COSA SONO I DCA:
DCA nella Casa per la Salute della Mente
Anoressia
Bulimia
DAI e Obesità
Disturbi Non Altrimenti Specificati
ANORESSIA E CRITERI DIAGNOSTICI PER ANORESSIA NERVOSA
A. Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l'età e la statura (per es. perdita di peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto dell'85% rispetto a quanto previsto, o
ppure incapacità di raggiungere il peso previsto durante il periodo della crescita in altezza, con la conseguenza che A peso rimane al di sotto dell'85 % rispetto a quanto previsto). Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso. Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi. (Una donna viene considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito di somministrazione di ormoni, per es. Specificare il sottotipo:
Con Restrizioni: nell'episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione: nell'episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. (Tratta da DSM-IV, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, edA, Copyright American Psychiatric Association, Washington, 1994. Edizione Italiana Masson, Milano 1995)
BULIMIA CRITERI DIAGNOSTICI PER BULIMIA NERVOSA
A. Una abbuffata è caratterizzata da entrambi i seguenti:
1. mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili;
2. sensazione di perdere il controllo durante l'episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando). Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l'aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo. Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei. L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa. Specificare il sottotipo:
Con Condotte di Eliminazione:
nell'episodio attuale di Bulimia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. Senza Condotte di Eliminazione:
nell'episodio, attuale il soggetto ha utilizzato regolarmente comportamenti compensatori inappropriati, quali il digiuno o l'esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente al vomito autoindotto o all'uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. (Tratta da DSM-IV, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, ed. 4, Copyright American Psychiatric Association, Washington, 1994. Edizione Italiana Masson, Milano 1995)
DAI E OBESITÀ IL DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA E L’OBESITÀ. Il disturbo da alimentazione incontrollata (DAI o BED, DSM-IV) è un disturbo alimentare poco conosciuto ma molto frequente nella popolazione generale adulta, sopratutto nel sesso femminile. E’ caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate alimentari, senza l'utilizzo regolare di inappropriati comportamenti compensatori (farmaci, vomito autoindotto, ipearattività fisica). Una abbuffata è caratterizzata da una introduzione di una grande quantità di cibo, consumato rapidamente, in solitudine, senza che sia avvertita la necessità fisica, in un limitato periodo di tempo, con la sensazione di perdita di controllo sul cibo. Tale situazione è seguita da una spiacevole sensazione di pienezza, disgusto e senso di colpa. Spesso questa situazione è associata a disturbi dell’umore, che portano l’individuo ad un isolamento sociale. L’obesità è una patologia cronica definita come un eccesso di peso corporeo superiore del 10% rispetto a quello fisologico. La prevalenza dell’Obesità e Soprappeso è in rapida espansione in Italia, come nel resto del mondo. Basti pensare che in media il 34% della popolazione con più di 18 anni è in sovrappeso e il 9% è francamente obeso. Le cause dell’obesità sono molteplici, le più importanti sono di tipo genetico, comportamentale, ambientale, sociale, economico. La sedentarietà rappresenta un fattore che potrebbe spiegare in parte questo rapido aumento dell’incidenza. Non essendo ancora in grado di intervenire sui fattori genetici, possiamo farlo su quelli comportamentali. Le persone affette da tali patologie non sempre trovano luoghi di cura adeguati; infatti sia la dietoterapia classica, che la maggior parte dei servizi presenti nel territorio, non sempre risultano efficaci, soprattutto se si vogliono ottenere risultati duraturi. A tutt’oggi la maggior parte dei trattamenti oggi disponibili (dietoterapico, farmacologico) non risultano sufficienti e soddisfacenti. Infatti dagli studi finora pubblicati dalla letteratura internazionale si evince che oltre 95 % dei soggetti obesi riacquista il peso perso entro il primi 6-12 mesi (Cooper Z., 2001). Solo la terapia chirurgica porta risultati più confortanti, ma può essere consigliata solo in situazioni particolari (IMC >40) e non è priva di rischi (1/1000 pazienti complicanze mortali). Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha dimostrato che ci sono motivi reali di ottimismo nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione solo se lo stesso è condotto secondo un modello di intervento altamente strutturato e multidisciplinare, che includa la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia interpersonale, la terapia familiare, la terapia psico-educazionale individuale e di gruppo. (Garner e Garfinkel 1980, Fishter 1990, Garner e Bemis 1982, Bauer e Ventura 1998)
Il programma terapeutico proposto ai vari livelli è di tipo multidisciplinare, prevede cioè la collaborazione di più figure professionali che aderiscono alla stessa teoria cognitivo comportamentale, adottano le stesse tecniche di intervento e un linguaggio comune con le pazienti. Particolare enfasi viene posta sull’aspetto riabilitativo (medico, nutrizionale, psicologico) che risulta essere una componente essenziale del processo di guarigione dai disturbi dell’alimentazione. L’approccio terapeutico più studiato per il maggior numero di successi nell’obesità e nel DAI è attualmente quello cognitivo-comportamentale (CBT). CRITERI DIAGNOSTICI PER DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE NON ALTRIMENTI SPECIFICAFI
La categoria "Disturbi della Alimentazione Non Altrimenti Specificati" comprende quei disturbi dell'alimentazione che non soddisfano i criteri dell' Anoressia della Bulimia e del BED. Gli esempi includono:
A. Per il sesso femminile, tutti i criteri dell'Anoressia Nervosa in presenza di un ciclo mestruale regolare. Tutti i criteri dell'Anoressia Nervosa sono soddisfatti e, malgrado la significativa perdita di peso, il peso attuale risulta nei limiti della norma. Tutti i criteri della Bulimia Nervosa risultano soddisfatti, tranne il fatto che le abbuffate e le condotte compensatorie hanno una frequenza inferiore a 2 episodi per settimana per 3 mesi. Un soggetto di peso normale che si dedica regolarmente ad inappropriate condotte compensatorie dopo aver ingerito piccole quantità di cibo (es. induzione del vomito dopo aver mangiato due biscotti). Il soggetto ripetutamente mastica e sputa, senza deglutirle, grandi quantità di cibo. Disturbo da Alimentazione Incontrollata, ricorrenti episodi di abbuffate in assenza delle regolari condotte compensatorie inappropriate tipiche della Bulimia Nervosa. (Tratta da DSM-IV, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, ed. 4, Copyright American American PsychiaVic Association, Washington, 1994. Edizione italiana Masson, Milano 1995,). COSA FACCIAMO:
La riabilitazione dei DCA si basa su 4 tipologie di intervento:
1. Riabilitazione della condotta alimentare:
• Terapia nutrizionale
• Educazione alimentare
• Colloqui individuali con il dietista
• Gruppi nutrizionali
2. Interventi a sostegno della simbolizzazione e modificazione dell’immagine corporea:
• Terapia dello specchio
• Video confrontation
• Danza/movimento terapia
• Psicoterapia individuale
• Gruppo psicoeducazionale
• Gruppi psicodinamici
3. Interventi a sostegno della socializzazione:
• Laboratori espressivi: narrazione autobiografica gruppi di letteratura, poesia e fiabe laboratorio di fotografia cineforum attività manuali
• Sostegno scolastico
• Gruppi discussione
• Passeggiate in valle
4. Interventi sul contesto:
• Presa in carico del ruolo paterno e materno
• Colloqui individuali e di gruppo con i genitori
• Promozione e fondazione di un’associazione dei genitori
L'ACCESSO ALLA STRUTTURA:
L’accesso alla struttura
DGR 1326/2010
(14/05/2010) AUTORIZZAZIONE AL FUNZIONAMENTO
DGR 50/2011 (14/01/2011)
MODIFICA DGR 1326/2010 CON RILASCIO ACCREDITAMENTO 28 POSTI LETTO
DGR 825/2011 (08/04/2011)
MODIFICA DGR 50/2011 CON L'AGGIUNTA DI ACCREDITAMENTO DI 49 POSTI LETTO PER SODDISFARE UN FABBISOGNO EXTRA REGIONALE
DGR 836/2011 (20/04/2012)
RINNOVO DELL' ACCREDITAMENTO DEI 77 POSTI LETTO PER UN PERIODO DI 5 ANNI
DGR 2029/2013 (1910/2012)
APPROVAZIONE DEI REQUISITI STRUTTURALI ED ORGANIZZATIVI MINIMI PER L'ESERCIZIO DI ATTIVITA SANITARIE E SOCIO-SANITARIE PER LA CURA DEI DISTURBI DE COMPORTAMENTO ALIMENTARE IN AMBITO RESIDENZIALE EXTRA OSPEDALIERO
DGR 964/2013 (31/05/2013)
MODIFICA AUTORIZZAZIONE:
-51 POSTI PER LA CURA DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE, DIVISI IN TRE NUCLEI
-26 POSTI PER LA CURA DEI DISTURBI DELLA SALUTE MENTALE E DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE (CHIMICHE E NON CHIMICHE)
E RINNOVO DELL' ACCREDITAMENTO DEI 77 POSTI LETTO PER UN PERIODO DI 5 ANNI
L'accesso alla struttura viene stabilito dall'équipe su proposta del medico curante, dei servizi territoriali, direttamente su richiesta dei pazienti o dei loro familiari e accoglie pazienti da tutto il territorio nazionale. All’ingresso si effettua una valutazione multidisciplinare: clinica, nutrizionale (Bioimpedenziometria), psicologica e psichiatrica mediante colloquio individuale, scale sulla qualità della vita e batteria di test: EDE-Q, EDI2, EAT26, SCL90, Scala della reazione emotiva. Il programma riabilitativo della struttura ha caratteristiche di alta specializzazione ed intensità assistenziale: L'organizzazione della giornata è molto strutturata, sia nella gestione dei pasti, che in attività volte a fare riacquisire ai pazienti autonomia nella propria quotidianità. Il programma prevede diverse fasi assistenziali sia dal punto di vista psicologico che nutrizionale. Durante la degenza vengono effettuati incontri settimanali individuali e di gruppo con i familiari dei pazienti ricoverati. Il personale della struttura
Per un trattamento così complesso è stato necessario costituire una equipe multidisiplinare che operasse all'interno di un progetto terapeutico condiviso, verificato da una riunione d'equipe settimanale e da briefing quotidiani. I protocolli di intervento sono sottoposti a continua verifica e monitoraggio. COMUNITA' PROTETTA:
ComunitÁ protetta per terapia psichiatrica di media durata
I pazienti appartengono alle principali categorie diagnostiche quali depressioni, disturbi d’ansia generalizzata e somatizzata, disturbi ossessivo compulsivi e dei quadri dissociativi. Gli ospiti continuano la terapia impostata nei centri di Diagnosi e Cura, fino alla stabilizzazione. Caratteristica di queste Comunità Protette è la necessità di lavorare a stretto contatto con gli SPDC e i servizi territoriali. I primi infatti, offrendo tempi di ricovero generalmente non superiori ai quindici giorni, rappresentano l’offerta di cura psichiatrica che si situa “a monte” di queste comunità; i secondi, invece, ne costituiscono il naturale proseguimento “a valle”.
È un luogo in cui il sistema psichiatrico, che ha già un progetto per il paziente, utilizza un periodo di “stabilizzazione” propedeutico al reinserimento nell’ambiente di provenienza