08/10/2025
Il sovrappeso, l’obesità, i disturbi alimentari e la magrezza patologica non sono delle scelte consapevoli.
Sono spesso la conseguenza di problemi emotivi, familiari, affettivi, lavorativi, economici, di salute o personali.
Ogni paziente nasconde una, cento, mille storie. Storie di violenza, solitudine, rabbia, delusioni, silenzi.
Anche se all’apparenza, indossando delle maschere, le persone ci mostrano solo ciò che vogliono farci conoscere, nascondendo la sofferenza, celata dietro un sorriso, una grande disponibilità verso gli altri, per nascondere i problemi.
E poi c’è il cibo.
Un amico, una compagnia, una dipendenza, un vizio o al contrario un veleno da combattere.
Impariamo a non giudicare ciò che vediamo.
I cambiamenti, l’immagine.
Prima di giudicare la vita o il carattere di qualcuno, dovremmo camminare dentro le sue scarpe e percorrere la sua strada.
Vivere il dolore altrui, senza stare a fare a gara a chi ne ha di più.
Dovremmo vivere le paure, i dubbi, le insicurezze dell’altra persona prima di giudicarla.
Dovremmo stare dall’altra parte, con le cadute e i fallimenti.
E ogni volta sapere quanta fatica c’è voluta per risollevarsi, spesso senza chiedere aiuto a nessuno.
Per questo è importante rivolgerci a chi ci guida verso l’uscita.
Non occorre una dieta.
Non occorre imporci una soluzione miracolosa.
Serve iniziare un cammino fatto di tanti ostacoli, cadute, delusioni e problemi, che ci porta a riemergere.
Non si va mai dallo specialista dietologo per fare una dieta dimagrante o ingrassante come è nell’immaginario comune.
Cercate di non guardare solo alla superficie delle cose.
Ci si rivolge al lui quando si ha un qualsiasi conflitto con il cibo e il proprio corpo.
E si lavora sempre in equipe, emozioni e corpo. Anche se all’apparenza ci fanno i complimenti per come stiamo bene.
Frasi del tipo “che cosa ci vai a fare dal dietologo se sei magra/o?” Oppure “cerca di mangiare che stai sparendo”, denotano non solo grande ignoranza della conoscenza umana ma soprattutto la presenza di stereotipi che solo chi vive il problema, in silenzio, riesce a riconoscere.
Ricordate bene.
Ognuno ha la propria storia.
Prima di giudicare, impariamo a pensare.