Corpo e Arte

Corpo e Arte Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Corpo e Arte, Sito Web di salute e benessere, Piazza del Lavoro Sottoportico D'Antona 1, Cadoneghe.

Yoga per grandi e piccini
Counseling creativo, corporeo e spirituale
Yoga per bambini e adolescenti con bisogni educativi speciali




.Costruiamo le nostre radici piano piano, coltivando un’immensa fiducia. E non intendo quelle radici ereditate dalla fam...
11/10/2025

.
Costruiamo le nostre radici piano piano, coltivando un’immensa fiducia. E non intendo quelle radici ereditate dalla famiglia e dall’ambiente in cui siamo cresciuti, dove possiamo aver trovato amore, comprensione, sicurezza oppure sofferenza, rigidità, indifferenza.

Intendo le nostre, uniche, personali, radici.

Abbiamo iniziato da poco il nostro viaggio in quel primo centro energetico chiamato mūlādhāra, “il sostegno della base”, che ha l’importante scopo di ricordarci chi siamo e perché siamo qui, e con entusiasmo ne stiamo esplorando le varie sfaccettature.

Le nostre origini non vanno dimenticate, semmai vanno riconosciute e rielaborate attraverso un processo di osservazione non giudicante, di nuove riflessioni, di consapevolezza, di perdono.

Il compito che ci stiamo dando è invece quello di far crescere nuove radici partendo da noi, coltivando la nostra energia, nutrendo con pazienza un pensare che apra orizzonti di senso, provando a essere come la terra, che mai smette di essere viva.

Che si abbia trenta, cinquanta, settant’anni è indispensabile ricordarci questa prima chiamata:
"Sii tu, sii terra".









."Ti voglio fare un regalo” mi ha detto una cara signora che da poco ha iniziato a praticare yoga. “Un dono che è simbol...
07/10/2025

.
"Ti voglio fare un regalo” mi ha detto una cara signora che da poco ha iniziato a praticare yoga. “Un dono che è simbolo di fertilità.” E mi ha raccolto delle melagrane direttamente dal suo albero.

Dello yoga mi piace anche questo: intesse tra le persone dei rapporti semplici e veri. Non ci serve sapere molto della vita dell'altro, non ci interessa la differenza d'età o il diverso modo di vedere le cose, ma sentiamo perfettamente che siamo tutti ugualmente alla ricerca di un senso profondo dell'esistenza in cui poter dare il meglio di sé.

E credo sia questo un altro modo di intendere la fertilità: sentire l'invisibile vicinanza degli altri nel nostro cammino.

A volte sono i piccoli gesti ad essere sostegni immediati nel nostro quotidiano: uno sguardo , un messaggio, una parola, un abbraccio.

Abbiamo a nostra disposizione tanti sostegni per far fronte alla difficoltà e indubbiamente non saranno la soluzione ai nostri problemi ma ci rincuorano perché in realtà non siamo mai soli e ci ricordano quel principio yogico bellissimo che è saṃtoṣa, cioè la contentezza-appagamento, che è l’accogliere le cose così come sono, con la consapevolezza che possiamo sempre scegliere anche nelle situazioni più critiche e dolorose.

Così oggi, il sole che entra dalla portafinestra a scaldarmi, il mio piccolo amico che mi osserva rassettare la cucina, le melegrane di Nilla e la fertilità nascosta in ogni frangente.

.Perché ci occorrono i rituali?E per rituali intendo quelle piccole azioni o gesti che do’ come compito, a volte, a fine...
26/09/2025

.
Perché ci occorrono i rituali?
E per rituali intendo quelle piccole azioni o gesti che do’ come compito, a volte, a fine lezione e spesso in conclusione di una seduta di counseling.

I rituali ci occorrono per sancire dei passaggi importanti: fuori le cose sono cambiate ma dentro le ho davvero accettate?
Sono riuscita a salutare per sempre un’età, un lavoro, una casa, una relazione, ringraziando per quello che è stato, comunque sia stato?
Sto accogliendo ciò che è adesso, il nuovo o lo sconosciuto, nonostante i turbamenti e le difficoltà?

I rituali non sono delle azioni magiche che portano via il nostro dolore, ma sono la presa d’atto di una responsabilità: siamo noi a mettere in moto la trasformazione.

Sono un impegno con la vita: cambiare è ciò che ci è stato chiesto dal primo respiro.

E sono un collegamento con l’Alto: fidarsi che esiste un ordine più grande che sa esattamente dove portarci.

Preparando lo studio, pronta ad accogliere una persona ho acceso la candela che mi accompagna sempre.

In quella Luce l'Incontro.









.Ho un piccolo Buddha di legno sopra il mio altarino. Apparteneva alla mia maestra. Non so con precisione da dove arrivi...
22/09/2025

.
Ho un piccolo Buddha di legno sopra il mio altarino. Apparteneva alla mia maestra. Non so con precisione da dove arrivi ma ricordo di averlo visto da sempre.

Era posto sopra una mensola in quella stanza adibita contemporaneamente a studio e a ingresso della nostra yoga shala. Ci ritrovavamo lì- chi in piedi, chi seduto sul divano o su una sedia -ad aspettare l’arrivo di tutti e intanto a raccontarci della settimana o a parlare dei fatti del mondo.

Quello spazio temporale di attesa era il giusto accesso alla disciplina. Ci faceva ricordare che il tempo della pratica è un tempo di cura ed è doveroso averne rispetto. Ci faceva ricordare che la vita, con tutti i suoi impegni, le relazioni e i suoi ingranaggi, poteva anche aspettare perché ritrovarsi interiormente era una necessità.

Mi piace tanto questo Buddha, non solo perché come tante altre raffigurazioni presenta grandi orecchie (capaci di ascoltare per davvero), un grande ventre (simbolo di quella saggezza piena e inesauribile che arriva dal cuore) e quel contagioso sorriso di chi sa che la vita è il gioco costante di māyā, (dell’illusione), ma ne sa goderne; mi piace anche perché ha un seno evidente e molto femminile.

Forse questo potrà far sorridere ma personalmente mi fa anche molto riflettere: quanto è importante la parte femminile in ognuno di noi, uomini e donne?
Quanto è importante l’accoglienza- totale, amorevole, incondizionata, - degli eventi, dei passaggi, della Vita intera?

Quando il mio sguardo ricade in questa semplice ma incantevole statuina è come se ogni volta mi chiedesse: “Con quanta apertura, fiducia e leggerezza stai attraversando questo momento?”

Piccolo Buddha, veicolo dell'Immenso, prometto che mi impegnerò.







.Con lo yoga non ci occupiamo direttamente di analizzare i nostri traumi e risanare le ferite ma impariamo come prima co...
16/09/2025

.
Con lo yoga non ci occupiamo direttamente di analizzare i nostri traumi e risanare le ferite ma impariamo come prima cosa a vedere il loro effetto su di noi. Impariamo a portare attenzione, presenza e consapevolezza prima di tutto al corpo, in quelle zona d’ombra che sono chiuse, cicatriziali o dove il respiro risulta più difficile, ben consapevoli che lì sono raccolte le nostre lacrime, i nostri rancori, le nostre paure.

Lavoriamo con fiducia sulla materia-corpo eppure non c’è una vera trasformazione se in quel lavoro non siamo presenti a noi stessi, se non pratichiamo con l’intenzione di accogliere le nostre resistenze insieme a un intenso desiderio di comunione con tutti i nostri piani.

E’ un procedere controtendenza quello che ci richiede lo yoga. E’ un toglierci dall’essere multitasking, sempre divisi tra mille cose da fare, mille interessi da seguire; è un ritornare a essere semplici e in quella semplicità cercare la profondità, cercare l’intimità.

Sottilmente è un grande invito a lasciarci coinvolgere in ogni frangente della vita: a metterci impegno quando dobbiamo agire, a fermarci quando dobbiamo scegliere, a ballare quando c’è da festeggiare, a stare nel dolore quando c’è da comprenderlo.

Indirettamente creiamo le circostanze giuste per far accadere dei piccoli miracoli proprio perché siamo lì per noi.

Ciò che guarisce è sempre l'amore.









'

."Qual è la differenza tra la preghiera e la meditazione?” chiese un giorno uno degli allievi al suo maestro.“La preghie...
13/09/2025

.
"Qual è la differenza tra la preghiera e la meditazione?” chiese un giorno uno degli allievi al suo maestro.

“La preghiera è un qualcosa di assolutamente intenso che sale verso l’alto mentre la meditazione è qualcosa di esterno e vasto che da ultimo si espande nell’infinito.

Quando preghiamo tutto il nostro essere invoca e desidera l’altezza. Siamo come una fiamma protesa verso il cielo.

La meditazione è diversa. Quando meditiamo ci gettiamo in una vasta espansione, in un mare infinito di pace e di beatitudine.

Là dove la preghiera finisce il suo viaggio, la meditazione comincia.”

A questo settembre che ci chiede in tanti modi di ricentrarci.

A tutte le nostre preghiere: cantate, bisbigliate, silenziose.

A tutti quei momenti in cui ci concediamo di lasciarci attraversare dal silenzio senza desiderare nulla di diverso da quello che abbiamo.

A quella fame di Assoluto nascosta in tutti noi.

Essere fiamma o mare, altezza o vastità:
due strade donate per non perderci




'

.La pratica delle posture è la più vicina alla nostra cultura ma da sola non “fa” lo yoga. Essa ha infatti bisogno di es...
05/09/2025

.
La pratica delle posture è la più vicina alla nostra cultura ma da sola non “fa” lo yoga.
Essa ha infatti bisogno di essere accompagnata da una struttura filosofica-psicologica-spirituale.

Per questo ci facciamo guidare e ispirare dalle letture dei testi o dalle parole dei maestri, per ricordarci che sotto quel lavoro fisico c’è molto, molto altro.

Sappiamo che il corpo non è slegato dalla mente, così come non lo è dalla parte energetica o da quella spirituale. Ogni espressione della nostra "casa fisica" è sempre il riflesso delle nostre credenze più profonde, di come pensiamo, di come percepiamo le emozioni, di come elaboriamo gli eventi. Tutto si imprime in noi e col tempo plasma la materia di cui siamo fatti.

Per questo ci occorrono i testi, perché sono una mappa importante che ci aiuta a comprendere come funzioniamo davvero, come indirizzare la nostra energia, a cosa dare importanza e a cosa no.

E’ quella saggezza a crearci la strada e a farci sentire al sicuro. Altri prima di noi hanno attraversato il dolore. Altri prima di noi sono riusciti a non soffrire più.

“Il dolore futuro è evitabile“ afferma Patañjali, consegnandoci direttamente le chiavi della felicità.

Ma quanto è bello sapere che possiamo imparare a non soffrire più partendo dalle cose più semplici, dal nostro muoverci, dal nostro respirare, dal nostro saper stare.

Nella foto una delle forme del dio Shiva danzante.
Un invito a essere nella concretezza della vita con la leggerezza e la giocosità di quando danziamo.







.Quando si diventa grandi?Me lo chiedo spesso, soprattutto dopo aver lavorato con  bambini e ragazzi.Li osservo, li asco...
29/08/2025

.
Quando si diventa grandi?

Me lo chiedo spesso, soprattutto dopo aver lavorato con bambini e ragazzi.

Li osservo, li ascolto, ripenso ai nostri dialoghi, a certe parole curiose emerse all'improvviso che sembrano casuali e invece ti aprono gli occhi su quanto noi "grandi " siamo in realtà ancora infantili su tanti fronti.

Cresce il corpo, invecchiamo, conosciamo certamente più cose della vita, abbiamo più esperienze. Abbiamo (forse) anche imparato a gestire meglio le emozioni, a comprenderci di più, sappiamo tante teorie bellissime della psicologia, ma ancora quante volte non ci sentiamo i veri responsabili di ciò che ci succede?

E quante volte siamo ancora in balia del tempo, delle emozioni, dei rapporti, dei sensi di colpa, dei doveri, dei giudizi, invece di sentirci liberi di essere come siamo, di amare chi vogliamo, di vivere nel modo in cui sentiamo giusto per noi.

Non so se avrò abbastanza vita per diventare l'adulta che vorrei, ma so per certo che in questo cammino di maturità ci aiutiamo sempre vicendevolmente.
E anche lì, dove non so vedere, dove non riesco ancora a capire, dove mi ostino a soffrire, anche lì, c'è l'aiuto per me.

"Grazia", mi ha detto la scorsa settimana la mia giovanissima studentessa.
Non sapeva il significato, eppure le è arrivata questa parola.

Ho sorriso.

L'ho capito subito che era per me.








."Sopra il tempo è posto un vaso ricolmo” (Atharvaveda XIX, 53)La spiritualità indiana non nega mai il mondo, al contrar...
26/08/2025

.
"Sopra il tempo è posto un vaso ricolmo”
(Atharvaveda XIX, 53)

La spiritualità indiana non nega mai il mondo, al contrario è sempre indirizzata all'osservazione della sua pienezza cercando di affinare quella capacità di guardare le cose, gli eventi e la vita, cogliendone la bellezza, la completezza, il senso, piuttosto che la mancanza.

Non è un infantile ottimismo quello indiano, ma è la volontà di osservare l’esistenza da un punto di vista più alto, da una posizione che supera ogni opposto: lì dove la vita si chiama Vita.

“Sopra il tempo è posto un vaso ricolmo”.

Questa frase, tratta da un antico e suggestivo inno sul tempo, mi piace tanto.
Sopra il tempo vi è una giara, un vaso talmente pieno che non avrà mai fine; talmente pieno da essere l’origine inesauribile del tempo stesso.

E’ un verso che mi conforta quando sento i mesi sfuggirmi di mano, quando mi prende quella sottile e improvvisa malinconia dei ricordi di altre età. E’ un verso che mi esorta a non guardare più quel tempo che sempre manca o quel tempo che non c'è più, ma mi incoraggia piuttosto ad osservarne la qualità: quanto vitale, coraggioso, appagante è il tempo che sto vivendo? Con quanta cura lo sto attraversando?

Così oggi,
una luce che preannuncia l'arrivo di settembre,
il mare un tutt'uno col cielo
e ancora un po' di sole sulla pelle.

"Sopra il tempo è posto un vaso ricolmo”.









."Se ti innamori dello yoga non lo lasci più" diceva la mia maestra.Perché?Perché lo yoga è un qualcosa di così semplice...
22/08/2025

.
"Se ti innamori dello yoga non lo lasci più" diceva la mia maestra.

Perché?

Perché lo yoga è un qualcosa di così semplice eppure di così completo. È un viaggio che ci avvicina alla nostra natura più essenziale, che tocca il nostro profondo ma nello stesso tempo coinvolge il nostro rapportarci agli altri, al mondo, alla vita.

Le lezioni saranno un intreccio continuo di pratiche corporee, respiratorie e meditative, integrate alla saggezza e alla filosofia millenaria dello yoga come utile sostegno al nostro quotidiano.

È prevista una lezione di prova.

Da lunedì 8 settembre.





."Io sono la Via, il sostenitore, tuo Signore e tuo testimone, casa, rifugio e amico, origine e dissoluzione, fondamento...
18/08/2025

.
"Io sono la Via, il sostenitore, tuo Signore e tuo testimone, casa, rifugio e amico, origine e dissoluzione, fondamento e forziere, seme imperituro”. (IX,18)

Estate, il volo di una farfalla che si posa qua e là e alcuni versi della Bhagavad-gītā, che tanto mi fanno pensare al nostro Vangelo.

Tantissimi sono i modi in cui il divino si definisce prima e dopo questo passo. Versi magnifici, un richiamo potente ad uscire dai modi in cui costantemente incaselliamo Dio; ma qui il divino usa una parola –gati- che mi colpisce, perché indica nello stesso tempo la via, il percorso, ma anche la meta, il fine.

Il nostro procedere in questa vita ha bisogno di essere un pellegrinaggio, un incessante andare, una continua e felice scoperta e riscoperta di chi siamo per davvero e del motivo per cui siamo qui, perché, se siamo in cammino, abbiamo raggiunto già la meta; perché la meta non è un luogo fuori ma è insita nel cammino stesso.

Ripenso a quante volte mi sono scontrata con la mia testa, con il suo assoluto bisogno di arrivare da qualche parte per essere felice; ripenso alla farfalla che vaga di fiore in fiore senza sceglierne mai esclusivamente uno per sempre; ripenso a quella libertà e a quella leggerezza come simbolo del saper viaggiare instancabilmente dentro senza attaccamenti, senza stagnazioni.

Riguardo questa fotografia, scattata da mio figlio durante la nostra vacanza in montagna.

Tra poche settimane riprenderemo le nostre lezioni, il nostro settimanale "impegno di viaggio".

Che questo sia il nostro desiderio:
saper volare di fiore in fiore, godendo del tempo, delle relazioni, dei progetti, delle cose che capitano.

In mille modi diversi siamo chiamati a mettere le ali.










."Io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io appartengo e non lo so...
10/08/2025

."Io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io appartengo e non lo so dire, io appartengo all’essere, all’essere e non lo so dire” (M. Gualtieri)

Tanta bellezza sta abitando questi giorni di vacanza. Tanta intensità e diversità.

Mi sto accorgendo sempre di più di come lo stare davanti alla grandezza sia diventato un bisogno primario per me. Una necessità quasi urgente. L’elemento prezioso che mi fa sentire nel posto giusto.

Forse in realtà lo è sempre stato, fin già da quei teneri momenti sul pontile della mia giovinezza, ma oggi ne sono indubbiamente più consapevole.

Se torno dalle vacanze e in qualche modo non ho respirato l’infinito, se non ho provato ad immergermi in qualcosa di più grande e a riconoscere che quel qualcosa sta anche in me, sento di aver perso qualcosa di importante, di aver buttato l'occasione di un ritorno all’origine, alla vera casa.

Tutti abbiamo bisogno di questa ricerca di appartenenza, di percepire quel qualcosa di tremendamente vasto e misterioso che sta lì fuori ma che è inscritto anche nella nostra intima struttura. Quel qualcosa che ci fa sentire contemporaneamente tanto piccoli ma profondamente amati, tanto grandi ma continuamente bisognosi.

E in questi giorni, passati tra mare e montagna, godendo di albe, tramonti e cieli stellati, senza aver parole mai abbastanza giuste per poterlo esprimere, mai abbastanza piene di gratitudine per il mondo e per questa vita…

Io appartengo all’Essere e non lo so dire.
Io appartengo all'Essere e lo so sentire.










'

Indirizzo

Piazza Del Lavoro Sottoportico D'Antona 1
Cadoneghe

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Corpo e Arte pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Corpo e Arte:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram