
06/10/2025
Nel silenzio, cioè in assenza di parole esplicite, possiamo percepire, intuire o comprendere ciò che non viene detto apertamente. A volte, il cuore parla anche quando la bocca tace.
Quando impariamo a fermarci, ad ascoltare davvero senza aspettare che l’altro parli, possiamo percepire verità più profonde che sfuggono al linguaggio.
È un invito all’ascolto autentico, alla presenza empatica e alla lettura dei messaggi emotivi che si nascondono dietro l’apparente assenza di parole. Ci sono momenti in cui il silenzio dice più di mille parole.
Uno sguardo, un gesto mancato, un respiro più profondo… sono modi silenziosi con cui le emozioni si fanno sentire.
Da un punto di vista psicologico, il silenzio è uno spazio prezioso dove si manifestano segnali non verbali: tensioni, desideri, paure, amore.
È lì che impariamo ad ascoltare.
In psicoterapia, il silenzio non è vuoto.
È uno spazio vivo, dove il terapeuta e il paziente possono sentire ciò che non si riesce ancora a dire.
A volte, nel silenzio emergono emozioni profonde, memorie rimosse, desideri repressi.
Il corpo parla, lo sguardo cambia, il respiro si fa più lento… e il terapeuta è lì, presente e attento, pronto ad “ascoltare” ciò che le parole non esprimono.
Non tutto può essere detto subito.
Ma nel silenzio, qualcosa accade: si crea contatto, si costruisce fiducia, si apre un varco nell’inconscio.
Il silenzio è terapeutico. È lì che molte verità iniziano a prendere forma.