
19/03/2025
Oggi voglio raccontarvi una storia, la storia di Laura ( nome di fantasia).
Laura una giovane donna di 42 anni, di un piccolo comune del Molise, è laureata, lavora presso una studio di contabilità, vive da sola, ha una bella casa, ha una macchina, ha tutto ciò, che agli occhi della società odierna, può renderla felice.
Ma Laura ha un problema, esce di casa solo per andare a lavoro, ha paura di allontanarsi dalla sua abitazione a causa dell’ansia, che le procura scariche diarroiche ogni qualvolta deve uscire per incontrare un amica, fare la spesa, andare a prendere i nipoti da scuola, qualunque attività anche la più banale diventa impossibile per cui anche le attività piacevoli come andare a mangiare una pizza, andare a fare un aperitivo, andare in vacanza, andare a fare una passeggiata in un posto nuovo, prendere l’auto per recarsi in un luogo a lei caro vengono totalmente abbandonate.
Finché un giorno dopo svariati controlli, dopo aver fatto su e giù per lo stivale italiano alla ricerca di un medico che le trovasse una soluzione, decide di iniziare un percorso di psicoterapia.
Ha vergogna di parlare delle sue problematiche e per tale motivo decide di iniziare un percorso online così “ Mal che vada posso interrompere quando voglio, mi basta solo chiudere la conversazione”.
Dalle prima battute mi rendo conto che le problematiche di Laura sono iniziate quando aveva circa 20 anni quindi più o meno sono 20 anni che Laura è prigioniera della sua stessa vita.
Iniziamo un percorso, non facile, perché Laura vede impossibile la sua guarigione, il suo tornare alla vita.
Laura è omosessuale, non l’ha mai detto a nessuno, si vergogna di se stessa, si sente sporca, sbagliata è nata e cresciuta in una famiglia e in un contesto sociale dove “ gli omosessuali non hanno diritto alla vita”.
Dal percorso emergono le sue paure, le sue preoccupazioni ma soprattutto le sue emozioni, si sente distrutta emotivamente, vuole lasciare, vuole abbandonare il percorso perché rendersi conto di tanti aspetti dolorosi la porta a stare ancora più male. Ma piano piano, con i suoi modi e con i suoi tempi, le cose iniziano a cambiare, non vede i suoi risultati, quelli li sottolineo io seduta dopo seduta, finché per motivi personali non riconducibili al percorso, Laura interrompe gli incontri. Laura mi scrive a distanza di 3 mesi chiedendomi un incontro e ieri racconta che per la prima volta è stata a Napoli, che per la prima volta ha preso la macchina da sola per raggiungere Ostuni, che è uscita con gli amici, che è stata ad un concerto e tante altre cose e dice “ l’ansia c’era in tutte le occasioni ma è più una compagnia, come mi hai sempre detto l’ansia non è il problema, il problema sono i miei pensieri”; inoltre Laura ha conosciuto una donna ed ha iniziato una relazione, ha detto alla sua famiglia di questa frequentazione senza tenerlo nascosto, sentendosi libera di poterlo comunicare, sentendosi libera di essere se stessa.
Non ci sono problemi impossibili o irrisolvibili, i blocchi sono solo nella nostra mente.
Voglio raccontarvi queste storie perché sono storie vere, per eliminare i tabù, che un percorso di psicoterapia lo fa solo chi è “ pazzo” ma niente togliere che per vari motivi un pó di pazzia è dentro ciascuno di noi dettata dai nostri stessi pensieri.
Che la storia di Laura possa essere di aiuto a chi per vari motivi vorrebbe trovare soluzioni che sembrano impossibili ma ricordate che “ anche l’impossibile diventa possibile”.