15/05/2024
Si inizia sempre con una situazione di stallo. In quel limbo scomodo eppure così familiare, giorno dopo giorno si susseguono senza fine pensieri ridondanti, sogni ricorrenti e limiti opprimenti. Il tempo si dilata e allo stesso tempo ti scivola via delle mani. Un'unica certezza: domani ti sveglierai ancora con gli stessi dubbi di ieri, le stesse paure, la stessa ansia e la stessa sensazione di infelicità. Ti senti insoddisfatto anche se hai tutto. Bloccato anche se hai tutte le porte aperte. Fermo anche se le gambe ti funzionano bene. È il potere degli altri. Di tutti quelli che, per una vita intera, ti hanno parlato e ai quali hai dato ascolto. Sono le parole di quelli che ti hanno venduto lo stile di vita giusto: il loro. Perché è l'unico che conoscono. Quello in cui devi accontentarti di chi hai accanto, del lavoro che trovi, del futuro già scritto prima ancora che tu nascessi. Se gli chiedi: ma perché l'hai scelto? Ti rispondono che è perché così almeno stanno tranquilli. Dinanzi a questa affermazione la morte sembra quasi una soluzione più appetibile. Non sanno quello che fanno e neanche quello che pensano o perché lo pensano. Non se lo sono mai chiesti: troppa fatica. Forse il giorno in cui smetterò di chiedermi: "Ma perché? Non si può fare in un altro modo?" arriverà pure per me, spero. Ma fino ad allora spero di avere sempre la possibilità di andarmi a cercare quello che voglio, anche se richiede posizioni scomode, un'immensità di preoccupazioni e qualche mal di stomaco. Perché uscire dalla zona di comfort questo è: qualche mal di pancia, un po' di tachicardia, qualche notte insonne. E dopo quel picco (di ansia, di paura) un bel respiro di sollievo e via, sei già fuori. Da una relazione tossica, da un lavoro di m***a, da un posto soffocante, dalla vita di città che ti ingoia, da una dipendenza. Ognuno ha la sua gabbia d'oro. Ma qualcosa si sta muovendo. Stiamo iniziando a capire di avere gli strumenti per muoverci anche noi, per affrontare gli stalli, abbattere i muri e uscire fuori da quella gabbia d'oro a cui pensiamo di essere destinati. Comodi, ma insoddisfatti.
Anna Biancardi, Psicologa e Coach