
01/08/2025
Al Dolore ed alla Gioia come le facce della stessa medaglia, o della stessa moneta.
Come esprime poeticamente K. Gibran nel Profeta, pensate ad un vaso che ha il concavo ed il convesso, l'interno e l'esterno e così via.
Così come non ci può essere pieno senza vuoto, convesso senza concavo etc.
Così non ci può essere Gioia senza Dolore.
Molto semplice in parole.
Nell' esperienza clinica le cose cambiano: il dolore spesso è denso, diventa metallo pesante e può diventare come i pesi per i sub,
quando sono troppi la persona tende ad andare a fondo.
D'altro canto la Gioia, quella amorosa ad esempio ha connotazioni di leggerezza:
Fuochi d'artificio, farfalle nello stomaco, etc.
Sensazioni di aria e di leggerezza, di svolazzamento.
Da giostre, da montagne russe ed occhi trasognati per intenderci.
Una bella sfida esistenziale è quella di bilanciare quelle facce:
Il denso dolore,
La leggere Gioia
Creando quella giusta ricetta personale, quel sapore unico di dolore e gioia, che può creare amore, un amore solido ma non pesante, leggero ma non svolazzante,
Un amore con i piedi a terra e la testa rivolta su, verso quel cielo appunto nuvoloso ma:
"Chissà cosa ci sarà oltre?"
In ogni processo clinico questa è una bella traccia esistenziale che mi è capitato di iniziare a percorrere.
Vi lascio con una immagine:
81 anni, e poca voglia di vivere.
Dolori su dolori su dolori e morte pesano come macigni, quasi difficile alzarsi dal letto.
E poi c'è l'amore, l'amore dei 18/19, che chissà ora dov'è, chissà cosa fa, ancora oggi...
81/18
63 anni in mezzo, e qualcosa che ancora si muove per andare a compensare, a reggere quel dolore, quelle mancanze
Qualcosa di nascosto, di soffocato, di seppellito e di antico...
Che ancora c'è.
Perché nel dolore come nell' amore gli anni sono minuti, appena passati.
E dove c'è una perdita
Lì, spesso, c'è stato un Amore.
Con questa immagine vi auguro una buona pausa estiva.
Riprenderò l'attività in settembre, per chi avesse bisogno di essere accompagnato per un pezzo di strada.
Ad equilibrare la bilancia.
A guardare tutti i colori.
A trovare la propria, unica nuance cromatica.
Tante nuvole sì, ma il cielo sopra di esse.
Cari Saluti,
Roberto Rauso