Dr. Alessandro Tatulli

Dr. Alessandro Tatulli Il paziente al centro. La visita intorno. L'attenzione e la professionalità come mission. Medico

16/11/2025

Una riforma scritta nelle cartelle cliniche, più che nei manuali di storia.

Nell’Italia che arrivava agli anni Settanta, l’accesso alle cure dipendeva da un mosaico di mutue e casse di assistenza. Chi non rientrava nelle categorie protette, come disoccupati e lavoratori in nero, rischiava di restare fuori dai servizi più avanzati, con conseguenze gravi sulla salute.

Per molti cittadini, la malattia era anche una questione di reddito.

La svolta arriva nel 1978, con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. Da quel momento lo Stato definisce la sanità come un diritto universale e gratuito per tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla condizione lavorativa.

È un passaggio che ridisegna il rapporto tra persone, ospedali e prevenzione.

Con il SSN milioni di italiani possono accedere a cure preventive, visite specialistiche e ricoveri ospedalieri. Si consolidano programmi pubblici di prevenzione, diagnosi precoce e promozione della salute resi possibili dalla nuova organizzazione sanitaria.

Questo cambiamento si riflette nelle campagne vaccinali estese a tutto il territorio nazionale.

Le vaccinazioni contro poliomielite, morbillo, difterite e tetano diventano parte di una strategia coordinata. L’obiettivo è ridurre la circolazione delle malattie infettive, proteggendo fasce di popolazione che prima rischiavano di restare scoperte.

I numeri raccontano l’effetto di lungo periodo.

Secondo i dati ISTAT, l’aspettativa di vita in Italia passa da circa 69 anni nel 1970 a oltre 83 anni nel 2020. In poco più di due generazioni si registra un aumento di oltre 14 anni di vita media.

Questo balzo è fortemente attribuibile all’accesso a cure migliori e più diffuse. Ma anche ai programmi pubblici di prevenzione e diagnosi precoce, che il SSN rende possibili su scala nazionale.

Ciò che oggi appare quasi ovvio è frutto di quella trasformazione.

La possibilità di essere curati in ospedale senza dover affrontare cifre proibitive, o di ricevere un vaccino gratuito, nasce da una delle riforme sociali più radicali del secondo Novecento italiano. Una riforma che ha tolto milioni di persone dal rischio di morte precoce, abbattendo le barriere economiche all’accesso alla salute.

Forse per questo, in molte biografie private, l’anno 1978 vale quanto una data di nascita in più.

💁‍♂️ Quel che non sapevi, in breve
👉 Prima del 1978 l’accesso alle cure dipendeva da mutue e casse selettive
👉 Il SSN rende la sanità un diritto universale e gratuito per tutti i cittadini italiani
👉 Le campagne vaccinali nazionali contribuiscono a sconfiggere diverse malattie infettive
👉 Dal 1970 al 2020 l’aspettativa di vita passa da circa 69 a oltre 83 anni
👉 La riforma sanitaria riduce il rischio di morte precoce eliminando le barriere economiche alla salute

💙 Novembre si tinge di blu!Anche quest’anno sosteniamo    , il mese dedicato alla prevenzione e alla consapevolezza sull...
06/11/2025

💙 Novembre si tinge di blu!
Anche quest’anno sosteniamo , il mese dedicato alla prevenzione e alla consapevolezza sulla salute maschile.

Un piccolo gesto, come far crescere i baffi, può accendere una grande conversazione: quella sulla diagnosi precoce dei tumori urogenitali e sull’importanza di prendersi cura di sé.

Insieme all’Istituto Oncologico Veneto, uniamo le forze per promuovere informazione, prevenzione e ricerca. 💪🏻🎗️

Novembre è il mese del Movember: la campagna mondiale che ogni anno invita gli uomini a farsi crescere baffi o barba per ricordare quanto sia prezioso prendersi cura della propria salute.

30/10/2025

Il professor Paolo Nucci, docente di Oftalmologia all’Università di Milano, racconta senza filtri cosa significa oggi essere medico in Italia: tra passione, burocrazia e disillusione.

https://www.facebook.com/share/1MDddaAcVX/
26/10/2025

https://www.facebook.com/share/1MDddaAcVX/

🩺 BASTA con la retorica contro i Medici di Medicina Generale.

Sentir dire che “è colpa dei medici di base se la sanità costa troppo” è una menzogna enorme.
La verità? È grazie a noi che i costi della sanità restano bassi.

Con stipendi fermi da 40 anni, con montagne di burocrazia e compiti amministrativi che nessun altro affronta, noi garantiamo ogni giorno la salute di milioni di cittadini.

Il costo reale del nostro lavoro è infimo rispetto al valore che offriamo e all’età media della popolazione.
Siamo noi, i medici di base e gli altri operatori del SSN, a tenere in piedi il sistema.
Siamo noi che, con il nostro tempo, la nostra salute e spesso anche le nostre tasche, paghiamo la cura di 60 milioni di persone.

E adesso basta.

Che diritto abbiamo di giudicare le prescrizioni dei colleghi?
E soprattutto: che diritto ha la ASL di giudicare le nostre?
Che diritto ha il SSN di pagarci 3,5€ al mese per ogni assistito e chiamarlo “compenso”? “Gelato” sarebbe più appropriato.

Alcuni di noi questo prezzo lo hanno pagato con la vita.

Rispetto. Dignità. Ascolto.
È ora che anche i medici di base vengano trattati come pilastri della sanità, non come un costo da tagliare.

Inizia la campagna vaccinale per l'influenza di stagione 2025/26, a partire da domani  01/10/2025, previa prenotazione t...
30/09/2025

Inizia la campagna vaccinale per l'influenza di stagione 2025/26, a partire da domani 01/10/2025, previa prenotazione telefonica al 339.69.16.511, nei soliti orari, mattino 8:00-9:00, pomeriggio 18:00-19.00
Le vaccinazioni saranno eseguite solo al di fuori dell'orario di ambulatorio e solo ed esclusivamente su prenotazione.
Durante tale orario si espleteranno solo vaccinazioni.

16/09/2025

Se non fossi diventato medico di medicina generale…
A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se non avessi scelto la medicina generale. Forse le mie giornate sarebbero state più lineari, scandite da orari prevedibili, senza quella continua interruzione che ti ricorda che la vita degli altri può cambiare in un istante. Forse avrei potuto tornare a casa la sera con la mente sgombra, senza ripassare mentalmente diagnosi, esami, voci e volti che chiedono risposte.
Eppure, se non fossi medico di medicina generale, non avrei imparato il peso e il valore della continuità. Non avrei conosciuto il significato di seguire una persona per decenni, di vedere un bambino diventare adulto, un paziente fragile attraversare stagioni diverse della sua vita, un anziano raccontarti per l’ennesima volta la stessa storia, con la certezza che tu l’ascolterai ancora.
La medicina generale non è fatta solo di ricette e referti, ma di piccoli dettagli che a volte sfuggono a chi guarda da fuori: una voce stanca al telefono che ti fa capire che dietro c’è qualcosa che non va, un sorriso improvviso quando un dolore si attenua, una mano che stringe la tua non perché hai guarito, ma perché hai accompagnato.
Se non avessi scelto questa strada, probabilmente avrei vissuto più leggero, senza il peso di essere sempre “il primo punto di riferimento”, quello che non può dire “non tocca a me”. Avrei avuto meno responsabilità, meno burocrazia, meno paure da condividere. Forse avrei viaggiato di più, forse sarei stato più spensierato.
Ma non avrei mai conosciuto quel senso raro di appartenenza che nasce dal prendersi cura di una comunità intera. Non avrei capito quanto sia prezioso essere il testimone discreto delle vite altrui, presente nei momenti di gioia come nelle fatiche più dure.
Essere medico di medicina generale significa vivere esposti al dolore, sì, ma anche alla bellezza più semplice e autentica: quella della fiducia, quella autentica da non confondere con il politicizzato “rapporto di fiducia”. È un dono che pesa, che stanca, che segna. Ma che, in fondo, rende la vita più piena.

13/09/2025

Ed ecco, : l’involuzione dell’assistenza territoriale.
Il nuovo documento (link nei commenti) spinge le Case della Comunità—che chiamo scherzosamente “case del popolo”—verso un fast-food dell' assistenza primaria: tutto e subito, con risorse incerte e più carico sui medici di assistenza primaria costretti alle ore, sulla scia dei già fallimentari CAU.

Cosa prevede:

Hub H24 con medico di guardia (oggi MMG a ruolo unico); spoke 12 ore.

Accesso diretto, non solo tramite filtro 116117.

Perché è (già) un errore:

Senza filtro telefonico, permettendo accesso diretto, aumentano gli accessi impropri: sulla carta escludi dolore toracico/cefalea seria, nella pratica arriva di tutto—come nei CAU. Senza filtro la gente si presenta con problemi che dovrebbero essere in carico al medico di scelta, ma chi dovrebbe negare le prestazioni è il poveretto, spesso alle prime armi, che si trova a dover discutere con il cittadino che pretende questo e quello anche per situazioni assolutamente di nessuna urgenza.

Caos e confusione al posto di percorsi chiari.

Modello che diviene di fatto “concorrente” alla medicina di famiglia: niente rapporto fiduciario, alto turnover, più alto rischio di prescrizioni inappropriate su pazienti che non conosci. Il preludio a smontare la rete dei medici di famiglia a rapporto fiduciario.

La continuità di cura si frammenta e l’impatto negativo si vedrà nel medio-lungo periodo.

Cosa servirebbe (subito):

Filtro obbligatorio 116117 con triage clinico strutturato.

Standard minimi di personale e dotazioni, équipe multiprofessionali (non un solo medico “tuttofare”). AFT centrali nell'erogazione delle prestazioni solo per i propri assistiti.

Integrazione reale con slot dedicati e percorsi protetti.

Valutazione sugli esiti (sicurezza, appropriatezza, rientri), non sui volumi di accessi.

La Medicina di Famiglia non è un fast-food: è relazione, continuità, presa in carico.
Se vogliamo meno affollamento nei PS e più sicurezza per i pazienti, servono filtri e percorsi, non sportelli “tuttofare”.

̀pubblica #116117

12/08/2025

“In provincia di Piacenza la medicina di prossimità è al collasso: su 113 posti vacanti di medici di base, ne è stato coperto soltanto uno. In

Indirizzo

Via ROMA, 79
Camisano Vicentino
36043

Orario di apertura

Lunedì 15:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 12:00
Mercoledì 15:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 12:00
Venerdì 09:00 - 12:00

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