14/11/2024
- Ce li hai presenti i progetti, nennè? Lo sai cosa sono?
- I progetti??
- Eh, i progetti, i progetti. Quelli di quando hai un sogno dentro il cuore ma lanciare pensieri in aria non ti basta. Allora inizi a considerare, una ad una, tutte le possibilità che tieni. Cominci a considerare pure le impossibilità, così, per scrupolo, per non lasciare nulla di intentato. Per prima cosa, nennè, il cervello prova a fotterti, si mette a lavorare di fino e, come in un film montato al contrario, ti mostra le ragioni per le quali, secondo lui, non ce la farai. E sono ragioni convincenti. Ma tu non devi starlo a sentire, piccerè. Hai capito? Non lo devi ascoltare. La ménte mènte. Ricordatelo. La ménte mènte. Alza muri, traccia limiti, scava buche profonde e poi aspetta che ci inciampi. Tu impara a saltare. Quando vedi un fosso, devi saltare.
- Come sarebbe che devo saltare, don Salvatò?
- Devi saltare, nennè. Fa' nu zumpo. Salta. Ma devi agire in velocità, devi essere pronta, rapidissima, un poco fulmine e un poco tuono. I pensieri li devi imbrogliare, prima che sia tardi, prima che ti convincano che hanno ragione loro ed è meglio lasciar perdere.
- E se poi non ci riesco?
- Oilloco!! La meccanica paurosa della testa si è già messa all'opera. Taci. Non lo dire. Non lo devi dire a voce alta e nemmeno zittu zittu, che non ce la farai. Perché, se lo dici, poi cominci a crederci. Ed è quando inizi a credere di poter perdere che, alla fine, sei perduto.
- Allora non lo dico, don Salvatò. Non lo dico. Non vi arrabbiate. E dopo? Dopo che non l'ho detto, che succede?
- Dopo che non l'hai detto, nennè, dopo che hai fottuto sul tempo il pensiero buffone, senti la paura azzopparsi come un cavallo stanco e rallentare la corsa. Dietro di lei, ci sta il coraggio, che è uno stallone nero e lucido, e galoppa feroce, a perdifiato, talmente forte che gli occhi vedono doppio e le sue zampe sembrano otto. Guadagna in un soffio tutto il terreno che ha perso e non si fiacca, non sente stanchezza, non conosce fatica. Il coraggio è un campione, e sai che succede coi campioni? Sono rari, come le perle dentro una conchiglia. Tu l'hai mai trovata una perla dentro una conchiglia? Io ho sessant'anni e solo gusci vuoti fino 'a mò. Quanto più un fatto è raro, tanto più prezioso diventa. Delle cose preziose, piccerè, delle cose preziose ci si prende cura, perché a perderle si fa presto e po' è peccato. Dopo ti restano solo le cose mediocri, e quelle non pesano un fiato.
Del tuo coraggio, figlia mia, devi avere cura. Me lo prometti? Promettimi che avrai cura del tuo coraggio, che te ne prenderai cura come si fa con certi amori, con quelli appena nati soprattutto, che sono fragili e non hanno ancora imparato a stare in piedi.
- Starò attenta al mio coraggio, don Salvatò. Ve lo prometto. Però, ogni tanto tremo, mi sembra che la paura non rallenti, che sia sempre un po' in anticipo, un passo avanti, un metro più lontano rispetto a tutto il resto.
- Succede perché la paura è ingannatrice, una serpe velenosa che striscia, e striscia, e si infila tra le crepe, dentro le falle che sono rimaste aperte. Se la lasci fare, se glielo permetti, quella si mette a scavare a piene mani, pianta semi marci e uccide ogni cosa bella. Di paura è pieno il mondo. E' il contrario del coraggio, la paura. E' la mediocrità al posto della perla. E' la conchiglia sfitta, 'o core vacante. E invece i progetti hanno bisogno di pienezza. I progetti, nennè. Lo sai cosa sono i progetti?
- Ditemelo voi, don Salvatò, cosa sono i progetti.
- I progetti sono quelle cose che tu hai un sogno dentro il cuore, ma è un sogno troppo grande, come tutti i sogni veri, e allora il cuore non ti basta, 'nu tene spazio a sufficienza. Perciò ci vogliono pure le strade, le piazze, il cielo e il mare, e i cuori di quelli che, come te, sognano e fanno progetti. Li riconosci: hanno una specie di fuoco che li brucia dall'interno, una frenesia strana, una febbre che non passa. Tienatella cara cara, quella gente lì. E' gente in gamba, ottimi alleati.
Un sogno che esce dal cuore, non per forza lo abbandona. Entra nel mondo, come un figlio ormai grande, come due che si amano e finalmente se lo dicono. Entra nel mondo, e da sogno che era diventa azione, diventa fatto. Così, quello che prima sembrava impossibile, 'na pazzia, un'ambizione scomoda, un capriccio ridicolo, poco per volta si fa reale, possibilissimo, inverte il senso della malafede, che da mala si trasforma in buona, e rende il mondo un posto migliore. Magari di poco, ma migliore comunque. Sono questo i progetti: sogni coraggiosi che rendono il mondo un posto migliore di come l'hanno trovato quando sono usciti dal cuore. Non è importante averne tanti. Basta che siano quelli giusti. M'è capito, nennè?
Antonia Storace - Frumento e papaveri