
14/04/2025
IL SINDACO DI MACLODIO E I SUOI DOVERI
Leggo che il Sindaco di Maclodio, pubblico ufficiale, ha deciso di non commemorare la Festività del 25 aprile come prevede la nostra legge ma l’ha sostituita con una generica e provocatoria manifestazione ai caduti di guerra, immagino si riferisca alla guerra di liberazione.
La questione non è banale per più di una ragione.
Primo perché Simone Zanetti ha motivato il suo gesto con questa testuale dichiarazione: “la cerimonia di Maclodio non è dedicata alla Festa della liberazione o a onorare i partigiani, ma è una commemorazione dedicata ai caduti di guerra”.
Eh no caro Sindaco, la festa del 25 Aprile è stata istituita la prima volta nel 1946 su volontà’ e proposta unanime del Governo con la prima firma di Alcide De Gasperi ed ha una esplicita motivazione: “a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano”.
Liberazione dell’Italia dalla occupazione tedesca e dai suoi alleati interni, ovvero i soldati della Repubblica Sociale Italiana guidata da Benito Mussolini.
La festa ha poi trovato definitiva collocazione nelle Feste nazionali con una legge del 1949, la numero 124.
Seconda ragione. In occasione della festività del 25 aprile i datori di lavoro pubblici e privati “sono tenuti a corrispondere ai lavoratori da essi dipendenti (…) la normale retribuzione globale di fatto giornaliera compreso ogni elemento accessorio”.
Eh si’, i cittadini il 25 aprile festeggiano, come un giorno festivo, per volontà del Parlamento ma solo la festa di liberazione dal nazismo e dal fascismo non una festa ai caduti di guerra. Stanno a casa con i diritti connessi ad una festività per questo non per altro.
E infatti gli edifici pubblici, sempre prevede la legge, il giorno del 25 aprile devono “ essere imbandierati”, in modo solenne.
E questo perché la Democrazia e poi la Repubblica Italiana hanno una festa fondativa che è appunto il 25 aprile.
La Festa che ha unito tutte le forze politiche democratiche e che hanno donato 80 anni di Pace e di democrazia al nostro Paese.
La festa ha poi le sue cooordinate nei valori della Costituzione e non su altro.
E chi ha giurato fedeltà alla Repubblica italiana non può decidere quello che gli pare.
Ed in ogni caso non può farlo con le funzioni e il ruolo di chi ha diritto ad indossare la fascia tricolore che porta l’effige della Repubblica italiana.
Perché lo deve ricordare il Signor Simone Zanetti che la Costituzione parla chiaro ( e i costituenti che avevano pagato con carcere e torture lo sapevano bene), la Sovranità appartiene al popolo, ma il suo esercizio non può mai, mai violare i limiti e le forme che la Costituzione indica, proprio per evitare ciò che sta facendo, riscrivere la Storia e deragliare dai binari valoriali della nostra democrazia.