Dott. Mario SimonciniMedico chirurgo specializzato in Dermatologia

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Dott. Mario SimonciniMedico chirurgo specializzato in Dermatologia Liceo Classico "E.Repetti" ,Carrara
Medico-Chirurgo, Pisa
Specialista in Dermatologia,L'Aquila

24/09/2025

Il primo vaccino al mondo contro il cancro ai polmoni a mRNA — BNT116 — è ufficialmente entrato in sperimentazioni cliniche in 7 Paesi, inclusi Regno Unito, Stati Uniti e Germania.
Sviluppato da BioNTech (creatori del vaccino anti COVID-19), questa foto di nuova generazione è progettata per addestrare il tuo sistema immunitario a individuare e distruggere le cellule tumorali polmonari, sfruttando la stessa tecnologia mRNA che ha ridefinito la risposta pandemica.
La prima dose è già stata somministrata a un paziente di 67 anni a Londra, segnando un salto storico verso un'immunoterapia personalizzata per il cancro.
Con i piani di raggiungere 10.000 pazienti entro il 2030, questo studio potrebbe spostare la cura del cancro da trattamenti reattivi a un allenamento immunitario mirato e proattivo.
Questa non è fantascienza — è scienza in azione.
Il futuro della cura del cancro è stato scritto ora.

https://liltbiella.it/nicotinamide/Prevenzione dei tumori cutanei non-melanoma  con Nicotinamide compresse
17/09/2025

https://liltbiella.it/nicotinamide/
Prevenzione dei tumori cutanei non-melanoma con Nicotinamide compresse

Secondo uno studio recente la nicotinamide può diventare un'arma vincente per proteggersi dai tumori della pelle come basaliomi ed epiteliomi:scopri di più. Se non lo hai ancora fatto prenota la tua visita di prevenzione presso l'ambulatorio dermatologico di Spazio Lilt.

10/09/2025

Sette volte su dieci, il melanoma nasce da macchie nuove, non da nei pre-esistenti. Importante l'aiuto di parenti e amici per osservare la pelle

23/08/2025

MAPPATURA DEI NEI SEMPRE INCLUSA IN VISITA DERMATOLOGICHE.
LE PAROLE DI ASCIERTO
-22 Agosto 2025-
“Le linee guida internazionali concordano nel ritenere la visita dermatologica con dermatoscopia uno strumento fondamentale per lo screening del tumore alla pelle”. Lo chiarisce Dott. Paolo Antonio Ascierto - Oncologo e ricercatore italiano
Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, intervenendo sulla recente polemica partita dal Veneto, la quale ha ridefinito l’accesso alla mappatura dei nei, in linea a quanto già avviene a livello nazionale.
“Indipendentemente dalla decisione della Regione Veneto, ritengo però doveroso precisare che le principali linee guida internazionali – da quelle dell’Oms fino a quelle dell’ESMO e dell’ASCO – riconoscono la visita dermatologica con dermatoscopia annuale, o semestrale in caso di pazienti a rischio e/o di nei sospetti – un pilastro imprescindibile per la diagnosi precoce del melanoma, il tumore cutaneo più aggressivo – spiega Ascierto -.
Il timore è che da questa vicenda arrivi un segnale sbagliato alla popolazione e che, di conseguenza, possa portare a una riduzione dell’attenzione alla prevenzione”.
Attualmente i casi di melanoma in Italia sono in forte crescita.
“Il melanoma – sottolinea Ascierto – è uno dei principali tumori che insorgono in giovane età e costituisce in Italia attualmente il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni. Negli ultimi 20 anni la sua incidenza è aumentata passando dai 6.000 casi nel 2004 agli 11.000 nel 2014, fino agli oltre 17.000 stimati nel 2024”.
Dunque, mai come oggi prevenzione e diagnosi precoce sono fondamentali.“
L’esperienza della pandemia ci ha già mostrato quanto i ritardi diagnostici possano pesare in termini di salute pubblica – sottolinea Ascierto -. Ignorare queste evidenze significa correre un rischio doppio: per i cittadini, che vedono indebolirsi gli strumenti di diagnosi precoce, e per il sistema sanitario, che dovrà affrontare costi maggiori legati acure più avanzate. Non a caso, prevenire è meglio che curare: una regola valida tanto sul piano clinico quanto su quello economico”.
In Australia, grazie ai programmi di screening, negli ultimi anni si è assistito ad un trend in discesa dell’incidenza dei tumori cutanei. “Noi anziché prendere esempio scherziamo col fuoco – conclude Ascierto -. Mi auguro, con fiducia, che i prossimi aggiornamenti ufficiali possano confermare e supportare un impegno concreto e crescente verso la prevenzione, che resta la prima e più efficace forma di tutela della salute”.In merito alle recenti notizie sulla “mappatura dei nevi” esclusa dai LEANegli ultimi giorni la stampa ha riportato notizie riguardanti l’esclusione della cosiddetta“mappatura dei nevi” dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Come Presidente dellaSIDeMaST – Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delleMalattie Sessualmente Trasmesse, ritengo opportuno fare chiarezza tecnico-scientifica su questo tema.Va innanzitutto precisato che la prestazione di “mappatura dei nevi” non è mai esistita formalmente nei LEA come voce autonoma. Essa è sempre stata ricompresa nella visita dermatologica, durante la quale lo specialista può avvalersi di strumenti di primo livello, come la dermatoscopia manuale. Tecniche più sofisticate, quali la video dermatoscopia digitale e la mappatura fotografica seriale, vanno considerate indagini di secondo livello, da effettuarsi solo se ritenute appropriate dal dermatologo, sulla base del quadro clinico del singolo paziente e della reale utilità diagnostica.In questo senso, l’aggiornamento dei LEA non comporta una riduzione della tutela dei pazienti, bensì un chiarimento organizzativo: la valutazione del rischio di melanoma resta garantita attraverso la visita dermatologica, che mantiene un ruolo centrale e insostituibile. Tuttavia, la SIDeMaST ritiene fondamentale migliorare l’organizzazione dell’accesso alle prestazioni dermatologiche, distinguendo due percorsi chiari e differenziati che prevedano la richiesta di Visita Dermatologica distinta in due tipologie:
1. Visita dermatologica oncologica: prestazione esigibile a seguito della rilevazione da parte del Medico di medicina Generale di una lesione sospetta neoplastica o di una condizione a rischio, consentendo quindi di dare la priorità e corretti tempi di attesa(Urgenza Breve – garantita entro 10 giorni) per ogni lesione sospetta di melanoma o tumore cutaneo in rapida crescita o modificazione, e permettendo invece di programmare con urgenze Differite o Programmabili eventuali necessità di screening di pazienti con elevato numero di nevi o altri fattori di rischio di tumore cutaneo, in assenza di specifico sospetto oncologico in atto.
2. Visita dermatologica generale: prestazione riguardante tutte le altre condizioni cutanee non oncologiche, quali malattie infiammatorie o degenerative acute o croniche, infezioni cutanee, allergie, da gestire con priorità stabilita sulla base della valutazione delMedico di Medicina Generale.Questa proposta consentirebbe di ottimizzare le risorse, garantendo tempi rapidi nei casi realmente sospetti e un accesso ordinato agli screening, senza generare diseguaglianze né allarmismi.

La SIDeMaST resta disponibile a collaborare con le istituzioni nazionali e regionali per definire percorsi assistenziali basati su evidenze scientifiche, a tutela della salute dei cittadini. Prof. Giovanni Pellacani Presidente SIDeMaSTSta tenendo banco a livello nazionale tra FIMMG, Regione Veneto e Ministero Salute una discussione sull’accesso compreso o no nei Lea della mappatura dei nei, come programma di screening e prevenzione delle lesioni della pelle. Dotare i medici di famiglia di dermatoscopi, formarli affinché possano individuare, già durante le visite ordinarie che svolgono ai loro pazienti, casi sospetti ed inviarli solo se necessario a visita di secondo livello. È questa la proposta che arriva dalla Fimmg e che vede ancora una volta la Campania tra le regioni maggiormente attive nel proporre un nuovo ruolo della medicina generale. «Non si tratta di sostituire i dermatologi, ma solo di sostenerli, evitando il sovraccarico delle liste d’attesa», spiega la dottoressa *Marcella Brasiello* –medico di medicina generale e specialista in dermatologia. «Anche grazie a sistemi di intelligenza artificiale, i medici di famiglia possono costituire una prima linea importante per la prevenzione del melanoma». Insomma, i medici di famiglia possono e devono giocare un ruolo determinante nel realizzare, presso i loro studi e nelle AFT, esami diagnostici di I livello, migliorando così l’assistenza ai cittadini, la sostenibilità del sistema sanitario pubblico e riducendo le liste d’attesa. «Il nuovo nomenclatore nazionale non ha eliminato l’esame della mappatura dei nei – spiega il segretario regionale vicario *LuigiSparano* – bensì lo ha ricondotto nell’ambito della prima visita dermatologica, rendendolo quindi parte integrante di un percorso più completo e strutturato rispetto al passato. Un passo avanti importante, che tuttavia sollecita una riflessione: perché non dotare di dermatoscopio gli studi dei medici di famiglia, consentendo un primo screening dei pazienti e un celere invio a visita specialistica, se necessaria?». Un investimento che significherebbe non solo salvare vite grazie alla diagnosi precoce, ma anche alleggerire le liste d’attesa e garantire sostenibilità economica al sistema sanitario regionale. Un percorso che non è nuovo alla medicina generale partenopea: anni fa, grazie alla visione della compianta professoressa Gabriella Fabbrocini, la categoria avviò un progetto pionieristico, che ha portato risultati meritevoli di una pubblicazione scientifica, in collaborazione con i dermatologi della Federico II di Napoli per intercettare precocemente i nevi sospetti. Un’esperienza che oggi rappresenta un modello a cui ispirarsi per rilanciare la integrazione tra territorio e specialistica. «Realizzare questo percorso significherebbe anche ricordare nel migliore dei modi l’impegno di Gabriella Fabbrocini, che credeva nella collaborazione tra diverse figure professionali e nel lavoro di squadra e che la vedeva impegnata in prima linea su tutte le iniziative di prevenzione e di miglioramento dell’accesso alle cure», prosegue Sparano. Dalla Fimmg Campania si sottolinea, inoltre, come il rinnovo dell’Accordo Integrativo Regionale per la medicina generale possa essere l’occasione per tradurre questa prospettiva in realtà. In generale, non solo per la dermatologia, dotare gli studi dei medici di famiglia di strumenti diagnostici di I livello significa offrire ai cittadini una sanità più vicina, più efficiente e capace di affrontare con forza la sfida della prevenzione e fare strada all’integrazione tra ospedale e territorio. «È l’unica strada per migliorare l’assistenza, sostenere le casse del sistema sanitario e ridurre drasticamente le liste d’attesa, in coerenza con l’obiettivo di uscire dai piani di rientro non che quest’ultimo ne limiti l’attuazione».

Tutti i diritti riservati gazzettadinapoli.it
URL : http://www.gazzettadinapoli.it
PAESE : Italia 22 agosto 2025 - 11:53 Versione online

Grazie Dott. Ascierto, condividamo in pieno!!
Melanoma Italia ONLUS
www.melanomaitalia.org










11/08/2025

La terribile moda di controllare l’indice UV per esporsi al sole quando è più alto si diffonde tra i giovani e gli adolescenti dell’emisfero nord
Speriamo che i nostri non li imitino!

“Non mi importa, voglio abbronzarmi”: afferma Clara, un’adolescente ossessionata dal colore della sua pelle.
La pericolosa ossessione degli adolescenti per conoscere l’indice UV allo scopo di ottenere la massima abbronzatura sta causando gravi problemi in Europa, affermano i dermatologi.
I giovani non vogliono conoscere il risultato dell’indice per evitare le ore in cui l’esposizione al sole è più pericolosa, bensì per approfittare di quelle ore con la falsa e rischiosa convinzione che sia il metodo migliore per abbronzarsi.

Chiunque abbia figli adolescenti o viva circondato da “centennials” sa che la loro ultima ossessione è controllare costantemente l’indice UV sul cellulare.
“Credo di star sviluppando un’ossessione per l’indice UV…” dice Clara.
“Mi annoio in classe? Controllo l’indice.
È più alto di 3? Cancello i miei piani per sedermi al sole. Suderò da morire? Non mi importa: voglio abbronzarmi”, racconta un’utente di TikTok.

Gli adolescenti consultano l’indice ogni giorno, ma non per evitare di esporsi nelle ore di picco, bensì per il contrario: attratti dall’idea errata che sia la formula ottimale per abbronzarsi. Termini come “baciata dal sole” invadono i social e le campagne di prodotti per favorire o imitare l’abbronzatura, un mercato che trova in questo desiderio una miniera d’oro.

Il risultato è che l’abbronzatura viene vista come desiderabile, un tocco solare da inseguire senza timore.
In passato, la pelle chiara era associata a ricchezza e bellezza, mentre quella abbronzata era legata alla classe lavoratrice.
Tuttavia, da quando Coco Chanel nel 1923 sbarcò a Cannes con la pelle bruciata dal sole, l’abbronzatura si è popolarizzata, diventando simbolo di vacanze di lusso.
Oggi, secondo lo studio di “Cantabria Labs, Osservatorio Heliocare. Abitudini al sole” condotto da Melanoma España, il 41% degli spagnoli pensa che l’abbronzatura sia sinonimo di bellezza o addirittura di salute.

Scala dell’indice UV:

0-2: basso rischio per una persona media

3-5: rischio moderato senza protezione

6-7: rischio alto

oltre 7: rischio molto elevato per la vita

Il dott. José Luis López Estebaranz, direttore della Clinica DermoMedic e presidente del CILAD, spiega che da un valore di 3 in su è raccomandata la protezione. “L’abbronzatura non è un segno di salute, ma una reazione di difesa della pelle contro un’aggressione: la radiazione UV. Non esiste un’abbronzatura sana”, avverte.

La dott.ssa Segurado, dermatologa consulente per NIVEA, ricorda che più alto è l’indice, maggiore è il rischio di danni cutanei, anche in esposizioni brevi. Sottolinea la disinformazione diffusa: il 57% degli spagnoli ha dubbi su come usare correttamente la protezione solare.

La dott.ssa Marta González evidenzia che la cultura visiva ha idealizzato l’abbronzatura come sinonimo di salute, attrattiva e status. Il danno solare però non è immediato e gli adolescenti, spinti da impulsività e bisogno di approvazione sociale, adottano comportamenti a rischio.
Tra le 11 e le 16 l’intensità dei raggi UVB è massima, aumentando notevolmente il rischio di cancro della pelle. Nessuna crema solare blocca il 100% della radiazione. La raccomandazione: evitare il sole diretto e cercare l’ombra.

Uno studio mondiale di Pierre Fabre indica che il 47% delle persone si espone al sole tra le 11 e le 16, consapevoli del rischio ma vincolati dagli orari.
Sui social si promuovono tendenze pericolose, come abbronzarsi senza protezione per avere “segni” del sole. Serie TV come “Eravamo bugiardi” normalizzano questo comportamento senza mostrare conseguenze.

Sergio San Segundo, marketing manager di Frezyderm España, avverte che in rete circolano discorsi che minimizzano i rischi o sconsigliano l’uso dei filtri solari, creando confusione tra i più giovani. Ribadisce che la protezione deve essere un’abitudine quotidiana, 365 giorni l’anno, per prevenire l’invecchiamento precoce e il cancro della pelle.

La dott.ssa González spiega che i social amplificano questi comportamenti di rischio, creando una pressione sociale costante sugli adolescenti. Educare al pensiero critico e mostrare le conseguenze reali del danno solare è fondamentale.
Come conclude il dott. López Estebaranz, una pelle curata e protetta è sempre più bella e sana.
Lucía Altozano aggiunge che la protezione va integrata con attivi regolatori della melanina: “Usare un filtro solare senza questi attivi è come avere un ombrello con i buchi”.

fans

Melanoma Italia ONLUS
www.melanomaitalia.org













11/08/2025

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06/08/2025

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Dott. Riccardo Lio - Infermiere

30/07/2025

Eczema Vs Psoriasis ✅

26/07/2025
25/07/2025

A TUTTI QUELLI CHE AFFERMANO CHE IL SOLE NON FACCIA MALE PRESO IN ECCESSO, SENZA PROTEZIONE ED ALLE ORE SBAGLIATE.

A TUTTI QUELLI CHE CREDONO CHE IL MELANOMA SOLO SI POSSA AVERE SE SI HA DELLE MUTAZIINI GENETICHE.

AI MEDICI CHE CONTINUANO A MINIMIZZARE IL RISCHIO DELLA SOVRAESPOSIZIONE AL SOLE

A QUELLI CHE PENSANO CHE IL MELANOMA SIA “SOLTANO UN NEO”

Questa è la nostra risposta a un medico (non un dermatologo ne un’oncologo) ed a tanti altri che pensano che non si devono proteggere dal sole per evitare il cancro alla pelle ed il melanoma.

“Gentile Dott.ssa, noi siamo presenti ai più importanti congressi sul melanoma al mondo. E li assicuro che tutti i Dermato-oncologi e gli oncologi specializzati in melanoma descrivono il
Sole come la causa primaria per lo sviluppo del melanoma, un cancro che secondo lei, senza la mutazione genetica non si svilupperebbe mai. NIENTE DI PIÙ SBAGLIATO.
Migliaia di pazienti al mondo soffrono il melanoma senza una predisposizione genetica. Il melanoma, che non è un neo, ma un tumore a fior di pelle si sviluppa anche in aree non esposte al sole.
Perché?
Perché i melanociti, che producono melanina per difendere la pelle dal sole vengono infiammati una, due, tre, decine di volte ogni volta che ci esponiamo esageratamente al sole. E non sto parlando dei 20 minuti in ore non pericolose per assorbire la vitamina D necessaria all’organismo. Ma sto parlando della moda dell’abbronzatura che ci “rende più belli” e “più cool” agli occhi di chi ci guarda.
Bene. Quella moda sta ammazzando un italiano ogni 4 giorni.
Quella moda sempre in aumento, ha fatto sì che solo nel 2024 le diagnosi di melanoma siano cresciute del 30%.
Quella moda fa sì che lo stato italiano deva spendere minimo 150mila euro a paziente ogni tre mesi quando il melanoma metastatizza.
Quella moda, va evitata.
È per noi molto strano che lei insista con questi post discutendo l’incidenza solare come causa del melanoma essendo un medico.
Ci stupisce che non sappia che la componente genetica si scatena se viene provocata e che solo il 30% delle malattie dipendono dalla genetica, mentre il 70% si possono evitare cambiando lo stile di vita.
Ci stupisce che lei ignori il fatto che solo il 50% dei pazienti di melanoma hanno una mutazione genetica che può determinare la comparsa del cancro.
Sarebbe molto più facile tenerlo a bada se le cose fossero come afferma lei.

Il sole va evitato tra le 11 e le 16. Le persone si devono proteggere sia d’estate che d’inverno soprattutto quando hanno la carnagione chiara e la pelle molto delicata. Ma anche quelli con la carnagione scura non devono trascurarsi.
E non parliamo solo di creme solari con SPF maggiore a 30. Parliamo anche di cappelli a tesa larga, occhiali da sole con protezione UV, indumenti a maniche lunghe, proteggere i bambini, evitare i lettini o docce solari.
Insomma, una moda che nacque negli anni 60 e che sta provocando una vera e propria epidemia di cancro che può come il melanoma, metastatizzare agli organi.
Di melanoma, anche ora con le terapie che dal 2010 hanno dato speranza a migliaia di pazienti, ancora si muore.

Si informi, legga, faccia qualche seminario: ci sono tantissimi in Italia ed all’estero.
Con i nostri più distinti,

Melanoma Italia ONLUS
www.melanomaitalia.org











15/07/2025

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Via Piave 1 Loc Stadio
Carrara
54033

Telefono

+393356583942

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