10/12/2023
“Ma non puoi sforzarti di più?”
Io sono dislessico, la mia velocità di lettura è pari alla metà rispetto a quella di un lettore medio e lo sforzo che devo fare per raggiungere tale velocità è il triplo
(Sono soddisfazioni).
Solitamente quando spiego questo concetto tutti capiscono, ma ultimamente qualcuno mi ha chiesto "ma se tu ti sforzassi il sestuplo non potresti leggere alla velocità media?"La risposta è no, perché le due cose non sono direttamente proporzionali, ma ho capito che serviva un esempio:
"In casa ho un armadio alto 2 metri, spesso metto delle scatole sopra di esso e per prenderle mi basta stare dritto con la schiena e sforzarmi di stare in punta di piedi. Tu sei più bassa di me di 15 o venti centimetri e se ti sforzi tanto, stai in punta di piedi, tendi il corpo allunghi le unghie ecc, forse riesci a sfiorare lo scatolone.
A quel punto arrivo io e ti dico di sforzarti di più.
Ecco per chi ha una velocità di lettura alta accellerare leggermente il passo della lettura è solo un piccolo sforzo, ma per chi ha una velocità bassa e sta già tirando al limite accelerare ulteriormente è molto più oneroso.
Per raggiungere quello scatolone uno potrebbe prendere la rincorsa saltare e buttarlo giù rompendo il contenuto ed è quello che fanno quelli che velocizzano sacrificando l'accuratezza e quindi commettendo diversi errori.
Poi ci sono quelli che usano gli strumenti, vanno a prendere una sedia ci salgono sopra e recuperano la scatola.
In questo caso però c'è chi contesta -perché io ho dovuto faticare stando in punta di piedi e lui ha potuto prendere la sedia - che fare allora ?"
Molte persone sono convinte che la soluzione a tutto sia dire "devi sforzarti di più" e lo dicono anche quando il problema è di tutt'altra natura.
Se io ti dicessi "Ma quale problema di altezza, tu sei solo una fannullona" lo troveresti giusto?
Se ti abbassassi il voto perché hai usato la sedia lo troveresti stimolante?Ho passato anni a parlare di DSA, ma purtroppo queste frasi si sentono ancora