Teresa Petillo - Psicologa, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

Teresa Petillo - Psicologa, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 📍Nola (NA)

13/11/2025

Oggi è la Giornata Mondiale della Gentilezza.

La gentilezza non è “essere buoni”.
È regolare il proprio sistema nervoso e scegliere un modo più consapevole di stare con sé e con gli altri.

Non ha niente a che vedere con il compiacere,
con il dire sì quando si vorrebbe dire no,
o con l'annullarsi per non deludere.

La gentilezza vera è un atto di presenza.
È una postura interna.

E quando nasce dalla consapevolezza,
diventa una forma di forza.

Qual è il gesto di gentilezza che oggi scegli per te?

L’ansia non è un fastidio da eliminare in 5 passi. È un aspetto umano che necessita comprensione, può essere il sintomo ...
11/11/2025

L’ansia non è un fastidio da eliminare in 5 passi.
È un aspetto umano che necessita comprensione, può essere il sintomo che apre le porte della cura ❤️‍🩹✨🌱

I più attenti ricorderanno le storie di qualche giorno fa in cui io e il Dottor Peppe annunciavamo un post sulle rifless...
05/11/2025

I più attenti ricorderanno le storie di qualche giorno fa in cui io e il Dottor Peppe annunciavamo un post sulle riflessioni fatte nell'ultimo week end.

Questo carosello è un piccolo pezzo delle riflessioni e della vita che ha attraversato la vicinanza alla mortalità, alla perdita, all'essere qui e ora come un dono, un'opportunità.

La morte è una dimensione temuta, ma è nella natura delle cose...
fa parte della nostra dimensione umana... e forse, a rifletterci può insegnarci qualcosa di prezioso e inaspettatamente vivo.

04/11/2025

La parte più bella del lavoro è proprio accompagnare l'altro nella sua rinascita, nella sua crescita, nel dispiegamento delle sue potenzialità ❤️‍🩹✨🌻

I fantasmi emotivi non arrivano con le catene, ma con pensieri silenziosi.In terapia li chiamiamo credenze di base o mem...
31/10/2025

I fantasmi emotivi non arrivano con le catene, ma con pensieri silenziosi.

In terapia li chiamiamo credenze di base o memorie implicite: frasi che abbiamo imparato troppo presto e che, senza accorgercene, guidano ancora il modo in cui ci relazioniamo.

Non servono rituali per scacciarli,
serve consapevolezza per riconoscerli.

Quando li guardi con curiosità e gentilezza,
smettono di spaventare e cominciano a spiegarsi.

Tu, li riconosci i tuoi fantasmi emotivi?

Ti capita mai di accorgerti che il tuo corpo sente, parla e sa prima del tuo cuore e della tua mente?                   ...
29/10/2025

Ti capita mai di accorgerti che il tuo corpo sente, parla e sa prima del tuo cuore e della tua mente?

28/10/2025

Il corpo è uno dei tre grandi narratori della nostra storia.
A volte, custodisce ciò che non abbiamo potuto dire.

Ogni tensione, ogni battito accelerato, ogni insonnia
è un capitolo scritto in una lingua antica: quella della sopravvivenza.

Non è debolezza. È memoria.

Il corpo parla anche quando la mente non ricorda,
racconta ciò che ha vissuto senza parole,
e ogni volta che respiri consapevolmente,
gli insegni una verità nuova: ora sei al sicuro.

La terapia è il luogo in cui corpo, cuore e mente
imparano a raccontare la stessa storia — quella della vita che riprende forma.

A volte la paura non si mostra come tremore o fuga.Si traveste da efficienza, da forza, da costante disponibilità.C’è ch...
20/10/2025

A volte la paura non si mostra come tremore o fuga.
Si traveste da efficienza, da forza, da costante disponibilità.

C’è chi tiene tutto sotto controllo per non rischiare di crollare.
Chi si fa in quattro per tutti per paura di non essere abbastanza.
Chi non si concede mai una pausa, perché fermarsi significherebbe sentire troppo.

Molte delle nostre “forze” nascono come strategie di sopravvivenza:
schemi costruiti in momenti in cui serviva adattarsi, proteggersi,
non perdere l’amore o la sicurezza.

Con il tempo, però, ciò che ci ha salvato può diventare ciò che ci imprigiona.
E allora il lavoro terapeutico diventa anche questo:
riconoscere che dietro certi automatismi non c’è durezza,
ma sensibilità.

E che la vera forza non è nel controllo,
ma nella libertà di lasciarsi essere. 🌿

15/10/2025

Ti è mai capitato di sentirti “troppo”?
Troppo disponibile, troppo gentile, troppo attent*, finché di te non resta quasi niente.

Quello non è carattere.
È sovradattamento: una risposta emotiva appresa, costruita per proteggere il legame.

Da piccoli impariamo presto che, per essere accettatə, dobbiamo essere “facili da gestire”: silenziosi, compiacenti, impeccabili.
E così diventiamo esperti nel leggere l’altro… ma smarriamo il contatto con noi stessə.

Nella teoria dell’attaccamento, il sovradattamento nasce come strategia di sopravvivenza relazionale:
un modo per mantenere la connessione quando l’ambiente non è sicuro.
Con il tempo, però, questa strategia può trasformarsi in una gabbia invisibile, ci si adatta anche dove non serve più.

Nel lavoro clinico, soprattutto con l’EMDR, accade spesso che il corpo ricordi ciò che la mente ha imparato a negare:
la tensione di dover piacere, il bisogno di non deludere,
la paura che essere autentici significhi perdere l’altro.

Ma il sovradattamento non è un errore:
è una storia di amore e paura intrecciata insieme.
E può trasformarsi, può cambiare.

Quando si inizia a tollerare l’idea di essere vistə davvero, anche imperfettə, si torna lentamente alla propria autenticità.

Non servono maschere per meritare presenza.
Solo il coraggio di restare, questa volta, così come si è.

E tu, in quali momenti senti che ti stai adattando troppo?
Cosa accadrebbe se ti concedessi di essere semplicemente te stessə?

Ti sei mai sentit* in colpa per aver scelto te stess*?Forse quella non era colpa: era autenticità che chiedeva spazio.No...
13/10/2025

Ti sei mai sentit* in colpa per aver scelto te stess*?
Forse quella non era colpa: era autenticità che chiedeva spazio.

Non ogni senso di colpa va curato.
Alcuni non chiedono di essere eliminati,
ma ascoltati.

Il senso di colpa nasce quando riconosciamo che le nostre azioni hanno un impatto sull’altro.
È un segnale evolutivo, un linguaggio affettivo antico che ci ricorda la nostra interdipendenza.
È la traccia di un legame che ci tiene connessi, anche quando fa male.

Ma la crescita non è solo empatia verso l’altro.
È anche autenticità verso sé stessi.
Perché possiamo prenderci cura, riparare, comprendere,
senza rinunciare a esistere pienamente.

Nel lavoro clinico, soprattutto con l’EMDR,
vedo quanto spesso il senso di colpa non sia un errore, ma una memoria:
una ferita antica che cerca riparazione,
una parte che vuole ancora appartenere.

E quando quella memoria viene integrata,
il peso si trasforma in comprensione,
la condanna in compassione,
e la colpa diventa coscienza relazionale.

Crescere, forse, significa imparare ad amare senza annullarci,
chiedere perdono senza scomparire,
e restare fedeli a noi stessi.

E tu, come vivi il senso di colpa?
Come cambia quando lo ascolti invece di giudicarlo?

Negli scorsi post abbiamo parlato di   una parola comune e spesso sentita. Vediamo 3 situazione comuni dove ne abbiamo f...
21/07/2025

Negli scorsi post abbiamo parlato di una parola comune e spesso sentita. Vediamo 3 situazione comuni dove ne abbiamo fatto uso, senza manco rendercene conto.❤️‍🩹

Buon inizio settimana.✨

Indirizzo

Camposano
80030

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Martedì 09:00 - 12:00
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