08/10/2025
Mi stendo sul tappetino
e ascolto il mio corpo denso,
le rigidità delle mie articolazioni
i vuoti e i pieni come piccole colline e vallate.
A volte mi accorgo solo dopo un po' che le mani sono chiuse,
che la mandibola stringe
e la nuca non si lascia andare.
E quel respiro… così veloce, così alto da muovere le spalle.
Questo è “quel che resta del giorno”:
la frenesia, l’ansia, i malumori,
le immagini in TV, le discussioni.
…..
Allora provo ad affinare l’ascolto. Sto dentro a tutto questo marasma,
ma ora il respiro lo osservo meglio, e, mentre osservo, sento che qualcosa cambia nel suo ritmo.
Inspiro, trattengo. Espiro, trattengo.
Il respiro trasforma lentamente il maremoto dei miei pensieri e del mio sentire in un’onda lunga e calma.
Il corpo si lascia cullare da questo nuovo ritmo.
Le mani si dischiudono, senza sforzo alcuno
La pressione nella mandibola si allenta, le labbra si sfiorano anziché essere serrate e la lingua poggia morbida da qualche parte sulla volta del palato.
Anche la testa si ammorbidisce e quel punto di contatto con il pavimento che prima sentivo così localizzato ora sembra espandersi.
Ascolto un corpo che si sta rendendo disponibile.
Buona pratica
Om shanti