Serena Manzani - Psicologa dello sviluppo

Serena Manzani - Psicologa dello sviluppo Psicologa dello sviluppo e dell'età evolutiva
Esperta in psicologia perinatale

11/09/2025

Ci sono tanti «perché» relativi al fatto che la matematica ci dia la sensazione di sentirci davvero bravi se ce la facciamo e davvero inadeguati se non ce la facciamo. Sembra che le aree del cervello maggiormente responsabili della cognizione di quantità abbiano una localizzazione anatomica molto prossima al «centralino emo-tivo», cioè l'amigdala. Ciò spiegherebbe perché c'è questa reazione forte tra l'inadeguatezza in matematica e la sensazione di ansia e di fuga. Queste ricerche sono molto recenti. Più note sono tutte quelle ricerche sugli aspetti motivazionali. Per cui, se tu non riesci, la rappresentazione di te, chiamata «percezione di competenza», che costruisce la tua identità, soprattutto a scuola, ti continua a mandare il messaggio: «Tu non sei capace». Questo messaggio, dicono gli studiosi di impotenza appresa, viene appreso, cioè tu apprendi che sei impotente, non capace. E il meccanismo dell'impotenza appresa ti dice: «Proprio perché non sei capace, se continui, sei destinato a fallire. Scappa!». Ecco che il meccanismo sano «Scappa perché non ce la fai» diventa un meccanismo patologico e ti spinge a non metterti più in gioco e a scappare. Questo meccanismo come si vince? Si vince dando possibilità ai bambini di sviluppare competenza. Poiché la causa è l'incompetenza, la causa si deve modificare in capacità.
Basta dimostrare al bambino che può intelligere e immediatamente il meccanismo motivazionale rovescia la dinamica. II giusto messaggio da dare agli insegnanti è: la plasticità cerebrale dipende da come aiutate i bambini a intelligere e modifica le funzioni."

Daniela Lucangeli

Sono gli alti e bassi della vita che ci tengono in equilibrio.Come il respiro. Che entra ed esce in noi.Sono necessari e...
03/09/2025

Sono gli alti e bassi della vita che ci tengono in equilibrio.

Come il respiro.
Che entra ed esce in noi.

Sono necessari entrambi i movimenti.
Ma ci ostiniamo a ricercare sempre gli alti.

Come se questi bassi così temuti fossero un fallimento, una perdita di tempo, un malanno.

E ci perdiamo così la parte più misteriosa di noi stessi.
Quella bassa, che ha che fare con il buio, con le radici, con lo sconosciuto.

La nostra oscurità non è da illuminare, il nostro scendere negli abissi di noi stessi non è da rialzare, il nostro silenzio non è da raccontare.

Sono gli alti e bassi della vita che ci tengono in equilibrio.

27/08/2025

Quante persone sono irretite nella compiacenza invece che impegnate nella ricerca di una propria autenticità?

Per evitare di «fare la vita degli altri» occorre dialogare con l'educazione ricevuta e creare una svolta.

Serve un benefico conflitto con quanto hai ricevuto cercando un nuovo sguardo sul tuo percorso formativo.
Il punto non è giudicare se il proprio copione educativo è buono a cattivo, ma cercare di guardarlo ed entrare nell’area della divergenza, del confronto, del contrasto, del cambiamento.

Per cambiare ci vuole il coraggio di cercare la propria strada. Non puoi eliminare il tuo copione educativo ma puoi riconoscerlo per poterti emancipare, liberarti, vivere la tua vita e solo quella.

La pura adesione conformistica ci lascia nella vita degli altri. L’accettazione consapevole ci consente viceversa di respirare il nostro diventare persone autentiche.

“Per cambiare il mondo prima dobbiamo cambiare il modo con cui nascono i bambini” M. Odent Ci lascia un medico straordin...
21/08/2025

“Per cambiare il mondo prima dobbiamo cambiare il modo con cui nascono i bambini” M. Odent

Ci lascia un medico straordinario, coraggioso e pioniere della psicologia prenatale il quale ha speso la propria vita per i bambini e per il loro diritto ad una nascita dolce e rispettosa, sostenendo con forza e determinazione l’assunto primale che la salute dell’individuo inizia nel grembo materno.

« Comincia sempre da te; in tutte le cose e soprattutto con l’amore.[…] Amore è portare e sopportare sè stessi. La cosa ...
17/08/2025

« Comincia sempre da te; in tutte le cose e soprattutto con l’amore.
[…] Amore è portare e sopportare sè stessi. La cosa comincia così.
Si tratta veramente di te; tu non hai ancora finito di ardere; devono arrivarti ancora altri fuochi finchè tu non abbia accettato la tua solitudine e imparato ad amare. »

C.G.Jung – Libro Rosso

Non cresciamo in modo assoluto, cronologicamente. Talvolta cresciamo in una dimensione, e non in un’altra, in modo disco...
10/08/2025

Non cresciamo in modo assoluto, cronologicamente. Talvolta cresciamo in una dimensione, e non in un’altra, in modo discontinuo. Cresciamo parzialmente. Siamo relativi. Siamo maturi in un campo, infantili in un altro. Passato, presente e futuro si mescolano e ci spingono indietro, avanti, o ci fissano nel presente. Siamo fatti di strati, di cellule, di costellazioni. Non buttiamo mai via la nostra infanzia. Non le sfuggiamo mai del tutto. Ne riviviamo dei frammenti attraverso gli altri. Attraverso altri, viviamo degli strati sepolti. Viviamo attraverso le altrui proiezioni di io non vissuti.

(Anaïs Nin, "Diario IV 1944 - 1947")

Il contatto e la carezza sono bisogni primari dell’essere umano. “È attraverso la pelle” scrive Ashley Montagu “che dive...
09/08/2025

Il contatto e la carezza sono bisogni primari dell’essere umano. “È attraverso la pelle” scrive Ashley Montagu “che diventiamo esseri in grado di amare".

In genere, quando si pensa ai bisogni primari dell’essere umano, ci si dimentica che uno dei bisogni principali, sin dai primi giorni di vita, è quello del contatto. Le ricerche sulla formazione della vita nel periodo intra-uterino hanno portato a capire quanto il bisogno emotivo di contatto sia una necessità fondamentale dell’essere umano sin dai primi giorni di vita del feto.

Il sistema nervoso e quello tegumentario (pelle e annessi cutanei) si formano dallo stesso foglietto embrionale: l’ectoderma. Questa origine comune fa sì che esista tra i due sistemi una stretta relazione e che già il feto presenti una enorme sensibilità alla stimolazione tattile.
“Già a otto settimane di vita” riporta l’antropologo e saggista inglese Ashley Montagu “un embrione lungo appena tre centimetri, se stimolato con una punta smussa sul labbro superiore o sulle ali del naso, è in grado di rispondere inarcando il collo e il tronco per sfuggire alla fonte della stimolazione”. Dimostrazione che il senso più strettamente associato con la pelle, il tatto, è il primo a “formarsi” a livello embrionale: primo ponte di collegamento tra il nuovo essere e il mondo esterno.
Secondo i principi dell’embriologia una funzione vitale è tanto più importante quanto più precocemente si sviluppa. Essendo l’organo della pelle e il senso del tatto fra i primi a formarsi nell’embrione possiamo comprendere come, anche dal punto di vista neurofisiologico, la funzione del contatto sia un bisogno primario dell’uomo.



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Serena Manzani Psicologa dello sviluppo e dell’età evolutiva

“Non esiste una risposta universale, ma una risposta per quel bambino e per quel genitore, in quel momento preciso della loro storia comune”.

Isabelle Filliozat

Mi chiamo Serena Manzani, ho 45 anni e sono una mamma, sono Psicologa dello Sviluppo e dell'Età evolutiva che da più di 15 anni si occupa di Infanzia e Perinatalità, vivo e lavoro in un bellissimo contesto immerso nella campagna, mi occupo soprattutto dei bambini ma non solo.

La mia formazione professionale nel tempo si è concentrata sulla Psicologia Perinatale, ambito che si occupa di promuovere e tutelare la salute di tutta la famiglia nel periodo intorno alla nascita ed è per questo che sono socia fondatrice del Mippe Movimento Italiano di Psicologia Perinatale.