Dott.ssa Jessica Caramia

Dott.ssa Jessica Caramia Psicologa psicoterapeuta SPP specializzata nel trattamento degli adolescenti e degli adulti. Mi occupo di depressione, ansia, problemi emotivo-relazionali

22/12/2025

🧠 CHE COS’E’ IL PENSIERO MAGICO?

La letteratura sudamericana è intrisa di pensiero magico e anche questo bellissimo romanzo, “La libertà è un passero blu”, ne è pieno.

Ma che cos’è il pensiero magico per la psicoanalisi?
Oggi ho scelto questo saggio “Totem e Tabu’” in cui Sigmund Freud si propose di mettere a fuoco quella particolarissima concezione della natura e del mondo, dominata dal pensiero magico, che hanno i popoli primitivi.

Il pensiero magico è un tipo di processo mentale in cui le associazioni tra un soggetto e un oggetto non rispondono ad una relazione di causa-effetto. Ad esempio: se calpesto le linee di fuga del pavimento capiterà qualcosa di terribile. Questo fenomeno assume un ruolo rilevante quando il soggetto pensa che il proprio pensiero potrebbe avere delle conseguenze sul mondo esterno. Tali conseguenze possono provenire dal suo stesso agire o dalla credenza dell’intermediazione di forze sovrannaturali.

Il pensiero magico dei primitivi è caratterizzato da una costante partecipazione collettiva con l'universo: i primitivi facevano ampio ricorso alla magia per prevenire gli eventi avversi o incontrollabili, per dominare il caso e ristabilire la fiducia in sè stessi. Freud accostò il pensiero magico dell'uomo primitivo a quello del bambino, il quale ritiene che la realtà sia influenzabile secondo i suoi pensieri ed i suoi desideri.

Quando è utile il pensiero magico?
Una delle principali funzioni del pensiero magico è la riduzione dell'ansia: quando ci troviamo in una situazione stressante che non riusciamo a risolvere, è più facile associare la riduzione dell'ansia a elementi arbitrari per ottenere un certo senso di controllo.

Quando il ricorso al pensiero magico diventa patologico?
Il ricorso massiccio e rigido al pensiero magico rappresenta una strategia disfunzionale di adattamento alla realtà perché rischia di mettere fuori gioco la possibilità di utilizzare forme di pensiero razionali. Ma non solo, impedisce anche di tollerare l’incertezza rispetto a quanto non sappiamo o la frustrazione rispetto a ciò che tradisce i nostri desideri.
.. continua nei commenti

18/12/2025

Heloneida Studart è una giornalista, scrittrice, combattente, attivista politica, eletta sei volte deputata per il parti...
09/12/2025

Heloneida Studart è una giornalista, scrittrice, combattente, attivista politica, eletta sei volte deputata per il partito dei lavoratori brasiliano, pioniera del movimento femminista in Brasile. Eppure in Italia è pressocchè sconosciuta.

Il suo libro, dal titolo enigmatico, è ambientato negli anni della dittatura in Brasile, l’autoritario governo militare noto come regime dei Gorillas, che dal 1964 al 1985 soffocò ogni libertà di parola e di opposizione politica. Joao è uno dei tanti reclusi senza accusa o processo a causa delle sue idee politiche egualitarie, per aver gridato che i poveri pagano per tutti e per aver scritto sui muri che il passero è un uc***lo blu. Ma un governo autoritario non può accettare di non sapere cosa significhi quella frase enigmatica, perciò viene incarcerato e torturato a morte.

Dopo poche pagine si entra subito nella narrativa latino-americana che permette di traslare in un contesto realistico i gesti e i rituali di una realtà senza tempo, magica e surreale. Nel libro infatti la dittatura e il Brasile non sono mai nominati direttamente: ci troviamo in uno spazio e in un tempo senza coordinate e l’intera storia si svolge tra le pareti di una grande e potente famiglia matriarcale, i Carvalhais Medeiro, che è uno specchio di quel regime che soffoca ogni libertà.

Attraverso una prosa appassionata, ruvida, sensuale, delicata ed infuocata allo stesso tempo, la Studart racconta un paese segnato dalle disuguaglianze senza mai diventare didascalica ma lasciando che il lettore comprenda da solo attraverso le immagini che lei dipinge. 

La libertà è un passero blu è un libro di quelli che ci portano all’interno di un mondo a noi sconosciuto e questo è il grande pregio che va riconosciuto alla casa editrice marcosymarcos.

La Studart ci porta, attraverso un romanzo che sa essere orrifico e poetico, in un universo magico contornato di cruda realtà. Da queste pagine si sprigiona un mondo pieno di zone oscure i cui confini sfumano nella favola, nell’incubo e nella storia. Con una prosa infuocata che lascia il cuore colmo di rabbia e la voglia di urlare al cielo contro ogni ingiustizia. Perché è vero che il passero è un uc***lo blu.

04/12/2025

🧠 GLI EFFETTI DELLA CHIUSURA DEI MANICOMI

Nella letteratura, gli effetti immediati della fuoriuscita dei pazienti dai manicomi sono stati descritti più volte da Guido Ceronetti nel suo Un viaggio in Italia. Ceronetti viaggiò per l’Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983 attraversando grandi città e piccole località di provincia, visitando piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia e appunto manicomi. Denunciando le volgarità che lo ferivano con un pensiero sempre spiazzante, apocalittico e divertente.

📚 Se vi interessa una versione romantica della vita in manicomio, vi ricordo anche il bellissimo romanzo best seller di McGrath “Follia” che racconta la storia dell’ossessione sessuale tra la moglie del vicedirettore di un grande manicomio di Londra e un paziente psichiatrico uxoricida. Mc Grath ha una capacità assoluta di indagare il funzionamento psicologico dei personaggi principali, ma in questa sede mi interessa segnalarvi questo romanzo per le descrizioni puntuali della struttura del manicomio e della sua organizzazione funzionale.

🎬 Se volete approfondire ulteriormente, vi consiglio il documentario “Lo stato della follia” di Francesco Cordio del 2013. Questo film propone il racconto in prima persona dell’esperienza pluriennale di un ex internato che, con un racconto pungente, ironico e drammatico ci conduce nel manicomio di Aversa denunciando le terribili condizioni degli ospedali e dei suoi ospiti.

Vi auguro una buona lettura e un buon approfondimento del tema!

《L'autarchia era tenuta in gran conto. Chi, come i sovietici, voleva far nascere una società completamente nuova, doveva...
03/12/2025

《L'autarchia era tenuta in gran conto. Chi, come i sovietici, voleva far nascere una società completamente nuova, doveva limitare al massimo gli influssi esterni. Gli "ingegneri di anime" avevano un compito perlomeno di pari importanza: dare forma al nuovo ordine, rinominando il mondo.
La visione delle cose dipendeva dal modo in cui le chiamavi, ecco il fulcro della semantica socialista》.



Frank Westerman ha un passato da giornalista, solo ultimamente si è dedicato alla letteratura. Di formazione è un ingegn...
02/12/2025

Frank Westerman ha un passato da giornalista, solo ultimamente si è dedicato alla letteratura. Di formazione è un ingegnere agrario e ha scritto molto del rapporto molto artificioso che gli olandesi intrattengono con il proprio paesaggio. Ha scritto anche molto di politica, in particolare del rapporto tra parole e politica.

Ci sono due aspetti che Westerman tocca in tutta la sua opera: il primo riguarda la sua biografia provenendo da una famiglia calvinista molto religiosa. Oltre all’aspetto biografico c’è quello lavorativo dal momento che Westerman lavorava per un giornale progressista come inviato di guerra, per cui per esempio ha parlato della guerra nei Balcani mentre era effettivamente presente sul territorio. Westerman porta molto questa esperienza nella sua letteratura, seguendo il principio del riportare le interpretazioni ai fatti.

L’opera di Westerman in Italia è tutta pubblicata da Iperborea. In “Soldati delle parole” parla del terrorismo di matrice un po’ religiosa e un po’ di estrema sinistra in Olanda; “Noi umani” è ambientato in Indonesia e parla del rapporto tra il passato coloniale, gli strascichi della colonizzazione e l’ossessione di trovare l’anello che ci congiunge ai nostri antenati; “Ingegneri di anime” tratta il tema della censura e dell’ingerenza del potere sull’arte nello scenario dell’Unione Sovietica.

Westerman si concentra quindi su quel momento storico in cu il potere politico cercava di modificare l’arte a proprio vantaggio. All’epoca dei fatti narrati l’egemonia culturale era questa: il potere diceva ai suoi intellettuali cosa dovevano scrivere, su quali temi, che i finali dovevano essere positivi, che la borghesia doveva essere sconfitta dal proletariato.

Westerman ha la capacità di prendere per mano il lettore, soprattutto il lettore che non conosce bene il contesto storico-politico di cui si parla, conducendolo in quei luoghi e in quei tempi attraverso la letteratura e il cinema. Per cui è un libro che consiglio, come se fosse un saggio, a chiunque voglia approfondire poiché alla fine, grazie all’accompagnamento di Westerman, si arriva a capire la storia.

Vi auguro una buona lettura!

12/11/2025

La Legge Basaglia, dal nome di Franco Basaglia, psichiatra e promotore della riforma psichiatrica in Italia, è ufficialmente la Legge 180 del 13 maggio 1978 che sancisce la chiusura dei manicomi e l'istituzione di servizi di salute mentale pubblici territoriali in Italia.
Questo ha portato a un cambio radicale nell'assistenza alle persone con disturbi mentali, passando da un modello di segregazione a uno di inclusione e integrazione nella comunità.
La legge voleva anche essere un modo per modernizzare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati anche da strutture territoriali.

La legge Basaglia fu un momento di altissima civiltà e fu un fatto epocale, che, rispetto agli orrori precedenti, sanciva il trionfo di un’idea radicalmente nuova della sofferenza mentale, della sua cura e della sua collocazione nella società.
La legge doveva consentire la restituzione della dignità della persona attraverso luoghi dedicati alla cura con personale non solo qualificato, ma anche sensibile e rispettoso dell’altro.

Di tutte quelle parole d’ordine rivoluzionarie oggi rimane ben poco. La situazione attuale della salute mentale è in grave crisi in quanto i servizi si occupano esclusivamente della cura farmacologica del malato rendendo impossibile la presa in carico della persona.

Alcune conquiste sono rimaste, importantissime: la dignità del paziente psichiatrico;
l’abolizione, con i manicomi, delle mura tra sofferenza mentale e il resto della sofferenza umana.
Altre conquiste si sono rivelate illusioni.
Bisognerebbe ripartire dall’importanza di una cultura complessiva della cura:
L’attenzione alla libertà e alla creatività dell’espressione soggettiva, ai bisogni materiali, ma anche ai desideri e agli affetti, all’esigenza di un inserimento sociale vero e non formale all’interno della propria comunità, ma anche alla richiesta di lenimento del dolore e, soprattutto, di una sua elaborazione attraverso la psicoterapia.

Vi auguro un buon approfondimento del tema!




"A Welsh ben si attaglia qualcosa che Milan Kundera ha detto a proposito di Kafka: “Per noi cechi Kafka è imo scrittore ...
01/11/2025

"A Welsh ben si attaglia qualcosa che Milan Kundera ha detto a proposito di Kafka: “Per noi cechi Kafka è imo scrittore realistico perché la sua è una visione lucida della realtà (…). La specificità dello humor di Kafka è che una certa comicità accompagna l’uomo in tutte le sue azioni”.

Se siete in cerca della guida di viaggio perfetta per Edimburgo che non sia l’ennesima guida alla capitale scozzese, qua...
31/10/2025

Se siete in cerca della guida di viaggio perfetta per Edimburgo che non sia l’ennesima guida alla capitale scozzese, quanto piuttosto un’indagine semiseria rivolta agli aspetti meno mainstream, ecco il testo giusto.
La maggior parte delle guide tradizionali infatti si concentra troppo sulla zona del centro, dove i panorami sono tutti “suggestivi”, gli alloggi “caratteristici”, i vicoli “impregnati di storia” e dove le aree verdi nascondono “tesori naturali”. Queste guide parlano solo di cornamuse, kilt, whisky, pub e serate di musica celtica, quando invece in questa città c’è molto di più.
Ci sono luoghi meravigliosi che aspettano solo di essere scoperti, se magari si sapesse dove cercarli. E Giulio Perrone Editore ha fatto di nuovo centro con la sua collana “passaggi di dogana”, che ormai è un must have per i miei viaggi.
Qui Andrea Pomella, di cui innanzitutto va detto che scrive da dio (con uno stile che dribbla con scioltezza tra il poetico e il sarcastico), ci racconta Edimburgo seguendo le tracce del suo rappresentante più iconico.
Per lui, tutto ciò che può interessare di Edimburgo è contenuto in Trainspotting, dove si può leggere un impietoso, lucido, scassato ritratto della vita degli skagboys di Leith.

Se dovete andare ad Edimburgo, portatevi questo bel libro!







29/10/2025

🧠 QUAL ERA LA FUNZIONE DEI MANICOMI?

L’ex manicomio di Mombello è rimasto attivo fino all'approvazione della legge Basaglia del 1978.

Dobbiamo fare uno sforzo di fantasia per immaginarci cosa potesse essere questo posto prima della sua chiusura.
Ma se ce la facciamo, quello che vediamo non ci può lasciare indifferenti.
Immaginiamo le facce dei pazienti abbruttite dai disturbi mentali non curati, dalla segregazione e dall’incuria.

Immaginiamo gli ambienti sporchi, le strutture fatiscenti con letti di contenzione arrugginiti, lesivi della dignità umana, dove i malati sono prigionieri di un’istituzione che non cura la malattia ma la rafforza.

Sono volti segnati da una graduale e inesorabile perdita del sé, determinata dall’abbandono dei legami con l’esterno, dalla perdita di ogni progettualità futura e dal distacco dalla propria vita passata.

La frattura tra la società civile e l’istituzione manicomiale è l’espressione di una paura profonda che, attraverso processi di scissione e proiezione, nasconde ciò che sentiamo perturbante e con cui non vogliamo entrare in contatto.

Come scrive Franco Basaglia: “Il manicomio è nato storicamente a difesa dei sani. Le mura servivano ad escludere, isolare la follia perché non invadesse il nostro spazio”, come sosteneva anche Michel Foucault nella sua celebre tesi di dottorato “Storia della follia nell’età classica”.

Vi consiglio di visitare questo luogo, anche se ormai anni di abbandono lo hanno lasciato preda di un insensato vandalismo.

21/10/2025

La trama qui conta poco per cui non ne voglio neanche parlare. Ciò che conta è lo stile di scrittura, il linguaggio sgra...
20/10/2025

La trama qui conta poco per cui non ne voglio neanche parlare. Ciò che conta è lo stile di scrittura, il linguaggio sgrammaticato e poetico, la filosofia, l’immaginario onirico, le metafore sottese, la critica sociale e il meraviglioso berbero che ne è l’autore. Durante il mio viaggio a Praga ho seguito le tracce di Hrabal nelle sue birrerie preferite per cercare di catturarlo, prima fra tutte U Zlateho Tigra. Lì troneggia il suo mezzo busto sulla parete all’ingresso e le pivo sono eccellenti. Questo era uno dei pub in cui il tenero berbero era solito prendersi le sue sonore sbronze ad uno dei tavoli comuni in cui intratteneva tutti, anche gli sconosciuti. L’eterno bambino, anticonformista, osteggiato dal regime ceco per gran parte della sua vita creativa.

Sebbene sia un libro cupo che tratta dell’alienazione dell’uomo nel lavoro e della sua claustrofobica solitudine, è anche un libro pieno di bellezza. Perché Hrabal sa cosa ci può salvare dal grigiore dell’esistenza: è la letteratura, l’arte, i libri. Per sempre. Ma è una lezione che non impartisce freddamente con il tono cattedratico dell’accademico, lo fa da un angolino umile, con un libricino da niente e tenerissimo dal quale si leva una voce potente, calda e sovversiva. Una voce anche con una certa dose di angoscia e di follia che stravolge il lettore.

Leggetelo, vorrete anche voi bene al buon Hrabal!

Indirizzo

Via Toti 7 Bresso
Bresso
20091

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