/02/2023

Mai mettere le parole fisioterapista e massaggio nella stessa frase!

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale ;)

Se un professionista, dopo una visita, vi dice che soffrite di lombalgia non vi sta dicendo nulla che non sapete già. Qu...
21/02/2023

Se un professionista, dopo una visita, vi dice che soffrite di lombalgia non vi sta dicendo nulla che non sapete già. Questo termine è infatti utilizzato in ambito sanitario per descrivere il comune mal di schiena, quindi un sintomo, non una causa.

Non è facile trovare l’origine del dolore: prima di tutto bisogna capire se il problema è locale oppure riferito. Per esempio, un problema alle anche può proiettare un dolore nella zona lombare.

Se il problema è locale, la struttura interessata potrebbe essere (in elenco le principali):
- disco intervertebrale
- corpo vertebrale
- faccette articolari
- muscolatura del tronco
- radici nervose
- legamenti
Per ognuno di questi distretti ci sono diversi approcci terapeutici.

Il dolore può nascere anche per motivi di sensibilizzazione, viscerali, legati al sistema immunitario o di origine neoplastica.

Vi ho riassunto solo una parte di ciò che può nascondersi dietro alla parola “lombalgia”.
Una volta trovata la fonte del dolore (ciò richiede un tempo variabile a seconda della presentazione dei sintomi), si mette in atto un trattamento che mira a risolverlo nel minor tempo possibile.

Le proposte terapeutiche del fisioterapista sono innumerevoli e variano molto da problema a problema così come sono differenti i tempi di risoluzione.

Per informazioni o prenotazioni:
Studio Fisioterapico Physis
Dott. Marcello Gianquinto
Tel: 350 1345013

Essendo il fisioterapista, al pari delle altre professioni sanitarie, un professionista che può lavorare sia in autonomi...
20/02/2023

Essendo il fisioterapista, al pari delle altre professioni sanitarie, un professionista che può lavorare sia in autonomia che in equipe, la sua prestazione può essere detratta nella misura del 19% con la denuncia dei redditi. Ciò è dovuto al fatto che la nostra figura ha iniziato un lungo percorso che nel tempo l’ha portata a una indipendenza professionale che nei primi anni ‘90 ci si poteva solamente sognare.
E’ fondamentale sincerarsi che il professionista al quale vi rivolgerete sia veramente un fisioterapista poiché, nel nostro ambito, l’abusivismo ha assunto proporzioni veramente drammatiche. Nel caso doveste incappare in un abusivo, naturalmente, non potrete usufruire di alcuna detrazione o, tentando di detrarre le prestazioni, incappereste in antipatiche sanzioni.
Nelle fonti sono presenti tutte le prestazioni detraibili relative anche ad altre professioni sanitarie.

Per informazioni o prenotazioni:
Studio Fisioterapico Physis
Dott. Marcello Gianquinto
Tel: 350 1345013

Fonti: Quesiti Caf confartigianato (agenziaentrate.gov.it)
L'Agenzia - Spese sanitarie detraibili - Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it)
L'Agenzia - I controlli e l’eventuale restituzione - Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it)

L’attività fisica consigliata è divisa in fasce di età:Adulti    • dovrebbero praticare almeno 150-300 minuti settimanal...
10/02/2023

L’attività fisica consigliata è divisa in fasce di età:

Adulti
• dovrebbero praticare almeno 150-300 minuti settimanali di attività fisica aerobica di moderata intensità o 75-150 minuti settimanali di attività fisica aerobica vigorosa, oppure combinazioni equivalenti delle due modalità
• per ottenere ulteriori benefici, dovrebbero eseguire attività di rafforzamento muscolare a intensità moderata o superiore che coinvolga tutti i principali gruppi muscolari, almeno due giorni a settimana.
Anziani
• come per gli adulti, e in più
• dovrebbero eseguire, almeno tre giorni a settimana, attività fisica multicomponente differenziata per migliorare l’equilibrio e attività di rafforzamento a intensità moderata o superiore, per aumentare la capacità funzionale e prevenire le cadute accidentali.
Ci sarebbero altre categorie ma, per queste e altro, vi rimando alle fonti, per mancanza di spazio concesso
I principali benefici dell’attività fisica sono:
miglioramento del benessere psicofisico
riduzione dei sintomi di ansia, stress, depressione e solitudine
miglioramento del sonno
aiuta a smettere di fumare
aiuta a regolare la pressione arteriosa, il livello di glicemia e colesterolo
aiuta a prevenire artrosi, malattie metaboliche, cardiovascolari e tumorali
contribuisce a ridurre il tessuto adiposo in eccesso
riduce il rischio di cadute nella popolazione anziana
contribuisce a gestire le principali patologie croniche non trasmissibili
migliora la qualità della vita

Non è quindi mai troppo tardi per migliorare il nostro stile di vita ed evitare conseguenze spiacevoli della sedentarietà; evitate di pensare che saranno sempre gli altri ad ammalarsi.
Un consiglio personale: non bisogna approcciarsi al movimento e, in generale, a uno stile di vita più sano, con l’idea di affrontare “il male minore”, è difficile reggere nel lungo periodo in quest’ottica. L’ideale è fare una riflessione sul proprio futuro e su come un processo di automiglioramento possa portare un benessere maggiore a noi e a chi ci sta intorno.

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Fonti:
Attività fisica - EpiCentro - Istituto Superiore di Sanità (iss.it)

Il dolore che origina dall’articolazione temporo-mandibolare, può manifestarsi sia localmente sia verso aree prossime al...
07/02/2023

Il dolore che origina dall’articolazione temporo-mandibolare, può manifestarsi sia localmente sia verso aree prossime all’articolazione stessa; spesso i sintomi si irradiano verso l’orecchio, il ramo mandibolare, lo zigomo.
I sintomi dolorosi compaiono tipicamente con le attività legate alla bocca come mangiare, bere, sbadigliare, fumare, ecc… Tali sintomi possono portare a una limitazione dell’articolarità e rendere quindi difficoltose le comuni attività della vita quotidiana.
E’ importante comprenderne l’origine che può essere sia intra-articolare (che riguardano strutture interne all’articolazione come il disco) sia peri-articolare (che riguarda strutture prossime all’articolazione come la muscolatura).
Il ruolo della fisioterapia sta, negli ultimi anni, prendendo sempre più piede nel trattamento di questa tipologia di disturbi.
Ove risulti essere possibile e indicato, ci si affida sempre più spesso al fisioterapista per cercare di risolvere in modo non invasivo un problema che potrebbe talvolta portare a soluzioni più “impegnative” sotto diversi aspetti.

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Dott. Marcello Gianquinto
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Fonti:
The effectiveness of specific physiotherapy in the treatment of temporomandibular disorders (upol.cz)
The role of physical therapy for the treatment of temporomandibular disorders - PMC (nih.gov)

Le cefalee di tipo tensivo sono episodi ricorrenti di cefalea che durano da alcuni minuti ad alcune settimane. Il dolore...
03/02/2023

Le cefalee di tipo tensivo sono episodi ricorrenti di cefalea che durano da alcuni minuti ad alcune settimane. Il dolore è tipicamente pressante, di intensità che va da lieve a moderata. Nausea e vomito sono solitamente assenti, ma possono essere presenti fotofobia o fonofobia.
Questi mal di testa colpiscono tipicamente una o più aree, tra le quali, più frequentemente: occipitale, frontale, sopraccigliare, oculare.
Le parole "tensione" e "tipo" sottolineano la sua patogenesi incerta e indicano appunto che qualche tipo di tensione mentale o muscolare può svolgere un ruolo causale.

La ricerca in ambito fisioterapico ha, negli ultimi anni, affrontato questo problema stilando diversi protocolli di trattamento che vanno dall’utilizzo dei trigger point, alle tecniche in iperalgesia, all’allungamento della muscolatura sub-occipitale, all’utilizzo delle terapie fisiche, ecc…

Recenti studi hanno messo in evidenza l'importante ruolo della terapia non-farmacologica nel trattamento di questo disturbo.
L’approccio fisioterapico nelle cefalee di tipo tensivo ha portato a indiscutibili risultati sia nel loro trattamento che nella loro prevenzione e un esempio è dato da diversi studi tra i quali, quelli citati a pie di pagina.

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Fonti:
Physiotherapy for Tension-Type Headache: A Controlled Study - Torelli et al. 2016
Tension type headache - Ann Indian Acad Neurol. 2012 Aug

Il percorso post-universitario continua:ottenuta certificazione L1 Maitland per la valutazione e il trattamento dei dist...
29/01/2023

Il percorso post-universitario continua:

ottenuta certificazione L1 Maitland per la valutazione e il trattamento dei disturbi neuro-muscoli-scheletrici alla luce delle più attuali conoscenze neurobiologiche e neurodinamiche, inserite nel contesto biopsicosociale.

Grazie a .ch e Edumed

Non si finisce mai di ripassare. Ci si vede all'esame
08/01/2023

Non si finisce mai di ripassare. Ci si vede all'esame

16/12/2022

07/12/2022

Indirizzo

Viale Sant'Eufemia 58
Brescia
25135

Orario di apertura

12:30 - 14:30

Telefono

+393501345013

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