Dr. Giuseppe Pacelli

Dr. Giuseppe Pacelli Mi chiamo Giuseppe Pacelli e sono un chirurgo ortopedico specializzato in patologie della spalla. Sono “teacher” in Chirurgia Artroscopica della Spalla.

Sono il dr. Giuseppe Pacelli, sono consulente per la F.I.S.I. [Federazione Italiana Sport Invernali].

Le lesioni   [dall’inglese:«Superior Labral tear from Anterior to Posterior»] sono una lacerazione che interessa il labb...
16/10/2025

Le lesioni [dall’inglese:«Superior Labral tear from Anterior to Posterior»] sono una lacerazione che interessa il labbro glenoideo, un anello di cartilagine che - come una guarnizione - circonda l'articolazione della spalla poggiandosi nella sua porzione scapolare [glena], la cui parte superiore, appunto, si strappa.

𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨

Il labbro [o cercine] glenoideo è un “anello” di cartilagine che serve a stabilizzare l’articolazione fra omero e scapola e ridurre l’attrito fra le due superfici ossee, evitando che vengano a contatto tra di loro.
È situato attorno alla cavità glenoidea, la fossa semicircolare posta all’estremità della scapola, dov’è normalmente è alloggiata la testa dell’omero.

𝐂𝐚𝐮𝐬𝐞

Le lesioni al cercine glenoideo superiore [SLAP] possono essere causate da traumi acuti o da movimenti ripetitivi della spalla.
Una lesione SLAP acuta può derivare da:
⟶ un incidente automobilistico;
⟶ una caduta su un braccio teso;
⟶ una trazione forte sul braccio, come quando si cerca di prendere un oggetto pesante;
⟶ un rapido movimento del braccio quando è superiore al livello della spalla;
⟶ una lussazione della spalla.

Le persone che praticano sport come baseball, tennis, pallavolo, golf, o il sollevamento pesi, possono procurarsi una lesione del cercine glenoideo a causa del movimento ripetuto della spalla.

𝐒𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢

I sintomi più comuni di una lesione SLAP sono:
⟶ la sensazione di blocco durante l’esecuzione di alcuni movimenti, specialmente quelli che coinvolgono il sollevamento del braccio interessato;
⟶ una perdita di forza nell’articolazione, che può interessare in particolare, per l’appunto, i movimenti di sollevamento del braccio;
⟶ dolore alla spalla di intensità variabile, che si manifesta in modo pulsante dopo aver effettuato movimenti o piccoli sforzi e si intensifica quando la spalla è sottoposta a pressione o trazione;
⟶ la sensazione di imminente lussazione della spalla ogni volta che viene utilizzata o vi si applica una forza.

𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐞 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞

Il trattamento di questo tipo di lesione prevede inizialmente il ricorso ad antinfiammatori, applicazioni di ghiaccio e riposo.

Di solito questa fase iniziale ha lo scopo di alleviare il dolore e tenere sotto controllo l’infiammazione, mentre si decide la migliore strategia di trattamento. Sono pochi, tuttavia, i pazienti per i quali è possibile la guarigione senza ricorrere alla riparazione chirurgica della lesione.

𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐂𝐡𝐢𝐫𝐮𝐫𝐠𝐢𝐜𝐨

L’artroscopia è in assoluto la tecnica più utilizzata per la riparazione del cercine glenoideo.
Attraverso piccoli fori effettuati dal chirurgo nella pelle del paziente, si inseriscono una telecamera collegata ad un potente microscopio e gli strumenti chirurgici necessari alla procedura.

Rispetto alla tecnica classica, che prevede l’apertura di una ferita operatoria che interessa gran parte della spalla, la tecnica artroscopica ha il grande vantaggio di praticare solamente dei piccoli fori [10-12 millimetri circa].

Questo permette di risparmiare i tessuti muscolari e di recuperare funzionalità e mobilità dell’arto in tempi molto più rapidi, semplificando la riabilitazione ed ottenendo risultati decisamente migliori dal punto di vista estetico.

𝐓𝐞𝐦𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐑𝐞𝐜𝐮𝐩𝐞𝐫𝐨

Dopo l’intervento, la spalla deve essere immobilizzata per 3-4 settimane per proteggere la parte riparata dai piccoli traumi che certamente subirebbe durante l’utilizzo, che potrebbero rovinare il risultato finale del trattamento.

Le procedure di riabilitazione devono essere considerate come parte integrante del trattamento ed essere seguite con impegno per ottenere il miglior risultato possibile dalla chirurgia; di solito, proseguono almeno per 6-8 settimane dopo l’intervento.

Sarà lo specialista, durante le visite di controllo, ad indicare i tempi opportuni per ricominciare l’attività sportiva, che dipendono dall’impatto dell’attività stessa su spalla e braccio.

Di solito questi sono comunque compresi fra i 3 ed i 6 mesi dall’operazione.

La spalla del nuotatore è un termine generico che indica però una patologia ben specifica: la sindrome da impingement.Il...
13/10/2025

La spalla del nuotatore è un termine generico che indica però una patologia ben specifica: la sindrome da impingement.

Il nostro appuntamento di questa settimana è dedicato proprio a definirne le principali caratteristiche, le cause e i sintomi in cui riconoscersi, per poi concentrarci sull'iter terapeutico più corretto e qualche esercizio di prevenzione.

Nome generico, patologia specifica: la sindrome da impingement.

🟡  : 3 COSE DA SAPERE 🟡𝟏] 𝐂𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐬'𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐠𝐞𝐥𝐚𝐭𝐚?La capsulite adesiva o, appunto, la spalla congelata, è una pat...
09/10/2025

🟡 : 3 COSE DA SAPERE 🟡

𝟏] 𝐂𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐬'𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐠𝐞𝐥𝐚𝐭𝐚?
La capsulite adesiva o, appunto, la spalla congelata, è una patologia infiammatoria molto dolorosa della spalla.

Ma perché, se solitamente un'infiammazione viene associata al caldo, in questo caso avviene il contrario e addirittura si associa al congelamento?
Presto detto: l'infiammazione causa un ispessimento del tessuti così doloroso che il nostro organismo mette in atto un meccanismo di autodifesa che di fatto blocca [congela] la spalla, prevenendo l'aggravarsi della lesione.

𝟐] 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐠𝐞𝐥𝐚𝐭𝐚?
I due sintomi più importanti e comuni sono: dolore intenso, soprattutto di notte, e difficoltà a compiere movimenti.

La spalla congelata solitamente segue un decorso che si può riassumere in tre fasi:
⟶ la fase detta di “raffreddamento”, durante la quale la spalla perde progressivamente mobilità ed il dolore aumenta. Può durare da sei settimane a nove mesi;
⟶ la fase detta di “congelamento”, durante la quale il dolore migliora leggermente ma la rigidità articolare è al massimo. Il raggio dei movimenti possibili è minimo e in genere si verifica dai quattro ai nove mesi;
⟶ la fase detta di “disgelo”, dalla durata molto variabile [tra i sei mesi ed i due anni], durante la quale il dolore e la rigidità dell’articolazione si risolvono lentamente.

Il trattamento antinfiammatorio e una corretta fisioterapia sono essenziali per la risoluzione definitiva della capsulite adesiva e possono influenzare notevolmente la durata della fase di “disgelo”.

𝟑] 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐮𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐠𝐞𝐥𝐚𝐭𝐚?
Il trattamento standard prevede la somministrazione di farmaci antinfiammatori per tutta la durata della malattia e la fisioterapia, specialmente durante la seconda e la terza fase [“congelamento” e “disgelo”].

Per contrastare il dolore e la rigidità articolare, quando viene diagnostica precocemente la spalla congelata, si possono attuare degli esercizi per l’allungamento muscolare, il rinforzo dell’articolazione ed esercizi propriocettivi. Potete approfondire la parte relativa agli esercizi e al loro svolgimento a questo link: https://bit.ly/2QNWObZ

Il benefico fisioterapico è molto spesso limitato perché la rigidità della spalla è sempre correlata ad una causa patologica diversa.

Il movimento può essere recuperato attraverso un buon protocollo rieducativo che include – molto spesso – l’intervento chirurgico in artroscopia di liberazione a 360°della capsula [capsular release] intorno alla glena, facendo di fatto recuperare il movimento articolare.
Se la spalla congelata è associata a una lesione tendinea, è possibile comunque risolvere entrambe le patologie in un unico atto operatorio.

In buone mani chirurgiche e in buone mani fisioterapiche si può dunque eseguire sia la riparazione del tendine, quindi la causa principale che porta al blocco della spalla, sia “sbloccare” la spalla stessa.

«[...La  ] si paragona al congelamento per il graduale blocco dell’articolazione della spalla, è abbastanza frequente, e...
06/10/2025

«[...La ] si paragona al congelamento per il graduale blocco dell’articolazione della spalla, è abbastanza frequente, e può verificarsi in correlazione ad una patologia primaria, come il diabete, o in relazione alla somatizzazione di alcune patologie psicologiche.»

Può però anche essere correlata a una patologia secondaria come una lesione tendinea, della cuffia dei rotatori.

Diventa quindi un meccanismo di autodifesa messo in atto dall’organismo che previene l’aggravarsi della lesione, di fatto bloccando la spalla.

Il benefico fisioterapico è molto spesso limitato perché la rigidità della spalla è sempre correlata ad una causa patologica diversa.

In questo approfondimento analizzo proprio le cause e i sintomi più comuni della spalla congelata [o capsulite adesiva] e approfondisco l'importanza della diagnosi precoce e degli esercizi fisici di prevenzione.

La diagnosi precoce permette una terapia conservativa con esercizi di prevenzione.

La nostra infografica settimanale è dedicata alla  : una condizione di infiammazione che interessa tendini, muscoli e te...
02/10/2025

La nostra infografica settimanale è dedicata alla : una condizione di infiammazione che interessa tendini, muscoli e tessuti molli della spalla.

Un termine generico che indica appunto l’infiammazione stessa, ma che non tiene conto delle cause, la più comune delle quali è la .

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Esistono 4 forme di periartrite:
⟶ periartrite scapolo-omerale acuta;
⟶ periartrite scapolo-omerale cronica;
⟶ periartrite scapolo-omerale cronica anchilosante;
⟶ spalla di Milwaukee.

Abbiamo imparato - grazie alle nostre conversazioni precedenti - che la calcificazione non è il vero problema, non è quindi l’eziopatogenesi [la causa], ma è un effetto che porta il tendine a calcificarsi.

Ed ecco il punto chiave: generalmente in questa patologia, che è molto frequente, si tende a combattere la calcificazione come fosse la causa, anche se spesso tali calcificazioni sono le conseguenze di vere e proprie lesioni con disinserzione del tendine dalla testa omerale, che confluiscono quindi nel grande capitolo delle lesioni tendinee.

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Onde d'urto, lavaggi sotto guida ecografica o, addirittura, la vecchia metodica di infiltrazione di cortisone, che si preoccupano essenzialmente di eliminare la calcificazione, hanno un effetto benefico momentaneo e non risolvono il problema, perché - appunto - curano la conseguenza.

A loro differenza, la chirurgia artroscopica permette di risolvere la causa del problema, in quanto elimina sì la calcificazione, ma soprattutto ripara il tendine lesionato o disinserito dalla testa omerale.

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Ecco 3 esercizi utili per il controllo del dolore:

1️⃣ in posizione eretta, con le braccia lasciate a riposo lungo i fianchi, spingere gradualmente le spalle indietro e, facendo in modo da unire le scapole, avvicinare leggermente i gomiti dietro la propria schiena.
Mantenere poi la posizione per 5-10 secondi. Questo esercizio serve a migliorare il posizionamento delle spalle e può essere utile anche in caso il dolore sia presente, per alleviarlo;

2️⃣ seduti su una sedia, con le mani appoggiate alle cosce, effettuare 20 lente rotazioni consecutive di entrambe le spalle all’indietro, facendo attenzione a non muovere il tronco; è possibile appoggiare la schiena allo schienale della sedia, se questo non ostacola le rotazioni.
È importante che le rotazioni siano fatte senza fretta, iniziando a sollevare le spalle per poi portarle gradualmente indietro;

3️⃣ nella stessa posizione dell’esercizio numero uno, provare lentamente ad unire le mani, intrecciando le dita fra loro con i palmi rivolti all’insù.
Estendere lentamente le mani, mantenendole intrecciate, verso il basso, mentre si solleva la testa e poi la si spinge leggermente all’indietro.
Mantenere la posizione per 5-10 secondi.
Questo esercizio è il più “difficile” dei tre, quindi è bene assicurarsi che il dolore non sia eccessivo e che la flessibilità della spalla sia sufficiente, prima di effettuarlo.

La capsulite adesiva [o spalla congelata] è una patologia infiammatoria molto dolorosa della spalla.Ma perché, se solita...
29/09/2025

La capsulite adesiva [o spalla congelata] è una patologia infiammatoria molto dolorosa della spalla.

Ma perché, se solitamente un’infiammazione viene associata al caldo, in questo caso avviene il contrario e addirittura si associa al congelamento?

Presto detto: l’infiammazione causa un ispessimento dei tessuti così doloroso che il nostro organismo mette in atto un vero e proprio meccanismo di autodifesa che di fatto blocca [congela] la spalla, prevenendo l’aggravarsi della lesione.

In questo utile approfondimento analizziamo il percorso terapeutico, ricercando il giusto "mix" tra terapie conservative [farmaci, terapie fisiche e fisioterapia] e l'intervento chirurgico in artroscopia, stimando anche i tempi di recupero.

Le soluzioni per eliminare il dolore e i tempi di guarigione.

La nostra infografica settimanale è dedicata a 10 utili consigli per dormire serenamente nonostante il dolore alla spall...
25/09/2025

La nostra infografica settimanale è dedicata a 10 utili consigli per dormire serenamente nonostante il dolore alla spalla:

1] dormite in una posizione più simile possibile a quella che avreste su una poltrona, aiutatevi con dei cuscini da tenere dietro la schiena;

2] dormite su un fianco: è possibile adottare anche questa posizione, ovviamente senza appoggiare la spalla infortunata. Tenete un cuscino fra le ginocchia, per aiutare il corpo a mantenere una posizione equilibrata e rendere più difficili i dolorosi movimenti involontari;

3] dormite supini: è però indispensabile mettere un cuscino sotto la spalla infortunata, in modo che la cuffia dei rotatori sia protetta da tensioni eccessive;

4] assolutamente da evitare è quella prona [a pancia in giù], perché costringe le spalle in avanti ed aumenta significativamente il disagio;

5] applicate ghiaccio sulla spalla infortunata per 15-20 minuti prima di prendere sonno può ridurre il dolore in modo significativo, facilitando il riposo;

6] i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere assunti anche poco prima di dormire perché, fra l’altro, possono indurre una leggera sonnolenza. Ovviamente devono essere prescritti dal proprio medico;

7] a partire da 48-72 ore dopo l’infortunio, il calore può avere un effetto rilassante su tendini e muscoli e può essere quindi utilizzato per lenire l’infiammazione. Applicare una borsa d’acqua calda sulla spalla o fare una doccia calda può avere effetti sorprendentemente positivi;

8] cercate di dormire sempre agli stessi orari: mantenere un ritmo di vita regolare vi aiuterà a migliorare la qualità del sonno. Un riposo adeguato è fondamentale per guarire l’infiammazione;

9] indossate una fascia contenitiva quando dormite: vi aiuterà ad evitare movimenti involontari, che possono disturbare il riposo o addirittura svegliarvi nel mezzo della notte;

10] valutate se sia il caso di cambiare il vostro materasso: se è troppo duro o troppo morbido non vi sarà d’aiuto nel mantenere la postura corretta. Un materasso troppo vecchio o non adeguato potrebbe addirittura essere fra i fattori che hanno contribuito a creare l’infiammazione.

Le infiltrazioni alla spalla sono una delle diverse soluzioni che vengono adoperate in campo ortopedico per la cura del ...
22/09/2025

Le infiltrazioni alla spalla sono una delle diverse soluzioni che vengono adoperate in campo ortopedico per la cura del dolore alla spalla, dovuto principalmente alla tendinite calcifica.

Le tendiniti calcifiche, o come in passato venivano chiamate, le periartriti, sono patologie riguardanti sempre il complesso della cuffia dei rotatori che vengono però invase da calcificazioni.

La calcificazione non è ad ogni modo il vero problema, non è quindi l’eziopatogenesi [la causa del problema], ma è un effetto che porta il tendine a calcificarsi.

Generalmente in queste patologie, che sono molto frequenti, si tende a combattere la calcificazione come fosse la causa, anche se spesso tali calcificazioni sono delle vere e proprie lesioni con disinserzione del tendine dalla testa omerale, che confluiscono quindi nel grande capitolo delle lesioni tendinee.

Una delle situazioni che più frequentemente mi capita di vedere in ambulatorio è proprio un paziente che ha avuto più episodi di tendinite calcifica, trattati molto spesso con onde d’urto, o ancora con la vecchia metodica dell'infiltrazione di cortisone.

Il beneficio momentaneo non risolve il problema che dopo qualche tempo tenderà a ripresentarsi.

La chirurgia artroscopia permette invece di risolvere la causa del problema, in quanto elimina sì la calcificazione e l’eventuale attrito dell’acromion ricurvo, ma soprattutto ripara il tendine lesionato o disinserito dalla testa omerale.

Curano la conseguenza, ma non la causa.

La nostra infografica settimanale è dedicata a una delle conseguenze più comuni di una   della spalla [che potete approf...
18/09/2025

La nostra infografica settimanale è dedicata a una delle conseguenze più comuni di una della spalla [che potete approfondire a questo link: http://bit.ly/2POMHmQ]: la lesione di Hill-Sachs.

La lesione di Hill-Sachs è una piccola frattura della testa omerale, sempre conseguente a una lussazione della spalla: si determina uno schiacciamento permanente della testa dell’omero, una specie di infrazione che, se non viene trattata, favorisce ulteriormente l’instabilità della spalla.

A causa di questa lesione, la lussazione può diventare un infortunio ricorrente [instabilità di spalla] ed avvenire anche in presenza di traumi modesti o a seguito di un normale movimento delle braccia, come per esempio quello che si effettua per sollevare una borsa della spesa o per prendere un libro.

La gestione non chirurgica - e quindi il trattamento di tipo conservativo e fisioterapico - è giustificata in caso di lesioni ossee non importanti o in caso la lussazione non recidivi.

La maggior parte delle lesioni di Hill-Sachs clinicamente significative possono essere gestite con successo, affrontando il problema dell'instabilità primaria e gestendo in modo diretto la lesione di Hill-Sachs.
Il chirurgo deciderà quale tipo di intervento sarà più opportuno da svolgere, per migliorare la situazione del paziente.

[per approfondire: http://bit.ly/2IlzXzR]

La   sindrome_da_impingement, o conflitto subacromiale, è dovuta all'aumento dell'attrito dei tendini della cuffia dei r...
15/09/2025

La sindrome_da_impingement, o conflitto subacromiale, è dovuta all'aumento dell'attrito dei tendini della cuffia dei rotatori - in particolare del sovraspinato - causato dal restringimento dello spazio fra la testa omerale e l’acromion, spazio dove scorrono proprio i tendini.

Gesti atletici o normali mansioni lavorative ripetute, squilibri muscolari o irregolarità del profilo acromiale, provocano l’aumento dell’attrito all’interno di questo spazio causando fenomeni infiammatori o vere e proprie lesioni tendinee.

Riconoscere i sintomi permette di rivolgersi al chirurgo che indicherà l'iter terapeutico più corretto.

Questa patologia è quella che vede intervenire più spesso – come “second look” – gli ortopedici esperti, poiché la sindrome da conflitto viene risolta dai chirurghi poco esperti soltanto attraverso la limatura dell’osso acromiale [acromionplastica appunto] che allevia per pochi mesi la sintomatologia, portando però i pazienti a provare lo stesso dolore e ad avvertire una forza ridotta per la mancata riparazione della lesione tendinea, spesso conseguente a tale attrito.

Limare tale anomalia anatomica, ripristinando lo spazio più ampio acromion-omerale come unico intervento, non è la risoluzione del problema, ma è parte di un intervento più ampio che generalmente riguarda la riparazione dei tendini della cuffia dei rotatori.

L’acromionplastica quindi, nella stragrande maggioranza dei casi, non deve essere un atto chirurgico isolato, ma la fase dell’intervento che permette di avere un miglior spazio di scorrimento dei tendini della cuffia dei rotatori.

Sintomi più comuni, terapie conservative o chirurgiche.

La nostra infografica settimanale è dedicata a uno degli esercizi per il dolore alla spalla provocato dalla sindrome da ...
11/09/2025

La nostra infografica settimanale è dedicata a uno degli esercizi per il dolore alla spalla provocato dalla sindrome da impingement: il pendolo di Codman.

È un esercizio che ha un obiettivo chiaro: aumentare lo spazio tra la testa dell’omero e l’acromion della spalla in modo da permettere ai muscoli e ai tendini – in particolare al sovraspinato – di non essere compressi, scivolare in modo naturale, e alle braccia di compiere movimenti completi senza avvertire dolore.

Per effettuare l’esercizio, bisogna appoggiarsi a un tavolo - come nell'immagine - o sdraiarsi proni, ossia a pancia in giù, avendo l’accortezza di tenere il braccio fuori dal letto.

Se possibile, sarebbe meglio indossare una polsiera con un peso di circa mezzo chilo; in alternativa è possibile impugnare una bottiglietta d’acqua sempre dello stesso peso.

A questo punto bisogna effettuare dei movimenti circolari, come se il braccio fosse un pendolo, appunto.

Bisogna eseguirlo per circa 2 minuti in senso orario e 2 minuti in senso antiorario, 3 volte al giorno.

Questo esercizio non deve assolutamente provocare dolore; in caso avvertiate fastidi smettete immediatamente e chiedete consiglio al vostro chirurgo ortopedico di fiducia.

In caso stiate effettuando questo esercizio per il recupero post-operatorio, ricordatevi di eseguire dei cerchi molto piccoli.

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08/09/2025

⟶ La borsite alla spalla
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3 soluzioni efficaci contro l'infiammazione alla borsa subacromiale.

Indirizzo

Via L. Da Vinci, 1/A
Busto Arsizio
21052

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