Dott.ssa Jessica Caramia

Dott.ssa Jessica Caramia Psicologa psicoterapeuta SPP specializzata nel trattamento degli adolescenti e degli adulti. Mi occupo di depressione, ansia, problemi emotivo-relazionali

Se siete in cerca della guida di viaggio perfetta per Edimburgo che non sia l’ennesima guida alla capitale scozzese, qua...
31/10/2025

Se siete in cerca della guida di viaggio perfetta per Edimburgo che non sia l’ennesima guida alla capitale scozzese, quanto piuttosto un’indagine semiseria rivolta agli aspetti meno mainstream, ecco il testo giusto.
La maggior parte delle guide tradizionali infatti si concentra troppo sulla zona del centro, dove i panorami sono tutti “suggestivi”, gli alloggi “caratteristici”, i vicoli “impregnati di storia” e dove le aree verdi nascondono “tesori naturali”. Queste guide parlano solo di cornamuse, kilt, whisky, pub e serate di musica celtica, quando invece in questa città c’è molto di più.
Ci sono luoghi meravigliosi che aspettano solo di essere scoperti, se magari si sapesse dove cercarli. E Giulio Perrone Editore ha fatto di nuovo centro con la sua collana “passaggi di dogana”, che ormai è un must have per i miei viaggi.
Qui Andrea Pomella, di cui innanzitutto va detto che scrive da dio (con uno stile che dribbla con scioltezza tra il poetico e il sarcastico), ci racconta Edimburgo seguendo le tracce del suo rappresentante più iconico.
Per lui, tutto ciò che può interessare di Edimburgo è contenuto in Trainspotting, dove si può leggere un impietoso, lucido, scassato ritratto della vita degli skagboys di Leith.

Se dovete andare ad Edimburgo, portatevi questo bel libro!







29/10/2025

🧠 QUAL ERA LA FUNZIONE DEI MANICOMI?

L’ex manicomio di Mombello è rimasto attivo fino all'approvazione della legge Basaglia del 1978.

Dobbiamo fare uno sforzo di fantasia per immaginarci cosa potesse essere questo posto prima della sua chiusura.
Ma se ce la facciamo, quello che vediamo non ci può lasciare indifferenti.
Immaginiamo le facce dei pazienti abbruttite dai disturbi mentali non curati, dalla segregazione e dall’incuria.

Immaginiamo gli ambienti sporchi, le strutture fatiscenti con letti di contenzione arrugginiti, lesivi della dignità umana, dove i malati sono prigionieri di un’istituzione che non cura la malattia ma la rafforza.

Sono volti segnati da una graduale e inesorabile perdita del sé, determinata dall’abbandono dei legami con l’esterno, dalla perdita di ogni progettualità futura e dal distacco dalla propria vita passata.

La frattura tra la società civile e l’istituzione manicomiale è l’espressione di una paura profonda che, attraverso processi di scissione e proiezione, nasconde ciò che sentiamo perturbante e con cui non vogliamo entrare in contatto.

Come scrive Franco Basaglia: “Il manicomio è nato storicamente a difesa dei sani. Le mura servivano ad escludere, isolare la follia perché non invadesse il nostro spazio”, come sosteneva anche Michel Foucault nella sua celebre tesi di dottorato “Storia della follia nell’età classica”.

Vi consiglio di visitare questo luogo, anche se ormai anni di abbandono lo hanno lasciato preda di un insensato vandalismo.

21/10/2025

La trama qui conta poco per cui non ne voglio neanche parlare. Ciò che conta è lo stile di scrittura, il linguaggio sgra...
20/10/2025

La trama qui conta poco per cui non ne voglio neanche parlare. Ciò che conta è lo stile di scrittura, il linguaggio sgrammaticato e poetico, la filosofia, l’immaginario onirico, le metafore sottese, la critica sociale e il meraviglioso berbero che ne è l’autore. Durante il mio viaggio a Praga ho seguito le tracce di Hrabal nelle sue birrerie preferite per cercare di catturarlo, prima fra tutte U Zlateho Tigra. Lì troneggia il suo mezzo busto sulla parete all’ingresso e le pivo sono eccellenti. Questo era uno dei pub in cui il tenero berbero era solito prendersi le sue sonore sbronze ad uno dei tavoli comuni in cui intratteneva tutti, anche gli sconosciuti. L’eterno bambino, anticonformista, osteggiato dal regime ceco per gran parte della sua vita creativa.

Sebbene sia un libro cupo che tratta dell’alienazione dell’uomo nel lavoro e della sua claustrofobica solitudine, è anche un libro pieno di bellezza. Perché Hrabal sa cosa ci può salvare dal grigiore dell’esistenza: è la letteratura, l’arte, i libri. Per sempre. Ma è una lezione che non impartisce freddamente con il tono cattedratico dell’accademico, lo fa da un angolino umile, con un libricino da niente e tenerissimo dal quale si leva una voce potente, calda e sovversiva. Una voce anche con una certa dose di angoscia e di follia che stravolge il lettore.

Leggetelo, vorrete anche voi bene al buon Hrabal!

15/10/2025

🧠 TECNICHE DI MANIPOLAZIONE: IL MANSPLAINING.

📘 In questo romanzo, “l’amore dopo i vent’anni” un gruppo di amici dell’università ormai adulti si incontrano per scambiarsi le proprie visioni del mondo nella cornice di un meraviglioso paesaggio nordico. Parlano di un sacco di cose: di famiglia tradizionale e di amore non convenzionale, di nuove forme di relazionalità, di genitorialità, di amicizia, di letteratura, di slt shaming e anche di mansplaining.

Ma che cos’è il mansplaining?
📚 Oggi ho scelto questo saggio, “Mantieni il bacio” di per parlarne.

Mansplaining è quell'atteggiamento paternalistico di alcuni uomini che tendono a spiegare a una donna, in un modo troppo semplificato o troppo sicuro di sé qualcosa di ovvio, oppure qualcosa di cui lei è esperta, perché pensano di saperne sempre e comunque più di lei oppure che lei non capisca davvero.

Il fenomeno si fa ancora più rilevante quando questa violenza si unisce alla vocazione pedagogica dell’uomo di voler spiegare a una donna cosa significhi essere donna. Recalcati ce ne parla con grande chiarezza: siccome non esiste una norma sull’essere donna valida per tutte le donne, allora ciascuna donna dovrà affrontare il difficile compito di essere donna a suo modo. Di fatto, nessuna donna sa veramente cosa significhi essere donna e su questo non-sapere può intervenire l’uomo, dando l’illusione di fornire una bussola che le sappia guidare verso l’essere donna.

Questa dipendenza può allora comportare un’inclinazione masochistica verso l’uomo nell’illusione che, sottomettendosi, si possa avere in cambio la risposta alla domanda: “Cosa significa essere una donna?”. Ma se una donna non sa rispondere a questa domanda, figuriamoci un uomo!

Vi auguro una buona lettura e un buon approfondimento del tema!

《Ma chi l’ha detto che non puoi essere donna con un cesto appeso a un braccio e un libro sotto l’altro?》
13/10/2025

《Ma chi l’ha detto che non puoi essere donna con un cesto appeso a un braccio e un libro sotto l’altro?》

Questo romanzo è l’opera prima di una giovane autrice danese. In una cornice nordica bellissima, un gruppo di amici dell...
10/10/2025

Questo romanzo è l’opera prima di una giovane autrice danese. In una cornice nordica bellissima, un gruppo di amici dell’università si ritrovano dopo anni scambiandosi le proprie visioni del mondo. In questo libro la descrizione dei luoghi è scenografica ed è l’aspetto che mi è rimasto di più a distanza di tempo. Da lettrice mi sono sentita spettatrice dietro gli alberi e dietro i cespugli di sambuco di questi personaggi. Ci sono molti conflitti ideologici in questo gruppo di 30enni, pensavano di condividere tutto e invece si scopre che ognuno ha una propria visione. Tuttavia l’autrice rende il conflitto al lettore facendo lo spiegone e così facendo toglie tensione narrativa al romanzo che diventa a volte un po’ didascalico non lasciando al lettore la possibilità di farsi una propria idea. Tuttavia i temi che tratta sono molto umani, i personaggi si pongono dilemmi molto comuni che hanno a che fare soprattutto con le relazioni e nuove forme di relazione. Sono le grandi domande, i grandi sogni e le grandi delusioni di una generazione. Emerge un chiaro senso di tradimento nel romanzo: questi 30enni volevano essere diversi dai loro genitori e invece si ritrovano sposati con figli. E alcuni non capiscono le scelte dei propri amici che rispondono ad alcuni dictat sociali. L’autrice vuole dirci che la coppia può essere migliorata come dispositivo. Che la coppia non è l’unica possibilità. Che la paura della solitudine ci può far fare scelte sbagliate. E che la libertà è ascoltare cosa vuoi davvero.

Vi auguro una buona lettura!

“E' preferibile una calma, anzi la più calma riflessione, a decisioni disperate.”
08/10/2025

“E' preferibile una calma, anzi la più calma riflessione, a decisioni disperate.”

Ho riletto questo breve romanzo mentre mi trovavo in viaggio a Praga. Perché Kafka è Praga, vi è un rapporto indissolubi...
06/10/2025

Ho riletto questo breve romanzo mentre mi trovavo in viaggio a Praga. Perché Kafka è Praga, vi è un rapporto indissolubile che lega Kafka a Praga.
Ovunque in città sono disseminate le case in cui ha vissuto, solo o con la famiglia, a seguito dei numerosi traslochi, le statue a lui dedicate, il museo Kafka nel quartiere Mala Strana.
La cosa migliore da fare se si ha in programma un viaggio a Praga è rispolverare questo autore.

Sarebbe però ridondante proporre l’ennesima e sicuramente limitata recensione a questo classico della letteratura.
Piuttosto vi invito a leggere lo spassosissimo articolo che Mark Haber ha pubblicato nel mese di aprile per Internazionale, “Leggere Kafka in modo corretto”, perché “C’è solo un modo corretto di leggere Kafka”, e lui lo sa.

https://intern.az/1MtR

Vi auguro una buona lettura!

04/10/2025

🧠INNAMORAMENTO E IDEALIZZAZIONE

In questo romanzo, “La separazione”, assistiamo al disfacimento di una coppia e al tentativo di lui di riconquistare la moglie per non perdere lo status quo sul quale si era appoggiato. Inizialmente, lui rifiuta la realtà, idealizza la moglie della quale non percepisce più i difetti e si affanna per riconquistarla senza riuscire a vedere davvero ciò che lei desidera, senza ascoltarla.

Oggi ho scelto questo manuale, “I meccanismi di difesa” di Lingiardi e Madeddu per parlare del meccanismo di difesa dell’idealizzazione.
L’idealizzazione è un modo per affrontare conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne attribuendo qualità esageratamente positive a sé stesso o agli altri. Questo serve di solito come fonte di gratificazione e come protezione da sentimenti di impotenza.

Anche nell’innamoramento subentra l’idealizzazione.
Ma come avviene questa idealizzazione?
Tutti noi abbiamo internamente un’immagine interiore di perfezione. Questa immagine interna definita come “ideale dell’Io”, contempla l’idea esaltata di come vorremmo essere e contribuisce alla stima, sicurezza e fiducia che riponiamo in noi stessi.
Nel processo dell’innamoramento, il partner viene situato al posto di un proprio inaccessibile ideale dell’Io e, conseguentemente, viene amato per le caratteristiche di perfezione che noi ambiamo perseguire, più che per le sue reali qualità.
L’ idealizzazione del partner è un processo normale nell’innamoramento ma, mentre nelle persone evolute psicologicamente, gli aspetti idealizzati del partner non si discostano troppo dalle sue caratteristiche reali, nelle persone con problematiche affettive e relazionali l’idealizzazione del partner è molto lontana dalle qualità reali che l’altro possiede. Così avverrà che terminata la fase “acuta dell’innamoramento” la persona sana proverà ancora coinvolgimento per il compagno perché l’idealizzazione non si è basata su aspettative totalmente irrealistiche. Mentre nella persona affettivamente e sentimentalmente immatura entrerà in gioco la svalutazione.

Vi auguro una buona lettura e un buon approfondimento del tema!

“I primi tempi della loro vita in comune gli appaiono come un sogno. Dopo, si sono cristallizzati nello schema dei difet...
02/10/2025

“I primi tempi della loro vita in comune gli appaiono come un sogno. Dopo, si sono cristallizzati nello schema dei difetti e delle qualità che credono di riconoscersi e ognuno è rimasto inquadrato nello stereotipo costruito dall’altro. La coppia sembra immutabile. Le fantasie di un tempo, grazie alle quali avvenivano le seduzioni, si trasformano a poco a poco, quando non scompaiono, in una matassa perfettamente intrecciata, dove trovano posto l’insieme delle ascisse e delle ordinate dei caratteri. Non ci si scopre più, ci si riconosce. Ci si intenerisce, ma non si è più conquistati”.

L’argomento è di per sé banale, si tratta della separazione di una coppia qualunque con due figli piccoli. Ma Dan Franck...
29/09/2025

L’argomento è di per sé banale, si tratta della separazione di una coppia qualunque con due figli piccoli. Ma Dan Franck ha uno stile particolare che si serve delle immagini per descrivere. Il ritmo della narrazione, nella progressione delle pagine, procede per episodi, ricordi, tutti declinati in brevità a comporre il puzzle di una realtà quotidiana che si sgretola tra le mani del protagonista passo dopo passo nell’impossibilità di riparare. Lei non lo ascolta, lo evita, schiva i suoi abbracci, si irrigidisce e scivola in una galassia estranea e muta. Tra di loro si erge a poco a poco un muro, un vuoto, un’assenza, una nuova definizione di quella che è la loro complicità quotidiana. Tuttavia, invece di rassegnarsi ed elaborare la separazione, lui stringe con più forza la presa per evitare il distacco ingaggiando una guerra alla riconquista della moglie di cui perderà ogni singola battaglia. Non solo perché c’è l’Altro, di cui lei è innamorata, ma perché lui non capisce davvero le motivazioni di questo suo allontanamento.

Il romanzo è narrato in terza persona a mimare un distacco, ma in realtà il punto di vista è quello di lui e quindi è pieno di angoli ciechi e non può essere imparziale, così la moglie appare come un personaggio disonesto che infastidisce.

La coppia di certo non funzionava troppo già prima della crisi aperta dalla donna, l’Altro uomo è solo l’innesco di una detonazione già cominciata in sordina. Ma lui, seppur cambiando atteggiamento e mostrandosi più interessato e presente, sembra non accorgersi delle proprie assenze e del loro peso, adagiato su una routine che credeva ormai eterna, senza mai porsi domande e senza mai accorgersi dell’ammaccarsi dei piccoli meccanismi che porta alla rottura.

La scrittura dell’autore incarna con naturalezza la chiusura del punto di vista, l’incapacità del protagonista di capire che questa separazione riguarda due persone, che non esiste solo uno specchio in cui riflettersi e che essere coppia deve necessariamente prevedere un’apertura allo sguardo altrui, perché i ruoli previsti dalla società non arrivano dove poi farà davvero male quando non ci si riconosce più.

Vi auguro una buona lettura!

Indirizzo

Via Toti 7 Bresso
Bresso
20091

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Jessica Caramia pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare