Poliambulatorio Rehadu

Poliambulatorio Rehadu Rehadu è un poliambulatorio fisiokinesiterapico che ospita diversi professionisti del settore.

04/08/2025

POSTURA E COMPENSAZIONI: DALLA BASE ALLA CIMA!

Un problema locale può avere ripercussioni globali sul corpo. Dalla perdita di supporto plantare fino all’inclinazione delle spalle, ogni segmento si adatta per mantenere l’equilibrio, spesso con costi elevati per il sistema muscolo-scheletrico.

Il piede: la base della catena cinestetica

Flat Arch (Piede piatto o iperpronazione)

Il cedimento dell’arco plantare induce una rotazione interna della tibia (sostenuta dal muscolo tibiale posteriore, che spesso diventa inefficace).

Il peroneo lungo diventa iperattivo nel tentativo di stabilizzare il piede. Muscoli intrinseci plantari deboli (come l’abduttore dell’alluce e il quadrato della pianta) portano a una scarsa stabilità della volta plantare.

Conseguenza? Il ginocchio segue la rotazione interna, sovraccaricando il legamento collaterale mediale (LCM) e la banda ileotibiale (TFL e grande gluteo).

Il ginocchio: punto critico di trasmissione

Shifted Patella (Disallineamento della rotula) e valgo dinamico

Il vasto mediale obliquo (VMO) risulta inibito, mentre il vasto laterale e il TFL tendono a dominare, trascinando la rotula lateralmente.

Il bicipite femorale tende a sovraccaricarsi per contrastare la rotazione interna del femore. Il semitendinoso e il semimembranoso possono perdere efficienza, alterando la biomeccanica del ginocchio.

Conseguenza? Il ginocchio compensa con un valgo funzionale, aumentando il rischio di sindrome femoro-rotulea e tendinopatie.

Il bacino: il fulcro della stabilità

Pelvic Unleveling (bacino inclinato) e disfunzione sacroiliaca

L’ileopsoas diventa ipertonico su un lato, tirando il bacino in anteriorità e accentuando la lordosi lombare.

Il quadrato dei lombi si contrae per cercare di stabilizzare l’inclinazione pelvica. L’otturatore interno e il piriforme possono iperattivarsi, contribuendo a sintomi simil-sciatalgici.

Conseguenza? La colonna lombare compensa con una lateroflessione e una torsione, creando una scoliosi funzionale.

La colonna e le spalle: adattamenti superiori

Functional scoliosis e spalle asimmetriche

Il trapezio superiore e lo sternocleidomastoideo lavorano eccessivamente per contrastare la lateralizzazione del busto.

Il grande dorsale, se iperattivo da un lato, può accentuare la rotazione del tronco. Il piccolo pettorale accorciato può inclinare anteriormente la spalla, riducendo lo spazio subacromiale e predisponendo a sindromi da impingement.

Conseguenza? Il rachide cervicale può sviluppare un adattamento posturale in avanti, con aumento del carico su C5-C6.

E quindi? Che fare? Nel ventaglio delle soluzioni, ecco alcuni possibili interventi terapeutici.

Lavoro sui muscoli plantari con esercizi propriocettivi e di rinforzo intrinseco.

Riequilibrio dell’ileopsoas e del quadrato dei lombi per stabilizzare il bacino.

Attivazione del core con trasverso dell’addome e multifido per ridurre la compensazione lombare.

Rieducazione scapolare con lavoro su trapezio inferiore e dentato anteriore.

Riequilibrio cervicale con tecniche di rilascio miofasciale su sternocleidomastoideo e scaleni.

Ti sei mai accorto di come un problema al piede possa manifestarsi come dolore alla spalla o alla cervicale? L’approccio globale è la chiave!

04/08/2025

Perché inspiriamo con il naso e spesso espiriamo con la bocca?

Ti sei mai chiesto perché tutti ti ripetono “respira col naso.. e butta fuori dalla bocca”? Non è un semplice mantra da palestra o yoga: c’è un mondo di motivi, fisiologici e funzionali.

Eccoli spiegati in modo chiaro per punti (e con un pizzico di curiosità).

1. Il naso è il nostro filtro d’aria!

Quando inspiri con il naso, l’aria passa attraverso i turbinati, piccole strutture che riducono polvere, pollini e batteri, umidificano e riscaldano l’aria prima che arrivi nei polmoni e riducono l’irritazione delle vie respiratorie.

Se respiri solo con la bocca, tutto questo non succede: l’aria entra più secca, fredda e sporca.

Il naso è ricco di muco e vibrisse (i piccoli peli nasali), che funzionano come un primo filtro meccanico contro le particelle più grandi. Questo processo di “condizionamento dell’aria” protegge i polmoni e favorisce un ambiente più efficiente per lo scambio gassoso a livello alveolare.

2. La pressione dell’aria cambia!

L’inspirazione nasale crea una leggera resistenza che migliora l’espansione polmonare, favorisce un riempimento più lento e profondo e attiva il diaframma meglio.

La resistenza al flusso aumenta con la riduzione del diametro delle vie aeree: il naso crea una resistenza controllata, che favorisce una respirazione più profonda e stabilizzata, stimolando meglio il diaframma e coinvolgendo meno i muscoli accessori del respiro come scaleni e sternocleidomastoideo.

3. Espirare con la bocca regola la pressione e il ritmo!

Quando espiri con la bocca (soprattutto se “soffi” lentamente), puoi facilitare la fuoriuscita dell’aria residua, ridurre la tensione del collo e delle spalle e controllare il ritmo espiratorio, attivando il sistema parasimpatico (quello che ci rilassa).

Per questo si usa dire: “inspira dal naso.. e soffia piano dalla bocca”.

Questa modalità di espirazione è simile al “pursed lips breathing”, tecnica utilizzata in riabilitazione respiratoria (soprattutto nella BPCO), che allunga il tempo espiratorio, mantiene le vie aeree aperte più a lungo e riduce l’intrappolamento dell’aria nei polmoni.

4. Una strategia utile anche in riabilitazione e sport!

Molti esercizi di respirazione si basano su questo schema, perché aumenta la percezione del respiro, favorisce la stabilizzazione del core e aiuta a scaricare l’aria in eccesso, riducendo la sensazione di “fiato corto”.

Questo schema è centrale in fisioterapia e in molte pratiche come il Pilates, il core training e anche in tecniche di respirazione yogica (pranayama). In particolare, la respirazione nasale più espirazione orale lenta attiva il sistema parasimpatico (vago), migliora la coordinazione tra diaframma, trasverso dell’addome e pavimento pelvico, e aiuta nella prevenzione di ernie, lombalgie e incontinenza da sforzo.

CURIOSITÀ!

Sai che il naso produce ossido nitrico, una sostanza che aiuta a dilatare i bronchi e migliorare l’ossigenazione? Se respiri solo con la bocca, te lo perdi.

L’ossido nitrico (NO) è una molecola vasodilatatrice naturale che, quando inalata dal naso, favorisce la perfusione polmonare, migliora l’assorbimento di ossigeno e ha anche effetti antimicrobici. Diversi studi lo hanno esplorato come meccanismo difensivo naturale delle vie respiratorie superiori.

Piccolo test per te..

Metti una mano sulla pancia e una sul petto.
Inspira solo dal naso: senti come l’aria riempie di più la base dei polmoni?
Espira lentamente dalla bocca come se soffiassi su una candela.
Noti la differenza di calma e controllo?

Questo esercizio è un modo semplice per educare alla respirazione diaframmatica, fondamentale in ambito posturale, cardio-respiratorio e neurovegetativo. Respirare “basso” riduce la tensione dei muscoli cervicali, migliora il ritorno venoso e può ridurre i sintomi di ansia.

Non è un capriccio da fisioterapisti: respirare col naso e espirare con la bocca è un’arma semplice e potente per la salute respiratoria e il benessere generale.

E tu, come respiri durante la giornata?
Scrivilo nei commenti e raccontami se ci hai mai fatto caso! 🤗

29/07/2025

IL TUO CORE NON È SOLO UNA TAVOLETTA DI CIOCCOLATO!

Ecco la sezione trasversale a livello di L4 (quarta vertebra lombare), un vero quartier generale muscolare e fasciale. Sì, quel core di cui tutti parlano non è solo “addominali scolpiti”: è un sistema tridimensionale straordinariamente complesso.

SFIDA: Mentre leggi, immagina di fare un plank e prova a sentire questi strati uno per uno!

SCOPRIAMOLI INSIEME, DAL DAVANTI ALLA SCHIENA

1. Retto dell’addome
Il più noto (la famosa “tartaruga”), ma da solo non stabilizza niente.

2-3-4. Obliquo esterno, interno e trasverso dell’addome

Il corsetto naturale: il trasverso addominale è un vero “cinturone”, attivabile con l’espirazione profonda.

TEST: Fai un’espirazione forzata, senti come si contrae il basso ventre? È lui!

5. Grande psoas

Non solo flessione d’anca: è connesso alle vertebre lombari, partecipa alla stabilità e alla propriocezione.

6. Gran dorsale

Non te lo aspetti? Invece sì: collega il bacino alle braccia, influenzando la postura.

7. Quadrato dei lombi

Un “sorvegliante” laterale della colonna, stabilizza e inclina lateralmente.

8-9-10. Muscoli paraspinali profondi (Iliocostale, Lunghissimo, Multifido)

I guardiani posteriori: controllano micromovimenti vertebrali e propriocezione. Il multifido è piccolo ma fondamentale nel dolore lombare cronico.

SFIDA

Riesci a percepire la differenza tra contrarre i muscoli superficiali della schiena (ad esempio estendendo la schiena e inarcando la colonna),
e attivare delicatamente i muscoli profondi stabilizzatori, come il multifido, senza irrigidire tutto il tronco?

Prova questo esperimento.

Mettiti a carponi (quadrupedia per i pignoli 😅) con la schiena neutra.

Spingi con le mani e senti cosa succede nei lombari: probabilmente la colonna si irrigidisce tutta.

Ora, invece, immagina di “allungarti verso l’alto” con la testa e “accorciarti” con l’osso sacro, mantenendo la pancia attiva ma morbida.

Questo piccolo movimento “interno” stimola i muscoli profondi, senza contrarre in blocco i paraspinali superficiali.

LA FASCIA: IL COLLANTE E IL TRAMPOLINO

11-12-13. Fascia toracolombare (posteriore, media, anteriore)

Immagina un’enorme amaca di tessuto connettivo che sostiene la colonna e trasmette forze fra arti superiori e inferiori.

14. Raphe laterale

La “cerniera lampo” che connette la fascia al trasverso.

UN FATTO CURIOSO

La fascia toracolombare è così forte da poter resistere a trazioni enormi (fino a 900N).
Se pensi che basti fare “addominali classici” per stabilizzare la colonna, ripensaci!

Allenare il core significa: respirazione diaframmatica e controllo del trasverso, rinforzo dei paraspinali profondi, mobilità del bacino e della fascia toracolombare, coordinazione fra arti e tronco.

Non significa solo crunch e plank infiniti.

DOMANDA PER TE

Sei capace di attivare il core senza bloccare il respiro? Prova: respira profondamente in posizione quadrupedica e senti come si muove l’addome in modo tridimensionale.

Tagga chi deve capire che il core è un’orchestra e non un solo strumento! 🤭

29/07/2025

Siamo aperti tutto AGOSTO !!!

Per appuntamento
tel.3496763866

20/07/2025

Guarda attentamente quest’albero.

In superficie vedi le foglie verdi e rigogliose dei sintomi: dolore, rigidità, fastidio. Sono la parte visibile. Quella che ti preoccupa. Quella che ti spinge a cercare una soluzione rapida, come una potatura veloce.

Ma se ti fermi qui, stai solo accarezzando le foglie.

Sotto la terra c’è il vero enigma. Le radici profonde che alimentano la pianta: cattive abitudini posturali, compensazioni motorie, disfunzioni motorie articolari, sovraccarichi emotivi, stress cronico e traumi mai veramente recuperati.

Queste sono le CAUSE, spesso nascoste, che danno vita a un PROBLEMA, e il problema a sua volta nutre i sintomi.

Rifletti un attimo.

Quante volte ti sei concentrato solo su quello che si vede?
Quante terapie passive o farmaci hai provato per “far sparire il dolore”, senza domandarti da dove viene davvero?

Se vuoi far morire questo albero alla radice, non devi tagliare le foglie. Devi scavare. Devi essere disposto a mettere le mani nella terra e scoprire cosa c’è sotto.

Mini sfida per te.

Pensa al tuo sintomo più fastidioso in questo momento.
Scrivilo su un foglio.

Poi chiediti: "qual è il problema che lo sostiene?"
"Quali cause potrebbero alimentarlo?"

Solo così potrai cambiare la tua storia.

La lezione di questo albero?

I sintomi sono il linguaggio del tuo corpo.
Le radici sono la tua storia.
Non curare solo ciò che vedi.
Abbi il coraggio di guardare sotto la superficie.

Scavare, comprendere e trasformare. Perché un corpo libero dal dolore non nasce potando i rami, ma nutrendo le radici giuste.

17/07/2025
14/07/2025

IL DIAFRAMMA – IL GRANDE INCOMPRESO DEL CORPO (E IL SUO RAPPORTO CON LO PSOAS)

Bentornati nel nostro viaggio anatomico, con una domanda che ribalta la prospettiva: e se ti dicessi che il tuo modo di respirare ha molto più a che fare con la postura e con la percezione di dolore lombare di quanto spesso si pensi? 🧐

Cosa stai guardando?

Questa illustrazione rappresenta una vera e propria “centralina di comando” del tuo corpo: il diaframma toraco-lombare. Ma non è da solo. Osserva attentamente: insieme a lui vediamo attori noti come il grande e piccolo psoas e l’iliaco, oltre al retto dell’addome e al quadrato dei lombi (non presenti nell’immagine).

Il diaframma è un muscolo a forma di cupola che separa cavità toracica e addominale. Qui lo vedi da un’inquadratura inferiore (caudocraniale), e puoi distinguere i tre principali iati anatomici: foro della vena cava inferiore, foro esofageo, foro aortico.

In basso, quelle due robuste colonne muscolari che si proiettano verso l’alto sono i pilastri del diaframma, o crura, che mostrano rapporti di continuità fasciale con le strutture lombari profonde, incluso lo psoas. Non è poesia: è anatomia funzionale. Comunque poetica! 😅

Perché è così interessante?

Perché qui non stiamo parlando solo di fisiologia respiratoria. Stiamo parlando di modulazione della pressione intra-addominale, stabilità e supporto del rachide lombare, funzione viscerale, coordinazione neuromuscolare tra respiro e controllo motorio del core.

In alcune condizioni cliniche (lombalgie non specifiche, modelli posturali adattivi, alterazioni del pattern respiratorio), un reclutamento non ottimale del diaframma può associarsi a una maggiore attività compensatoria dello psoas.

È importante precisare: questa è una correlazione biomeccanico-funzionale, non una regola universale né un automatismo diagnostico.

Il risultato? Potresti ritrovarti con la percezione di rigidità lombare, un respiro “alto” prevalentemente toracico e, talvolta, disturbi funzionali come senso di oppressione o alterata motilità viscerale.

Il test (semiserio, ma utile per la consapevolezza)

Vuoi un piccolo esperimento di percezione corporea? (Questo è un semplice esercizio di percezione, non un test diagnostico validato scientificamente.)

Sdraiati supino. Appoggia una mano sull’addome e una sul petto. Respira lentamente.

Si solleva prima il petto? Potresti avere una prevalenza toracica del respiro.

Si solleva prima l’addome? Stai reclutando più efficacemente il diaframma.

Piega le anche e le ginocchia a 90°, appoggiando i piedi su una sedia.

Durante l’espirazione, immagina di percepire lo psoas che si “ammorbidisce” e si allunga passivamente. Non è immediato, ma questo esercizio può favorire una maggiore consapevolezza del rapporto tra respiro e regione lombare.

NB: Questo non sostituisce la valutazione di un professionista sanitario qualificato.

Curiosità wow

Il pilastro destro del diaframma si inserisce anteriormente fino al corpo vertebrale di L3 (in alcuni soggetti anche L4), e talvolta le fibre connettive possono fondersi con quelle del grande psoas e con i legamenti longitudinali anteriori.

Ecco spiegato perché respirazione e postura hanno connessioni anatomiche dirette, oltre che coordinate neurofisiologiche.

Conclusione e invito alla community

Fisioterapisti e operatori sanitari: quanto spesso integrate il ragionamento respiratorio nella valutazione dei pazienti con lombalgia o disfunzioni del core?

Pazienti e curiosi: vi siete mai chiesti se la vostra lombalgia potrebbe avere anche una componente legata al pattern respiratorio?

Condividete nei commenti le vostre esperienze o i vostri dubbi: respiriamo (bene) insieme! 😜

“Le informazioni presentate hanno finalità divulgativa e non sostituiscono una valutazione personalizzata da parte di professionisti sanitari qualificati. La presenza di lombalgia può derivare da numerosi fattori, per cui ogni caso necessita di un approccio individualizzato.”

19/06/2025

FIBROMIALGIA

Il significato etimologico del vocabolo “fibromialgia” deriva dal greco e significa letteralmente “dolore dei muscoli e dei tessuti fibrosi“, che è appunto il tipo di sintomatologia che caratterizza questo invalidante disturbo.�Si tratta di una patologia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico con interessamento anche alle articolazioni e che presenta alcuni segnali caratterizzanti:
* dolore diffuso che mostra la tendenza a cronicizzarsi;
* notevole rigidità nei movimenti;
* affaticamento cronico che tende a peggiorare nel tempo;
* disturbi del ritmo circadiano sonno/veglia;
* sbalzi d’umore;
* sindrome dell’intestino irritabile.
A livello della sfera psico-emotiva il paziente può essere affetto da manifestazioni di tipo ansioso-depressivo e soprattutto da disturbi causati dallo stress, una condizione che accompagna costantemente la malattia.
Dal punto di vista epidemiologico la popolazione femminile presenta una maggiore probabilità di sviluppare la sintomatologia, con un rapporto di 9:1
Sintomi della fibromialgia
In questa condizione i muscoli si trovano in uno stato di tensione costante che non consente nessun recupero fisiologico e che di conseguenza diventa responsabile della stanchezza cronica e diffusa a tutto l’apparato scheletrico.�I muscoli sono costretti a lavorare in continuazione e pertanto non sono in grado di riposarsi per ripristinare il necessario stato fisiologico di funzionalità.�Le sedi prevalentemente colpite sono localizzate a livello del rachide, delle spalle, delle braccia, dei polsi, del cingolo pelvico e delle cosce.�La tensione muscolare continuativa innesca un’inevitabile rigidità articolare in quanto le articolazioni costituiscono i punti critici dell’intero apparato scheletrico; di conseguenza i movimenti risultano molto limitati anche a causa dell’interessamento tendineo.�I tendini diventano dolenti nel punto d’inserzione tra tessuto osseo e muscolare,
La diagnosi si basa sulla presenza, da almeno 3 mesi, di dolore muscolo-scheletrico diffuso e presenza di punti algogeni accompagnati da alterazioni del ritmo sonno-veglia, cefalea, sindrome del colon irritabile, stanchezza. Il trattamento prevede farmaci , massaggi rilassanti, ginnastica "dolce", rieducazione posturale
Secondo alcune ricerche epidemiologiche è stato evidenziato un collegamento tra un’alterazione del controllo posturale e l’insorgenza di fibromialgia.�Trattandosi di un disturbo che coinvolge il funzionamento della muscolatura è abbastanza intuitivo che la posizione del corpo nello spazio possa risentirne in maniera evidente.�Molti pazienti fibromialgici presentano un alterato controllo posturale, che peggiora in seguito all’alterazione delle stimolazioni sensitive, ma che non è collegato alla forza contrattile.�È probabile una correlazione tra questa patologia e una modificata percezione degli input vestibolari (responsabili dell’equilibrio posturale) prodotti da degenerazione neuronale del tronco encefalico.�Tali deficit sensoriali da un lato peggiorano il controllo posturale e d’altro lato contribuiscono a deteriorare la funzionalità dell’apparato muscolare facilitando l’insorgenza di fibromialgia.
Inoltre esiste una probabile correlazione tra la mancanza di forza muscolare tipica dell’ammalato fibromialgico e la capacità di mantenere una corretta postura del corpo. #
Tenendo conto che uno dei principali sintomi della fibromialgia consiste appunto nella tensione muscolare che non è in grado di alternarsi a nessuna fase di rilassamento, può essere plausibile l’ipotesi che mette in relazione la patologia con problematiche posturali.
ESERCIZIO
In alcuni pazienti, una combinazione di esercizio aerobico e allenamento di resistenza o allenamento della forza e stretch è stata collegata a una riduzione del dolore , della rigidità e dei disturbi del sonno.
globale". # postura

Anche quest'anno il" saggio" è andato bene per tutti. Bellissima serata dell'A.S.D.La FENICE. Grazie a tutti e buone vac...
19/06/2025

Anche quest'anno il" saggio" è andato bene per tutti. Bellissima serata dell'A.S.D.La FENICE. Grazie a tutti e buone vacanze. Vi aspettiamo a settembre!

16/06/2025

Eccoci tornati con il consueto appuntamento del lunedì di “Anatomia Spassosa: esploriamo il corpo umano con un sorriso!” 😄

Come ogni inizio settimana, ci facciamo guidare dalla curiosità e dall’ironia per scoprire una nuova meraviglia anatomica che lavora (spesso in silenzio) per farci stare in piedi, muoverci e.. stare bene!

Oggi tocca a una super eroina invisibile, che avvolge tutto senza mai farsi notare.. ma guai se non ci fosse! Stiamo parlando della fascia, il vestito invisibile che tiene tutto insieme!

Hai mai pensato a cosa succederebbe se i muscoli, gli organi e i nervi del tuo corpo non fossero avvolti e organizzati? Sarebbe un po’ come mettere vestiti in valigia senza piegarli: un disastro!

Fortunatamente, la fascia è lì per sistemare, avvolgere, connettere.. e anche trasmettere forze! È il tessuto connettivo per eccellenza, il “body stocking” del nostro corpo!

Cos’è e dov’è?

La fascia è un tessuto connettivo fibroso che avvolge muscoli, ossa, nervi, vasi sanguigni e organi, creando compartimenti, piani di scorrimento e connessioni tra le strutture.

Ce ne sono diversi tipi: superficiale: appena sotto la pelle, più lassa e ricca di grasso; profonda: densa, organizzata, avvolge i muscoli e li separa in compartimenti; viscerale: avvolge e collega gli organi interni, fino al peritoneo e alle strutture del mediastino.

Curiosità divertente

La fascia è un po’ come un costume da supereroe: non si vede, ma tiene tutto in forma e trasmette poteri! Connettendo tutto il corpo dalla testa ai piedi, è come se fosse una tuta elastica tridimensionale, che avvolge e collega tutto, da Spiderman a Yoda!

Funzionamento buffo

Immagina una rete elastica che, se tiri da una parte, trasmette la tensione anche a distanza.
Tiri il collo.. e senti ti**re il polpaccio? Potrebbe essere una continuità fasciale!

La fascia funziona anche come propriocettore, aiutandoti a capire dove sei nello spazio, anche con gli occhi chiusi!

Nella vita di tutti i giorni

Ogni volta che ti muovi, le fasce scorrono, si allungano e si contraggono insieme ai muscoli.
Se stai troppo seduto o troppo contratto, la fascia può perdere elasticità, diventare densa, creare aderenze.. e lì iniziano i dolori “misteriosi”!

Parole complicate, spiegate semplici

Tessuto connettivo: materiale biologico che collega, sostiene e nutre gli altri tessuti.

Aponeurosi: fascia piatta e robusta, come quella della pianta del piede o del dorso.

Tensegrità: equilibrio tra tensione e compressione che le fasce contribuiscono a mantenere.

Come può soffrire?

Aderenze post-chirurgiche: la fascia non scorre più bene e può “incollarsi”.

Trigger points miofasciali: nodi di tensione che si trasmettono a distanza lungo la fascia.

Rigidità globale: come indossare un vestito bagnato e troppo stretto..😫

Momento educativo leggero

Muoversi è il miglior massaggio per la fascia.

Idratarsi la mantiene elastica: è ricchissima d’acqua!

Automassaggio, foam roller, stretching globale sono strumenti ideali per farla “cantare di gioia”!

Curiosità scientifica

Negli ultimi anni, la fascia è diventata protagonista della ricerca scientifica, riconosciuta come organo sensoriale e sistema di trasmissione tensiva (vedi le ricerche di Schleip, Huijing e Stecco).

Ha un proprio sistema nervoso e un ruolo nella percezione del dolore. Non è solo “impalcatura”, ma comunicazione corporea in 3D!

Conclusione

La prossima volta che fai stretching o ti allunghi come un gatto, pensa alla tua fascia, che si rilassa e sorride insieme a te! È invisibile, ma senza di lei.. saremmo un ammasso disorganizzato!

Ci vediamo la prossima settimana per scoprire un’altra meraviglia del corpo umano, sempre con il sorriso! 😄

28/05/2025

DIASTASI DEI RETTI ADDOMINALI: QUANDO LA PARETE ADDOMINALE SI SEPARA!

Cos’è la diastasi dei retti addominali?

È la separazione patologica dei muscoli retti dell’addome lungo la linea alba, la struttura connettivale che unisce le due metà della parete addominale.

1️⃣ Struttura muscolare coinvolta

Muscoli interessati:

- Retto dell’addome: perde la sua continuità, con riduzione della stabilità del core.

- Trasverso dell’addome: spesso ipoattivo, non riuscendo a fornire il giusto supporto alla linea alba.

- Obliqui esterni e interni: possono diventare iperattivi o inefficaci nella gestione della pressione addominale.

Conseguenze? Perdita del contenimento viscerale, rischio di ernie addominali e instabilità lombo-pelvica

2️⃣ Cause principali

Gravidanza: il principale fattore di rischio, a causa dell’aumento di pressione intra-addominale e dell’azione della relaxina sulla linea alba.

Sovraccarico funzionale: sollevamento di carichi pesanti senza un’adeguata attivazione del core.

Squilibri muscolari: debolezza del trasverso dell’addome e iperattività dei muscoli superficiali.

Obesità viscerale: eccessiva pressione interna sulla parete addominale.

3️⃣ Segni e sintomi, ovvero.. Come riconoscerla?

Bozzo o depressione lungo la linea alba durante la contrazione addominale.

Sensazione di instabilità addominale.

Dolore lombare dovuto alla perdita di supporto del core.

Problemi digestivi o senso di gonfiore post-prandiale.

Test di autovalutazione? Facciamolo!

Sdraiati supino, piega le ginocchia e solleva leggermente la testa. Palpa la linea mediana con le dita: se senti un affossamento o riesci a inserire più di due dita, potresti avere una diastasi.

4️⃣ Riabilitazione e soluzioni ovvero.. Cosa fare?

Attivazione del trasverso dell’addome: esercizi mirati per recuperare la funzione del core.

Tecniche di respirazione diaframmatica: per ridurre la pressione intra-addominale.

Allenamento specifico per il pavimento pelvico: strettamente collegato alla gestione della diastasi.

Fisioterapia e trattamento manuale: per migliorare la qualità del tessuto connettivo della linea alba.

Evitare crunch e plank tradizionali: possono peggiorare la condizione!

E nei casi più gravi? Se la diastasi è eccessiva e associata a ernie, può essere necessario un intervento chirurgico di correzione.

Conclusione

La diastasi non è solo un problema estetico, ma una disfunzione del core che può compromettere la stabilità della colonna e del pavimento pelvico. La soluzione non è potenziare l’addome in modo tradizionale, ma rieducare la sinergia tra core, pavimento pelvico e respirazione!

Hai mai sentito parlare della diastasi? Se hai dubbi, consulta un fisioterapista esperto!

ATTENZIONE!Viste le numerose richieste abbiamo MODIFICATO E AGGIUNTO UNA DATA  per la LEZIONE DI PROVA DI QI GONG. Preno...
20/01/2025

ATTENZIONE!Viste le numerose richieste abbiamo MODIFICATO E AGGIUNTO UNA DATA per la LEZIONE DI PROVA DI QI GONG. Prenotatevi!!!

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