Si svolgono lezioni di yoga adatte a tutte le eta' e tutte le condizioni, massaggi Tradizionali Thai-Yoga, percorsi di crescita personale con il Life Coaching. La mancanza di vera conoscenza, la avidya, inquina i vari livelli dell’esistenza e nella quotidianità si traduce in una falsa percezione della realtà: l’essere umano non è in contatto con le cose così come sono, ma le interpreta in maniera distorta dai bisogni e dagli obiettivi e condizionata dalla cultura e dal vissuto. Ciò che egli percepisce è maya, “illusione” e “relatività”, e tale antica concezione si avvicina alla moderna teoria occidentale della deformazione delle informazioni recepite. L’uomo decide come vuole la realtà, se la prefigura, se la racconta e non la vede per ciò che è. Nel tentativo di controllarla, si aliena da essa e soffre perché non è quella che vorrebbe. E’ la mente che instaura i circoli viziosi, quelle cittavritti, “turbini della materia psichica”, citate nel secondo versetto degli “Yogasutra” di Patanjali, l’opera principale dello Yoga classico. Da qui la necessità di purificare e pacificare la mente per recuperare la visione della realtà per quella che è. Nella nostra quotidianità il termine maya può assumere più risonanze. Ci rammenta che le percezioni e i punti di vista sono relativi e che assolutizzarli è irreale e controproducente. Un ascolto e una osservazione più obiettivi, sereni, non giudicanti e accoglienti nei confronti di noi stessi e degli altri, qui e ora, nel presente, favorisce una comprensione più ampia della realtà interiore ed esteriore. La diversa consapevolezza cambia anche il rapporto con i propri limiti e la capacità di misurarsi. L’affetto e l’umiltà, che non è falsa modestia ma ritorno all’humus, alla terra e alle radici del proprio essere, fanno comprendere quando è positivo impegnarsi per superarli e quando invece è un atto di violenza o di arroganza. E accettando serenamente i nostri limiti, anche quelli degli altri appaiono in una luce diversa. Estratto da ‘MAYA, il velo della realtà – Marilia Albanese’