23/06/2024
PREPARAZIONE DELL'OLIO DI IPERICO. Come vuole la tradizione popolare, nel giorno di San Giovanni Battista, il 24 giugno, ancora sotto "gli influssi" del solstizio d'estate, si usa preparare l'oleolito di iperico. Il procedimento è semplice: dopo aver raccolto i fiori li si monda allontanando con le mani quelli appassiti o danneggiati, polvere, insetti, ragnatele ed altre impurità e li si stende sopra un panno pulito in luogo ombreggiato e areato lasciandoli riposare qualche ora. Si prendono poi dei vasi di vetro precedentemente sterilizzati in forno e fatti raffreddare (come per le conserve), li si riempie con i fiori e li si colma con dell'olio extravergine di oliva o di girasole (o di altro tipo secondo gusti e necessità), eventualmente di produzione biologica. Una volta riempiti e tappati, i vasetti vanno lasciati riposare dalle quattro alle otto settimane in un luogo buio, avendo cura di capovolgerli ogni giorno per favorire l'estrazione dei principi attivi da parte dell'olio base. Al termine del periodo di riposo, si filtra con un colino a maglie f***e, nel quale i fiori vengono poi spremuti con un cucchiaio pulito, allo scopo di estrarre la maggior parte dei principi attivi ancora presenti nel materiale vegetale, compreso l'olio essenziale contenuto nelle vescicole poste sui petali. Il liquido così ottenuto, dal colore rosso scuro, viene versato in contenitori adatti all'uso: sono ideali le boccette di vetro scuro munite di contagocce. Si consiglia infine di applicare un'etichetta con la data di preparazione e l'indicazione del contenuto e di conservarli in un luogo fresco e asciutto, al riparo dalla luce e dalle mani dei bambini. L'ideale sarebbe consumare il prodotto entro l'anno e rimpiazzarlo con quello nuovo l'anno successivo.
VARIANTE: secondo la tradizione popolare, essendo l'iperico una pianta "solare", i vasetti andrebbero esposti direttamente alla luce del sole per tutto il periodo di macerazione; alcuni preferiscono evitare di tapparli e li coprono semplicemente con una garza di protezione, allo scopo di far evaporare completamente la componente acquosa contenuta nei fiori ed evitare una eventuale comparsa di muffa; altri fanno essiccare i fiori all'ombra (o in essiccatore elettrico a temperature sotto i 35°) prima di immergerli nell'olio.
Personalmente utilizzo la tecnica della macerazione al buio, per evitare, (come asserisce l'esperto di fitoterapia medica dottor Fabio Firenzuoli), che la luce solare diretta e il calore eccessivo possano alterare i principi attivi contenuti nella pianta. In ogni caso, dato che esistono diversi pareri in merito, a voi la libertà di scegliere quale variante utilizzare.
L' oleolito di Iperico ha, per uso esterno, riconosciute proprietà antierpetiche, antinfiammatorie, astringenti, antibiotiche, antifunginee, cicatrizzanti, riepitelizzanti, analgesiche, lenitive ed emollienti; pertanto, il suo uso topico viene tradizionalmente indicato nelle nevralgie, nei dolori lombari, nelle lombosciatalgie, nel fuoco di Sant'Antonio (herpes zoster). E' efficace come primo rimedio sulle lievi scottature, le abrasioni, le ferite superficiali. La sue capacità antidolorifiche e astringenti lo rendono un valido coadiuvante nei disturbi delle emorroidi. Per la capacità riepitelizzante si adopera in diversi casi di dermatiti (chiedere al medico curante). Per sfruttare le proprietà dell'iperico per via interna, compresa quella antidepressiva, si consiglia di consultare un erborista esperto o un farmacista, soprattutto il medico curante per evitare effetti collaterali, eventuali istruzioni con terapie farmacologiche in atto ed evidenziare la formulazione più adatta al proprio problema (infuso, tintura madre, estratto secco, rimedio sinergico con altre piante officinali ecc).
AVVERTENZA: poiché si ritiene l'iperico abbia azione fotosensibilizzante, si sconsiglia l'esposizione della zona trattata alla luce diretta del sole nelle 12 ore successive alla sua applicazione, salvo altra indicazione medica. Per sicurezza, si consiglia di consultare sempre il proprio medico curante.
Angelo Terraneo.
Bibliografia Tinture Madri, M. Rossi, Studio Edizioni. Le Erbe Curative, Castlemann, tecniche Nuove. "Interazioni tra erbe, alimenti e farmaci", F. Firenzuoli, Tecniche Nuove.