15/07/2025
La vita è un cavallo selvatico, ti illudi di averlo imbrigliato e per un po’ ti porta placido al trotto nei prati. Ma prima o poi, dal nulla, si imbizzarrisce e ti disarciona. Finisci, insomma, bene che va col sedere per terra. Ma puoi anche romperti qualcosa, magari lasciarci le penne.
A noi è accaduto proprio cosi. Andavamo belli belli, guardando il panorama. A volte al passo, a volte al galoppo. Tranquilli e fiduciosi che, dopo il tornante, la strada proseguisse piana e larga e sicura.
Sbagliavamo.
Dopo la curva (nel nostro caso, la curva glicemica, sic!), abbiamo trovato il diabete. L’incubo dell’ospedale, la paura di morire. Essere forti, ciascuno a modo suo.
Farsi coraggio, con quello che resta.
Pregare.
Domani torniamo a casa dall’ospedale. Come dice la mia amica MariaPaola, saranno dimissioni anomale, perché non ci sarà per noi solo il sollievo.
Comincia una nuova vita. Un po’ di fifa c’è.
Però ci portiamo a casa l’amore. Quello della nostra famiglia e dei nostri amici, che non ci hanno mollato mai. Dei colleghi, che hanno fatto scudo. Dei medici che non fanno questo mestiere solo come un mestiere (e ne abbiamo trovati).
Io penso che farò così. Mi avvicinerò piano al cavallo e gli gratterò un po’ il muso. Gli spazzolerò il pelo e gli darò da mangiare. Poi, lentamente, proverò a risalire in sella. Senza correre, ma senza arrendermi.
Saper amare la vita anche quando si imbizzarrisce, sapendo che in un modo o nell’altro ce la si fa, ce la si fa sempre. ❤️
(In foto, con giovino. Diabete, non ti temiamo)