Dottor Paolo Giovanni Zani

Dottor Paolo Giovanni Zani In qs pagina non troverete spot comunicativi. Uso facebook con l'illusione che non lo debba servire. Buone letture!

Sono spunti di riflessione derivanti dai miei studi, dal mio lavoro in ambito clinico e formativo.

Ho sempre amato cercare la “verità”, per aiutare le persone, per curare le fragilità anche quando si é scomodi.A volte d...
26/03/2025

Ho sempre amato cercare la “verità”, per aiutare le persone, per curare le fragilità anche quando si é scomodi.

A volte dobbiamo scegliere perché essere scomodi scientificamente ha un “costo” perché a volte le stesse persone, la società non é pronta ad accettare… per diversi motivi.

Ho sempre stimato e ammirato quelle persone che hanno portato avanti una “scomodità” per il bene della società.

Sono persone che lasciano un segno con costi personali altissimi ma rendono questo mondo migliore!

Un cuore tenero e uno spirito forte.. sempre!

Buona intensa visione!

Tell the truth. This December watch Will Smith transform into Dr. Bennet Omalu. Join the discussion at www.concussion-movie.com .facebook.com/C...

Una meravigliosa passeggiata da Riva del Garda alla cascata del Ponale…Ristora il corpo e la mente.In un clima surreale…
02/11/2024

Una meravigliosa passeggiata da Riva del Garda alla cascata del Ponale…

Ristora il corpo e la mente.

In un clima surreale…

Un papà trasparente!Sentirsi “trasparente” in una famiglia è possibile?Per questo papà di certo!Quando mi ha detto quest...
03/10/2024

Un papà trasparente!

Sentirsi “trasparente” in una famiglia è possibile?
Per questo papà di certo!
Quando mi ha detto questa parola in un primo momento non capivo…
Poi ha iniziato il suo racconto…

“In casa mia mi sento trasparente! Mi sento di non esserci anche se ci sono.
Non so… è una sensazione dolorosa che rattrista in profondità.
Capita tutte le volte che sono in relazione con i miei figli e mia moglie.
Per esempio siamo in giro e quando parlo è come se non esistessi.
Le mie parole, che cercano di entrare in contatto con i miei figli, non vengono sentite… quasi fossero date al vento…
Provo a dire la mia, ad intervenire durante le discussioni, a dire un mio parere, a gestire situazioni difficili, a prendere delle decisioni… a fare insomma il papà… ma nulla… le mie parole sono il nulla!
Quando cerco di far vedere quello che succede e dichiaro ciò che è evidente mi dicono, compresa mia moglie, che è un “problema mio!”
Ho provato a fare il papà fin da quando i miei figli erano piccoli. Volevo esserci e non solo lavorare!
Volevo che il mio ruolo fosse presente nel processo di crescita dei miei figli… e cercavo di esserci durante la giornata.
Mi svegliavo la notte, cambiavo il pannolino, allattavo, giocavo con loro, gli leggevo le fiabe… insomma provavo a fare il papà…
Ma ora… ora… le mie parole non esistono!
La mia presenza durante le camminate non c’è! C’è ma è dietro… o meglio loro davanti e io dietro…
Io insomma sono divenuto trasparente!
Impalpabile!
Mi nascondo nel mio silenzio e provo a reagire… mi pare di non avere via di uscita!
Sembra che il mio ruolo in casa, per non dar fastidio, sia quello… di essere trasparente!
Ma io provo un senso di vuoto ed una tristezza infinita… che mi toglie tutte le energie e mi priva di un ruolo che ho sempre voluto e desiderato con tutto il mio cuore.”

A volte mi ritornano questi flashback… con annesse tutte le emozioni di questo ricordo!
Ricordo quelle parole e ricordo quel dolore.
Ricordo quel viso di papà e le lacrime che gli scorrevano sulle guance.

E i miei occhi ora… hanno una lacrima che nasce in un angolo… pronta a scendere!

Disagio adolescenziale!Baby gang, aggressioni, violenze…(a quei “lettori attenti” che usano l’ironia come strumento per ...
07/07/2024

Disagio adolescenziale!
Baby gang, aggressioni, violenze…

(a quei “lettori attenti”
che usano l’ironia come strumento per affrontare disagi seri,
ironia come sinonimo di intelligenza non di superficialità)

Prima di iniziare cliccare qui link… un musica che vi accompagnerà nella lettura…
“Nuvole bianche” – Ludovico Einaudi
https://www.google.com/search?q=nuvole+bianche+ascolto&rlz=1C1VDKB_itIT932IT932&oq=nuvole+bianche+ascolto&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOTIHCAEQIRigAdIBCjEwNDAxajBqMTWoAgiwAgE&sourceid=chrome&ie=UTF-8 =ive&vld=cid:b0a5eaf0,vid:4VR-6AS0-l4,st:0

Lasciatemi dire e scusatemi tanto se, nelle righe che leggerete, sono stato tanto…
forse troppo diretto e frontale!

Quando ci troviamo di fronte a fatti di cronaca che mostrano disagi adolescenziali significativi diveniamo tutti giudici e semplifichiamo il tutto sparando sentenze.
Chiaramente finché i fatti toccano le altre persone e non la nostra sfera priva.
Se invece siamo coinvolti in prima persona avremmo bisogno di persone meno giudicanti e più accoglienti e soprattutto che comprendessero, senza giustificare, la complessità del disagio di quel ragazzo.

Ragazze preadolescenti che per un ragazzo si aggrediscono selvaggiamente,
baby gang che fanno paura agli adulti nel bel mezzo delle grandi città,
adolescenti che sono in grado di aggredire ed uccidere un pari età per futili motivi,
giovani studenti che insultano e aggrediscono gli insegnanti,
il “branco” che, qualche anno (ormai rimosso), fa buttava sassi dai cavalcavia…

La sentenza degli adulti è sempre semplice!

Dall’alto della nostra posizione di adulti, non coinvolti, sentiamo che “è tutta colpa dei genitori” e se noi fossimo al posto di questi avremmo cresciuto quei figli in maniera diversa e più dura.

Quindi ricorriamo a reintrodurre il servizio militare,
a inasprire le pene anche in età minori,
o attivare percorsi preventivi per genitori (veri colpevoli o semplici capri espiatori)
aggiungendo anche percorsi preventivi nelle scuole.

Sempre risposte superficiali a disagi complessi!

Analizziamo un po' di più.

Un bambino, fin dal primo di vita, non rimane, diversamente da qualche decennio fa, all’interno della famiglia ma, si spera almeno dai 9 mesi del bambino molto spesso anche prima (per impossibilità lavorative), viene affidato a delle strutture educative.
Il bambino quindi entra nel mondo delle agenzie educative che affiancano il ruolo del genitore per parecchi anni.
Sicuramente fino a 16 anni, fine obbligo scolastico, o meglio a 18, con la conclusione dell’obbligo formativo (sfido chiunque a trovare un’azienda che assuma prima dei 18 anni), spesso fino alla maturità ed anche, speriamo tutti, alla laurea.
Quindi chi si occupa dell’educazione di quel bambino, futuro adulto, sono diverse agenzie educative e quindi diversi adulti che lo accompagnano e lo educano… almeno dovrebbero!

Ma, durante questo periodo di crescita, si affianca anche una educazione più subdola… non quella ”informale” legata a contesti non formalizzati (es. un luogo d’incontro come una volta era il nostro cortile, la panchina…) bensì “quella virtuale”.

Si raccomanda agli adulti che un minore non venga esposto precocemente ai dispositivi elettronici, che non abbia un cellulare proprio prima dei 14 anni
e che non possa avere accesso ai social fino ai 16 anni…
Ma sappiamo che non è così!
“Colpa” dei genitori?
Spesso però i genitori sono all’interno di un “gruppo di genitori” (contesto sociale e culturale di appartenenza) che a volte fanno una specie di “gara” a chi accontenta di più il figlio per essere eletto il “genitore dell’anno”.
Questi dispositivi quindi entrano nelle case ed educano…
come???
Non lo sappiamo…
o meglio lo sappiamo ma non vogliamo vedere…
dipende dai messaggi martellanti (parole, immagini, suoni, musiche, testi, azioni…) a cui il minore si sottopone (costantemente e per più ore al giorno)…
ma educano!

Quando ci troviamo di fronte a queste forme severe di disagio adolescenziale non possiamo considerare il genitore come l’unico “capro espiatorio” semplificando la situazione e mettendoci il “cuore in pace”.

Ci sono dei “4 livelli responsabilità” di fronte ad un disagio adolescenziale che chiamano in causa tutto “il sistema educante” e soprattutto tutti gli adulti di quella comunità socio-culturale:
- Livello genitore: i genitori faticano ad assumersi la responsabilità educativa spesso demandano, non hanno una impostazione genitoriale, sono permissivi, in alcuni casi negligenti, basano molto sull’apparire e poco sull’esempio…
- Livello adolescente: quando siamo in presenza di una azione antisociale la responsabilità dell’adolescente quasi “si perde e sparisce”, in realtà è fondamentale che questo ripari profondamente e si assuma la responsabilità delle conseguenze…
- Livello adulti: gli adolescenti hanno incontrato più figure adulte in diverse agenzie educative (scuola, sport, oratori…) che hanno contribuito al processo di crescita, maturazione e sviluppo di quel adolescente in maniera significativa e certa… soprattutto tramite il loro esempio (es. genitori, cantanti, atleti, politici, insegnanti, sacerdoti…)…
- Livello virtuale: siamo tutti a conoscenza del monte ore virtuale a cui i figli sono esposti fin da molto piccoli, che contribuiscono in maniera consistente ad educare, ma il mondo virtuale è governato da adulti che negano le loro responsabilità sociali…

[Perdonatemi l’estrema sintesi ma altrimenti scriverei pagine…
ma scrivere troppo sui social vuol dire non essere letti…
infatti…
se siete giunti fino a qui meritate un premio!]
Quando un adolescente o una adolescente mostra un disagio con azioni che fanno rabbrividire per la disumanità da adulti non possiamo chiamarci fuori!
Sappiamo con certezza che hanno bisogno di adulti strutturati,
li cercano,
li desiderano
e li vogliono incontrate
ma forse,
senza troppi forse,
nè trovano sempre meno!

E se la fonte del “problema” fosse la mancanza di figure adulte…
educanti,
significative,
strutturate,
solide,
coerenti,
umane
e credibili
nei vari livelli di questa responsabilità???

Che poi…
in fin dei conti…
quello che fa ancora più riflettere…
è che questi livelli sono due…
ossia il livello dell’adulto e quello dell’adolescente in un quadro di estrema sintesi.

Se fosse la società nelle diverse singolarità a dover eseguire una svolta importante e decisa nel proprio modo di essere adulti?

Quindi… Non chiamiamoci fuori!

Questa è la sfida seria che dobbiamo affrontare
se vogliamo permettere ai nostri meravigliosi adolescenti
di esprimere i loro talenti (non solo quelli dei talent-show)
contribuendo all’umanizzazione di questa società
che forse, senza troppi forse (?),
noi adulti abbiamo perso!

Non vedo mio figlio felice!Come genitore ho paura dei traumi.Mio figlio é nato così.Ci sono queste affermazioni che vorr...
25/06/2024

Non vedo mio figlio felice!
Come genitore ho paura dei traumi.
Mio figlio é nato così.

Ci sono queste affermazioni che vorrei brevemente affrontare, poiché le sento sempre più spesso e mi sconcertano.
Con ognuna delle tre frasi sopraindicate potrei fare intere serate informative sul tema.
Ma in questo momento vorrei fare, per quel che posso, un pò di ordine e di chiarezza.
Penso che ognuna della tre frasi siano evocative della genitorialità contemporanea, che in alcuni momenti pare disorientata.
Essere genitori è faticoso... nessuno di noi ha dubbi a riguardo!
Alcune affermazioni sono sostenute da pensieri, che divengono linguaggio e poi azione.
In questa circolarità tra pensiero, linguaggio ed azione le influenze nella crescita del figlio sono chiare e non sempre positive.
Prima affermazione:
"Non vedo mio figlio felice!"
La paura dei genitori di adesso è di non vedere il proprio figlio felice. Questo implica per il genitore un impegno costante e consistente che porta all'iperpresenza e protezione.
No... non siamo genitori sbagliati se abbiamo un figlio che può vivere momenti di infelicità.
Se ci guardassimo un attimo dentro capiremmo che sta nella naturalità dell'emotività dell'uomo e che tutti noi proviamo ogni giorno.
Il mondo emotivo del bambino va visto ed educato nelle sue molteplici sfaccettature emotive. Non può essere ridotto ad un'emozione.
Limitante per il bambino e non funzionale alla sua crescita poiché non lo prepara a ciò che dovrà affrontare quotidianamente nella propria vita.
Seconda affermazione:
"Come genitore ho paura dei traumi."
Fortunatamente i bambini e le persone incontrano nella propria vita pochi traumi.
Il trauma è un vissuto particolarmente significativo, a forte impatto emotivo, che lascia cicatrici profonde e ripercussioni nella quotidianità e nel benessere di una persona.
Capite che sulla base di questo per fortuna i vissuti con queste caratteristiche sono pochi.
Inoltre alla categoria del trauma vanno ulteriormente tolti quegli eventi che successivamente hanno portato ad una crescita del soggetto e non sono divenuti un blocco esistenziale.
Nella maggior parte dei casi un bambino vive delle frustrazioni (le coliche da piccolo, farsi male nell'iniziare a camminare, far fatica a dire le prime parole, il giocare con un altro bambino, stare seduto a fare i compiti, sentirsi rifiutato da una ragazza, prendere un brutto voto a scuola, il no di un genitore, il capo ufficio che mi rimprovera, la tensione con un partner....).
Con il tempo e con l'aiuto del genitore dovrà imparare a gestire questa frustrazione, poiché in ogni situazione potrà riscontrare aspetti che non sono in linea con le sue aspettative, con i suoi pensieri, con i suoi desideri, con le sue speranze, con i suoi progetti...
Quindi imparare a gestire le frustrazioni risulta determinante nella vita familiare, scolastica, sociale, sportiva... di un bambino.
Solo?
Essere capace di affrontare una frustrazione e superarla rafforza il senso di efficace di sé.
Infine la terza frase:
"Mio figlio é nato così!"
Un bambino nasce con un temperamento. Certo!
Ma è ormai assodato da tempo, sulla base di ricerche anche su gemelli omozigote, che la famiglia incide significativamente nella crescita del figlio.
Ci siamo mai chiesti come mail la specie umana ha un periodo di crescita così lungo rispetto a qualsiasi altra specie sulla terra?
La neuroscienza pedagogica è chiara. Il tessuto neurologico estremamente plastico ha tempi maturativi lunghi nella specie umana e quindi ha bisogno di un processo di crescita che risulta influenzato dall'ambiente che frequenta.
La bellezza e la difficoltà sta proprio nell'avere questa opportunità e responsabilità nel nostro ruolo genitoriale.
Non sto chiaramente parlando di alcune sindromi genetiche, ma della nascita di un bambino che si apre al mondo con il proprio "patrimonio".
Spero tanto…. da pedagogista… che diventi più "ricco" di prima!

Edgar Lee Masters nel 1915 scriveva nel “Spoon River Anthology”:“Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito...
12/05/2024

Edgar Lee Masters nel 1915 scriveva nel “Spoon River Anthology”:

“Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la destinazione ma la mia vita.
Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma
una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine
e del vano desiderio
– una barca che anela al mare eppure lo teme.”

Affrontare il mare è l’impresa vera e più affascinante della vita.

Un libro intenso ed appassionato…un intreccio tra imprese mitiche ed un amore che va oltre la vita…“Nell’oscurità, due o...
02/05/2024

Un libro intenso ed appassionato…
un intreccio tra imprese mitiche ed un amore che va oltre la vita…

“Nell’oscurità, due ombre (Achille e Patroclo) si avvicinano attraverso il crepuscolo fitto e senza speranza. Le loro mani s’incontrano e la luce si riversa inondando ogni cosa, come cento urne d’oro che, aperte, fanno uscire il sole.”

Un grazie di cuore a mia figlia… per avermelo regalato!

Emergenza Educativa!Partiamo da qui, nelle scuole dove é possibile attivare uno sportello che possa supportare dal punto...
19/12/2023

Emergenza Educativa!

Partiamo da qui, nelle scuole dove é possibile attivare uno sportello che possa supportare dal punto di vista Pedagogico e Psicologico con Pedagogisti e Psicologi.
É possibile attivarlo ovunque!

Identificare il bisogno di salute, mitigando il peso crescente dei disturbi psicologici e del disagio psichico degli studenti; intercettare

Indirizzo

Brescia

Orario di apertura

Lunedì 17:00 - 18:00
Martedì 08:30 - 11:30
Mercoledì 13:30 - 18:30
Giovedì 12:00 - 13:00
Venerdì 12:00 - 13:00
Sabato 08:00 - 12:00

Telefono

+393311176280

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