Dott.ssa Jessica Caramia

Dott.ssa Jessica Caramia Psicologa psicoterapeuta SPP specializzata nel trattamento degli adolescenti e degli adulti. Mi occupo di depressione, ansia, problemi emotivo-relazionali

23/07/2025

Questo libro è il racconto della sparizione e della ricostruzione di Violetta Bellocchio.Violetta è stata un personaggio...
22/07/2025

Questo libro è il racconto della sparizione e della ricostruzione di Violetta Bellocchio.
Violetta è stata un personaggio molto noto nei primi anni duemila: interviste, presentazioni, viaggi, premi, pubblicazioni. Con la notorietà però è arrivata anche l’invadenza di chi la aspettava, la seguiva, la perseguitava. Fino al giorno in cui subisce una violenza inaspettata in pieno centro a Milano. La scena, che dura in tutto 60 secondi e arriva dal nulla, è raccontata in modo quasi tragicomico.

Violetta aspetta prima di andare in questura per denunciarlo, quella sera avrebbe avuto un servizio fotografico al quale non voleva rinunciare. Ma quando inizia a parlare con le forze dell’ordine è evidente tutta l’inaffidabilità del sistema, che alla fine non le crede perché la sua storia appare troppo poco credibile.

Violetta attribuisce sempre di più l’aggressione alla sua visibilità per cui decide di rendersi invisibile, disfandosi di sé stessa e della propria notorietà, assumendo una nuova identità, quella di Barbara Genova. Getta il telefonino, i vecchi abiti, sparisce dalla circolazione per anni, si smaterializza. Pur continuando a pubblicare sotto pseudonimo.

A quel punto prende il sopravvento una disposizione francamente paranoide e persecutoria che splafona per lunghe pagine in temi politici e sociali. Per fortuna, alla fine del libro, durante un viaggio in aereo, avviene lo scollamento con la nuova identità e Barbara Genova può tornare Violetta Bellocchio, consegnandoci questo libro un po’ matto. Perché non si possono reggere per sempre due identità contemporaneamente rimanendo sani di mente. E solo tornando ad essere vista può riappropriarsi del suo vissuto: il libro nasce da una sottrazione dello sguardo, ma poi attraverso il libro Violetta torna nella visibilità. Ma lo fa a suo modo, secondo le sue regole.

L’autrice, con una voce potente e spietata, è in grado di parlare della violenza che ha subito, a cui non si piega mai, in modo innovativo, a tratti distaccato e freddo, ed evitando il clichè della vittima.

Vi auguro una buona lettura!







"Quando la verità fa più male di una bugia bisogna riconoscere i meriti della bugia. Se le altre persone devono soffrire...
20/07/2025

"Quando la verità fa più male di una bugia bisogna riconoscere i meriti della bugia. Se le altre persone devono soffrire solo perché tu abbia la coscienza pulita, è meglio essere in grado di accettare la propria immoralità e andare avanti".

Tobias Wolff, nato in Alabama nel 1945, ha scritto solo nella forma del memoir autobiografico e del racconto. Questo aut...
17/07/2025

Tobias Wolff, nato in Alabama nel 1945, ha scritto solo nella forma del memoir autobiografico e del racconto. Questo autore leggendario ha avuto una vita intensa, degna del cinema americano degli anni 80 e 90: dopo la separazione dei genitori, ha girato l’America on the road con la madre alla Karate Kid. E’ stato cacciato dalla scuola in cui aveva cercato di entrare con un falso nome, una scuola maschile in stile L’attimo fuggente. Decide allora di arruolarsi e serve in Vietnam: qui siamo in Full Metal Jacket. Quando rientra in patria potrebbe essere un po’ Rambo, un po’ Forrest Gump. In realtà, si iscrive all’università e diventa scrittore insegnando ai principali autori del minimalismo americano come Raymond Carver e Richard Ford. Alla fine, la sua vita è stata davvero narrata in un film: “Voglia di ricominciare” dove un giovanissimo Leonardo di Caprio veste i panni di Wolff.

Questa raccolta è la summa della sua opera e include racconti senza tempo che funzionano come opere morali perché c’è sempre una scelta da fare che riguarda il bisogno di salvaguardare la propria esistenza o quella degli altri.

Della realtà egli indaga gli attimi di massima concentrazione della vita, quelli cioè in cui essa impone di esprimere schiettamente, con gesti concreti e senza possibilità di indulgere in calcoli, la propria personalità. E dal momento che la vita è incoercibile e resistente a ogni tentativo di amministrarla col bagaglio di esperienze accumulate, molto semplicemente ci sono volte in cui, di fronte all’irrimediabile, si fa la scelta giusta, benefica, salvifica, e ce ne sono altre in cui si soccombe.

Questi racconti sono degli spaccati di vita che mettono a confronto l’idea che abbiamo di noi stessi e la realtà di chi siamo, e lo scopriamo in circostante particolari. I personaggi infatti si trovano tutti di fronte a un dilemma morale e tutti, ad un certo punto, hanno un’epifania, sentendosi diversi da come pensavano di essere. Per esempio, si scoprono più codardi di quanto pensassero. O più impotenti, più banali, meno indipendenti. Ma anche più leggeri, più spensierati... continua nei commenti

"Esistiamo in un'effimera fioritura di vita e sapere, fugace come uno schiocco di dita, e poi basta. Un'esplosione estiv...
15/07/2025

"Esistiamo in un'effimera fioritura di vita e sapere, fugace come uno schiocco di dita, e poi basta. Un'esplosione estiva, più bomba che germoglio. I tempi fecondi si muovono in fretta".

In questo strano libro ci sono alcuni richiami ai classici della fantascienza, ma con alcune differenze. Solitamente i l...
14/07/2025

In questo strano libro ci sono alcuni richiami ai classici della fantascienza, ma con alcune differenze. Solitamente i libri sui viaggi cosmici parlano di un viaggio verso qualcosa di sconosciuto: qui invece, ed è l’elemento originale del testo, i protagonisti sono sei astronauti che con la loro navicella gravitano costantemente e ripetitivamente intorno alla Terra a scopo di ricerca e questa prospettiva conduce ad un certo tipo di riflessioni e ad una sensazione piuttosto ansiogena di ristrettezza. Questo è infatti un romanzo estremamente ripetitivo in cui sostanzialmente non succede nulla.

Questa narrazione dello spazio diversa da quella a cui siamo abituati è l’aspetto interessante del romanzo: lo spazio infatti non è solo il celebre allunaggio. Esistono anche queste persone meno celebri che non interessano a nessuno, ma le cui ricerche sono importantissime per noi. Inoltre in questo libro è molto presente l’aspetto umano delle missioni spaziali: cosa pensano gli astronauti, cosa sognano, come si sentono fisicamente. E si tratta di uno sguardo nuovo.

L’intenzione dell’autrice è di fatto molto bella: parlare di un nuovo punto di vista con cui guardare al pianeta Terra e ai viaggi cosmici. Ma la narrazione è eccessivamente ripetitiva per cui il libro risulta ruminativo, circolare. Non va mai oltre. Ripete costantemente, per pagine e pagine, il ritornello per cui i protagonisti si trovano in una condizione spazio-temporale inedita e specifica. Inoltre, sebbene le sue immagini siano affascinanti e siano forse l’elemento più avvincente del romanzo, la Harvey descrive continuamente la terra allo stesso modo, ripetitivamente. Il resto del libro sono elenchi di cose che i personaggi vedono dalla stazione spaziale. Sono descrizioni bellissime, ma tutte uguali.

E’ sicuramente una lettura con aspetti molto visuali e una dichiarazione d’amore per la Terra quando viene vista da lontano. Tuttavia, le riflessioni sulla distanza tra gli astronauti e coloro che si trovano sulla Terra sono piuttosto banali, anche se a volte non fa male ripetercele. Ci aiutano a ridimensionarci e a tenere sempre presente quanto poco contiamo.
.. continua nei commenti

"Provenivo da un mondo in cui si pensava che l'essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, regnasse in cima al...
10/07/2025

"Provenivo da un mondo in cui si pensava che l'essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, regnasse in cima alla piramide della vita. La natura offerta in dono andava dominata. Ed eccomi ora calata in un nuovo ordine delle cose, dove tutti gli esseri viventi sono uguali e l'uomo non è superiore a nessuno".

Conosciamo gli Innu, popolazione autoctona originaria della pen*sola del Labrador, attraverso la storia di una giovane d...
08/07/2025

Conosciamo gli Innu, popolazione autoctona originaria della pen*sola del Labrador, attraverso la storia di una giovane donna che è un’eroina per quel popolo: Almanda, bisnonna dell’autore.
Almanda è orfana e vive con gli zii in una fattoria dove si fatica ogni giorno per portare a tavola quel poco che i campi offrono. Almanda però desidera una vita diversa, più libera, e guardando il grande lago di fronte a sé si chiede cosa ci sia al di là.

Ad un certo punto, mentre munge le mucche vede passare una canoa con un bellissimo uomo, Thomas: lei ha 15 anni ed è amore a prima vista. Lui è un Innu e come tale vive da nomade nella natura seguendo il ritmo delle stagioni. Ad un certo punto lui le propone di lasciare tutto ciò che conosce per seguirlo verso un mondo sconosciuto con un popolo nomade che vive nella foresta di caccia e raccolta e che parla una lingua diversa.

L’altra grande protagonista di questo bellissimo libro è la natura del territorio del Nitassinan, una terra incontaminata di laghi di origine glaciale in cui ogni lago ha un colore diverso. Gli Innu, popolo ottimista, hanno una visione della natura rispettosa e circolare, e questo libro esprime il grande amore di questo popolo per quella terra.

Piano piano Almanda si innamora anche delle tradizioni di questo popolo: mentre nella fattoria si pativa la fame o si era costretti a mangiare sempre le stesse cose, con gli Innu la natura è meravigliosa e varia e offre sempre spontaneamente agli uomini ciò di cui hanno bisogno.

Questo libro ha anche una valenza di testimonianza politica su ciò che è successo al popolo Innu, come del resto è capitato anche agli altri popoli nativi con la colonizzazione degli occidentali. Succede che ad un certo punto in Quebec arrivano le segherie francesi: improvvisamente gli Innu capiscono che non possono più spostarsi in autonomia perché altri hanno preso possesso del territorio depredandolo, pertanto sono costretti a costruire delle case confinate nella riserva e a diventare stanziali.

Un aspetto raccapricciante della storia riguarda il rapimento dei bambini Innu da parte delle forze dell’ordine per essere condotti nei collegi cattolici... continua nei commenti

"Che cosa succede in un setting psicoterapeutico se non la ricomposizione della propria esistenza attraverso una nuova n...
26/06/2025

"Che cosa succede in un setting psicoterapeutico se non la ricomposizione della propria esistenza attraverso una nuova narrazione di sè? Parole nuove associate alle lacrime, alla rabbia, all'amore, alla libertà. Parole che autorizzano a essere ciò che si è"

Non si può curare il corpo come se fosse separato dalla mente: questo è il grande insegnamento che Luciana Murru trasmet...
25/06/2025

Non si può curare il corpo come se fosse separato dalla mente: questo è il grande insegnamento che Luciana Murru trasmette attraverso questo libro dove racconta il suo percorso professionale che la conduce da un paesino rurale sardo all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Murru si affranca da un destino che era già scritto perché, dalle sue parti, le donne sono destinate a diventare domestiche in casa d’altri oppure mogli e poi madri. Seguendo le orme delle sorelle, si trasferisce al nord dove diventa infermiera, ma osservando i malati oncologici capisce che le terapie fisiche sono insufficienti, c’è bisogno di ben altro. Erano gli anni ’80 e proprio in quel periodo la psiconcologia arriva in Italia, sebbene il suo sviluppo avvenga principalmente negli anni ’90 grazie al lavoro svolto dall’oncologo Umberto Veronesi. Affascinata da questa nuova prospettiva di approccio al malato, Murru si laurea in psicologia, poi si specializza in psicoterapia e nel febbraio del 1996 riesce a fondare il suo primo gruppo psicologico per malati oncologici. Lo scopo dei gruppi è quello di improntare un piano di cure oncologiche che possa abbracciare anche la parte psicologica e hanno subito un grande successo: i malati avevano necessità di raccontare la malattia e quello che stavano vivendo, di ascoltare ed essere ascoltati, di accogliere ed essere accolti.
Gli stessi pazienti sono stati uno stimolo per i dottori, incoraggiandoli ad umanizzare sempre di più il percorso oncologico e fornendo anche suggerimenti per modificare delle fasi del processo di cura.

Il libro ha una forte anima manualistica ricca di riferimenti a studi scientifici e pubblicazioni in cui Murru ricostruisce lo sviluppo della psiconcologia col riconoscimento progressivo dell’importanza delle cure psicologiche per i malati oncologici.
Ma vi è anche nel libro una parte umana che è il punto forte del suo libro in cui Murru riporta alcuni stralci del percorso clinico dei pazienti che hanno partecipato ai suoi gruppi. Queste testimonianze dirette dei pazienti mettono di fronte il lettore ad una delle paure più grandi dell’essere umano: la malattia e la morte. Offrendo uno strumento prezioso per tutti noi.

“Molte persone non credono al caso. Vivono convinte che tutto quello che ottengono sia il risultato dei loro meriti, e q...
19/06/2025

“Molte persone non credono al caso. Vivono convinte che tutto quello che ottengono sia il risultato dei loro meriti, e quello che perdono dei loro errori. Vedono la vita come una linea ininterrotta che loro stesse vanno tracciando, un territorio compiuto e decifrabile, con la sua prospettiva perfetta, i suoi prati, il fiume che serpeggia verso il mare e gli alberi che si agitano nel vento.

Può darsi che abbiano ragione. Io invece sono convinta che la nostra esistenza dipenda soprattutto dalla fortuna. Nessuno sceglie il luogo in cui nasce, di ve**re al mondo come Sao in una catapecchia, tra pietre laviche e terre aride, o in una casa grande, confortevole e circondata di fiori, come me. Se essere uomo o donna. Se avere un padre senza nome e una madre che ti abbandona, o un padre tirannico e una madre succube. Nessuno decide di restare orfano o di ammalarsi. Di soffrire la fame o buttare nella spazzatura il cibo che non gli va. Di essere lento nello studio o intelligente e svelto. Nessuno sa cosa gli succederà durante il giorno, quando si sveglia la mattina. La vita è confusa e caotica, frammenti di linee spezzate, un cerchio scuro e profondo, un fulgore là avanti, una chiazza di azzurro in un angolo. Casualità, equivoci, un tratto di strada rettilinea che sbocca in un precipizio, una luce abbagliante spuntata dal nulla, un vuoto silenzioso, una conca ospitale. Questione di fortuna”.

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