14/09/2023
Si rientra a scuola. Molti genitori ironizzano dicendo che non vedono l'ora che ciò accada. Molti genitori davvero aspettano il giorno in cui la campanella suonerà con ansia e trepidazione.
Alcuni insegnanti e alcuni non genitori, spettatori di questo fenomeno, si sentono di affermare con certezza che questo atteggiamento denota che per i genitori la Scuola sarebbe solo un parcheggio per i figli, pargoli che sono incapaci di gestire a casa.
Come al solito la questione, a mio avviso, è molto più complicata di così. Odio le dicotomie e i facili giudizi, soprattutto quelli trancianti e univoci.
Ci sono questioni pratiche ed emotive da considerare.
La scuola è un posto, o almeno dovrebbe esserlo, pensato per i bambini, adatto a loro, un posto in cui crescere, apprendere, socializzare con pari e adulti formati a confrontarsi con loro. Un posto in cui fare esperienze uniche e infattibili in altri luoghi.
Quindi perché un genitore non dovrebbe essere felice che il proprio figlio rientri in un tale ambiente?
Certo l'inizio della scuola coincide con un allegerimento del carico di lavoro di un genitore che seppur volesse non potrebbe dedicare tutto il suo tempo all'intrattenimento di un figlio annoiato.
Si potrebbe educarlo all'amore per la noia, fonte di creatività e motore dello sviluppo ma ciò comporta, tra le altre cose, la lotta all'uso di dispositivi elettronici. Entrambe le battaglie, che sono sicura molti genitori hanno provato a combattere con alterne fortune, richiedono tempo, energie, progettazione e pazienza, molto spesso in esaurimento.
Perché è fuori dubbio che ogni genitore ne ha una quantità limitata da suddividere tra casa, lavoro, famiglie di origine, problemi economici, burocratici, di coppia e personali che incombono sulla vita di ognuno.
Da considerare, inoltre, che in Italia spesso si dimentica che anche le mamme lavorano anche quando la scuola è chiusa, anche quando non hanno una famiglia d'origine a supporto, anche quando non hanno soldi per i centri estivi sempre più lussuosi e anche quando sono consapevoli che lasciare solo a casa un bambino al di sotto dei 14 anni significa : "abbandono di minore".
Quindi, per quanto possa essere vero che per alcuni genitori la scuola sia semplicemente un "parcheggio", la dovrebbe sentirsi lusingata dal fatto che molti genitori non vedano l'ora che si riaprano i suoi cancelli.
Buon anno scolastico ai bambini, ai ragazzi, agli insegnanti, ai genitori, ai collaboratori auspicando alla costruzione di un unico fronte comune per l'educazione di queste meravigliose nuove generazioni che crescono loro malgrado in un mondo veramente complicato, pieno di bruttezza e contraddizioni, ricordandoci che noi adulti, insieme alle generazioni precedenti, siamo i responsabili di quel che è e che sarà.