27/02/2024
❗️ELIMINARE IL DOLORE CHE DURA DA10 ANNI...IN UNA SEDUTA
Le classiche frasi che sento sempre spesso sono : - "con il dolore ci convivo" -, - "ormai mi sono arresa/o" - accompagnate spesso da un senso di profondo sconforto e di impotenza.
Ed é proprio qui l'errore, "l'arrendersi" quando invece riconoscere il tipo di dolore ci permetterá di affrontarlo nel modo corretto.
É affascinante per me lo studio e la ricerca sul tema < dolore nel paziente > tant'é che dopo un enorme lavoro dopp 40 anni si è sentita la necessità, da parte della I.A.S.P - l’International Association for the Study of Pain - (Associazione Internazionale sullo studio del dolore) di darne una nuova definizione e che qui sotto vi riporto:
📚《 Il dolore è una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata, o che assomiglia a quella associata, a un danno tissutale attuale o potenziale. 》
Mi ci ritrovo completamente in questa definizione e sono pienamente d'accordo nel definirla principalmente UN'ESPERIENZA che ti accompagna ogni giorno, ti logora, vive dentro di te, alimentandosi delle tue esperienze e limitando purtroppo a volte anche la gioia di vivere dell'individuo.
Rileggendo attentamente la definizione sorge una domanda:
❓️"E QUANDO NON C'È UN REALE DANNO TESSUTALE CHE POSSA GIUSTIFICARLO, COME COMPORTARCI?
Vi ho allegato sotto un video e notiamo la presenza di 3 situazioni dello stesso paziente:
1️⃣ Paziente vigile che percepisce dolore alla spalla (potrebbe essere ad esempio un impingement/conflitto articolare) e autonomamente non riesce ad abdurre/"sollevare" l'arto superiore desto
2️⃣ Paziente vigile che percepisce dolore alla spalla e neanche passivamente riesce ad abdurre/"sollevare in lateralitá" l'arto superiore
3️⃣ Paziente sotto anestesia generale che non provando dolore, passivamente riescono a "sollevargli lateralmente" l'arto dimostrando che non vi era realmente una condizione alterata anatomica articolare che avrebbe potuto giustificarne la limitazione e/o eventualmente un intervento chirurgico!
È ovvio che non percependo dolore riusciamo a muoverci diversamente è con questo scopo che spesso abusiamo di antidolorifici e antinfiammatori anche se con scarsi risultati se non addirittura controproducenti se il dolore fosse conseguenza di altro, se non si lavorasse sulla causa che l'avesse generato, se fosse di origine biomeccanica e/o tantissimo altre situazioni.
❗️Questo video mi è servito per fare delle importanti considerazioni che mi sono servite per raggiungere l'obiettivo che descrivevo nel titolo.
Paziente:
- Età: 24 anni
- Giocatore di Football Americano in Nazionale 🇮🇹🏈
- VAS/Dolore inguinale (hanno sospettato una pubalgia) 9,5 sia dx che sx (Il valore max.é 10)
- Dolore presente da 10 ANNI
- Ipomobilitá in intra/extra rotazione coxofemorale
- Limitazione in abduzione ("allontanamento esterno di un arto dall'asse verticale") di 10/15 gradi sia dx che sx
- Scoliosi dx convessa
- No operazioni chirurgiche
- Ecc...
Proseguo con ulteriori valutazioni, test neurologici, di funzionalità articolare, viscerale, respiratori con la sua analisi biomeccanica, valutazione posturale in statica e dinamica, valutazione referti radiografici e diagnostici pregressi, ecc...
🔹️Il quadro clinico mi è chiaro!
Amalizzo i precedenti trattamenti e diversi terapisti sono intervenuti in precedenza, con manipolazioni, Tecar, massaggi senza portare un beneficio, ma nessuno che in 10 anni che lo abbia trattato con terapia neuromiofasciale con inibizione del dolore e anche sulla scoliosi.
Dalla mia valutazione non trovo un danno articolare e tessutale all'articolazione coxofemorale che possa essere di competenza chirurgica ma innvece noto quanto tenda questo paziente a proteggersi, irrigidirsi durante il trattamento vanificando la mia possibilità che intervenire profondamente sulle diverse strutture.
Memore del video voglio vedere se agendo sull'alterazione del percepito possa ritrovare un miglioramento del quadro funzionale e inizialmente uso delle tecniche di respirazione specifiche per il pavimento pelvico, tecniche di inibizione del dolore, alcune di queste sfruttano la stimolazione di agopunti su più meridiani altre l'utilizzo di apposite frequenze, toni binaurali e uno specifico effetto sonoro che permette una variazione nell'attività delle onde cerebrali verso le onde Theta (4-8 Hz). Queste onde sono quelle che ritroviamo nella meditazione, nell'introspezione, rilassamento profondo producendo una stimolazione profonda sensoriale uniforme.
Proseguo con terapia neuromiofasciale e con un paziente in un profondo stato di rilassamento. In assenza di danno anatomico è stato relativamente semplice intervenire sul dolore portando tutti i parametri sopra elencati in netto miglioramento (un esempio è l'abduzione di entrambi gli arti che è migliorata al termine della seduta da 10/15 gradi a 90 gradi)
Procederó prossimamente con il consolidamento delle correzioni apportate
❓️Forse si é guardato per tutto il tempo ai sintomi senza valutare la reale causa?
Non mi intressa l'effetto "wow", ogni paziente è a sè e a volte serve anche la presenza di dolore nella terapia sempre calmierata e gestita per comprendere la risposta terapeutica durante il trattamento
❗️Mi fermo e valuto dispiaciuto come possano essere passati 10 ANNI di dolore, di sofferenza per poi lasciarlo al termine della terapia con DOLORE ZERO 🤲
Una buona giornata!
Vi ringrazio
Gianluigi Azimonti
Terapia Diaframmatica - Metodo Azimonti
🌐 www.terapiadiaframmatica.com