
02/08/2025
“Mia figlia che io cercavo da una vita senza saperlo l’ho incontrata in un orfanotrofio proprio a Sarajevo.
Lei aveva 10 mesi
Tutti mi chiedevano: ma perché l’hai fatto? Io ero single, avevo 35 anni.
Perché l’ho fatto ? L’ho fatto perché, non lo so.
È lei che ha scelto me.
L’ho presa in braccio per farla riprendere dall’operatore, perché era l’unica bambina bruna in un mare di bambini biondi
Era l’unica che sorrideva in un contesto in cui i bambini avevano pochissimo da sorridere.
L’ho presa in braccio, mi ha passato un braccio dietro al collo e la cosa mi ha turbato.
L’operatore l’ha ripresa, l’ho rimessa lì e sono andato via turbatissimo.
L’operatore se ne è accorto. Mi ha detto: cos’hai? Ho detto: quella bambina me la porterei via.
È una storia che ha del miracoloso, io non mi sono chiesto perché?
L’ho fatto per impulso, per impulso amoroso. Per questo non bisogna chiedere perché in amore.
E poi ogni porta che io trovavo naturalmente sbarrata si apriva per miracolo”.
Un gesto che non ha bisogno di spiegazioni, perché l’amore non si spiega, accade.
Franco Di Mare racconta un incontro che sembra scritto dal destino: una bambina che sorrideva tra tanti volti spenti, un abbraccio spontaneo, e quel turbamento profondo che solo l’amore vero può generare.
Non c’erano ragioni da dare, solo una scelta reciproca: lei che lo ha scelto con un gesto semplice, lui che ha riconosciuto in quello sguardo una chiamata. Una famiglia nata per impulso amoroso, senza domande, senza condizioni.
Franco ci ricorda che le storie più belle non vanno spiegate, vanno vissute.
E che l’amore autentico rompe ogni schema, ogni logica, ogni ostacolo.
A volte, il miracolo è semplicemente ascoltare il cuore e dire sì.
La sensibilità dell'anima