Dott.ssa Alessandra Di Biase

Dott.ssa Alessandra Di Biase Studio di psicoterapia e di consulenza psicologica

14/08/2025

Nel 1908, un piccolo gattino apparve ai cancelli del British Museum di Londra. Non era un gatto qualunque: sembrava sapere esattamente cosa volesse — entrare nel museo. Le guardie, però, gli negarono l’accesso. Imperterrito, il gattino tornò ogni giorno, sedendosi pazientemente come se aspettasse un impiego. Alla fine, una guardia di nome Henry decise di adottarlo e lo chiamò Mike, integrandolo nello “staff” del museo.

Mike divenne presto un membro straordinario della squadra. Aveva un talento unico: non tollerava i cani e possedeva un’incredibile capacità di scacciarli dai terreni del museo senza mai combattere. Restando immobile, fissando l’intruso con occhi penetranti ed emettendo un suono strano, riusciva a far fuggire anche cani dieci volte più grandi di lui. I giornali lo soprannominarono “il gatto che non permetteva a nessun cane di entrare nel museo”. Oltre a tenere lontani i cani, il suo compito più importante era cacciare i ratti che minacciavano i preziosi reperti del museo, e lo faceva con tale abilità che un membro dello staff lo descrisse come “un gatto del rango di un antico guerriero”.

Mike svolse fedelmente i suoi doveri per circa vent’anni, fino alla sua morte nel 1929. Il personale del museo lo pianse profondamente e pubblicò persino un necrologio ufficiale sulla rivista del museo. Un autore lo definì “l’elegante gatto che conquistò il caos con fermezza e uno sguardo solo”. Mike fu sepolto all’interno del museo, con un piccolo memoriale in un angolo, affinché il suo nome e la sua eredità rimanessero per sempre parte della storia dell’istituzione.

La sua vicenda non è solo un’affascinante storia di un gatto, ma una lezione di determinazione, lealtà e silenziosa dedizione, dimostrando che anche gli animali possono lasciare un segno indelebile nella storia.

Pungente, ironica centro sempre il bersaglio Arianna Porcelli Safonov
14/08/2025

Pungente, ironica centro sempre il bersaglio Arianna Porcelli Safonov

14/08/2025

Un 6 capovolto diventa, nel mese di Agosto, un 9 avvolto nella stessa sorte nebulosa.

14/08/2025

Segnaliamo la bella intervista a Stefano Bolognini – past President IPA e analista con funzioni di Training della Società Psicoanalitica Italiana - comparsa su Repubblica di Bologna il 10 Agosto che riguarda la psicoanalisi.

Bolognini, con la sua profonda sensibilità, sostiene che, nonostante siano trascorsi 125 anni da quando Freud scrisse l’Interpretazione dei Sogni, la psicoanalisi gode di ottima salute ed è attuale ed efficace nella cura della sofferenza psichica.
Il ritratto di uno psicoanalista ortodosso che sta in silenzio per più ore alla settimana è, secondo Bolognini, retrodatato e caricaturale: “L’analista che sta sempre zitto e crudelmente silenzioso, valeva per i primi tempi, forse”.

È stata percorsa molta strada da quando, nel 1912, Freud nel suo celebre saggio “Consigli al medico nel trattamento psicoanalitico” tratteggiava l’immagine dello psicoanalista come uno “schermo opaco” che assumeva un atteggiamento di neutralità e anonimato limitandosi a riflettere ciò che il paziente proiettava.
“La vitalità della psicoanalisi contemporanea si basa sul fatto che ha saputo cambiare, evolversi, anche lo scambio tra analista e paziente è oggi molto più ricco“.
La teoria pulsionale freudiana è stata integrata con gli sviluppi riguardo al trauma e alla relazione intersoggettiva che si instaura in seduta tra il paziente e l’analista grazie agli apporti teorico-clinici dei continuatori dell’opera freudiana, come Melanie Klein, Donald Winnicott, Wilfred Bion, Heinz Kohut e altri.

Nell’intervista si approfondisce anche l’importanza del silenzio in analisi che è da considerarsi una preziosa esperienza che consente all’individuo di sentire fino in fondo ciò che prova favorendo, anche, una regressione che rappresenta un attaccamento all’analista che ripete quello tra figlio e genitore.
“Il silenzio analitico è uno spazio disponibile, non una frustrazione compiaciuta”.

Se le persone hanno pazienza e sono in grado di accettare l’asimmetria tra se stesse e l’analista, unitamente ad una temporanea dipendenza da quest’ultimo, escono dall’analisi cresciute e realmente cambiate.

Intervista completa (solo per abbonati)
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2025/08/10/news/freud_psicoanalisi_intervista_bolognini-424782547/

06/08/2025

“Il neonato, quando è turbato da un disagio, proietta quel contenuto mentale grezzo – un’emozione intollerabile, una paura primitiva, una confusione – dentro la madre. Se la madre è in grado di ricevere questa proiezione con uno stato mentale che possiamo chiamare reverie, essa lo accoglie, lo contiene, lo elabora, e lo restituisce al bambino in una forma modificata e tollerabile.

La reverie materna è dunque quella funzione mentale che permette alla madre di entrare in contatto con l’esperienza emotiva del bambino senza esserne travolta. Essa consente la trasformazione degli elementi β – grezzi, non pensabili – in elementi α, pensabili, comunicabili.

Quando questa funzione è presente, il bambino comincia a interiorizzare questa capacità di pensare e sentire. Se invece la madre è rifiutante, anaffettiva, o disturbata al punto da non poter accogliere quelle proiezioni, allora il bambino resta invaso da quegli elementi β, che non diventano mai pensieri.

Allo stesso modo, nell’analisi, l’analista deve essere capace di reverie: ricevere ciò che il paziente proietta, contenerlo senza reagire in modo impulsivo o difensivo, e restituirlo sotto forma di interpretazione pensabile. Questo è un processo psichico tanto sottile quanto essenziale.

La reverie non è un sogno ad occhi aperti né una semplice fantasia. È un modo speciale di ascoltare, con la mente e col corpo, una forma di rêverie emozionale, in cui l’analista si lascia attraversare dalla comunicazione inconscia dell’altro, per poi restituirla trasformata, come una madre capace di “sognare” ciò che il suo bambino sente, prima ancora che egli possa esprimerlo.”

Wilfred Bion

02/08/2025

LA STRAGE DI BOLOGNA

L'ora della tragedia rimarrà impressa, come ricordo indelebile, nelle lancette ferme del grande orologio che si affaccia sul piazzale della stazione. A memoria di quel terribile giorno le lancette dell'orologio da allora segnano sempre la stessa ora.

Alle 10:25 un boato squarcia l'ala sinistra dell'edificio: la sala d'aspetto di seconda classe, il ristorante, gli uffici del primo piano si trasformano in un cumulo di macerie e polvere.
Rimane colpito anche il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, fermo sul primo binario.

Alle 10:25 del 2 agosto 1980 una valigia piena di tritolo esplode nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione del capoluogo emiliano, causando 85 vittime e 200 feriti. È la strage più sanguinosa nella storia italiana. In via definitiva vengono condannati gli ex terroristi di estrema destra dei Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini come esecutori, e Gilberto Cavallini per concorso esterno.
Ancora aperto il processo sui mandanti.

“T’ho incrociata alla stazione che inseguivi il tuo profumo, presa in trappola da un tailleur grigio fumo, i giornali in una mano e nell’altra il tuo destino, camminavi fianco a fianco al tuo assassino”.

28/07/2025

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*Riflessioni di Alfonso Gatto (Salerno, 1909 - Orbetello, 1976) tratte da un'intervista pubblicata nel 1974 dalla rivista letteraria Sul Porto.

Considerato uno dei maggiori esponenti dell'Ermetismo, l'autore campano fu salutato al suo esordio da Sandro Penna, a maggio 1932, con un giudizio più che lusinghiero: "Voce poetica raffinatissima, parnassiana, che ci viene dal Sud, carica di espertissimi giochi scaturiti da sensi meravigliosi."

La "vocazione al canto" è lo stilema evidenziato da tutti gli studiosi della sua opera. Afferma l'italianista Arnaldo Bocelli: "Nella sua poesia ha trovato, con esiti sempre più felici, la maniera di accordare l'essenzialità della parola con la sua modulazione canora, le arditezze analogiche di un ermetismo spinto alle estreme rarefazioni con gli echi o le nostalgie della melica settecentesca, di canzonette e 'ariette' alla Di Giacomo".

Ribadisce il critico Gaetano Mariani: "Con gli anni, ha sensibilizzato la propria vocazione al canto in una ricerca sempre più sottile della parola."

Lo stesso abilissimo verseggiatore di Salerno conferma in una dichiarazione di poetica scritta nel 1955: "Le mie rime e il mio modo di usare metri tradizionali, credo siano da interpretare nel valore di un 'canto' che supera e brucia ogni residuo tecnico, quasi a dare l’apertura e la durata della voce. Sono rime di gravitazione. Il canto porta alla loro fermezza come a un punto di evidenza lontano e nitido, all’orizzonte che la voce stessa crea."

Oltre che poeta, Gatto è stato anche un eccellente pittore e scrittore di cronache ciclistiche, come ricordava il più importante giornalista sportivo degli ultimi decenni, Gianni Mura.

"Resta -affermava l'amico reporter- uno dei più grandi poeti del Novecento. La sua poesia è abitabile, ti conquista, si aggrappa, non ti lascia. Come inviato al Giro d'Italia era come Maradona, inventava gli spazi dove non c’erano, vedeva cose che ad altri occhi sfuggono."

P***e la vita in un incidente stradale all'età di 67 anni. Sulla sua tomba, nel cimitero della città natale, è inciso questo epitaffio di Eugenio Montale: "Ad Alfonso Gatto, per cui vita e poesie furono un'unica testimonianza d'amore."



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🔴SERA D’ESTATE
(Alfonso Gatto)

Ai miei giorni
la sera stanca e trafelata
con i gradini, il muro d’erba, il mare
e il braccio mesto alla fronte
nel giro degli occhi non accadrà:
presagio di madre, il letto bianco d’estate
nella stanza aperta.

Moriva lungo il braccio
la testa avviata sul tavolo
e, lontani, il mare, la notte fresca di voci,
i cocomeri rossi,
le logge aperte alle famiglie,
sembravano cantati sulle ceste
fin sotto i balconi.

E m’era sonno, a rampe dei suoi lumi,
il villaggio più alto
dietro i carri innalzati del fieno,
come la luna risalita ai monti
dava quiete alle stanze, alla memoria.

🔴ESTATE A PALINURO

Estate forte e nera, chi s’abbruna di notte
scopre a un filo di vento il suo lumino.
Biancheggiano le rotte
ghiaie frangenti il nero oltremarino.

Notte, sirena, viola dell’amore
goduto, donna abbeverata
da quel filo di sete,
non c’è lingua più dolce della quiete.

Forse è il mare che pesca il suo chiarore
o la barca, incantata.

🔴SOGNO D'ESTATE

Trapeli un po' di verde
il limone, il sifone,
il piccolo portone
della pensione,
trapeli il blu,
anche tu
vestita col tuo n**o rosa,
ogni cosa amorosa.

Amore è amore
liscio alla sua foce.
Un'alpe zuccherina,
l'amore è brina.
Che sogno averti vicina
notturna, fresca, sottovoce.

28/07/2025

[ il 28 luglio 2021 se ne andava Roberto Calasso. ]

So che stai per partire. È quello che hai fatto sempre. Anch’io continuerò a fare quello che ho fatto sempre: rimanere vivo.

dal dialogo tra Utnapishtim e Sindbad - Roberto Calasso, ”La tavoletta dei destini”

Per sempre vivo nella Bellezza che ci ha lasciato. Muore solo chi si dimentica.

da https://www.instagram.com/p/CgjZ4jMguJq/

28/07/2025

Venerdì 19 Settembre alle 17,45, in modalità zoom, si terrà la presentazione del volume “Inizi difficili. Rischi, prevenzione e cura in età evolutiva” a cura di R. Di Frenna, R. Gentile, M.G. Pappa (Alpes, 2025).
Frutto dei contributi del VII Convegno Nazionale sul lavoro psicoanalitico con bambini e adolescenti “Un difficile inizio”, tenutosi a Firenze a novembre 2023, raccoglie interessanti contributi sugli inizi della vita della persona e sul contributo delle esperienze precoci alla costituzione del Sé.

Dalla quarta di copertina”
“Tutti gli inizi sono momenti critici e fondativi, così come l’incipit di un libro è un momento fondamentale e caratterizzante. Le esperienze dei primi anni influenzeranno tutta la vita di una persona, ma potremmo cercare “l’inizio” ancora prima: andando a ritroso la gravidanza, il desiderio dei genitori di avere un figlio, la loro storia precedente. Si tratta di scenari fantasmatici che regoleranno in seguito la vita inconscia degli individui.

Cosa succede dunque quando questi primi capitoli del libro della vita contengono traumi e elementi problematici? Quali potranno essere per un bambino gli esiti di una gravidanza difficile, o di una prematurità, o di eventi negativi nell’area perinatale, come un parto difficile, la presenza di una patologia neonatale, una depressione post partum della madre? I rischi sono connessi al possibile sviluppo di patologie o di deficit, quali difese autistiche, arresti dello sviluppo, comparsa di malattie psicosomatiche, depressione primaria.

Le varie figure professionali che si occupano della prima infanzia sono chiamate a dare risposte con la prevenzione e con la cura, risposte che saranno tanto più efficaci quanto più precoci. Ma quale prevenzione e quale cura? A questa domanda cerca di rispondere il presente volume, che raccoglie la voce di molti psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana: con l’auspicio di trasformare un difficile inizio in un nuovo inizio, tra sfida e speranza”.

Dialogheranno F. Mancia, C. Nanetti, M.G. Pappa, S. Pesce, R. Rulli e A. Scardovi.

La partecipazione è gratuita ed esclusivamente in modalità online, previa iscrizione a segreteria.organizzativa@cepsibo.it

28/07/2025

UNA NUOVA TERAPIA CELLULARE CONTRO IL GLIOBLASTOMA

Un gruppo di ricercatori del Mass General Cancer Center ha sperimentato una nuova terapia cellulare contro il glioblastoma (GBM), una forma letale di tumore cerebrale, ottenendo risultati promettenti nei primi tre pazienti trattati.

La terapia, chiamata CARv3-TEAM-E, combina due strategie — le CAR T-cells e molecole TEAM — per colpire meglio le cellule tumorali, più varie e difficili da eliminare nei tumori solidi rispetto alle leucemie.

Già pochi giorni dopo l’infusione delle cellule modificate, i pazienti hanno mostrato una forte riduzione dei tumori, con una quasi completa regressione in uno dei casi. Tuttavia, dopo alcuni mesi, il tumore è tornato a crescere in tutti i pazienti, motivo per cui i ricercatori stanno studiando modi per prolungare l’effetto della terapia.

Il trattamento è stato sviluppato in pochi anni grazie alla collaborazione tra scienziati, medici e tecnici, che hanno trasformato una scoperta di laboratorio in una sperimentazione clinica. Le CAR T-cells usate in questa nuova versione vengono iniettate direttamente nel cervello e sono progettate per riconoscere due bersagli sulla superficie delle cellule tumorali.

Nei tre pazienti trattati finora, la terapia è stata ben tollerata, con effetti collaterali previsti come febbre e confusione temporanea. Anche se i risultati non rappresentano ancora una cura definitiva, i ricercatori sono ottimisti e considerano questi dati un passo importante verso un trattamento efficace per il glioblastoma.

Segui different. se sei appassionato di scienza e divulgazione.

Fonte: “Regression of Glioblastoma after Chimeric Antigen Receptor T-Cell Therapy”, Christine E. Brown et al., Bioactive Materials, 2025
Credit foto: Massachusetts General Hospital

28/07/2025

"I bambini sono come gli alberi.

Alcuni sono distratti, sbadati e sognatori come i pioppi: con il loro polline leggero che vaga nell’aria sospinto dal vento, fino a quando non trova un appiglio a cui aggrapparsi.

Altri sono come le querce, forti, coraggiosi, spericolati ma con un cuore tenero dentro ogni piccola ghianda.

Ci sono bambini delicati e poetici come i ciliegi: pieni di fiori colorati prima e di dolcissimi frutti rossi poi.

Alcuni invece sono come abeti, apparentemente sempre uguali e immutabili poi, a momento giusto, quando meno te lo aspetti, si riempiono di belle sorprese.

Infine alcuni bambini sono come i cachi: i suoi frutti arrivano quando tutti gli alberi hanno già perso tutte le foglie e si preparano per l’inverno. Sembrano in ritardo eppure seguono semplicemente la loro natura, sono alberi a modo loro."

Grandi o piccoli, contorti o dritti, di tante sfumature di verde.

Tutti uguali e, allo stesso tempo, tutti così diversi.

da La lezione degli alberi di Roberto Parmeggiani

Nell'immagine Max Liebermann

21/07/2025

La più grande violazione dei diritti umani in un paese democratico dal dopoguerra.

Genova non fu solo la Diaz, Carlo Giuliani, i black block infiltrati e protetti, gli scontri.
Genova non fu solo l'incontro tra le maxi potenze economico-industriali mondiali, fu soprattutto espressione di un sentimento che faceva paura, un desiderio di cambiamento.
Genova proponeva un modello di società senza disuguaglianze, senza forti e deboli - senza poveri e ricchi. Non si voleva più accettare che il capitalismo cannibalizzasse tutto e tutti in nome del profitto.
A Genova non c'erano solo i centri sociali, si erano ritrovate persone e giornalisti di tutta Europa.
A Genova, dalla polizia fascista, fu picchiata-oppressa-minacciata-torturata-uccisa l'ideologia che minava la superiorità dei capi di stato che si erano riuniti. Non c'era pericolo sicurezza, c'era la volontà di sopprimere il dissenso e la volontà di avere un futuro diverso, a colori.
A Genova lo Stato fu causa di quello che accadde.
Dopo Genova cambiò tanto, in peggio. Ci sono riusciti.

-BLU NOTTE, CARLO LUCARELLI-

Indirizzo

Viale Della Pace N. 291, Quadrivio Di Campagna (Salerno)
Campagna

Orario di apertura

Mercoledì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00

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