17/05/2025
Grazie collega! ☺️condivido pienamente.
👆🏻La regola della L
Ieri quando a studio cercavo di spiegare come si formano alcuni schemi patologici e catene lesionali, mi è venuto da spiegarlo mostrando il mio pollice e l'indice tesi proprio nel formare una L ....
Cerco sempre di tradurre concetti complessi in immagini semplici e immediate. Cerco così una chiave di lettura efficace e intuitiva per comprendere molte problematiche legate al dolore lombare.
Immagina una L maiuscola.
La linea verticale rappresenta la colonna vertebrale, il pilastro portante del nostro corpo, sede del sistema nervoso e del sostegno meccanico.
La linea orizzontale, invece, simboleggia il collegamento tra la colonna e i visceri, una rete di connessioni che unisce le strutture interne (gli organi) con il sistema neurovegetativo e il resto del corpo. Questa linea è meno visibile, ma non meno importante: è lì che passano le influenze viscerali, le tensioni profonde, i segnali sottili che il nostro corpo ci manda.
Ora immagina cosa succede quando qualcosa disturba una di queste due linee. Una disfunzione vertebrale, una tensione muscolare, una postura alterata, oppure un viscere in affanno, come può capitare con l’intestino, l’utero o il fegato. Il dolore si manifesta proprio dove le due linee si incontrano: nella zona lombare. È lì che si sommano le forze e si scaricano le tensioni, come se il corpo ci indicasse un punto preciso per attirare la nostra attenzione.
Un esempio concreto: una paziente arriva in studio con dolore lombare ricorrente. Nessun trauma evidente, nessuna attività fisica intensa. Ma nel colloquio emerge un ciclo mestruale irregolare e fastidioso. Inizia il trattamento osteopatico con un lavoro viscerale sull’utero e il sistema pelvico, unito a una decongestione della colonna lombare. Dopo due sedute, il dolore lombare si riduce e il ciclo migliora. Perché? Perché il problema non era solo “nella schiena”, ma nel punto di incontro tra le due linee della L.
La Regola della L è utile proprio per questo: ci ricorda di guardare il corpo come un sistema integrato, dove nulla è isolato e ogni dolore può essere l’espressione di un dialogo interrotto tra strutture diverse. Non si tratta solo di trattare una zona, ma di ristabilire un equilibrio.
Se potessimo disegnarla, questa L sarebbe una bussola: ci orienta nel trattamento, ci guida nella lettura del corpo, ci invita a non fermarci mai alla superficie.