11/09/2025
Ci sono tanti «perché» relativi al fatto che la matematica ci dia la sensazione di sentirci davvero bravi se ce la facciamo e davvero inadeguati se non ce la facciamo. Sembra che le aree del cervello maggiormente responsabili della cognizione di quantità abbiano una localizzazione anatomica molto prossima al «centralino emo-tivo», cioè l'amigdala. Ciò spiegherebbe perché c'è questa reazione forte tra l'inadeguatezza in matematica e la sensazione di ansia e di fuga. Queste ricerche sono molto recenti. Più note sono tutte quelle ricerche sugli aspetti motivazionali. Per cui, se tu non riesci, la rappresentazione di te, chiamata «percezione di competenza», che costruisce la tua identità, soprattutto a scuola, ti continua a mandare il messaggio: «Tu non sei capace». Questo messaggio, dicono gli studiosi di impotenza appresa, viene appreso, cioè tu apprendi che sei impotente, non capace. E il meccanismo dell'impotenza appresa ti dice: «Proprio perché non sei capace, se continui, sei destinato a fallire. Scappa!». Ecco che il meccanismo sano «Scappa perché non ce la fai» diventa un meccanismo patologico e ti spinge a non metterti più in gioco e a scappare. Questo meccanismo come si vince? Si vince dando possibilità ai bambini di sviluppare competenza. Poiché la causa è l'incompetenza, la causa si deve modificare in capacità.
Basta dimostrare al bambino che può intelligere e immediatamente il meccanismo motivazionale rovescia la dinamica. II giusto messaggio da dare agli insegnanti è: la plasticità cerebrale dipende da come aiutate i bambini a intelligere e modifica le funzioni."
Daniela Lucangeli