
26/07/2025
Mia figlia ha rotto ogni piatto del mio armadietto durante un episodio maniacale.
Io mi sono seduta sul pavimento della cucina, circondata da vent’anni di ricordi in frantumi.
I paramedici se ne erano appena andati, ancora una volta, portandola via.
Altre 72 ore d’attesa, altra speranza trattenuta, altro dolore che non ha parole.
Avevo cinquantadue anni, ero da sola, e guardavo i pezzi di una vita che pensavo di aver costruito con amore — con lei.
Il mio vicino, con gentilezza, ha detto:
“Butta via tutto. A volte si ricomincia da capo.”
Ma io non potevo.
Ogni piatto rotto conteneva una storia.
Il salice blu della festa di nozze.
I piatti di Natale usati per diciassette anni.
La tazza da tè che mia figlia mi aveva regalato quando aveva otto anni, quella in cui credeva ancora che io potessi sistemare tutto.
Li ho messi in delle scatole, dicendomi che ci avrei pensato poi.
I mesi passavano.
Poi, una mattina, guardando la mia passerella crepata, ho pensato che tutto sembrava rotto, anche la casa, anche me.
Così ho cercato una soluzione. Ho trovato un’artista su un’app per artigiani che creava mosaici da giardino usando ceramiche rotte.
Io ho un piccolo negozio handmade lì, quindi mi sono fidata. Ma lei non vendeva solo materiali: ha ascoltato la mia storia.
Quando le ho raccontato cos’era successo, mi ha spedito malta, sigillante e un biglietto scritto a mano che diceva:
“Si può fare bellezza dalla rottura.”
Tre settimane dopo, inginocchiata nella terra del mio giardino, coperta di polvere e silenzio, ho messo ogni frammento come fosse una preghiera.
Ogni pezzo aveva un significato.
Ogni scheggia parlava di ciò che era stato — e di ciò che, forse, poteva ancora nascere.
Mia figlia è tornata a casa e mi ha trovata lì.
Stavo sistemando l’ultimo frammento della sua tazza da tè dell’infanzia.
Mi ha guardata, si è inginocchiata accanto a me e ha sussurrato:
“Mamma… è bellissimo.”
Abbiamo pianto insieme, tenendoci l’una con l’altra su quel sentiero costruito con le nostre cose rotte.
Perché alcune storie non finiscono con tutto sistemato.
Ma possono finire con qualcosa di bello che nasce proprio dai rottami.
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