13/09/2025
Noi con loro.
Sono passati cinque anni da quella sera.
Eravamo su un prato, sotto un cielo che sembrava trattenere il respiro.
Era la prima Festa in Ricordo di Carlo e Veronica, i figli di Katia e Giuseppe, che la vita ha chiamato altrove, come due stelle che si sono staccate dal firmamento troppo presto, lasciando dietro di sé una scia luminosa che ancora ci guida.
Quel prato, in quel paese che ancora li abbraccia, da allora, non è più solo un luogo: è diventato terra di memoria, di abbracci, di silenzi che parlano.
Katia e Giuseppe sono come radici profonde sotto quell’erba.
Hanno resistito alla tempesta, hanno continuato a crescere, a offrire ombra e conforto a chi si avvicina.
Hanno trasformato il dolore in un seme di speranza, coltivato con amore e condiviso con chiunque abbia incrociato il loro cammino.
Da quel dolore è nata CV_SOCCORSO, un’associazione di pronta assistenza fondata in memoria di Carlo e Veronica.
Un gesto d’amore che ha saputo trasformare la mancanza in presenza, il vuoto in servizio, la sofferenza in aiuto concreto per gli altri.
Come volontari, sappiamo quanto sia importante avere qualcuno accanto.
Senza relazioni, senza ascolto, saremmo isole.
L’essere umano ha bisogno di calore, di piccoli gesti che fanno bene, che aiutano a stare meglio.
Ha bisogno di amicizia, di solidarietà, di quella speranza che nasce insieme e ci permette di continuare a vivere questa vita come un dono.
Li conosciamo da qualche anno ormai, e la loro presenza è diventata per noi una fonte di serenità.
Ci unisce qualcosa di profondo: il desiderio di dare senso al dolore, di trasformarlo in nuova vita, in qualcosa che valga davvero la pena di essere vissuto.
Cinque anni dopo, quel prato continua a fiorire.
C’erano centinaia di persone, unite in un abbraccio vero, forte, sincero.
Un abbraccio meritato per una coppia che continua a insegnarci cosa significa amare, resistere, sperare.
Ci siamo avvicinati a loro pensando a cosa dire, a come offrire conforto.
Ma non ce l’abbiamo fatta.
Perché ancora una volta sono stati loro a sorreggere noi.
Ci hanno indicato la via per comprendere la vita, anche quando sembra impossibile.
Lo hanno fatto nel modo più semplice: con uno sguardo sincero, con un sorriso che guarda al futuro e lo vuole migliore.
Per quanto possiamo, per come possiamo, saremo con loro.
Perché da quel prato, da quella sera, abbiamo imparato che anche nel dolore più profondo può nascere una luce.
E che certe radici, anche invisibili, ci tengono uniti.