Tiziano Cerulli -Psicologo e Counsellor Immaginale

Tiziano Cerulli -Psicologo e Counsellor Immaginale "Ogni psicologia che sceglie come sua meta l'anima deve parlare in termini immaginativi" James Hillman
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Psicologo e Counsellor Immaginale
Istruttore Mindfulness Educators®
Trainer in Compassion Focused Therapy

Guido le persone ad affrontare difficoltà emotive e darsi maggiore valore migliorando le proprie relazioni affettive e sentimentali.

L'ESTINZIONE DELL’UOMO CHE NON DEVE CHIEDERE MAI Come il crollo psicofisico mi ha portato a una rinascita 🌿🔥📉 Sempre più...
21/11/2025

L'ESTINZIONE DELL’UOMO CHE NON DEVE CHIEDERE MAI
Come il crollo psicofisico mi ha portato a una rinascita 🌿🔥

📉 Sempre più uomini sono in crisi. Non perché siano diventati più fragili ma perché per troppo tempo hanno dovuto sembrare forti.

Quel modello di uomo che “non deve chiedere mai”, che non mostra emozioni, che non ha bisogno di supporto, oggi non regge più. E a dircelo non è un’opinione personale ma i dati:

🔹 Il 75% dei suicidi riguarda uomini.
🔹 Solo 1 uomo su 3 cerca supporto psicologico.
🔹 Aumentano i tassi di isolamento, dipendenze e disagio tra gli uomini tra i 30 e i 50 anni.

Questo non è un fallimento maschile, è il risultato di una cultura come si definisce oggi "tossica" che ha negato agli uomini il diritto di sentire ed esprimere le emozioni.

Non mi vergogno a raccontare che dopo la nascita di mia figlia, tre anni fa, sono entrato in una fase depressiva e mi è stata fatta una diagnosi di burnout e ho dovuto chiedere sostegno psicologico ad una collega psicoterapeuta.

Il burnout è una sindrome di esaurimento psicofisico causata da stress lavorativo cronico e prolungato, che porta a esaurimento emotivo, fisico e mentale.

Non me l’aspettavo. E invece è successo, sono finito in pronto soccorso. Non per un incidente ma perché avevo superato un limite invisibile quello che il corpo conosce bene, anche quando la mente fa finta di nulla.

È stato il mio corpo a dire “stop”, a urlare ciò che la psiche continuava a ignorare.

In quel momento ho incontrato l’archetipo del Distruttore. Quella forza psichica interiore che arriva quando non hai più scuse, che spazza via ciò che non ti serve più e ti costringe a fermarti, a lasciare andare, a fare spazio per qualcosa di nuovo.

Mi ha messo davanti alle mie stanchezze, alle aspettative irrealistiche, al bisogno continuo di “funzionare” perfettamente come professionista, come compagno, come genitore.

Tutto, tranne che come essere umano.

Ma proprio lì, in un letto d’ospedale, è arrivata una nuova consapevolezza: lasciarsi andare non è fallire. È rinascere.

Ho riportato gentilmente la mia mente al presente, ho respirato, ho sentito compassione e gratitudine per essere vivo. E ho capito che anche da un crollo può nascere qualcosa di autentico.

Da quel momento fragile ma vero è iniziato un nuovo cammino. Un modo diverso di essere e di accompagnare chi, come me, sta attraversando una crisi ed è stanco di vivere in questo modo.

Il mito dell’uomo invincibile ha creato una generazione di uomini soli, spesso incapaci di chiedere aiuto, schiacciati dal peso delle aspettative.

✨ Ma qualcosa sta cambiando.

Sempre più uomini stanno rompendo il silenzio. Iniziano percorsi interiori, parlano delle loro emozioni, chiedono supporto.

💡 La vera forza non è resistere da soli, ma avere il coraggio di farsi vedere.

Sosteniamo un modello di maschilità più sano, autentico, umano. Perché chiedere non è debolezza ma consapevolezza.

È così che si salva un’intera generazione.

20/11/2025

GLI UOMINI CI PROVANO SEMPRE MENO?

Dopo aver visto un post che parlava delle ragioni per cui gli uomini, in generale, ci provano meno con le donne sono andato a leggere alcuni commenti: "le donne sono diventate aggressive", "sono troppo esigenti", "se insisti ti denunciano per stalking". E sempre più donne lo notano: gli uomini sembrano più restii a fare il primo passo o sono maldestri e insistenti. Ma è solo una percezione… o c'è qualcosa di vero?

📉 Secondo diversi studi recenti, quasi 1 uomo su 2 sotto i 25 anni non ha mai invitato qualcuno ad uscire. E il 59% di loro non ha fatto alcun tentativo di corteggiamento nell’ultimo anno.

Ma perché succede? Quali potrebbero essere le cause:

👉 Paura del rifiuto
👉 Timore di essere fraintesi
👉 Bassa autostima
👉 Eccesso di scelta (tinder, social, ecc.)
👉 Mancanza di abilità relazionali offline

Viviamo in una società in cui le dinamiche affettive stanno cambiando. Gli uomini si sentono meno liberi di esporsi, le donne più autonome e selettive. Il risultato? Un cortocircuito emotivo che rende difficile l’incontro autentico.

🧠 Ma la verità è che desideriamo ancora relazioni vere solo che spesso abbiamo paura a costruirle. C'è troppa diffidenza e paura di aprirsi.

💬 Forse è il momento di riscrivere le regole: meno ruoli imposti, meno paura e più coraggio nel mettersi in gioco. Anche le donne possano fare il primo passo o non accettare un corteggiamento o un invito. Gli uomini hanno le loro ragioni ma dovrebbero anche comprendere che il rifiuto fa parte della vita e che se si ricevono continuamente dei "no", oltre accettarli, vanno esplorate anche le cause psicologiche e comportamentali come atteggiamenti e motivazioni.

Hai notato anche tu questa tendenza?

Parliamone (educatamente) 👇

20/11/2025

Non risponderò più ai commenti dove si fanno "diagnosi" improvvisate agli altri... ex partner, genitori, figli, amici o colleghi soprattutto se non si possiedono le competenze professionali per farlo.

Comprendo la rabbia che si può provare quando ci si sente feriti da una persona ma termini come "narcisista" o "tossico" sono termini di moda con cui si classificano le persone per inserirle dentro etichette rassicuranti: se l'altro è "malato" o "sbagliato" allora io sono "sano" e "giusto".

Ma questa si chiama semplificazione. E' come dire: "quella persona è dello Scorpione quindi è vendicativa o è del Leone quindi è egocentrica"

La psicopatologia esiste, non si può negare, ma è una fragilità psichica che porta molta sofferenza a sé stessi e agli altri e non una scelta.

Le persone che fanno soffrire gli altri non hanno sempre un disturbo psicopatologico e psichiatrico ma banalmente sono molto più spesso persone egoiste e immature con poca consapevolezza di se stesse.

La vera Epidemia oggi è l'anestetizzazione dell'anima.

Stiamo perdendo la capacità di cogliere la complessità e metterci nei panni degli altri.

19/11/2025

PERCHÉ NON RIESCI A FIDARTI DEL PARTNER?

"Nelle relazioni non riesco a fidarmi. E mi sento sempre ipervigile."

Questa frase la sento dire spesso da persone che sono in difficoltà nelle relazioni. E forse parla anche di te.

👉 Fai fatica a lasciarti andare?

👉 Temi sempre che l’altro possa ferirti, tradirti, abbandonarti?

👉 Oppure ti senti soffocata, come se nella coppia non ci fosse più spazio per te?

In entrambi i casi, il problema non è solo la relazione. Spesso nasce molto prima:

Dalla paura di non essere abbastanza.
Dal bisogno di controllare per sentirsi al sicuro.
Dall’aver imparato che fidarsi... fa male.

E' vero che spesso l'altro è inaffidabile e la fiducia va conquistata gradualmente ma la realtà è che questi meccanismi ti difendono ma ti tengono anche distante dalla possibilità di vivere una relazione sana, appagante, libera.

È molto probabile che tu abbia uno stile di attaccamento insicuro ansioso e temi l'abbondono.

❤️ Fidarsi non significa essere ingenui. Significa imparare a distinguere ciò che è reale da ciò che è una ferita che ancora parla.

Le ferite emotive spesso distorcono la realtà.

19/11/2025

Tutti si lamentano dei comportamenti altrui ma (quasi) nessuno è più disposto a mettere in dubbio il proprio comportamento

19/11/2025

🌿 DEE VERGINI E DEE VULNERABILI: come gli archetipi plasmano i ruoli femminili

Rispetto al mio post sulla scelta di una donna di rimanere single le opinioni sono differenti e contrastanti ma si polarizzano sulla dimensione della "natura" o della "cultura" come se fossero due dimensioni separate.

Nella psicologia archetipica, in particolare nell’approccio di Jean Shinoda Bolen, ogni donna contiene nella psiche energie archetipiche diverse. Le Dee greche non sono semplici figure mitologiche, ma rappresentano vere e proprie energie interiori, modelli di comportamento e predisposizioni profonde che influenzano il modo in cui una donna vive sé stessa, le relazioni e il proprio posto nel mondo.

🔹 Le Dee Vergini: autonomia, centratura, indipendenza

Artemide, Atena ed Estia incarnano ciò che viene definito archetipo “vergine” non in senso letterale ma psicologico: sono figure che non appartengono a nessuno, che non definiscono la loro identità attraverso la relazione.

Artemide rappresenta la libertà, la sorellanza e il contatto con la natura.

Atena è la stratega razionale, la donna che costruisce il proprio successo attraverso logica e competenza.

Estia custodisce il fuoco interiore, simbolo di equilibrio, spiritualità e presenza silenziosa.

Questi archetipi sostengono la forza autonoma, la capacità decisionale e l’indipendenza emotiva. Nel mito queste donne scelsero di rinunciare agli uomini.

🔹 Le Dee Vulnerabili: relazione, emozione, maturazione interiore

Demetra, Persefone ed Era rappresentano invece la sfera relazionale e affettiva. Il termine “vulnerabili” non indica debolezza, ma il fatto che la loro crescita avviene attraverso le relazioni e le prove emotive.

Demetra incarna la maternità, la cura, il nutrimento.

Persefone, come giovane e come regina, rappresenta il passaggio dalla dipendenza alla consapevolezza psicologica.

Era simboleggia l’impegno, la fedeltà e il potere all’interno del legame.

Questi archetipi rendono centrali l’empatia, la sensibilità e la trasformazione emotiva. Nel mito queste Dee furono vittimizzate dagli uomini e svilupparono sintomi psicopatologici attraversando diverse fasi fino alla rinascita.

🌺 Cultura e archetipi: un dialogo che plasma i ruoli femminili

I modelli culturali tradizionali tendono spesso a enfatizzare solo alcuni aspetti del femminile:

cura e maternità,

disponibilità emotiva,

adattamento e mediazione.

In questo modo archetipi come Demetra o Persefone vengono esaltati e, talvolta, imposti, mentre le energie delle Dee vergini rischiano di essere ignorate, se non scoraggiate.

Allo stesso tempo, in contesti molto competitivi e orientati al risultato, può accadere l’opposto: Atena o Artemide diventano modelli dominanti, e gli aspetti più sensibili o relazionali vengono svalutati.

Ogni società privilegia alcuni archetipi rispetto ad altri, e ciò condiziona le aspettative che proietta sulle donne.

🌟 L’importanza delle predisposizioni archetipiche

Riconoscere gli archetipi che abitano la psiche femminile non significa aderire a ruoli rigidi, bensì comprendere qual è la nostra configurazione interiore unica.

Queste predisposizioni non determinano, ma orientano:

spiegano perché certe vie ci risultano spontanee,

perché alcuni ruoli ci pesano o ci limitano,

perché sentiamo attrazione verso certi valori e non altri.

🌱 Conoscere i propri archetipi permette di distinguere ciò che siamo davvero da ciò che la cultura ci ha chiesto di essere.

Ed è proprio in questa consapevolezza che nasce la libertà: la libertà di integrare più energie, di armonizzare autonomia e relazione, azione e cura, razionalità e intuizione.

18/11/2025

LA RIVOLUZIONE DELLE DONNE SINGLE: UNA NUOVA SCELTA ESISTENZIALE?

C’è chi la chiama “crisi della coppia”.

In realtà è un cambiamento culturale senza precedenti.

Gira in questi giorni una notizia secondo cui uno studio di Morgan Stanley, prevede che entro il 2030 quasi la metà delle donne tra i 25 e i 44 anni sarà single e senza figli. Non perché “non trovano nessuno” o perché “sono troppo esigenti”. Ma perché possono scegliere. E scelgono sé stesse.

Pare che per la prima volta, libertà economica, indipendenza e autorealizzazione non sono più privilegi ma opzioni reali. Le donne ridisegnano l’idea di successo: non più solo famiglia e maternità come percorsi obbligati ma preferenza per la crescita personale, la carriera, il benessere psicofisico.

Questa trasformazione non riguarda solo la sfera privata ma ha effetti concreti sull’economia. Se l’occupazione femminile raggiungesse quella maschile, il PIL di molti paesi crescerebbe probabilmente in modo significativo.

Eppure restano ancora dei nodi strutturali da affrontare: il carico familiare sbilanciato verso le donne, le difficoltà di conciliazione e una cultura maschilista che fatica a tenere il passo.

Ma il messaggio è semplice: stare in coppia è una scelta personale e non un dovere sociale. Non è ribellione ma consapevolezza. Non è rifiuto dell’amore, è, prima di tutto, amore per sé stesse.

La vera rivoluzione?

Donne che non temono più di scegliere ciò che è meglio per la propria vita con o senza un partner.

18/11/2025

L'AMORE BASTA?

Laura frequentava da poco tempo un nuovo partner. Si erano conosciuti in palestra ed è stata attratta fin da subito dal suo fascino e il fatto che prendesse tutto con leggerezza.

Era uscita qualche anno prima da una relazione pesante e aveva bisogno di ridere e sentirsi nuovamente apprezzata.

Lui era molto bravo con le parole perché era sempre in movimento ma usava parole dolci e promettendo un'intimità che offriva conforto.

In quel momento Laura non era stata capace di vedere che le sue parole non erano coerenti con i suoi comportamenti perché lui aveva paura di attaccarsi ed entrare in intimità.

Da cosa poteva capirlo? Lui non aveva mai avuto un legame stabile ma molte storielle da qualche mese e si era stancato delle sue partner molto in fretta.

Nonostante avesse intuito che qualcosa non quadrava Laura pensò "con me sarà diverso" o "l'amore vince su ogni cosa".

L'amore non sempre basta. Smettila di raccontarti questa storia.

Quando arrivò da me in studio la relazione era in crisi perché lui, dopo due mesi di frequentazione, le mandava dei messaggi per incontrarsi ma quasi sempre annullava perché era troppo impegnato con gli amici o qualche sport estremo.

In sintesi era un rapporto "part-time" perché si vedevano solo nel weekend ma a Laura non andava bene mentre lui le rispondeva spesso "non posso farci nulla se sono impegnato" o "sei troppo esigente".

Laura aveva uno stile di attaccamento insicuro ansioso ambivalente e questo comportamento da parte di un partner che sembrava sfuggente le causava ancora più ansia ed era ormai diventato un tira e molla continuo.

Laura aveva perso interesse per ogni attività sociale, culturale e sportiva della sua vita e aspettava i messaggi del partner che invece, quando si faceva sentire, la svalutava ma senza essere mai presente.

A quel punto il lavoro che abbiamo fatto insieme era prima di tutto lavorare sulla sua sicurezza interiore imparando ad ascoltare emozioni e sensazioni fisiche visto che aveva una tendenza a rimuginare e abbiamo impostato un intervento che le aprì gli occhi sul suo modo di entrare in relazione.

Laura iniziò a prendere le distanze dal partner e occuparsi della sua vita tornando a frequentare le amiche e la palestra ma cambiò palestra proprio per non incontrare l'ex stabilendo dei confini sani.

A quel punto fu lui a iniziare a cercarla appena si rese conto che poteva perderla ma lei era già altrove perché i suoi sentimenti stavano cambiando. Gli disse che aveva bisogno di maggiore presenza fisica ed emotiva e che lui non era disponibile o pronto per stare in una relazione impegnativa.

Laura ho compreso che stare con una persona sfuggente non era funzionale per il suo benessere psicologico e appena è riuscita a prendersi del tempo per sé stessa e chiudere la relazione dopo qualche tempo ha incontrato un uomo dallo stile di attaccamento sicuro con cui ancora oggi ha una relazione felice.

L'amore più importante è quello per se stessi.

17/11/2025

Ogni relazione porta con sé qualcosa di quelle precedenti: delusioni, aspettative, ferite e copioni appresi.

15/11/2025

✨ QUANDO LA TRISTEZZA VIENE ESCLUSA DALLA PSICHE ✨

Nel mio lavoro incontro spesso persone che evitano la tristezza o la combattono etichettandola come "emozione negativa". Viviamo in una società che ci vuole sempre sorridenti e positivi come personaggi della pubblicità. Ma la realtà è che nessuno può essere sempre felice almeno che non sia un Buddha illuminato.

La tristezza è un’emozione universale: ci aiuta a fermarci, riflettere, dare valore a ciò che conta davvero e chiedere supporto quando ne abbiamo bisogno. Non è una debolezza ma è umana.

L'anima comunica attraverso il corpo: sentiamo un peso sul petto, lo stomaco si chiude, le spalle diventano tese. Emozioni e corpo parlano la stessa lingua e ascoltarli è il primo passo per stare meglio.

Anche l’arte e il cinema ce lo ricordano. Pensiamo al film Inside Out: è proprio grazie al personaggio di Tristezza che Riley, la protagonista, riesce finalmente a chiedere aiuto. Perché accettare ciò che proviamo ci permette di sentirci meno soli.

💬 E' importante riconoscere la differenza tra tristezza e depressione. La tristezza va e viene, la depressione è una condizione clinica che dura nel tempo e può “spegnere” energie, interessi e relazioni. Quando le emozioni diventano troppo pesanti da gestire da soli, chiedere aiuto è un gesto di grande coraggio.

Accogliere la tristezza non significa arrendersi: significa riconoscere una parte importante di noi.

🖊 Osho diceva: “La tristezza arriva perché non permettiamo ai cambiamenti di avvenire; ci aggrappiamo, vogliamo che le cose restino statiche. Se amiamo una donna, la vogliamo anche domani nello stesso modo in cui è nostra oggi. Per questo diventiamo tristi: nessuno può essere sicuro del momento che segue, e ancora meno del domani… Un uomo consapevole sa che la vita cambia continuamente. La sola cosa permanente è il cambiamento.”

Accettare questa natura mutevole dell’esistenza, lasciarsi attraversare dalle sue stagioni e dai suoi umori, riconoscere che tutto scorre senza fermarsi mai: è da qui che nasce la serenità. È invece l’attaccamento alla permanenza che genera sofferenza. Chi coltiva consapevolezza diventa abbastanza coraggioso da accogliere il cambiamento, e in questa accettazione trova leggerezza e chiarezza.

👉 Allora chiediti:

Che cosa sta cercando di dirti la tua tristezza?
Quali cambiamenti nella tua vita stai evitando?

14/11/2025

🗣 "La persona che sto frequentando è stata abbandonata da un genitore durante la sua infanzia... questo evento può influenzare la nostra relazione?"

L'abbandono da parte di un genitore è una ferita profonda che può lasciare tracce nel modo in cui una persona vive l'intimità, la fiducia e la paura della perdita. Alcune possibili conseguenze emotive sono:

- Paura dell’abbandono: può rendere il partner ipervigile o insicuro nelle relazioni;
- Difficoltà a fidarsi pienamente: può avere timore di dipendere emotivamente da qualcuno;
- Bisogno di conferme o distacco emotivo: può oscillare tra il cercare molta vicinanza o, al contrario, chiudersi per difesa.

Tuttavia, se ha già fatto un percorso personale o è consapevole della propria storia, questa ferita può diventare anche un’occasione di crescita e autenticità nella relazione. Non sempre un evento traumatico influenza le relazioni future.

La chiave è la comunicazione aperta e la disponibilità a conoscersi anche nelle fragilità. Non possiamo.“curare” le ferite dell'altro ma possiamo imparare insieme a riconoscere e accogliere le reciproche vulnerabilità.

14/11/2025

🖊 "Perché la psiche resti umana deve restare vulnerabile, come lo è Psiche, (nel mito greco) cui la ricettività permette di concepire e restare gravida. È questa continua capacità di essere feriti che ci mantiene mortali, fertili e umani." James Hillman in "La Giustizia di Afrodite (pag. 71)

Indirizzo

Via San Lucifero 65
Cagliari
090100

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00

Telefono

+393516077042

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