Anastasia Luceri - Arteterapia

Anastasia Luceri - Arteterapia Ciascuno cresce solo se sognato

Domani vi racconto la magia dell' incontro tra arte e curaGrazie Alphaztl Compagnia d'Arte Dinamica per questa nuova pre...
31/07/2025

Domani vi racconto la magia dell' incontro tra arte e cura

Grazie Alphaztl Compagnia d'Arte Dinamica per questa nuova preziosa opportunità 🌸

Le artiterapie tra Italia e Grecia, nel sud del cuore. Grazie EduVita 🍃
24/07/2025

Le artiterapie tra Italia e Grecia, nel sud del cuore. Grazie EduVita 🍃

Ένα αξέχαστο οικολογικό ταξίδι για SEAniors, στο πλαίσιο του προγράμματος !Από την Ελλάδα στην Ιταλία με πλοίο, με στόχο τη βιώσιμη κινητικ...

🙏❤️
17/07/2025

🙏❤️

Il documentario racconta l'incontro tra mondi apparentemente molto distanti tra loro: persone con disabilità, anziani con malattie neurocognitive e i loro ca...

Per la più piena e assoluta
07/07/2025

Per la più piena e assoluta





"Imparare a parlare bene del bene che si fa.È importante tanto quanto fare."(da Appunti per una comunità educante)Grazie...
31/05/2025

"Imparare a parlare bene del bene che si fa.
È importante tanto quanto fare."

(da Appunti per una comunità educante)

Grazie EduVita 🌺

Attività ed iniziative per persone con Alzheimer - Racconti dal Salento

*Appunti per una comunità educante* 1)Imparare a parlare bene del bene che si fa.È importante tanto quanto fare.2) Conti...
28/05/2025

*Appunti per una comunità educante*

1)Imparare a parlare bene del bene che si fa.
È importante tanto quanto fare.

2) Continuare i nostri percorsi di formazione. Conoscere le minaccie e le criticità di quello che facciamo.
Essere eretici e competenti.

3) Evitare le autocentrature.
Trovare i minimi comuni multipli piuttosto che i massimi comuni divisori.

Grazie ad Andrea Mori per le sue parole e a tutti i partecipanti della tavola rotonda del Festival Comunità Educanti che si è tenuto domenica a Parco Buscicchio.

Ma soprattutto grazie a , a .meo82 , e a tutti colori insieme ai quali possiamo ben dire e ben essere, con la stessa intensità e pienezza, comunità educante.

Arte, benessere, comunità Stasera a Parco Buscicchio ❤️
25/05/2025

Arte, benessere, comunità
Stasera a Parco Buscicchio ❤️

Donna, come ti chiami? – Non lo so.Quando sei nata, da dove vieni? – Non lo so.Perchè ti sei scavata una tana sottoterra...
11/05/2025

Donna, come ti chiami? – Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? – Non lo so.
Perchè ti sei scavata una tana sottoterra? – Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? – Non lo so.
Perchè mi hai morso la mano? – Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? – Non lo so.
Da che parte stai? – Non lo so.
Ora c’è la guerra, devi scegliere. – Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? – Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? – Si.

(Vietnam - Wislawa Szymborska)

Abbiamo bisogno di compagni, nel senso etimologico del termine: serve riconoscersi seduti intorno alla stessa tavola a m...
06/05/2025

Abbiamo bisogno di compagni, nel senso etimologico del termine: serve riconoscersi seduti intorno alla stessa tavola a mettere in comune il pane, a spezzarlo, farlo in piccoli pezzettini, condividerlo, mangiarlo assieme.

Con tanta felicità e gratitudine, domani mercoledì 7 maggio al Mediaporto, una Tavola Rotonda sul Welfare Culturale a Brindisi intorno a due parole che per me sono come farina e acqua: arte e cura.

Abbiamo bisogno di compagni. Siete tutti invitati🔥

E poi ci sono le parole fuliggine, che si posano su altre parole non vicine, ma neanche sufficientemente lontane dal tem...
25/04/2025

E poi ci sono le parole fuliggine, che si posano su altre parole non vicine, ma neanche sufficientemente lontane dal tempo e dallo spazio in cui stanno bruciando le idee.
Non si pensa subito al motivo delle parole fuliggine: non ci si chiede, innanzitutto, che cosa sta bruciando, da quanto tempo brucia, chi lo sta facendo e perché.

Così, lontane dagli incendi, si posano sopra a un altro discorso, le parole fuliggine: innocue per temperatura, forma e peso, abbondanti per indifferenza, persistenti nella leggerezza e superficialità, arrivano tra noi.

Ci si accorge di loro solo quando sono tante, una di seguito all'altra, che il discorso è diventato cosi nero che forse è proprio il caso di fermarsi e darsi una ripulita. Per poi tornare a parlarsi addosso. Perché non la definiresti esattamente un pericolo, la parola fuliggine: cosa potrà mai essere, infatti, in confronto al fuoco selvaggio e violento dell'idea che l'ha prodotta? Sobrietà è dire pochissimo, pulviscolo impercettibile, residuo sospeso e ormai spento di battaglie accese e consumate altrove.

Poi, un bel giorno, te la ritrovi dentro, la parola fuliggine. Lastra fredda che all'improvviso ti presenta il conto in controluce: dove si annida il punto di non ritorno. Nera polvere sottile che per tutti questi anni hai parlato senza saperlo. Proprio quando ti servirebbe più aria per dire, ti manca il respiro.

Se non vigilate i fuochi, se non avete familiarità con le fiamme, state lontani dalla fuliggine.

Buon 25 aprile, senza sobrietà.

"Io vorrei una Storia degli Sguardi. La Fotografia è infatti l’avvento di me stesso, come altro; un’astuta dissociazione...
16/04/2025

"Io vorrei una Storia degli Sguardi. La Fotografia è infatti l’avvento di me stesso, come altro; un’astuta dissociazione della coscienza d'identità."
R.Barthes
Tra fotografia, scrittura e teatro, continua il percorso di sperimentazione artistica del gruppo SEM❤️

Grazie a EduVita per questa bellissima opportunità🙏
05/04/2025

Grazie a EduVita per questa bellissima opportunità🙏

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Brindisi

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Anastasia Luceri - Arteterapia

Cosa è l’arteterapia?

Questa è la domanda più difficile che si possa fare ad un’arteterapeuta. Ma diventa più semplice se vi suggerisco di chiedermi: che cos’è l’arteterapia per Anastasia?

La mano che vedete nella foto qui sopra è la più antica espressione artistica dell’uomo. Quello che è ritratto nella foto è un graffito, un esempio di pittura rupestre che si trova all’interno de La Cueva de los Manos (La Caverna delle Mani) in Argentina. La parola graffito deriva dal greco graphèin che significa indifferentemente scrivere, disegnare o dipingere. Il fare arte del nostro primo antenato non prevedeva categorie estetiche, ma aveva una forte connotazione simbolica, dal momento che probabilmente rappresentava una forma di comunicazione concettuale precedente all'avvento della scrittura.

A guardarla bene questa mano non è altro che la traccia di una presenza, di un qui e ora, l’espressione del bisogno di lasciare un segno, un’impronta del proprio passaggio, del proprio agire quotidiano.