Dott.ssa Pesce Federica

Dott.ssa Pesce Federica alleniamo il nostro cervello!

SIAMO LE NOSTRE PAROLE , MA SOPRATTUTTO LE NOSTRE  AZIONI.Pensare che le convinzioni e i valori definiscano una persona ...
26/04/2022

SIAMO LE NOSTRE PAROLE , MA SOPRATTUTTO LE NOSTRE AZIONI.

Pensare che le convinzioni e i valori definiscano una persona è corretto se le sue azioni vanno verso la stessa direzione. A volte le proprie parole e le proprie azioni intraprendono cammini diversi e resta tutto nella sfera delle buone intenzioni. In questo caso, ci definiscono più le prime che le seconde. Riflettiamoci.

LE NOSTRE AZIONI CI DEFINISCONO.

“Non importa quello che dici né come ti giustifichi; sei quello che fai. I tuoi comportamenti parlano di te, ti anticipano, ti indicano”.

19/04/2022

ECCO PERCHÉ CI BACIAMO: IL SIGNIFICATO PSICOLOGICO DEL BACIO

A cosa serve il bacio? C’è più intimità in un bacio o in un rapporto sessuale? Com‘è visto il bacio da una donna? E da un uomo? Esiste la psicologia del bacio?

Una ricerca svolta presso il “Department of Psychology” of the University of Albany, dopo avere intervistato 1041 studenti, ha scoperto che gli uomini e le donne hanno una diversa percezione del bacio così infatti il capo progetto il dottor Gordon Gallup: “Le donne danno molto più valore al bacio rispetto agli uomini. Infatti attraverso un bacio una donna è in grado di valutare se un partner è quello giusto come anche se una relazione è arrivata al capolinea. Gli uomini invece darebbero più risalto all’aspetto fisico ed il bacio sarebbe visto come un preliminare del sesso.”

Il bacio rappresenta il gesto d’amore e di erotismo più antico di sempre. Ma cosa si cela davvero dietro questo irresistibile slancio di passione? Il bisogno di affidarsi all’altro e la meraviglia del conoscersi reciproco sono gli aspetti sui quali vale la pena di riflettere.

baci hanno un linguaggio proprio e non mentono mai, l’intensità e la forma di questo gesto nel momento in cui viene condiviso si esprime in tutta la sua spontaneità e, spesso, rappresenta il vero e proprio termometro della relazione; un bacio passionale è spesso letto come segno di forte compatibilità all’interno della coppia, che può indirizzare verso una maggiore stabilizzazione del legame. Il bacio incarna letteralmente la conoscenza fisica e mentale più intima che si possa sperimentare di una persona, in quanto proprio attraverso la bocca gli amanti trasmettono l’un l’altro una serie di informazioni chimiche, olfattive e tattili che consentono di intuire se la relazione è destinata a progredire. Possiamo definire i baci come una vera e propria medicina per l’anima, sono terapeutici, migliorano l’umore, stimolano la creatività, la fantasia e determinano un senso generale di benessere e di omeostasi che coinvolge tutta la dimensione psico-fisica dell’individuo.

Il bacio assume quindi un potere determinante e lenitivo per corpo e anima, provoca benessere e appagamento e spesso può diminuire le distanze.

25/12/2021

"se non ti vedi come un vincitore inconsciamente sarai il primo a sabotare te stesso.
TUTTO INIZIA DAI TUOI PENSIERI"

Con questa pillola di psicologia positiva vi auguro BUON NATALE!!!!🥳🌞

07/12/2021

PILLOLE DI PSICOLOGIA POSITIVA!!!


ASCOLTARE È SOLO IL PRIMO PASSO:

“La tua mente dovrebbe essere come una stanza con molte finestre. Permetti alla brezza di entrare da ogni direzione, ma senza mai lasciarti trascinare da una parte o dall’altra.”

L’ascolto molte volte viene sottovalutato e confuso con il “sentire”.

L’ascolto attivo richiede invece la partecipazione di entrambe le persone coinvolte nella relazione: domanda, chiedi spiegazioni, partecipa con la tua opinione, chiarisci ciò che è ancora confuso, rispondi. La vera sfida è sforzarti di uscire dalle tue gabbie mentali, non pensare di sapere già tutto, di avere la soluzione in tasca.

Ogni persona che incontri è portatrice di una piccola verità e novità.

L’ascolto attivo è solo il primo step per mettere in moto una spirale virtuosa. Infatti, costruire relazioni efficaci con le persone ti renderà più felice. A sua volta, sentirti felice ti permetterà di iniziare ad assumere un atteggiamento positivo, che favorirà il raggiungimento dei tuoi obiettivi e incrementerà anch’esso la tua felicità.

La positività attrae positività
“Le parole hanno un poter enorme sul nostro modo di pensare. Non solo creano in noi un forte impatto, ma anche sulle persone che le ascoltano.”

Tutti noi siamo circondati nella nostra vita da energie positive ed energie negative, ma adottando alcune accortezze possiamo attirare a noi maggiore positività.

Se dentro di noi tendiamo ad essere positivi, lo trasmetteremo sicuramente all’esterno. In questo modo, impareremo a vivere la nostra vita con maggiore felicità e la nostra visione personale non potrà che migliorare.

Anche se è difficile, prova a concentrarti sul presente, non lasciare che il passato prenda il sopravvento e che il futuro ti angosci.

Al contrario, preoccuparsi senza alcuna ragione oggettiva ti toglie energie.

Che cosa ti toglie energia?
Trascurare te stesso
Non dedicarti alla cura del tuo corpo attraverso l’esercizio fisico
Dare spazio ai pensieri intrusivi
Lamentarti e passare molto tempo con chi lo fa
Non lavorare sull’accettazione
Essere sempre di fretta
Non avere fiducia nel prossimo
Cerca il più possibile di tutelare e non disperdere la tua energia.

24/08/2021

OGGI PARLIAMO DI FEMMINICIDIO E DELL'IMPORTANZA DI FAVORIRE LA CULTURA DELLA NON VIOLENZA.

DEDICATO A GIORDANA,VANESSA,EMMA,FEDERICA,STEFANIA,ROBERTA E TUTTE LE
DONNE UCCISE IN QUANTO DONNE:L'ORDINE DEGLI PSICOLOGI SU FEMMINICIDIO E PREVENZIONE DELLA VIOLENZA.

L'uccisione della donna in quanto donna rappresenta il risultato tragico e devastante di una serie di
atteggiamenti psicologici, culturali e sociali: non è quasi mai un fatto isolato, un gesto improvviso, un raptus.
Molto più spesso è la conclusione premeditata di una escalation di violenze psicologiche e fisiche, e
va sempre condannato senza attenuanti.
Dal punto di vista sociale, nonostante i numerosi e importanti cambiamenti avvenuti con il movimento di
emancipazione femminile, una delle principali cause della violenza di genere deriva dal perdurare di un
modello socio-culturale patriarcale che vuole la donna al servizio dell’uomo, quando non una proprietà a tutti
gli effetti. In un contesto di questo tipo, l’espressione dell’autonomia di pensiero e di azione della donna può
ve**re avvertita come minaccia alla virilità e al diritto di potere dell’uomo.
Dal punto di vista psicologico, l’esperienza clinica e psicoterapeutica evidenzia come l’emancipazione
ottenuta in vari ambiti della vita pubblica non abbia ancora portato alla completa indipendenza psicologica
della donna nella sfera intima delle relazioni affettive. Non si rilevano differenze significative tra le donne che
appartengono a diversi ruoli e ceti sociali, tutte possono soffrire psicologicamente e fisicamente fino a morire
a causa di partner sbagliati. Una forte pressione psicologica e una grande dipendenza affettiva fanno sì che
venga accettato ciò che invece è intollerabile. Senza quasi rendersene conto, la donna vittima diviene
“prigioniera” di un rapporto scellerato, condizione che spesso non le permette di spezzarne il pericoloso MECCANISMO.
All’interno delle coppie esistono ancora difficoltà significative a sostituire il modello patriarcale con
nuove prassi relazionali tra uomo e donna; spesso vengono riproposti schemi relazionali di potere che
possono comportare ruoli rigidi, di vittima e carnefice, propri di una relazione perversa tra i partner. La
perversione relazionale consiste nel trasformare la relazione affettiva in una relazione di potere e controllo,
nel disconoscere i diritti dell'altro, nell'usarlo a proprio piacere.
Affrontare la sofferenza femminile e possibilmente preve**re il femminicidio in questi casi implica risolvere
anche il problema della complicità, spesso inconsapevole, delle donne violate che, avendo una visione
distorta dell’amore e della riconoscenza,tollerano dal compagno atteggiamenti inaccettabili e lesivi della dignità.
È importante che le donne imparino a riconoscere le situazioni rischiose. Anche piccoli segnali di
violenza (minacce, insulti, urla improvvise, reazioni fisicamente violente), si devono tenere in considerazione
e interpretare come messaggi preziosi per valutare la qualità della relazione. Bisogna comprendere il rischio
reale di un simile rapporto, anche con il necessario supporto specialistico, in modo da poter effettuare una
scelta di propria salvaguardia. È fondamentale riuscire ad accettare di non essere quella che lui vorrebbe,
ma imparare invece a essere se stesse, a rinunciare alla speranza di aiutare l’altro a cambiare, vedendolo
invece com’è veramente, a non esitare a denunciare i maltrattamenti e ad avvalersi dell’assistenza di un
legale. Si rende poi indispensabile l’accompagnamento terapeutico per tutto il difficile e doloroso percorso di
chiusura e liberazione da un rapporto perverso e violento. In questo senso possono essere di grande aiuto
anche i centri antiviolenza che offrono accoglienza alle donne in difficoltà, fornendo vari servizi tra cui
assistenza legale e psicologica.
La prevenzione può avve**re con interventi specifici che si pongono l’obiettivo di favorire la cultura della
non violenza, del rispetto della persona, uomo o donna che sia, e della propria dignità. La prevenzione
primaria deve partire dalla famiglia dove si dovrebbero apprendere gli iniziali modelli relazionali di rispetto
reciproco e di gestione dei conflitti, ma soprattutto dai contesti scolastici, dove avvengono le prime
esperienze sociali con coetanei estranei al proprio nucleo di riferimento. A tal proposito risultano preziose le
indicazioni normative contenute nella Legge n. 107/2015, anche nota come “La Buona Scuola”, rivolte a
favorire l’educazione precoce alla parità tra i sessi, il rispetto delle diversità altrui, le pari opportunità,
facilitando la costruzione di una nuova cultura capace di contrastare alla radice le discriminazioni e la
violenza di genere, grazie al superamento di quei pericolosi stereotipi socio-culturali dai quali prende origine
questa terribile forma di maltrattamento. Tale cambiamento potrà però essere possibile solamente se anche
coloro che sono chiamati a educare le nuove generazioni vengono messi nelle condizioni di superare gli
stereotipi nei quali sono vissuti, grazie a una formazione mirata ai formatori stessi. Anche la Legge n. 119/13
sul Femminicidio potrebbe essere maggiormente sfruttata in questa direzione, visto che prevede – tra le altre
cose – lo stanziamento di fondi per azioni di prevenzione, educazione e formazione.

18/06/2021

PARLIAMO DI FELICITà E DI PSICOLOGIA POSITIVA.

“Ho commesso il peggior dei peccati che un uomo possa commettere: non sono stato felice”
Questo è l’incipit della poesia il “Rimorso” di Jorge Luis Borges. Nessuno vorrebbe mai ritrovarsi ad ammettere questo peccato.

La felicità spesso sembra un’idea inafferrabile quasi scivolosa. Pensiamo di poterla afferrare ma poi ci sfugge. È un po’ come il Santo Graal. La leggenda narra che chi, tra i mortali, riuscirà a trovare la coppa conquisterà la felicità terrena e celeste. Si tratta in questo caso di un oggetto mitico, meraviglioso, ma probabilmente introvabile.

La psicologia positiva suggerisce che la felicità sia più che ottenibile. È il risultato naturale che otteniamo costruendo il nostro benessere e cercando la soddisfazione nella nostra vita.

Partiamo dall’idea che la felicità è essenziale per vivere una vita piena di significato. Come si cerca e soprattutto come si mantiene la felicità? In cosa consiste il benessere?

Qualcuno vi ha mai detto" PENSA POSITIVO!"?
"Io penso positivo” non sono solo le prime parole di una nota canzone, sono anche il risultato di numerose ricerche condotte nelle aree della psicologia positiva che vedono il pensiero positivo come protagonista della percezione del benessere. È stato dimostrato che sapersi concentrare su emozioni positive rivela una disposizione a reagire positivamente agli eventi della vita, disposizione che ha influenze sulla salute delle persone arrivando anche ad allungarne la vita.
La psicologia positiva ci aiuta, quindi, ad uscire da atteggiamenti che interferiscono con il nostro “sentirci bene” e ci porta a far emergere tutte le risorse già presenti in noi in cui è necessario credere.

Siamo tutti “programmati” al benessere, dobbiamo solo prenderci cura di lui.
COME PRENDERSI CURA DEL PENSIERO POSITIVO?

1. MANTENERE UN ATTEGGIAMENTO POSITIVO.
I momenti difficili non possono mancare nella nostra vita. A fare la differenza, quando ci si pone l’obiettivo di aumentare la felicità che colora la nostra quotidianità, è però il particolare atteggiamento che scegliamo di assumere di fronte ai momenti più impegnativi.

2. FOCALIZZARSI SUL PRESENTE,NON SUL PASSATO.
Quanto tempo dedichiamo, nella nostra quotidianità, a rimuginare su qualcosa del passato che non siamo ancora in grado di lasciar andare? Il passato non può essere modificato. Possiamo solo modificare il nostro atteggiamento nei confronti di ciò che nei nostri ricordi è ormai presente sotto forma di dato di fatto immodificabile.

3. AMARSI INCONDIZIONATAMENTE

In una società sempre più narcisisticamente orientata, molto probabilmente questo terzo suggerimento è quello che si presta al più elevato numero di fraintendimenti. Esso intende semplicemente affermare che per accrescere la propria felicità quotidiana è necessario accettarsi per ciò che concretamente si è.

Amare sé stessi incondizionatamente significa, in altri termini, semplicemente osservare la propria vita in un’ottica di consapevolezza, piuttosto che di autocritica. Significa spegnere quella fastidiosa tendenza interiore all’autocritica, imparando ad osservarsi con onestà e consapevolezza.

4. IMPARARE AD ACCETTARE I CAMBIAMENTI
Non è raro ritrovarsi a vivere un momento di difficoltà quando realizziamo che la nostra vita è cambiata, e non nel modo in cui avremmo desiderato.

Ma possiamo davvero pensare che la nostra vita non cambierà mai? Possiamo davvero credere che non ci troveremo mai a dover affrontare situazioni impreviste e in grado di mettere in crisi i nostri piani?
La cosa migliore che possiamo fare non è certamente sperare di metterci al riparo dai cambiamenti. Ma se riusciamo ad assumere il giusto atteggiamento, se riusciamo ad amare la vita così come si presenta, momento per momento, allora abbiamo molte più probabilità di aumentare il livello di felicità che siamo in grado di generare autonomamente.

6. ASSUMERE UN ATTEGGIAMENTO DI GRATITUDINE

Quante volte tendiamo a sentirci infelici, delusi o rattristati nella nostra vita perchè sentiamo mancarci qualcosa che riteniamo importante? Ci siamo però mai soffermati ad osservare quante sono le cose che arricchiscono la nostra esistenza e che tendiamo a dare per scontate?

Ambire al miglioramento e ad una continua crescita è lecito e, almeno in alcuni casi, addirittura doveroso, ma saper partire sempre da un sano atteggiamento di gratitudine anche verso la situazione attuale, predispone senza dubbio ad un aumento di felicità nella nostra quotidianità.!!!!

09/06/2021

Oggi è per me un giorno incredibilmente bello e vi spiego il motivo dandovi il nome di un farmaco: ADUCANUMAB.

Vi chiederete ma che farmaco è? vi racconto la sua storia perchè questo farmaco è l'unica speranza che abbiamo per la gestione del morbo d'alzheimer.
Quando mi laureai decisi di dedicare la mia tesi all'alzheimer e alla prevenzione e iniziai ad interessarmi ad un anticorpo monoclonale in fase sperimentale usato negli stati uniti e " forse" in grado di
rallentare il declino cognitivo indotto dal morbo d'alzheimer.

Mi fa piacere fornirvi dei dati:Nel 2010 35,6 milioni di persone risultavano affette da demenza con stima di aumento del doppio nel 2030, del triplo nel 2050, con 7,7 milioni di nuovi casi all'anno (1 ogni 4 secondi) e con una sopravvivenza media, dopo la diagnosi, di 4-8-anni.
Per la prima volta dopo vent'anni di fallimenti su trial clinici arriva il via libera dell'FDA all' ADUCANUMAB che somministrato nello stadio iniziale della malattia tramite un inoculazione mensile per via endovenosa "contribuirebbe" a rallentare il declino cognitivo.
Si tratta del primo trattamento che interessa il decorso della malattia e non si limita ad aggredire i sintomi della demenza perchè interferisce con uno dei tanti 'killer', la proteina beta-amiloide.
Bisognerà sperare sempre con cauto ottimismo che ADUCANUM possa rappresentare "il sacro graal" per la medicina e per i milioni di pazienti affetti da tale demenza.

Oggi per me è una giornata storica. 😊

11/05/2021

SUGGERIMENTI PER GESTIRE LO STRESS AL TEMPO DEL CORONAVIRUS.💡💡💡
COME GESTIRE LE DIFFICOLTÀ?
Nonostante gli ultimi sviluppi sembrino rafforzare la speranza di un vaccino contro il COVID presto disponibile per tutti, in parte sperimentiamo ancora un senso di incertezza circa il nostro futuro.
Questo può essere dovuto al fatto che ancora oggi non siamo del tutto certi di aver definitivamente sconfitto il nemico.
Occorre allora riflettere su cosa possiamo fare per gestire le difficoltà che sperimentiamo tutti i giorni. Da dove cominciare?
In primis va detto che è assolutamente normale provare un senso di smarrimento a seguito di un’esperienza così forte.
L’isolamento sociale, la reclusione, e l’incertezza generale comportano un peso per la nostra mente non facile da gestire. Preoccuparsene in maniera eccessiva non farà altro che aumentare il grado di malessere.
In secondo luogo, è utile concentrarci su ciò che è in nostro potere fare per cercare di stare meglio. Prendersi cura della propria salute psicologica diventa prioritario. Ecco alcuni punti su cui è utile riflettere.
1. IMPARIAMO AD ACCOGLIERE LE NOSTRE EMOZIONI
Uno degli aspetti fondamentali della nostra salute psicologica riguarda la capacità di saper affrontare le proprie emozioni. Il primo passo è quello di riconoscere quali sono le emozioni che proviamo, aprendoci alla possibilità di sperimentare anche emozioni poco piacevoli.
Quante volte facciamo fatica a dirci che siamo arrabbiati o tristi per qualcosa?
Una volta riconosciute, diciamoci che è del tutto normale provarle, in quanto appartenenti all’ampio spettro delle tipiche emozioni della natura umana.
In seguito, cerchiamo di capire come agiremmo se lasciassimo che queste emozioni prendessero il controllo su di noi e come invece vorremmo agire per davvero. In questo modo riusciremo a comprendere meglio le nostre emozioni, impareremo a riconoscerle e a capire come funzionano.
Invece di perdere tempo ed energie nel tentativo, quasi sempre fallimentare, di scacciarle dalla nostra testa, proviamo ad impegnarci a raggiungere obiettivi concreti e pratici nella vita di tutti i giorni.
2. PONIAMOCI DEGLI OBIETTIVI
“Se volete cambiare il mondo cominciate a rifarvi il letto” con questa frase William McRaven, ammiraglio della Marina Militare statunitense ci ricorda l’importanza di fare piccole cose ogni giorno.
Porsi piccoli obiettivi quotidiani può essere un buon modo per sperimentare un certo grado di controllo sulle nostre vite e sarà un’occasione per organizzare in modo pratico le nostre giornate. Soprattutto a inizio giornata, domandiamoci quali siano le nostre priorità.
Inutile pretendere di riuscire a fare tante cose tutte insieme, meglio porsi obiettivi:
chiari;
concreti;
realistici, ovvero plausibilmente raggiungibili.
Porsi obiettivi del tutto irrealistici ci esporrà al rischio di fallire e di conseguenza stare male e sperimentare un senso di fallimento.
Utile anche tenere traccia dei progressi raggiunti. Questo ci aiuterà ad andare avanti nei momenti di difficoltà.
Meglio guardare a ciò che siamo riusciti a fare, domandandoci come migliorare ancora, piuttosto che colpevolizzarsi per gli obiettivi mancati.
FACCIAMO COSE CHE CI FANNO STARE BENE
Un altro modo per stare meglio è dedicare del tempo ad attività che ci fanno stare bene, come per esempio:
fare sport;
leggere un libro;
cucinare;
dipingere..
Potrà sembrare banale, ma la nostra mente ha bisogno di immergersi in attività piacevoli, per staccarsi dalla realtà complicata che ci circonda e recuperare le energie necessarie per affrontarla.
Non pensiate che dedicare tempo a prendervi cura di voi stessi sia una mera forma di egoismo o di perdita di tempo che distoglie dai propri doveri.
Piuttosto, si tratta un modo efficace per recuperare le energie che ci servono per essere ancora più capaci a rispondere alle sfide di tutti i giorni.
IMPARIAMO A CHIEDERE AIUTO
Prendendo in prestito le parole di John Kabat Zinn, medico statunitense di origine indiana, fondatore e direttore della Clinica per la riduzione dello stress presso l’Università del Massachusetts e professore nel Dipartimento di Medicina Preventiva e Comportamentale, nonché studioso a cui dobbiamo l’introduzione delle pratiche di “Mindfulness” possiamo dire: “Non puoi fermare le onde ma puoi imparare a cavalcarle”.

Impariamo a prenderci cura del nostro cervello e ad aiutarlo a scongiurare l invecchiamento precoce delle NOSTRE  risors...
07/05/2021

Impariamo a prenderci cura del nostro cervello e ad aiutarlo a scongiurare l invecchiamento precoce delle NOSTRE risorse celebrali.
Parliamo di come permettere al nostro cervello di invecchiare con sucesso: LA RISERVA COGNITIVA.

Ogni sistema necessita di adattarsi ai cambiamenti che si impongono nel corso del tempo. Infatti la capacità di adattarsi può influire sulla sopravvivenza in maniera diretta. Questo principio può essere applicato a buona parte dei sistemi viventi. Di conseguenza il nostro cervello sviluppa e modifica sè stesso in relazione alle esperienze vissute.
Inoltre nel corso della vita, le sfide e le difficoltà hanno un impatto che modifica le risorse a disposizione. L’accumulo di queste risorse prende il nome di riserva cognitiva: un bagaglio a disposizione della persona per fare fronte alle richieste delle circostanze. Possedere un’elevata riserva cognitiva potrebbe essere un fattore protettivo nei confronti dell’invecchiamento cerebrale.
Svolgere un buon allenamento mentale, fisico e avere un buon livello di educazione sono i fattori che secondo la Lancet Commission (Livingston et al., 2017) contribuiscono all’ottimizzazione della riserva cognitiva E Poiché l’invecchiamento rappresenta il primario fattore di rischio per lo sviluppo di patologie neurodegenerative è necessaro interve**re precocemente in ottica preventiva, se non per arrestare, perlomeno per ritardare l’esordio di tali quadri clinici, ottenendo un grosso guadagno in termini sociali ed economici.
L’invecchiamento non è un periodo della vita caratterizzato solo da perdite e da decadimento cognitivo e fisico, ma effettivamente alcuni cambiamenti biologici comportano una diminuzione delle risorse mentali, che determinerebbe la differenza di prestazioni tra giovani e anziani.
Per mantenere il più possibile efficienti le prestazioni cognitive, prevenendo l’invecchiamento mentale, è necessario mantenere il cervello in allenamento, attraverso un lavoro selettivo che limiti l’alterazione di specifiche abilità cognitive. Esse, infatti, se non vengono utilizzate o vengono sfruttate poco, rischieranno di inaridirsi e di condurre a un più veloce peggioramento di abilità come memoria, attenzione, linguaggio, ecc.
L'istruzione nei primi anni di vita e successivamente la partecipazione ad attività nel tempo libero cognitivamente stimolanti sono i due fattori che contribuiscono all’incremento della riserva cognitiva.

Recentemente è stata pubblicata dalla Harvard Medical School “A Guide to Cognitive Fitness” dove viene illustrato un programma in 5 fasi che permette di migliorare il nostro benessere cognitivo ad ogni età:

Fare esercizio regolarmente
Dormire abbastanza
Gestire lo stress
Mantenere vivi i contatti sociali
Mettere continuamente alla prova il nostro cervello.

La PREVENZIONE delle patologie neurodegenerative necessita attenzione.
Prendiamoci cura del nostro cervello.

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