03/09/2024
Alla nascita i neonati sanno manifestare le proprie emozione in modi non verbali: si fanno bastare il pianto per mediare richieste d’aiuto, di sicurezza, di vicinanza, di presenza.
A partire dai 14 mesi i bambini sono capaci di chiedere conforto in modo più esplicito e, se una risposta adeguata non dovesse arrivare, sono capaci di «adattarsi» a un ambiente carente adottando tutta una serie di strategie.
Quelle strategie, apprese in età precoce, potrebbe risultare disadattive per l’adulto ma, affinché ciò non si verifichi, noi umani tendiamo a mantenere stabile l’ambiente in cui ci sviluppiamo: cambiano contesti, scenari ma no le dinamiche interpersonali che instauriamo, ne’ i ruoli che attribuiamo agli altri e che ci sono stati attribuiti. È tutto molto affascinante! Lo è perché la gran parte di noi si illude di avere controllo sulla propria vita, delle scelte, di tutto.. quando poi quel “tutto” è direttamente riconducibile alla sintesi di una intricata rete di nessi causa-effetto in cui la volontà propria svolge solo un ruolo marginale.
La volontà inizia a contare solo quando c’è consapevolezza. Ma chi è consapevole di sé? Forse tu che leggi? Sai perché sei diventato ciò che sei? Sai sempre perché ti senti in un dato modo? Perché reagisci come non vorresti? E sai dare una risposta a tutti quei “è più forte di me...”?? Magari vuoi scoprirlo e fai benissimo, perché così facendo potrai finalmente avvicinarti a te stesso e non agli echi di te che gli altri ti rimandano! Allora la tua visione inizierà a contare qualcosa.
Tornando allo sviluppo, è ancora più affascinante denotare che a partire dal 30° mese di vita, emerge in ognuno di noi la capacità di “fare finta di...”, “comportarsi come se...”. Una dote che ci accompagna anche da adulti e si radica nel tempo diventando le mille maschere che indossiamo e che, a volte, non leviamo neanche con noi stessi. È sbalorditivo: ci svegliamo, siamo operosi, intrecciamo storie, facciamo l’amore e... non sappiamo niente di chi siamo. WOW. Funzioniamo in modalità «come sé...», un tempo tale modalità ci garantiva sicurezza. Un neonato, così spaventato e in balia di tutti, non può permettersi di guardare alla realtà delle cose. Un adulto, però, può farlo. Ci vuole tanto coraggio. Molta pazienza. Ore di introspezione. Ma ne varrà la pena. Ciò, infatti, traccia la netta linea di demarcazione tra VIVERE la vita e SUBIRE ciò capita.
Un abbraccio,
De Simone ❤️🫂